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Autore: telesette    29/06/2011    1 recensioni
[L\'Invincibile Shogun]
L'invincibile potere dello Shogun Mitsukuni Mito, davanti al quale i cattivi devono piegarsi e accettare la giusta punizione...
Genere: Azione, Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Invincibile Shogun è il titolo italiano di un animé giapponese, prodotto nel 1981 dalla KNACK ANIMATION (gli stessi produttori di Astroganga e Mila & Shiro), il cui titolo originale è Manga Mitokomon ovvero "Il Manga su Mitokomon", personaggio realmente esistito di cui in Giappone si narra la seguente leggenda...

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L'invincibile shogun sigla iniziale - sottotito…

 

Nel XVII secolo il Giappone era amministrato ormai da diverso tempo dalla classe militare dei samurai, al cui vertice c'era lo shogun. In quel particolare periodo gli shogun appartenevano alla famiglia Tokugawa e uno dei suoi membri, il vice-shogun Tokugawa Mitsukuni del clan Mito, passò alla storia per un curioso motivo. In tarda età aveva preso l'abitudine di girare in lungo e in largo il Giappone travestito da vecchio viandante, per potersi rendere conto in prima persona delle condizioni del suo popolo. Era accompagnato dai suoi più valorosi guerrieri (anch' essi in incognito), che intervenivano quando era il caso di riportare la giustizia. Questa serie animata riprende questo particolare episodio storico, e così ritroviamo l'anziano shogun Mitsukuni Mito accompagnato dall'imbattibile spadaccino Suke, dal superforzuto Kaku (che grazie a una benda magica acquisiva la forza di cento uomini !), dal ninja discolo Sutemaru e dal suo inaffidabile cane Don Be.
Al numero di questa scorta fissa, si aggiungono a tratti altri due personaggi: la dolcissima Okoto e una ragazzina, Onatsu, piccola peste che darà del filo da torcere al coetaneo Sutemaru, esilaranti le loro litigate.
Nel corso del loro viaggio, i protagonisti si imbatteranno in storie e personaggi diversi che hanno come denominatore comune i soprusi e le angherie dei potenti, piccoli signorotti locali, a discapito di una popolazione povera e operosa, contadini soprattutto. In ogni episodio, i valorosi agli ordini dello shogun si ribellano a tutto ciò, combattendo per la giustizia e, a battaglia finita, Suke mostra agli sconfitti lo stemma di Mitsukuni Mito, rivelando l'identità di colui che tutti credono soltanto un povero vecchio.
Questa era senz'altro la parte più divertente di ogni episodio, perchè alle parole: "Inchinatevi al cospetto dello shogun Mitsukuni Mito", i cattivi si arrendevano al suo potere implorando perdono, ricostituendo così ordine e giustizia.

Inchinatevi al Cospetto dello Shogun

Il malvagio Tamanosuke, d'accordo col commissario della polizia locale, aveva trasformato un tranquillo paese di agricoltori in una colonia di schiavi ai lavori forzati. Quei poveri contadini, non avendo la forza di ribellarsi contro gli uomini del potente signore, erano costretti ad obbedire a ogni suo comando. Quando l'anziano signor Kumon insieme ai suoi giovani compagni di viaggio fece il suo arrivo in quel villaggio, constatò con profondo orrore il modo barbaro e spietato in cui quegli uomini malvagi schiavizzavano e torturavano quella povera gente. Le folte sopracciglia del vecchio si aggrottarono, nel vedere un bambino di appena dodici anni frustato barbaramente da un grosso bestione violento. Il bambino sanguinante provò a sollevare la mano davanti a sé ma, con un calcio, il suo aguzzino lo scaraventò proprio ai piedi dell'anziano viandante.

- Piccolo cane bastardo - disse l'uomo, sputando per terra. - Se non ti metti a lavorare come tutti gli altri, ti leverò la pelle a suon di frustate!

Suke, Okoto e Sutemaru si fecero avanti per soccorrere il bambino mentre Kaku si mise di fronte a quel verme immondo con sguardo minaccioso.

- Sporco maiale - gridò, agitando il pugno. - Perché non provi a prendertela con me, invece di picchiare questo povero ragazzo?
- E tu cosa vuoi, ciccione, cerchi rogne per caso?
- Ora ti faccio vedere, lurido bastardo!

Subito i due energumeni si scontrarono selvaggiamente ma, grazie alla sua grande forza fisica e determinazione, Kaku riuscì a strappare di mano la frusta all'avversario e a sollevarlo da terra per scaraventarlo via come un sacco di patate.

- Dannato pezzente - ringhiò il farabutto, battendo in ritirata. - Me la pagherai, stanne certo!

Nel frattempo il bambino aveva appena ripreso conoscenza.

- Come ti senti, piccolo? - chiese Okoto preoccupata.
- Sto bene, non preoccupatevi, purtroppo sono cose che succedono in continuazione da queste parti...
- Come è possibile? - intervenne perplesso il vecchio Kumon. - Da quel che ricordo, questo era un villaggio tranquillo una volta!
- Sì ma da quando il signor Tamanosuke e i suoi uomini hanno preso il controllo, io e la mia gente veniamo trattati peggio delle bestie!
- Carogne - commentò Sutemaru tra i denti.
- Dì un po', chi era quello schifoso gorilla che ti ha messo le mani addosso? - domandò Kaku.
-  Era Baikun, uno degli uomini di Tamanosuke, lui e Kagerotsu detto "la Falce" sono quelli che si occupano di svolgere il lavoro sporco per conto del loro padrone... e se qualcuno viene sorpreso, mentre si riposa o tenta di scappare, viene punito con le frustate o a volte addirittura ucciso!
- E' una cosa orribile - osservò Okoto inorridita.
- Signore - fece Suke, rivolto al vecchio.
- Certo Suke, non aggiungere altro, ritengo sia nostro preciso dovere aiutare questa gente... Come ti chiami, piccolo?
- Mi chiamo Gentetsu - rispose il bambino, rialzandosi in piedi.
- Bene Gentetsu, per favore facci strada, portaci dove questo Tamanosuke tiene schiava la tua gente!

***

Gli abitanti del villaggio avevano sputato sangue per coltivare i terreni di Tamanosuke. Sotto la sorveglianza spietata di Baikun e Kagerotsu, quest'ultimo armato di kusarigama, non avevano altra scelta se non lavorare sodo. Molti dei loro compagni erano morti, nel tentativo di ribellarsi o di scappare, e il desiderio libertà era ormai sopito del tutto.

- Avanti lavorate, brutti bastardi - urlò Baikun, agitando la frusta. - Se vi vedo rallentare il ritmo, lavorerete anche di notte!

I contadini chinarono il capo tristemente ma non osarono fiatare. Poco dopo arrivò anche Tamanosuke in persona per controllare come procedevano le cose.

- Come procede il lavoro?
- Bene, signore - rispose l'altro. - Se continuano di questo passo, riempiremo il magazzino tre volte tanto!
- Eccellente, e tutto questo senza spendere un soldo di stipendio... Ah! Ah! Ah!

In quel momento un vecchio viandante con il bastone in mano, accompagnato da un piccolo gruppo di persone, si fece strada attraverso i campi fino a giungere proprio davanti a Tamanosuke e ai suoi uomini.

- Chi diavolo è questo vecchio? - chiese Tamanosuke infastidito, aggrottando il sopracciglio.
- Li riconosco - fece Baikun, additando Kaku che si trovava alle spalle del vecchio. - Quello è lo stesso idiota che mi ha attaccato!
- Lei è il signor Tamanosuke, vero? - domandò Kumon. - Ho sentito parlare del vostro modo di tenere schiava la gente di questo villaggio ma mi sorprende ancora di più che le autorità non intervengano per impedire questa infamia!
- E' semplice - intervenne Gentetsu. - Il capo della polizia è d'accordo con lui, per questo non interviene!
- Brutto moccioso - sbottò Baikun. - Questa volta ti strapperò la lingua...

Come Baikun fece per alzare le mani su Gentetsu, il bastone del vecchio lo colpì alla mano con incredibile precisione.

- Dannato vecchiaccio - mormorò il farabutto tra i denti.
- Ora ne ho abbastanza - esclamò Tamanosuke furibondo. - Uomini a me, uccidete queste persone, presto!

Nello stesso momento, Kumon e i suoi compagni vennero circondati da una trentina di uomini armati. Suke sfoderò la spada mentre Kaku, il piccolo Sutemaru e il suo cane Don Be si prepararono ad affrontarli a modo loro.

- Kaku - urlò il vecchio, estraendo una candida benda di stoffa da sotto la giacca. - Prendi la Fascia della Potenza!
- Grazie, signore - esclamò il forzuto, legandosela addosso. - E' proprio quello di cui avevo bisogno per sistemare questi bastardi una volta per tutte!
- Avanti fratellone - sorrise Sutemaru, brandendo il suo boomerang. - Diamogli una lezione come si deve!

Nella furia della mischia, gli uomini di Tamanosuke vennero abbattuti uno dopo l'altro dalla forza sovrumana di Kaku e dagli attacchi imprevedibili di Sutemaru e Don Be; Suke si ritrovò faccia a faccia con Kagerotsu detto "la Falce", quest'ultimo scagliò la catena dell'arma contro la sua katana e si preparò a colpirlo con la falce.

- Ora ti ucciderò, bastardo!

Con abile mossa, Suke riuscì a tranciare la catena dell'altro e a sollevarsi in aria con un balzo.

Colpo del Sole - urlò lo spadaccino, assestando il suo micidiale fendente.

Kagerotsu crollò a terra con una smorfia di stupore congelata negli occhi. Nel frattempo Kaku aveva sradicato uno degli alberi che circondavano la dimora di Tamanosuke e, usandolo come un bastone da combattimento, lo fece roteare per abbattere gli avversari come birilli. Vista la sua potenza, Baikun cercò di scappare ma Kaku se ne avvide e gli scagliò addosso il tronco, schiacciandolo al suolo.

- Fermi tutti - tuonò una voce alle loro spalle. - In nome della legge, vi dichiaro in arresto!

A parlare era stato il commissario che, in testa ad un nutrito battaglione di uomini, era giunto a cavallo a prestare soccorso al suo complice.

- Meno male che siete arrivato, commissario Fujimoto - piagnucolò Tamanosuke. - Questa gente ha osato aggredire i miei lavoranti, dovete arrestarli subito!
- Ora basta - urlò Suke, facendo roteare il sigillo dell'imperatore nella sua mano destra per poi tenerlo alto davanti a sé, in modo che tutti potessero vederlo. - Riconoscete questo simbolo? E' l'emblema del nostro grande Shogun Mitsukuni Mito, inchinatevi al suo cospetto e supplicatelo affinché decida di risparmiarvi la vita!

Una volta compreso chi fosse realmente il vecchio davanti a loro, il commissario e i suoi uomini si gettarono subito in ginocchio assieme all'ancor più sconvolto Tamanosuke. Lo Shogun sentenziò il suo giudizio, con voce calma e sicura, e la sua decisione sarebbe stata definitiva.

- Sono veramente disgustato da ciò che ho visto: un funzionario di polizia complice di un criminale per soddisfare la comune avidità di entrambi... La tua condotta è indegna della tua carica, Fujimoto, per questo motivo sarai giudicato e condannato da un tribunale militare!
- Sì... Sissignore - gemette il commissario senza alzare lo sguardo.
- Quanto a te, Tamanosuke, il modo in cui hai sfruttato il lavoro di questa gente per arricchirti è la prova che la tua crudeltà non merita perdono: sarai arrestato per le tue malefatte e dovrai restituire fino all'ultimo soldo che hai guadagnato con la tua lurida infamia!

Finalmente il bene aveva trionfato ancora una volta, nessuno poteva sperare di opporsi allo Shogun, davanti alla sua giustizia i malvagi erano costretti a piegarsi e a ricevere la punizione per le loro malefatte.

FINE

   
 
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