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Autore: HellyKaulitz    29/06/2011    0 recensioni
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o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Bill Kaulitz non mi appartiene in nessun modo alcuno.
(Purtroppo) Ogni fatto descritto all'interno di questa storia è puramente inventato e assolutamente non a scopo di lucro.

 
 
 
HellyxBill, semplicemente.
 
La mia camera.
Non avevo mai pensato che là dentro sarebbe potuto entrare chi per tre anni era rimasto solo nei sogni.
Bill era steso sul mio letto, eravamo sotto le coperte e lui mi guardava dall’alto. Io avevo il piumone tirato su fino alle spalle, senza reggiseno, e lui era sistemato su un fianco, senza maglia, col gomito poggiato sul cuscino e la mano a tenersi la testa. Ero molto agitata, Bill era bellissimo. Il suo fianco era perfetto, potevo ammirare il suo tatuaggio scolpirlo come una statua… Allungai una mano verso il suo corpo e, tremando dall’emozione, poggiai una mano sulla sua pelle. Incerta aumentai le pressione dei miei polpastrelli sul suo fianco ed emisi un gemito soffocato di piacere.
<< Ho paura… Di farti male >>, ammisi senza inizialmente guardarlo negli occhi. Vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi mentre dolcemente lo carezzavo. Non mi sembrava vero che Bill fosse lì, era a dir poco magnifico, un sogno. Mi morsi il labbro inferiore nella parte sinistra e alzai lo sguardo su di lui. I suoi occhi nocciola erano come miele per il mio palato, non un filo di trucco sul suo volto. I capelli sbarazzini tirati indietro con le mani… Si trattava semplicemente della sua cresta abbassata, quella acconciatura buffa.
Le sue labbra rosee erano divine, un po’ allungate e sottili e nel suo viso si adattavano alla perfezione. Non riuscivo a guardarlo per quanto era bello, come riusciva a non accorgersene?  Alzai la mano dal suo bacino, o meglio dall’osso che gli sbucava fuori, e sfiorai tutto il resto prima di arrivare a posare la mano interamente sulla sua guancia; volevo semplicemente accarezzarlo.
Un modesto pomo d’Adamo si spingeva fuori ad ogni suo piccolo deglutizione e le mie labbra si dischiudevano ad ogni sguardo. Bill era tutto ciò che di meglio potessi volere dalla vita, era ciò che volevo.
Solo lui e nient’altro.
Spaventatissima per ciò che con il moro sarebbe potuto succedere, mandai giù un magone che dalla gola mi si bloccò nello stomaco e fu allora che lo sguardo di Bill per me si fece sempre più intenso.
<< Perché mi guardi? >>, chiesi dubbiosa. Lui più che agitato era molto pensieroso e mi squadrava con uno sguardo che ancora non riuscivo bene a decifrare.
Poi fece una cosa.
Bill si abbassò su di me col capo sempre di più e il mio cuore, già impazzito, corse il rischio di esplodermi nel petto. Vedevo le sue labbra sempre più avvicinarsi alle mie e tentai di convincermi che quello non era un sogno, ma stava realmente accadendo. Lo stupendo nasino di Bill sfiorò il mio, la sua pelle a contatto della mia mi parve limpida e pura come quella di un bambino, ma persi ogni cognizione quando quelle labbra sublimi si posarono finalmente sulle mie. Non udii più rumori. Non sentii più il mio corpo appartenermi. Non pensai più a nulla. Bill aveva iniziato a baciarmi e io ancora non ci stavo capendo granché. Era del tutto irreale, non riuscivo a credere che l’angelo che poco prima il dono della vista mi aveva permesso di ammirare, in quel momento mi stava baciando. Stava baciando me. Tutto attorno a me divenne un’eco lontana e, con naturalezza, appoggiai i suoi movimenti respirando affannosamente contro di lui. I nostri respiri si fusero, i nostri corpi si toccarono con titubanza e, sceso dalla sua posizione precedente, ma senza aver smesso un secondo di baciarmi, permise che le nostre mani destre si intrecciassero. La sua lingua si insinuò con dolcezza dentro la mia bocca e prontamente si scontrò con la mia.
Lo spessore del suo piercing lo avvertii benissimo, si spinse contro la mia lingua e mi fece provare un certo  piacere, una certa irrefrenabile eccitazione che assecondai stringendo forte il fragile corpicino di Bill. Lui tentò di ricambiare la stretta e cominciammo letteralmente a mangiarci vivi, baciarci con intesa e passione e far scivolare le nostre mani sui nostri corpi.
D’un tratto Bill si scostò dal mio viso e mi sistemò al centro del materasso. Le mie mani gli carezzarono quella scheletrica schiena e le sue dita scorsero dalle mie labbra ai miei pantaloni come la rugiada ti scivola addosso in un giorno di pioggia senza ombrello. Il mio respiro rimase affannoso tutto il tempo, da quando Bill mi fissava perso a guardarmi a quando mi tolse delicatamente i pantaloni.
Le sue unghie solleticarono la mai pancina appiattita maggiormente dalla posizione in cui mi trovavo e le mie andarono a sfiorare la sua, completamente inesistente.
<< Sei bellissimo… >>, dissi senza fiato. Bill mi sorrise e mi stampò un bacio. << A che cosa pensi? >>. Gli domandai allentando il ritmo che avevamo preso.
<< Che sei sempre stata tu. Il colpo di fulmine. Quell’intesa che cercavo. L’ho capito. Eri tu, dall’inizio. Solo che ancora io non potevo saperlo >>. Il mio sorriso si sviluppò fin su agli occhi e lo strinsi a me, era l’unica cosa che volessi fare: stringerlo, abbracciarlo e fargli sentire tutto l’amore che avevo in corpo.
Lui che era sempre stato mio, prima che ancora che entrambi ne fossimo a conoscenza.  Certo, io avevo sofferto un po’ di più nel non averlo, ma ne era valsa la pena perché ora stava accanto a me, o meglio sopra di me.
<< Ti amo >>. Poi il mio sogno. Confessargli il mio amore e dirgli quelle due parole che mi ero tenuta dentro per tre anni. Parole ripetute ai poster, ma mai dette a lui direttamente.
Il sorriso di Bill fu uno dei più dolci e sinceri che lui avesse mai rivolto a qualcuno.
Era amore.
La luce in camera era soffusa, ma i nostri sentimenti tutt’altro che oscuri. Ci occupammo l’uno dell’altro disfandoci di abiti e intimi e la mia vita si fermò di nuovo quando Bill entrò in me.
Bill dentro di me. Dentro. Come una chiave nel suo lucchetto; indispensabili l’uno per l’altra, fondamentali per esistere.
Le mie dita gli scorticarono la schiena amorevolmente; quel corpo perfetto, tutto ossa, così lineare… Mi faceva impazzire.
Non distolsi un attimo lo sguardo dal suo viso: così concentrato, gli occhi socchiusi, le labbra a cercar l’aria… Ma soprattutto mai avrei dimenticato la cura che aveva di me nel fare l’amore. Le sue spinte si fecero più veloci, ritmiche. La sensazione che stavo provando era da felicità al cubo.
Stavo facendo l’amore con Bill. Bill mi stava accarezzando il corpo, baciando. Più avanti quel silenzio fatto di sospiri venne spezzato dalle nostre grida e ci aggrappammo l’uno all’altra in quello che, sicuramente, sarebbe stato un orgasmo.
Poi, dopotutto quell’amore infinito, la grande emozione: ciò che era di Bill, divenne mio. Bill venne dentro di me.
Avevo paura di svegliarmi da un momento all’altro e scoprire che fosse di nuovo tutto un sogno, ma non accadde mai: quei baci e quelle carezze, soprattutto quell’amore, erano fin troppo reali per essere frutto di una psiche contorta illusa di poter arrivare alla felicità, di poter arrivare a Bill. Ma in quel momento Bill era mio e di certo io gli appartenevo.
<< Non riesco a credere che.. Che sia successo, che sia vero. E soprattutto… Non riesco a credere che tu sia qui. Non sai quanto ti ho aspettato… >>. Bill scese da me e si rimise nella posizione iniziale, con la testa sul cuscino e la fronte contro la mia. Mi abbracciò e cominciò a baciarmi.
<< Ti amo anch’io >>, rispose alla mia affermazione precedentemente. Una lacrima scivolò lungo il mio viso, ma non toccò mai il suolo perché Bill la leccò via molto prima ed essa percorse la sua ugola per non uscire mai più.
Ora anche lui aveva qualcosa di mio dentro di sé.
E come tutto era iniziato, tutto finì.
In un letto, con un ragazzo meraviglioso e con tutto l’amore in corpo che avevo da dargli. E se prima erano solo fantasie, in quel momento divennero tutte realtà.
Io e Bill. Noi soltanto, una cosa sola.
   
 
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