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Autore: _Syn    28/06/2011    2 recensioni
Raccolta | Personaggi e pairing vari | Generi vari
4. C.C./Lelouch: Poi arriva lei, si porta dietro il solito profumo ineffabile, le vibrazioni di un corpo che si tende verso di lui senza ammettere resistenza, e gli poggia la testa sulla spalla.
“Il mondo è grande, Lelouch, solo se le tue intenzioni lo sono a loro volta. Solo se i tuoi desideri si realizzano quando non sai ancora cosa sia l'eternità.”
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Kallen Kozuki, Gino Weinberg.
Coppia: Gino/Kallen
Prompt: Strawberries [fragole]
Avvertimenti: Fluff, Slice of life, post-guerra.


Strawberries


Una cascata di fragole.
Fu quella la prima cosa che Kallen vide quando entrò in cucina. Una coloratissima, vivacissima cascata di frutti rossi e maturi. Dietro la cascata, invece, c'era il volto sorridente di Gino. Teneva alta, con entrambe le mani, una busta bianca e lasciava cadere sul tavolo tutto il suo contenuto.
Kallen rimase a guardare finché l'ultima fragola non ricadde sul mucchio, poi rivolse al suo ragazzo uno sguardo interrogativo.
“Perché hai comprato tutte queste fragole?”
Gino lasciò la busta, appendendola per uno dei manici alla sedia più vicina.
“Me le hanno regalate.” rispose semplicemente.
“Regalate? Non ti hanno imbrogliato, vero?”
Già se l'immaginava. Gino era un ragazzo intelligente, davvero. E forte. Ma certe volte si divertiva troppo e il suo giudizio poteva essere compromesso. Tuttavia, davvero non riusciva a immaginare che razza di imbroglio potesse coinvolgere un carico di fragole. Persino dopo tutti gli anni in cui era stata costretta a stare all'erta e a sospettare di qualunque cosa, Kallen non riusciva a farsi venire in mente niente. E probabilmente non era niente, ma avrebbe aspettato la spiegazione di Gino per esserne sicura.
“Ehi, che vuol dire “imbrogliato”?” assunse un'espressione confusa e offesa insieme, poi cominciò a giocherellare con una fragola, raccogliendola dal piccolo monte che si era formato sul tavolo.
“Niente, niente... Allora? Chi te le ha regalate?”
“Ho ritrovato un cane e l'ho riportato al suo padrone. E come ricompensa ho ricevuto queste fragole.” rispose.
Solitamente le ricompense di quel genere erano in denaro, ma dubitava che per Gino facesse differenza. Semmai il denaro l'avrebbe rifiutato e avrebbe chiesto, invece, di passare qualche ora con il cane che aveva ritrovato. Non era un tipo venale e questo a Kallen piaceva.
Ora che ci pensava, una volta gli aveva detto che andava matto per la frutta estiva.
“L'ho trovato che vagava per Shinjuku. Era sporco e affamato. Per fortuna aveva ancora il collare con l'indirizzo.”
Kallen sorrise. Gino aveva assunto un'espressione un po' malinconica, come se il cane gli mancasse già. Si affezionava subito a qualunque cosa, sembrava incastrarsi perfettamente in ogni contesto, anche se magari per gli altri lui poteva sembrare imbarazzante. Lui neanche ci faceva caso. Era bizzarro, perché lei aveva agito seguendo lo schema contrario: essere quello che non era, sentirsi inadeguata e in imbarazzo quando era costretta a indossare quella “seconda pelle”. Eppure, eccoli insieme di fronte a una montagna di fragole.
“Il suo padrone mi aveva offerto una ricompensa diversa, veramente, ma ho rifiutato.” appunto. “Ha insistito, poi si è ricordato di avere queste fragole, ma è allergico mi ha detto, perciò mi ha chiesto di accettarle in segno di ringraziamento. Sarebbe stato uno spreco gettarle via. A te piacciono, no?”
“Molto. Quelle fragole hanno un aspetto delizioso.” assentì Kallen. Poi notò che aveva i pantaloni tutti sporchi di fango e i capelli più scompigliati del solito, come se avesse corso o giocato per un po'.
Continuò a sorridere, indovinando i pensieri di Gino. Aveva davvero passato un po' di tempo con il cane. Era strano, ma prima immaginava che avere un ragazzo avrebbe significato preoccuparsi che andasse dietro qualcun'altra. Gino andava dietro ai cani e alle fragole. Ovviamente questo non significava che avvenisse il contrario. La fauna femminile della scuola, prima che si diplomassero, andava in visibilio ogni volta che Gino era in vista.
“Ti va una macedonia di fragole e succo di limone?” la riscosse dai suoi pensieri la voce di Gino. Stava già cominciando a raccogliere le fragole per sciacquarle.
“Ti do una mano? Prendo...”
“No, fragolina, sono pieno di energie, potrei travolgerti.” ribatté lui. Kallen lo guardò scettica.
“Per chi mi hai preso? Ti ricordo che sono il pilota del Guren e che potrei schiacciarti in qualsiasi momento. E quel nomignolo è da brivido.”
Gino addentò una fragola e poi guardò il frutto rosso e Kallen.
“No, direi di no. Mi piace. Fragolina.” lo ripeté, come per assicurarsi che suonasse davvero bene, o semplicemente per farle perdere le staffe. E tanto per fermare ogni suo proposito di vendetta, le sorrise in quel modo che, qualunque fosse la situazione, le fermava il cuore e le faceva dimenticare per qualche secondo cosa stesse facendo.
Magari, più tardi, gli avrebbe fatto ricordare quanto le piacesse che la chiamasse per nome – qualunque fosse la situazione – e l'avrebbe convinto a dimenticarsi quel nomignolo.
Ora, l'unica cosa che voleva fare era riempirsi le mani dell'odore e del sapore delle fragole.
“Passami un coltello, fragolino.”
Oh sì, con un tono minaccioso persino quel nomignolo sembrava carino.

  
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