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Autore: DaughterOfDawn    29/06/2011    6 recensioni
Ogni mille anni sulla terra compare un tipo particolare di anima per ottenere la quale sia i demoni che gli shinigami sono disposti a fare di tutto.
Kyler aveva una vita forse un po’ diversa da quella dei molti, ma comunque niente di particolare. Almeno fino a quando non si troverà coinvolto in una contesa tra la sua nuova guardia del corpo, un ragazzino dagli inquietanti occhi cremisi comparso dal nulla, e due tizi non meno strani, uno dai capelli rosso fuoco, scatenato e vestito quasi come una donna, l’altro moro, sempre gelido e controllato, che sembrano determinati a rapirlo. E la sua “guardia del corpo” sembra conoscere molto bene uno dei due, con il quale ha un certo conto in sospeso…
[Ambientata nei due anni che precedono l’inizio del manga. Possibile OOC (io ci provo a tenere i personaggi, ma non è detto che ci riesca!), shonen-ai (WillxGrell / OCxOC)].
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, William T. Spears
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Grell sbuffò, giocherellando con una delle matite perfettamente temperate poste sulla scrivania. Non che non fosse contento che il suo adorato Willy fosse venuto a trovarlo, anzi, quando lui gli era apparso davanti si era sentito al settimo cielo e aveva tentato di saltargli addosso per accoglierlo come si doveva. Peccato che il suo capo si fosse prontamente spostato lasciando così che il suo bel faccino si schiantasse senza troppi complimenti contro la parete. Poi, senza neanche attendere che lui si fosse ripreso, William lo aveva afferrato per i capelli come faceva sempre e lo aveva trascinato di nuovo nel mondo degli shinigami, blaterando qualcosa sul fatto che avevano una missione importante da svolgere e che non c’era più tempo da perdere in stupidi giochini. Certo che a volte Will non capiva nulla: quello che lui stava facendo sulla terra era molto di più che un semplice gioco! Aveva finalmente trovato un’umana interessante e, proprio sul più bello, arrivava quella noiosa cosa che era il lavoro ad interromperlo. E, per di più, non aveva neanche avuto la possibilità di spiegare alla donna cosa stava accadendo. Di sicuro lei si sarebbe lamentata per la sua sparizione improvvisa e se c’era una cosa che lui non sopportava erano le lamentele delle altre donne. Ma si divertiva troppo ad aiutarla nei suoi crimini, quindi si sarebbe premurato di sopportarla e di spiegarle l’accaduto al suo ritorno, non aveva altra scelta. Sbuffò di nuovo. L’unica cosa positiva di tutta quella faccenda era che, da quanto aveva capito, il suo compagno di missione sarebbe stato proprio il suo adorato Willy. E, se mandavano lui, significava che era una cosa grossa. Un sorrisetto gli illuminò il volto. Forse si sarebbe anche potuto divertire. E poi ogni attimo in più speso solo soletto con il suo capo era una chance in più per tentare di conquistare quel cuore tanto freddo e, dal suo punto di vista, sadico che lui amava tanto.
“Piantala di sbuffare, Sutcliff, e vedi di iniziare ad ascoltarmi, perché non ripeterò la spiegazione una seconda volta, chiaro?”. La voce fredda di William lo riportò al presente.
“Uffa, ma quanto sei noioso, Willy! Perché invece di stressarmi con questa storia della missione non ammetti che sei venuto a prelevarmi perché eri geloso delle attenzioni che concedevo a quell'umana?~”lo provocò lui in risposta. “Ma non ti devi preoccupare, a una bella ragazza come me non interessano le altre donne, e poi, anche se fosse, lo sai che il mio cuore batte solo per te! ~”.
L’altro shinigami lo ignorò. Batté velocemente un paio di tasti e sullo schermo attaccato al muro comparve la foto di un ragazzo di circa diciassette anni, piuttosto pallido, coi capelli di un castano tendente al rosso e con degli stranissimi occhi viola screziati di verde. Sotto l’immagine c’erano dei brevi paragrafi informativi che riassumevano le informazioni essenziali sul loro obiettivo.
“Wow, Willy, chi è il ragazzino?? È così carino! ~”mugolò Grell, facendosi attento tutto d’un tratto. Si soffermò ad osservare meglio l’immagine. Nonostante avesse un’aria tranquilla, lo sguardo di quell’umano pareva velato da una cupa malinconia, quasi avesse perso la voglia di vivere da tempo. Ne aveva già visti tanti in quello stato, eppure qualcosa in quegli occhi strani gli diceva che lui non era come gli altri. Un lampo di interessamento gli attraversò gli occhi verdi.
Il suo capo, a cui era sfuggito il suo cambio di espressione, alzò gli occhi al cielo. Aveva immaginato che quello fosse l’unico modo per attirarsi finalmente l’attenzione del sottoposto, anche se rischiava al tempo stesso che Sutcliff si fermasse a sbavare sulla foto più che ad ascoltarlo. “Questo è Kyler Bysse. Il nostro compito. Dobbiamo evitare che i demoni si impossessino della sua anima. Perché se lo facessero sarebbe alquanto seccante. Più del solito”spiegò con calma.
“E perché mai, scusa?”.
“Perché la sua è una di quelle anime, Sutcliff”.
Per la prima volta lo shinigami coi capelli rossi parve farsi serio per un istante. “Stai scherzando, vero, Will?! Com’è possibile?! Avremmo dovuto accorgercene molto prima se l’anima di quel ragazzino fosse stato una di loro!”esclamò sorpreso.
“Se tu seguissi con più attenzione i corsi di aggiornamento non saresti così sorpreso”. Nel tono di William apparve una nota seccata. “A volte quel particolare tipo di anime necessita di tempo per maturare, anche molti anni, soprattutto se il processo necessita di una causa scatenante come in questo. La maturazione è iniziata, secondo i dati in nostro possesso, dopo che il soggetto ha perso il padre e si è conclusa in questi giorni. E infatti è solamente ora che i nostri avversari si sono mossi”. Tornò a digitare qualcosa sulla tastiera. L’immagine cambiò e sullo schermo apparve la foto di un ragazzino dai lineamenti affilati e i capelli blu elettrico, in apparenza non più grande di Kyler. Gli occhi cremisi però tradivano la sua natura infernale. Il demone li fissava divertito e provocatorio dallo schermo, quasi a prendersi gioco di loro e a sfidarli a batterlo. Lo shinigami non poté impedirsi di fare una smorfia, sistemandosi gli occhiali con una mano, cosa che non sfuggì al suo sottoposto.
“Will?”fece infatti quello, sorpreso. Di solito il suo capo non esprimeva emozioni, soprattutto se si trattava di lavoro, ma a quanto pareva quel demone era un’eccezione. La cosa lo incuriosì, e non poco. Inoltre i lineamenti della creatura gli erano in qualche modo familiari. Cercò di capire da dove gli venisse quella sensazione, ma quella continuava a sfuggirli, nascondendosi tra i suoi pensieri. Però una cosa doveva ammetterla. Chiunque fosse quel demone era decisamente carino, molto di più dell’umano di prima. Aveva un fascino familiare e i suoi occhi rosso sangue calamitavano irrimediabilmente la sua attenzione. Peccato che avesse l’aspetto di un ragazzino. Un vero spreco.
“Questo è Zachary. O, almeno, si fa sempre chiamare così quando è in mezzo agli umani. È uno dei demoni che ci ha dato più problemi, non tanto per le anime che ci ruba, quelle sono in numero praticamente inesistente, ma più che altro per il fatto che sembra divertirsi un mondo ad interferire con il nostro lavoro”disse William, ignorando la muta richiesta dell'altro. “Io purtroppo ho avuto la sfortuna di trovarmelo tra i piedi un po’ di decenni fa e ti assicuro che non è stato per niente piacevole”. Non se la sarebbe mai scordata quella missione. L’unica che avesse mai fallito fin dalle simulazioni della scuola per shinigami. Non era mai stato umiliato tanto in vita sua. Sia come agente che come shinigami. Umiliato da un ragazzino pestifero che aveva rovinato il suo perfetto stato di servizio. per di più. Ora finalmente aveva l’occasione di rifarsi. E di certo non se la sarebbe lasciata sfuggire. ‘Questa volta te la farò pagare. Ti è andata male, ti rispedirò all’Inferno a calci, moccioso!’pensò irritato,ma scosse immediatamente il capo. Tutto quel coinvolgimento emotivo non gli si addiceva e rischiava anche di risultare dannoso per la missione in quanto alterava la sua capacità di giudizio, ne era più che conscio. Però non poteva farci nulla, ogni volta che ci pensava non poteva evitare di irritarsi oltre misura, era più forte di lui. La sua mano corse di nuovo alla montatura dei suoi occhiali. Non si sarebbe lasciato trattare in quel modo una seconda volta, ci potevano scommettere.
“Ah, allora lo conosci, eh, Will?~”cantilenò Grell notando l’espressione strana del suo superiore, espressione che decisamente non si addiceva a quel viso di solito impassibile. Qualunque cosa gli avesse fatto quel demone doveva essere stato qualcosa di veramente grosso. Un sorrisetto gli si aprì sul volto mentre miriadi di ipotesi gli salivano alla mente. Tutte ovviamente molto lontane dalla verità e anche piuttosto fantasiose. “Non dirmi che ti piace quel ragazzino! Insomma, è carino, moolto carino, bisogna ammetterlo, ma non è il tuo tipo, Willy!~ Al massimo può essere il mio, però è decisamente troppo giovane di aspetto, non trovi?? E poi...?!”. Non poté concludere la frase perché il dorso del pesante fascicolo che conteneva i dati sul caso lo colpì in pieno viso. “Ahia! Ma insomma, quando imparerai a rispettare il bel visetto di una signora come me, Will?! Sei proprio privo di tatto!”.
“Ti do mezz’ora per leggere le informazioni sulla missione. E vedi di farlo, è una faccenda di primaria importanza. Infatti non mi capacito che l'abbiano affidata a un idiota come te. Partiremo subito dopo”ordinò il suo capo, tornando alla sua solita fredda impassibilità e ignorando le sue lamentele. Non aveva tempo da perdere con i capricci di quell’idiota di prima categoria e poi era già abbastanza di cattivo umore per avere la pazienza di sopportarlo. Maledisse mentalmente chiunque avesse avuto l’idea di affidargli il rosso come compagno di missione. Tra lui e Zachary quasi non sapeva chi era peggio. Quella missione sarebbe stata di certo un Inferno, non aveva dubbi. “E vedi di toglierti quelle idee stravaganti dalla testa. Quel demone mi ha solo dato parecchio fastidio durante una missione. Non sottovalutarlo solo per il suo aspetto, te l'ho detto, è uno di quelli che ci ha dato più problemi. Il fatto che sembri solo un ragazzino non deve farti pensare che non sia un avversario temibile”. E detto ciò uscì senza attendere una risposta, chiudendo, con estremo disappunto di Grell, accuratamente la porta dell’ufficio a chiave.
Lo shinigami coi capelli rossi sbuffò. Willy non avrebbe mai imparato a trattare con il dovuto rispetto le dame. Sfogliò di malavoglia le pagine del rapporto che aveva di fronte. Se il suo capo credeva che chiuderlo dentro sarebbe bastato a convincerlo a leggere tutte quelle noiose scartoffie si sbagliava di grosso. Anche se doveva ammettere che quel caso lo interessava molto più di tutti quelli di cui si era dovuto occupare fino a quel momento. Non capitava tutti i giorni di avere a che fare con una di quelle anime. Ed ancor più raro era vedere William così emotivamente coinvolto in qualcosa.
I suoi occhi verdi si soffermarono sulla foto di Zachary. La sensazione di familiarità lo colse di nuovo. Quel ragazzino assomigliava decisamente a qualcuno che conosceva. Il problema era che non riusciva a capire a chi. Appoggiò il mento sulle mani, pensoso. Sentiva che aveva la risposta sulla punta della lingua, ma non riusciva a metterla a fuoco. Sbuffò di nuovo, contrariato, ma decise comunque di rassegnarsi. Gli sarebbe venuto in mente in un altro momento. Tornò a fissare il ghignetto provocatorio del demone. L’altra cosa che lo lasciava perplesso era il fatto che quel ragazzino da solo fosse riuscito a fare una cosa che lui tentava di fare da secoli: far perdere il controllo a Will. Doveva aver fatto qualcosa di veramente terribile per riuscirci. E per questo lui doveva assolutamente scoprire cosa, così avrebbe potuto ispirarsi per raggiungere il suo scopo. Anche se lui puntava ad ottenere ben altro da Will, non di certo il suo odio e il suo disprezzo. Quelli erano quasi gratuiti nei suoi confronti, molto più spesso di quanto avrebbe voluto.
Sospirò. Forse per amore di Willy per una volta si sarebbe sforzato di leggere quella cartaccia noiosa. E poi magari avrebbe potuto trovare anche qualche informazione in più su quel misterioso e attraente ragazzino. Chissà, avrebbe potuto capire perché gli risultava così familiare. ‘Zachary...’pensò. Mai sentito uno che si chiamava così. ‘Tu mi dovrai spiegare un bel po’ di cose quando ci incontreremo, tesoro’. Tornò indietro alla prima pagina e, per la prima volta in tutta la sua “carriera”, si immerse nella lettura del rapporto informativo.

Quando William rientrò, esattamente mezz’ora dopo, rimase alquanto stupito dalla scena che gli si presentò davanti, anche se naturalmente non lo diede a vedere. Grell era così immerso nella lettura del rapporto che pareva non aver nemmeno sentito la chiave girare nella serratura. Un’espressione compiaciuta gli illuminò il volto per un istante. A quanto pareva il suo sottoposto si era finalmente deciso, per qualche oscura e, conoscendolo, di certo stupida ragione, a lavorare seriamente su quel caso. Meglio così, anche perché quella faccenda era piuttosto seria e di vitale importanza.
“Vedo che per una volta hai rinunciato a fare l’idiota, Sutcliff”commentò atono fissandolo dalla porta con le braccia conserte.
L’altro sobbalzò, preso alla sprovvista, e si voltò di scatto. “Mi hai fatto un complimento o sbaglio?! Oh, Willy, quanto sei dolce!! Perché già che ci sei non mi dai un bacetto come ricompensa per il mio duro lavoro??~”esclamò gettandosi sul suo capo che come sempre si scostò mandandolo a faccia a terra sul pavimento.
“Ritiro quello che ho appena detto. Non sei capace di non essere un idiota. È nella tua natura”fece, avvicinandosi alla scrivania per raccogliere i fogli sparsi su di essa. “Fila a prendere le tue cose, Sutcliff, e vedi di non scordarti nulla perché temo che saremo costretti a stare via per un po’ senza possibilità di tornare in ufficio”ordinò. Ma Grell rimase a fissarlo dal pavimento, in attesa di qualcosa nonostante fosse più che chiaro il fatto che William lo aveva appena congedato. Il suo capo si voltò per lanciargli un’occhiata interrogativa. “Si può sapere cosa c’è ancora? Non hai sentito cosa ti ho detto?”.
“Will, chi è quel demone?”domandò lo shinigami coi capelli rossi, ignorando il suo tono seccato.
“Mi pareva di avertelo già detto, Sutcliff. Ed è pure scritto nel rapporto. L’hai letto sul serio o hai passato tutto il tempo a sbavare sulle foto?”fu la risposta gelida.
“Non intendevi questo. Quello che voglio sapere è chi è per te quel ragazzino! E soprattutto cosa ti ha fatto!”.
William rimase zitto per un istante, mentre la sua mente tornava velocemente al suo precedente incontro con Zachary. “Una scocciatura. La più grossa che io abbia mai incontrato”borbottò, tornando ad occuparsi dei fogli per evitare di incrociare lo sguardo dell’altro. “E ora se non ti spiace ti ricordo che siamo in partenza. Se non ti muovi me ne vado e ti lascio qui. E farò anche in modo che tu venga degradato di nuovo. Sono stato chiaro?”. Tutto l’interesse del suo sottoposto per quello che era successo tra lui e quel demone lo disturbava. Quella storia non doveva venire a galla o tutto il dipartimento lo avrebbe preso in giro per chissà quanto tempo. Già mal sopportava le battute e le frecciatine dei suoi superiori, non avrebbe saputo tollerare anche quelle dei suoi collaboratori.
Grell non poté far altro che arrendersi ed obbedire. “Uff, come vuoi, Willy! Ma sappi che non finisce qui!”minacciò con tono offeso. “Io sono una ragazza molto gelosa e non sopporto chi si intromette nei miei flirt!”. Detto ciò si affrettò a sparire nel corridoio per evitare di essere colpito di nuovo dal fascicolo sulla missione.
‘Lo odio quando è così scorbutico’pensò diretto al suo ufficio. ‘Perché non è mai carino con me?? Insomma, ho fatto di tutto per meritarmi il suo affetto! Potrebbe anche accontentarmi per una volta! Anche se in fondo lui mi piace proprio perché è così freddo e brutale!~’. Sospirò. ‘Se solo lo fosse nei contesti che vorrei...uhm...’.
“Ehi, Senpai!”. Una voce lo strappò senza preavviso dalle sue fantasie. “Ma non eri nel mondo degli umani?”.
Lui si voltò e vide uno shinigami dai capelli arancioni venirgli incontro. “Oh, Ronald!~”lo salutò lui allegro. Poi mise il muso. “Sì, ero là e mi stavo anche divertendo, solo che poi Willy mi ha trascinato via perché dobbiamo andare un missione...Che noia! E mi ha pure preso a calci senza motivo!”.
“Mi spiace, Senpai! Però non capita tutti i giorni di andare in missione con il capo, no? Dovresti esserne contento”cercò di rallegrarlo Ronald. “Perché stasera non vieni con me? Hanno organizzato una festa favolosa per il compleanno di un mio amico! È un party in maschera! Scommetto che ne andresti pazzo! E poi il colore-tema estratto è proprio il tuo preferito!”.
“Un ballo in maschera? Tutto in rosso? Oh, meraviglioso!~”ripeté Grell con aria sognante. “Mi piacerebbe un sacco! Potrei trovare il mio principe!”. Afferrò le mani dell’altro shinigami e lo costrinse a fare delle giravolte nel corridoio. “Lui mi vedrebbe seduta in un angolo e verrebbe a chiedermi di danzare…Balleremo tutta la notte e poi lui...”. Il suo entusiasmo si spense di colpo perché realizzò che lui quella sera non sarebbe potuto andare da nessuna parte. Si bloccò rabbuiandosi mollando la presa su Ronald, che per poco non perse l’equilibrio, preso alla sprovvista da quel cambio improvviso di umore. “Non posso venire...Sob! Sto per partire per quella dannata missione!”.
“Oh, scusa, Senpai, non lo sapevo!”fece lui dispiaciuto, passandosi una mani nei capelli. “Be’, sarà per la prossima volta! Ti prometto che per quando torni ti faccio trovare una mega festa! Sempre che Spears non ti metta in punizione per qualche cosa...”.
“Lo farai davvero?~”chiese l'altro rianimandosi di colpo. “Oh, sei un tesoro, Ronny!~”. Si voltò. “Devo andare a prepararmi! Noi signore siamo lunghe in queste cose e il mio Willy era un po’ impaziente! Mi raccomando, non dimenticare di invitare tanti bei ragazzi a quella festa!~ Ci vediamo, Ronny!”.
“Magari vengo a trovarti sulla terra, Senpai!”gli gridò dietro Ronald.
Grell sorrise compiaciuto mentre entrava nel suo ufficio. Almeno esisteva ancora qualche cavaliere che riuscisse a capirlo. Anche se probabilmente Ronald l’aveva fatto solo per procurarsi un presto per organizzare l’ennesima festa. D’altronde era un appassionato di party, lo sapevano tutti. Meditò sul fatto di invitare William alla festa. Molto probabilmente non di sarebbe neanche degnato di rispondergli. Però aveva ancora tutto il tempo per trovare un modo di costringerlo a venire. Tutto dipendeva da cosa gli avrebbe rivelato quel ragazzino demoniaco. A quel pensiero gli venne un’idea. Si affrettò ad riaffacciarsi nel corridoio. “Ronny!”chiamò.
La testa dell’altro shinigami apparve da dietro l’angolo. “Mi hai chiamato, Senpai? Ti serve qualcosa?”.
“Vieni qui un minuto, per piacere, ti devo chiedere una cosa! ~” rispose lui. Ronald si affrettò ad obbedire e appena lo ebbe raggiunto il rosso chiese: “Senti, Ronny, non è che conosci un certo demone di nome Zachary?”.
“Zachary? Certo, non l’ho conosciuto di persona, ma ne ho sentito parlare!”rispose l’altro, un po’ stupito dalla domanda. “I colleghi che sono al lavoro da più tempo mi hanno detto che quell’esserino ci ha dato un sacco di problemi. Anche se, e questo rimanga tra noi, uno dei nostri superiori mi ha confidato che, nonostante tutto, trova quel demone davvero simpatico. Dice che dargli la caccia è un vero spasso. Anche se io non riesco a capire tanto entusiasmo per un demone…Ma perché me lo chiedi?”.
“In pratica è il demone che vuole rubare l’anima che dobbiamo recuperare. Il fatto è che Willy mi è parso molto…turbato quando mi ha parlato di lui…”.
“E ci credo! A parte quel nostro superiore, a quanto pare nessuno è mai entusiasta di avere a che fare con quel mocciosetto! Non perché sia forte, e lo è indubbiamente, ma perché è una peste senza paragoni. Infantile, capriccioso e soprattutto sempre in vena di scherzi di cattivo gusto! Attento, Senpai, quello è un tipetto tosto secondo me! Se è riuscito a mandare in bestia Spears…”.
Grell lo fissò interessato. Allora Ronald sapeva qualcosa. Bene, anzi, fantastico. “Che è successo? Che ha fatto a Willy?”.
“Non lo so di preciso. E penso che lo sappiano solo i suoi capi. Sai bene com’è fatto, Spears. Figuriamoci se permette che si sappiano le sue pecche. L’unica cosa che mi hanno saputo dire è che è tornato dalla missione con il fumo che gli usciva dalle orecchie. Nessuno lo aveva mai visto così infuriato…Mi spiace, non so altro, Senpai”.
“Non ti preoccupare! Sei stato preziosissimo, Ronny, grazie mille! ~”.
“Ora ti lascio, non voglio che Spears ti sgridi perché ti ho fatto perdere tempo. E poi ho del lavoro che devo assolutamente finire oggi o mi toccherà restare anche dopo la fine del mio turno. E col cavolo che lo faccio! Ci vediamo quando torni, allora! Auguri per la missione!”.
“A presto, Ronny! ~”.
Ronald uscì e Grell iniziò a fare l’inventario di tutto quello che sarebbe potuto servirgli. Il suo capo aveva detto che quella missione sarebbe stata particolarmente lunga, o almeno così gli era parso di capire, quindi doveva assolutamente accertarsi di prendere tutto quello che potesse essere necessario a una bella ragazza come lui. Chissà, visto che andavano sotto copertura, magari avrebbero anche dovuto infiltrarsi a qualche ballo o nella casa di qualche nobile. E lui doveva avere tutti gli accessori e l’abbigliamento adatti. Canticchiando si mise a riempire le tasche del suo giubbotto di oggetti di ogni genere e a cacciare in una borsa tutto quella che era troppo voluminoso per entrare nelle sue tasche. In un certo senso non vedeva l’ora di iniziare quella missione. Aveva il presentimento che le cose si sarebbero fatte davvero interessanti.

Kyler si sforzava di tenere lo sguardo fisso sul paesaggio che correva fuori dal finestrino della carrozza, cercando di ignorare quegli occhi cremisi ostinatamente fissi su di lui, ma senza riuscirci del tutto. Non poteva impedirsi di lanciare di tanto delle occhiate alla sua nuova guardia del corpo che se ne stava seduta di fronte a lui, con quel suo ghignetto inquietante ed indecifrabile stampato sul volto. Quegli occhi rosso sangue erano peggio di una calamita e lui aveva la spiacevole sensazione che potessero trapassarlo fino a mettere a nudo tutto il suo essere, fino ad arrivare a sfiorare famelici la sua anima. Ma forse si stava lasciando condizionare troppo dalla suggestione. Il fatto che a prima vista quel tizio gli avesse dato l’impressione di non essere umano non significava che in realtà non lo fosse. Però stava di fatto che la sua presenza non lo faceva sentire al sicuro come avrebbe dovuto considerando il lavoro che aveva dichiarato di svolgere. Quel silenzio poi non migliorava le cose, anzi sembrava rendere ancora più pesante e opprimente quello sguardo che seguiva ogni suo movimento, anche il più lieve, con una sorta di divertita attenzione.
Alla fine il ragazzo non riuscì più a sopportare quella situazione e si voltò a fissare dritto negli occhi il suo accompagnatore, con aria di sfida.
“Deve dirmi qualcosa, signorino?”domandò Zachary senza abbandonare il suo ghigno provocatorio, che contrastava parecchio con il tono formale che usava, trasformandolo in una presa in giro bella e buona.
“A dire la verità pensavo che fossi tu ad avere qualche cosa di cui parlarmi visto che non hai fatto altro che fissarmi da quando ci siamo messi in viaggio”rispose Kyler cercando di non raccogliere la provocazione e mantenere la calma. Era abituato a parlare con persone irritanti, l’alta società ne era piena, ma quel ragazzo aveva qualcosa di diverso che sconvolgeva come mai gli era capitato. “E lascia perdere le formalità, tanto mi sembra di aver capito che non le sopporti neanche tu. Io sinceramente non ho mai capito tutte queste cerimonie. E poi dovremo praticamente trascorrere insieme ventiquattro ore sue ventiquattro per non so quanti giorni, quindi diventano del tutto inutili. Dammi del tu e chiamami per nome, tanto lo conosci”.
Il demone abbandonò la sua espressione irriverente e lo guardò incuriosito. Quel ragazzo non sopportava le formalità? Si era informato su di lui e aveva sentito dire che non era il classico nobile borioso, ma non si aspettava tanta schiettezza. Un sorrisetto compiaciuto gli illuminò il volto sostituendo il ghigno. Quell’umano iniziava a piacergli. “Come vuoi, Kyler”disse gustandosi il suono di quel nome. Per qualche motivo gli pareva fosse perfetto per l’anima preziosissima che si celava sotto quelle spoglie mortali. Doveva essere davvero una prelibatezza unica, gli veniva l’acquolina solo a pensarci. Peccato che non potesse mangiarla per nessun motivo. “Non devo dirti nulla, comunque sia”.
“E allora perché mi stavi fissando?”insistette il ragazzo con gli occhi viola. Non gli era sfuggito il cambio di espressione del suo interlocutore. Quel nuovo sorriso sembrava quasi...soddisfatto. Che quel tizio lo stesse di nuovo prendendo in giro? Oppure, per qualche oscura ragione, gli aveva regalato quello che doveva essere un segno di apprezzamento?
“Studiavo il mio compito. È fondamentale per uno che fa il mio lavoro conoscere alla perfezione la persona che deve proteggere”rispose Zachary senza scomporsi. “Ma se proprio ci tieni a fare conversazione, avrei una cosa da chiederti”. Esitò per un attimo poi, con una faccia da angioletto che non gli si addiceva per nulla, domandò: “Non è che nella tua villa di campagna tenete della mousse al cioccolato?? Ne vado pazzo, è il mio secondo cibo preferito!!”.
La richiesta spiazzò completamente Kyler, ma non da meno fu il tono implorante con cui venne pronunciata. “M...mousse al cioccolato?”ripeté incredulo. Non sapeva se aveva capito bene o se si era sognato tutto. Rimase a fissare per qualche secondo la sua guardia del corpo che gli sorrideva speranzosa. “Certo che ce l'abbiamo”si costrinse a dire alla fine. Si chiese quale fosse il primo cibo preferito di quello stano essere che aveva di fronte, ma decise che in fondo non era così desideroso di saperlo: il suo scoppio infantile lo aveva sconvolto abbastanza per quel giorno. Ora avrebbe dovuto rivedere completamente l’idea che si era fatto di lui. Poteva una creatura infernale comportarsi in quel modo?
“Evvai!!”strillò il demone entusiasta. “È passato un sacco di tempo dalla prima e unica volta in cui l’ho mangiata...è stato amore al primo assaggio!”. Giunse le mani con espressione sognante. “E non è solo buona come sapore, ha anche una consistenza così...fantastica, è una delle meraviglie del mondo, unico pezzo di paradiso che uno come me può concedersi!”. Sospiro. “E pensare che ho dovuto attendere tanto a lungo prima di poterla mangiare di nuovo! Kyler, tu mi stai facendo il regalo più bello che qualcuno possa farmi! Saprò sdebitarmi, vedrai!”.
“Ehm, non ti preoccupare…Insomma per così poco…”balbettò il ragazzo, senza sapere cosa dire. Era tutto troppo surreale, era accaduto tutto troppo in fretta. Poi parve ricordarsi delle buone maniere. “Prego, comunque! E, Zachary, grazie a te per l’impegno che sicuramente metterai nel tuo incarico. Metterai a repentaglio la tua salute per me e questo è…”.
Non poté finire la frase perché il demone gli fu addosso, schiacciandogli con le mani le spalle contro il sedile della vettura. “Non temere, Kyler”gli sussurrò a pochi centimetri dal viso. “Non permetterò a nessuno di toccarti, chiunque sia. Neanche fosse il re dei demoni in persona”.
Kyler non poté far altro che annuire, imbarazzato. Non era abituato al contatto fisico e nessuno prima d’ora l’aveva mai aggredito in quel modo. Non riusciva né a muoversi né a parlare. L’unica cosa che poteva fare era sprofondare i suoi occhi viola in quelle due pozze di sangue che scintillavano a pochi centimetri da lui, ipnotizzato da quello sguardo così inumano.
La creatura dovette notare il suo stato d’animo perché mollò la presa su di lui e tornò a sedersi, lasciandolo più scombussolato che mai. Aveva il sospetto che la sua vita piatta stesse per subire un’altra, sconvolgente svolta. Quello era solo l’inizio. Fissò il demone che gli sorrideva. Ma qualcosa lo spingeva ad essere positivo verso tutto quello che stava per accadere: forse sarebbe stata l’occasione per tornare finalmente a vivere.

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Sera, a tutti, sempre che ci sia qualcuno a leggere!!
Comunque, nel caso ci fosse qualcuno, be’, questo è il secondo capitolo di questo mio esperimento! Spero sia di vostro gradimento.
Zack: Sempre che ci sia qualcuno…*ghigno*
Mystic: Guarda che se c’è qualcuno è un bene anche per te! È anche la tua storia dopo tutto!! Ci sei tu questa volta non il tuo…ehm, parente ancora non ben identificato!!
Zack: Se lo dici tu. Comunque questo capitolo è un disastro, non conclude un tubo, a parte il fatto che io sono fuori di testa e che amo la mousse al cioccolato! Non si dice perché l’anima di Kyler è così ricercata né cos’è successo tra me e Will…Insomma, non ha scritto nulla!! E hai scritto più pagine dell’altra volta!
Mystic: *lo caccia via* Grazie del sostegno, eh? Comunque…Hai ragione, non ho scritto nulla, ma è solo il secondo capitolo. Nel prossimo tu e William vi incontrate…e ci sarò da ridere!! XD
Grazie a doc11 che ha recensito (e meno male visto che la storia è per te!! XD) e a _Newrah che l’ha messa nei preferiti. Spero che possiate apprezzare anche questo…
Zack: …disastro!!
Mystic: *lo ignora* …capitolo! Detto questo…alla prossima!
Zack: Se ci sarà una prossima volta…
Mystic: *continua ad ignorarlo* Grazie anche a chi leggerà in futuro!
Zack: Se mai qualcuno lo farà!
Mystic: *gli tappa la bocca* E scusate questa scenetta demenziale!! XD
  
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