Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd
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Autore: Jules_    29/06/2011    3 recensioni
“Avevano un'ora. Solamente un'ora per decidere. E stava passando troppo velocemente.
La pendola del Tempo oscillava scandendo ritmicamente i secondi.
Avanti. Indietro.
La vita. La morte.
Chi doveva scegliere?
Chi avrebbe dovuto fermare quella clessidra che stava riempiendo di paura i loro occhi?”
Primo racconto sui Pink Floyd con qualche accenno di slash su Richard e Syd. Spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Avevano un'ora. Solamente un'ora per decidere. E stava passando troppo velocemente.
La pendola del Tempo oscillava scandendo ritmicamente i secondi.
Avanti. Indietro.
La vita. La morte.
Chi doveva scegliere?
Chi avrebbe dovuto fermare quella clessidra che stava riempiendo di paura i loro occhi?"

 


Quando aprì le palpebre una luce accecante gli impedì la vista: non riusciva a vedere niente, solo tanto bianco dritto davanti a lui. Per di più quel colore era così forte che dovette tener stretti gli occhi un bel po' prima di riuscire ad abituarsi a tutto questo.
O meglio, al nulla.

Perchè lì era tutto vuoto all'inizio. Lui guardava davanti a sé ma non vedeva niente o nessuno. Non tirava vento e non si sentiva niente. Era come immobile su un pavimento di marmo bianco davanti al nulla.
Oddio. Sono morto!?” fu il primo pensiero del musicista.
Con le mani tremati si tastò il petto d'impulso, ma dovette subito sgranare gli occhi: erano...giovani.
Con la mente confusa girò e rigirò le quei palmi davanti alle sue iridi chiare: non erano le mani di un sessantacinquenne. Passò a toccarsi il viso e per un momento non gli venne un colpo: le rughe erano sparite, erano ricomparsi i piccoli brufoli di una volta e i capelli corti e bianchi avevano lasciato posto al suo vecchio e bruno 'caschetto' spettinato sulle spalle. Si rese conto che portava una sciarpa lunga e chiara con una giacca scura a lui molto familiare. Era come se fosse tornato indietro nel tempo, come se fosse tornato a quel fatidico anno che lui avrebbe preferito dimenticare. E c'era quasi riuscito.
-Ma dove diamine sono finito! Porca troia!- sussurrò coprendosi il volto con le mani, tornado al fatto che non sapeva dove fosse e non aveva ancora la certezza che non fosse morto.
-Oh merda. Chi cazzo ha parlato?-
Quella voce giungeva sottile e spaventata.
L'uomo fece un sussulto seguito da un brivido. Non osava girarsi. Conosceva fin troppo bene quella voce. Non poteva crederci.
Oh cazzo. Dimmi che non è lui, dimmi che non è lui! E' tutto un sogno, devo svegliarmi, devo svegliarmi!”


-Waters!-


Sentendosi chiamare irrigidì.
Oh diamine, era proprio lui.
La sua voce era irritata ma allo stesso tempo sorpresa, e quello era dir poco.
Adesso mi picchia”.
Roger deglutì e si girò lentamente in direzione della voce ma, appena lo vide, non riuscì a trattenersi dal ridere: a metri di distanza da lui, in quel vuoto infernale, si trovava Gilmour, vestito di tutto punto con una maglia nera e la giacca di pelle, ma la cosa che fece piangere i musicista dalle risate furono i suoi capelli: arrivavano fino alle spalle come nel '68, con la riga da una parte e con le sue solite grandi labbra. Il bassista non riusciva a smettere di ridere.
-Ehi! La smetti di sputtanarmi in faccia? Che cavolo c'è di così divertente!?- disse irritato David.
-Oddio, ma ti sei visto?- aveva le lacrime agli occhi.-Sei ridicolo!-
-Sì, perchè tu ti sei potuto specchiare, vero? Dio santo, con quel foulard sembri una femminuccia...-
-Ehi, ma chi cavolo è che sta ridendo così forte!?- un'altra voce, sempre familiare, si perdeva nel vuoto per poi rivelare un'altra figura nel bianco sfondo lontana parecchi metri da Roger.
-Oddio, ma quel cappello...-il viso di Gilmour si illuminò.-Nick!-
Il batterista ruotò del tutto e sgranò gli occhi verdi alla vista dei due compagni ringiovaniti.
-Oddio madonna. Voi due adesso mi spiegate come avete fatto a diventare così!!-
-Così come?- rispose Waters che aveva smesso di ridere.
-Così...giovani!-
-Guarda che lo sei anche tu!-
Infatti anche Mason era privo di rughe e capelli bianchi: portava dei baffetti e vestiva con un cappotto nero, i capelli non molto corti e portava un cappello anche quello nero con sopra una fascia chiara. Non riusciva ancora a crederci.
A quel punto calò un silenzio imbarazzante. Nessuno sapeva che fare. Gilmour provò a fare qualche passo per andare ad abbracciare l'amico batterista, ma dopo neanche mezzo metro era come immobilizzato. Come se ci fosse stato un confine da non oltrepassare, non potevano muoversi se non all'interno di quel metro quadrato attorno a loro. Nick iniziò a guardarsi attorno preoccupato e tirò un sospiro di sollievo quando intravide una giacca marrone piena di frange.
-Oddio Richard! Sei tu!-
Al tastierista quasi venne un colpo. Dopo aver sgranato gli occhi davanti a sé, si girò completamente e il suo viso si illuminò nel vedere il batterista.
Anche lui era più giovane: sotto a quella giacca portava un maglioncino chiaro, i capelli lunghi fino alle spalle e con la frangetta spettinata, marroni con ciocche bionde.
Il viso di quel ragazzo scrutò attentamente quello degli altri ma quando arrivò agli occhi di Roger si fermò improvvisamente e un brivido gli percorse il corpo da capo a piedi: lui non si era scordato di come l'aveva trattato. Se lo ricordava bene come l'aveva cacciato dal gruppo, durante le registrazioni di The Wall. Lui aveva tanta paura di Roger. Una paura irrazionale, che lo faceva impallidire ad ogni sguardo.
E Waters era lì che lo fissava confuso: non sapeva nemmeno che faccia fare. Anche lui si ricordava. E a momenti non capiva nemmeno lui perchè avesse trattato così male Richard. Era come se qualcuno più in alto avesse schiacciato il tasto Reset delle loro menti.
Il silenzio calò di nuovo in quel luogo senza confine e colore e i quattro non sapevano che dire. D'un tratto il tutto si riempì del rumore di un pendolo che scandiva i secondi incessantemente, incutendo un senso di pressione e di inquietudine in tutti loro. Cercarono da dove potesse provenire il rumore, poi, finalmente, in aria si materializzò una pendola enorme, oscillava di qua e di la segnando il tempo. I quattro la guardarono restando ipnotizzati per poi tornare a guardarsi l'un l'altro.
-Qualcuno...- Wright deglutì. -Qualcuno sa cosa ci facciamo qui?-
Gli altri si diedero delle occhiate di sfuggita e scossero da testa.
-Però- continuò Gilmour. -Una cosa è certa. Siamo tornati indietro di quarant'anni. Questi vestiti poi...diamine, c'era una foto dove eravamo vestititi così, mi pare, ma non ricordo quale..-
-Quarant'anni!? E' impossibile!- disse Mason.
-Ma sì! Lo testimoniano i brufoli di Roger!-
-Ehi, senti! Prova a dirlo di nuovo e ti becchi un bel pugno, Dave!-
-Sempre a passare le mani, eh? Non è che sei cambiato di molto..-
-Se solo potessi venire lì, io...-

 

-SILENZIO!-


Quella voce rimbalzò nei corpi dei ragazzi ed entrò nelle loro membra facendoli tremare e spalancare gli occhi. Roger per la prima volta guardò terrorizzato negli occhi di David, che rispondeva con una faccia sconcertata verso il bassista. Non avevano il coraggio di girarsi. Nick fissava deglutendo Richard, l'unico che guardava un punto al di sotto della pentola, con un'espressione meravigliata ed ipnotizzata. Le sue labbra erano socchiuse in quello che a Mason sembrava quasi un sorriso e i suoi occhi brillavano.
Il batterista si girò lentamente per vedere cosa avesse attratto tanto l'attenzione di Wright, ma quando lo fece sgranò gli occhi più che mai e rimase a bocca aperta.
-Ma che cazz..-
A quel punto anche David e Roger si voltarono e rimasero impietriti davanti lui.
Infatti, sotto a quella pendola si trovava un ragazzo, vestito con blue jeans e un maglioncino bianco. Aveva il viso chino e i capelli neri gli coprivano il viso. In mano aveva una una grande clessidra e, a giudicare dalla poca sabbia sul fondo, doveva essere stata girata da poco più di dieci minuti.
I quattro rimasero con il fiato sospeso e con la mente che viaggiava all'indietro.
Avevano davanti la loro paura.
Il peso che hanno dovuto portarsi appresso per molti anni.
Il terrore, il fantasma che viaggiava nelle loro menti e che nascondevano nelle canzoni.
Avevano davanti proprio Lui, l'unica persona che era capace di far irrigidire anche Roger.
Syd.



Il ragazzo che lì dimostrava un'età attorno ai ventidue anni alzò di poco il viso e lo sguardo, facendo intravedere due occhi neri dietro la frangia e i capelli ricci. Alla vista di quegli occhi Roger deglutì e Richard ebbe un sussulto. Nick e David osservavano il bassista e poi di nuovo Barrett, sollevato da una pedana di marmo rispetto agli altri. Posò tranquillamente la clessidra su un tavolino affianco a lui e si sedette sulla grande sedia che si trovava al di sotto della pendola, la quale continuava a scandire il tempo.
-Ok, che razza di scherzo è questo, Barrett?- urlò contro di lui Roger, cercando di stare il più tranquillo possibile.
-Scherzo?- la voce di Syd era calmissima. -Questo non è uno scherzo-
-Vuoi dire che..siamo morti?-s'intromise Richard con filo di voce.
-No di certo- Barrett incrociò le sue dita a vicenda appoggiando i gomiti ai braccioli della sedia.-Oh almeno, non per ora.-
Il terrore tornò negli occhi dei quattro.
-Vedete, c'è un motivo se siete vestito così, oggi. Io vi ho portato qui. Volevo costringevi a pensare. A pensare a quell'anno, il 1968. Vi ricordate? O avete la memoria corta? No, non penso proprio, voi ve lo ricordate per forza. E anche io-. Gli occhi si fecero più piccoli e una smorfia di disprezzo comparve sulle sue labbra. -Sono rimasto solo. E ho continuato da solo fino a morire da solo e rimanere qui. Da solo. Ma tra poco non sarò più solo...-
Le sue parole erano come schegge ghiacciate sulla pelle di Waters. Questo lo costringeva a pensare e non trovava la forza di controbattere. Era ipnotizzato da quegli occhi.
-Cosa...cosa vorresti dire, Syd?- Nick aveva lo sguardo paralizzato.
-Voglio dire che avete un'ora. Anzi, ormai meno di un'ora. Se volete uscire da qui dovete decidere. Anzi, Roger dovrà decidere. Decidere chi si sacrificherà e resterà qui con me. Per sempre. Tanto, è facile per te decidere, non è vero?-.
-Senti, Syd, è stato quarant'anni fa!-
-Hai deciso di abbandonarmi, Roger.-
-L'ho fatto per il tuoi bene! Ti stavi rovinando!-
-E mollarmi da solo è stata la cosa migliore da fare, secondo te?-
-Syd, io sono tuo amico, e...-
-Amico!?- si alzò in piedi e fissò il bassista dritto negli occhi.-Vuoi scherzare!? Un amico non ti lascia da solo quando hai bisogno di lui. Un amico ti riconosce anche se è cambiato a distanza di anni. Un amico ti cerca. Credi ancora di essere stato un Amico, Waters?-
Roger abbassò il capo imbarazzato e con gli occhi rossi. Si sentiva un verme. E come se non bastasse doveva scegliere. Ancora. E odiava farlo. Anche se era sempre stato lui quello forte, quello che aveva le palle, che non gliene fregava di niente e di nessuno, in realtà anche lui ne risentiva. Lui attutiva tutto quello che gli capitava e lo teneva lì, in un angolo. Lui voleva bene a Syd, ma non poteva biasimarlo. Anche lui si odiava per quel che aveva fatto. Come faceva, adesso, lui, a scegliere tra quei suoi compagni CHI avesse il diritto di raggiungere Syd?
David seguì la scena con attenzione e quando Roger piegò il capo pensò: “E' fatta”.
Sapeva che era lui quello che “aveva preso il posti di Syd” e perciò colui che si meritava di più di andarsene. E poi, quarant'anni prima proprio Waters scelse lui invece di Barrett. Lui aveva deciso che poteva restare e Syd no. Chi aveva la certezza che non sarebbe toccato di nuovo a lui?
Anche Richard, che cercava di mantenere il controllo, sotto sotto aveva paura.
Non ho paura di morire, perchè dovrei? Non ho paura...” continuava a ripetersi, ma in realtà sapeva che Roger poteva benissimo sceglielo. Non aveva avuto scrupoli a buttarlo fuori una volta. Poteva farlo ancora. Di quello aveva paura.
E poi c'era Nick. Ma Nick non l'avrebbe mai scelto. Anche se c'erano stati diverbi e screzi, Mason era sempre stato il grande amico di Roger, non lo avrebbe mai lasciato andare.
Rimasero lì, ricoperti da quel silenzio agghiacciante in attesa che qualcuno dicesse qualcosa. Syd fissava ininterrottamente i quattro con uno sguardo frustrato ed aggressivo, in attesa di una risposta mentre il tempo passava.
Li osservava uno ad uno, e tutti distoglievano lo sguardo. Tutti a parte uno: Richard. Quando infatti il viso di Barrett di voltò verso il tastierista, lui era lì che gli sorrideva con le labbra chiuse. Era l'unico che riusciva ancora a vedere un luccichio degli occhi neri di Syd che ebbe un sussulto incrociando quelli dell'amico. Tornò a guardare Roger che, con la testa tra le mani, stava pensando a come uscire da quella dannata situazione. La pendola, intanto, continuava a suonare e la clessidra aveva da poco superato la metà.
-Allora? Non ce la fai adesso?- Syd sorrise beffardo. -Cosa è successo al grande e grosso Roger che non aveva paura di niente e che non si faceva scrupoli su nessuno?-
-Smettila, Barrett- sussurrò Waters.
Ma lui voleva stuzzicarlo. -Perchè non David?-
Il chitarrista fu invaso dallo sguardo del ragazzo da sopra la pedana e la paura s'impossessò di lui.
Oh cazzo”
Roger si voltò verso Gilmour con il viso sconvolto e lui poté notare le guance bagnate e gli occhi quasi imploranti.
-Perchè proprio lui, scusa?-
-L'hai scelto una volta, no? Al posto mio...-
-Syd, lo sai che non avrei voluto farlo, ma tu stavi male!-
-...era più normale, vero?- Questa volta lo sussurrò.-Era più normale di me, giusto?-
-Che cosa dici?-
-Io ero matto. Io ero “quello strano”..-
-Credi che mi sia piaciuto lasciarti indietro? Credi che non mi abbia fatto fatto male?-
-Non credevo avessi un cuore, Roger.- Syd distolse lo sguardo. -Ma anche io ce l'ho. E io adesso voglio un nome. Subito, ORA!-

 

-Vengo io-
 

Tutti i presenti rimasero basiti e si girarono in direzione della flebile voce che aveva lasciato tutti con il cuore in gola: Richard.
-Tu!?- Roger non poteva crederci. E neanche Syd, che aveva iniziato a guardare l'amico con un'aria sconvolta e la bocca socchiusa.
-Si. Io- Alzò lo sguardo e si girò a fissare l'amico dai capelli neri.-Non immagini quanto tu mi sia mancato, Roger-
Syd non sapeva cosa dire. Aveva lo sguardo perso nei suoi occhi chiari che lo guardavano dolcemente. Gli sembrava di essere tornato indietro e di rivedere tutti i momenti passati assieme a lui, a Richmond, con la band, da soli. Tra di loro c'era un sentimento profondo, un legame del quale per un secondo s'era scordato, accecato dalla vendetta.
Lui amava Richard, e Richard amava Syd.
Si volevano bene e quel sacrificio ne era la prova.
D'un tratto Wright si mosse e iniziò a camminare verso Barrett sotto lo sguardo incredulo di Waters e dei compagni. Nick non ci poteva credere, David continuava a pensare se quello fosse giusto o meno e Roger non sapeva cosa pensare.
Quando il tastierista raggiunse l'amico, con il solito sorriso radioso sul viso, gli spostò il ciuffo che aveva davanti al volto e gli diede un bacio sulla fronte. Un innocente e tenero bacio sulla fronte ma che fece arrossire subito le guance di Syd, che rimase immobile a fissare i suoi occhi.
-Addio. Ci vedremo più avanti, preferisco stare qui.- disse Richard rivolgendosi agli altri tre. Poi guardò Waters sorridendo. -Addio, Roger.-
Il bassista non seppe mai perchè si fosse rivolto a lui così, ma in quel momento non riusciva a pensarci. Improvvisamente lui e gli altri tre si sentirono più stanchi e si accasciarono al suolo.
Richard afferrò delicatamente la mano di Syd, che aveva ancora la bocca socchiusa per lo stupore e si rivolse a lui con la luce negli occhi.-Ho tanto da raccontarti, amico mio.-
Le palpebre di Roger, Nick e David si fecero sempre più pesanti e sentivano che stavano per tornare indietro, lasciando Wright lì. Lui stava morendo.
Waters, disteso atterra, riuscì appena a vedere Richard abbracciare Syd. Lì si rese conto che cos'era. Era veramente Amore. Quell'abbraccio accompagnato dai rintocchi della pentola fu l'immagine che s'impregnò nella sua mente, mentre lui e gli altri stavano chiudendo gli occhi per poi risvegliarsi di nuovo nei loro letti. Ma uno non sarebbe tornato.
Avevano lasciato indietro un altro compagno, è vero.
Ma questa volta non era solo.
Questa volta Richard era finalmente con Syd. Per sempre.


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Notes from Penny Lane

Ok, premetto che quetsa era la mia prima fic sui Pink Floyd. 
Allora, diciamo che non so perchè mi sia veniuta questa idea e non so nemmeno come mai l'abbia scritta ma mi sembrava..originale. Ho voluto mettere in risalto la figura di Syd e quell'anno del 1968 quando fu messoi veramente fuori dal gruppo. Poi c'è Richard: io lo adoro. E credo che tra lui e Barrett ci fosse una grande amicizia, se non qualcosa di più. Diciamo che sono amabili. E adoro anche Roger,. che qui dovrebbe essere 'colui che decide'. Ma l'amore di Richard per Syd trionfa. E si, l'anno dovrebbe essere proprio il 2008.
Comunque, spero che vi sia piaciuto e che non mi abbiate presa per scema. LOL
Grazie, Jules

  
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