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Autore: Eklypse    30/06/2011    7 recensioni
Fra Sara Ghirardi e Michele Rizzardi non scorreva buon sangue.
Che lui fosse bello e gettonato, non ci sono stati dubbi, fin dall’inizio della storia, ma se vi aspettate “lei” come una giovane fanciulla timida e indifesa, allora vi sbagliate di grosso.
Perché lei era tutto ciò che Michele era, in versione femminile ovviamente

ULTIMO CAPITOLO PUBBLICATO, anni e anni dopo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo Ventitreesimo_ I can do it

 

 

Sara chiude il portone di casa, impedendo agli strilli dei fratelli di raggiungerla.

Con un ultimo respiro più lungo del normale stabilizza i suoi battiti cardiaci, scostandosi un ricciolo dal viso.

Si sente un’adolescente alla prima festa e se ne vergogna.

Negli ultimi mesi è cambiata così velocemente da non accorgersene. E tutto per cosa?

Per un ragazzo.

Prima che possa arrossire al pensiero di Michele, Sara obbliga se stessa a ricomporsi.

Alla festa non è nemmeno sicura che Rizzardi partecipi, perché rimuginare tanto su di lui? Questa è la sua serata. Nessuna conquista, nessun gioco con i ragazzi di turno.

Questa sera rimarrà con Anna, Simone e altri pochi amici, a bere e ballare, scatenarsi come da bambini.

Dopotutto la scuola sta per finire, presto affronteranno gli esami e ognuno seguirà la propria strada, anche se ciò significa allontanarsi, forse perdersi.

 

Allora Sara, sei pronta a crescere davvero?

 

 

SARA POV

 

Scendo rapidamente le scale, per quanto posso essere repentina con i tacchi che mi martoriano i piedi.

Anna mi sta aspettando e so quanto odia essere in ritardo. E dire che siamo delle imbucate!

Quando esco in strada, un’arietta piacevole mi solletica il viso e le braccia lasciate nude dal mio costume.

È una bella serata, limpida.

Sicuramente se i lampioni fossero spenti si potrebbero distinguere tutte le costellazioni.

Avvisto subito la macchina scura di Anna con le quattro frecce che lampeggiano, sembra quasi che vogliano mettermi fretta, con le loro luci a intermittenza.

Avanzo a passi rapidi, fino a quando non mi ritrovo sul sedile del passeggero, con lo sguardo scrutatore di Anna addosso. Michela dai sedili anteriori mi saluta, felice.

Ricambio con un sorriso tirato. L’esame di Anna non è finito, per questo non dico niente e rimango in attesa.

Ricordo che una volta, in terza superiore, Anna aveva giudicato il mio aspetto “troppo stile baldracca” – testuali parole – e mi aveva obbligata a cambiarmi.

Non ricordo cosa avessi addosso, sicuramente niente di troppo volgare, ma il giudizio della mia migliore amica è l’unico che conta.

Dopo quella che mi pare un’eternità, finalmente sorride, sincera.

-Approvo…- annuisce alla fine, mettendo in moto – però sei provocante, non è vero Michi?

Michela ridacchia, sporgendosi verso di me e inarcando le sopracciglia.

-E’ vero!- conferma – vuoi fare perdere la testa a qualcuno..?

Storce il naso e ride, ammiccando.

Metto il broncio. Ma so che hanno ragione.

Forse, la mia serata tranquilla prevede anche qualche occhiata maschile di troppo…

Lascio che Michela racconti degli sviluppi della sua storia con Alessio e mi alieno un po’, osservando i lampioni che si susseguono rapidi, le strade cupe della città e i pochi cittadini che si intravedono sui marciapiedi.

Forse l’anno prossimo mi mancheranno, queste stesse vie che ora guardo con superficialità.. però ormai ho preso la mia decisione, soprattutto grazie ad Anna. Lei non mi ha detto di non partire, non ha tentato di fermarmi… lei mi ha solo promesso che al mio ritorno sarà in aeroporto ad aspettarmi.

Chiudo gli occhi sprofondando nel buio ed è solo quando sento il nome di Michele Rizzardi che mi decido a riaprirmi e inserirmi nella conversazione.

-Rizzardi?- dico soltanto, forse tradendomi.

Infatti Anna non si è fatta sfuggire quel mio improvviso intervento e mi guarda maliziosa.

-Ovviamente ci sono anche loro. L’ho chiesto stasera a Riccardo e mi ha confermato la presenza anche di Francesco, Alessio e Michele.

Mi lascio sfuggire un sospiro simile a un lamento e non parlo più.

Cosa mi aspettavo davvero?

Il mio subconscio desiderava ardentemente che ci fosse anche lui, ma la mia razionalità mi induceva a bramare l’opposto.

-Fortuna che viene anche Simone..- commento soltanto pensando al mio amico, uno dei pochi invitati ufficiali e non solo un imbucato.

A quelle parole, Anna frena bruscamente per poi ripartire in fretta, mormorando scuse frenetiche.

Guardo a occhi sbarrati la strada.

Anna. Simone. Strada. Frenata..

-Anna!- quasi urlo istericamente –c’è qualcosa che devi dirmi?

Anna arrossisce fino alla radice dei capelli.

-Assolutamente no- dice convinta appena si riprende, nascondendo qualsiasi suo sentimento dietro a una maschera ben definita.

Continuo a fissarla per tutto il tragitto, immersa in pensieri e congetture, ma Anna ha ripreso il controllo di lei stessa e non abbassa mai la guardia, ben attenta a evitare passi falsi.

Non impieghiamo molto ad arrivare a casa della festeggiata, ma non possiamo dire altrettanto per trovare  parcheggio.

Macchine di ogni tipo sono stipate nei pressi della villa e siamo costrette a parcheggiare parecchio lontano, anche se una breve passeggiata sotto l’arietta fresca di maggio non può che farci bene e infatti, una volta arrivate alla cancellata dell’abitazione siamo cariche per affrontare la festa.

Un nugolo di ragazzi bazzica nell’immenso giardino, fumando. Riconosco alcuni ragazzi che hanno finito la nostra scuola un paio di anni fa, ma nessun altro.

-Erba- commenta Anna dopo un po’, arricciando il naso in modo buffo.

E’ vero. Una folata di vento ci porta alle narici un odore intenso e, a mio parere, disgustoso.

-Una festa coi fiocchi- ride Michela saltellando a ritmo della musica ritmata che ci giunge dall’interno della casa.

-Oh no… non questa musica- biascica Anna, disperata, ma la ignoriamo, entrando nell’ingresso.

Se avessi tempo di contemplare la casa, rimarrei senza fiato.

L’atrio è forse grande come metà di casa mia, arioso e luminoso. Qui convogliano diversi corridoi che chissà dove portano.

Non è arredata con un cattivo gusto, anzi, mi stupisco ad apprezzare i quadri contemporanei e il mobilio essenziale e moderno.

Proprio di fronte al portone principale si apre una porta a vetri che si immette su un giardino, da dove provengono risate, gridolini e musica.

-Di là- afferma Michela – non credo ci sia bisogno di tutti questi cartelli.

È vero. La padrona di casa si è premurata di appiccicare cartellini ovunque con la scritta “di là”.

Non credevo di essere tornata alle elementari…

Con un sospiro simultaneo, tutte e tre facciamo i primi passi nel giardino, scoprendo che è un cortile interno, splendido e, a dispetto di ciò che ci aspettavamo, non troppo affollato.

C’è gente – molta gente- ma si disperde con facilità, sia nelle altre aree della casa sia ai lati del prato, dove parecchie maschere chiacchierano sedute nell’erba.

Non ci sono grandi addobbi e nemmeno troppe luci. Solo una consolle rialzata da dove arriva questa musica, se così si può chiamare e un lungo tavolo pieno zeppo di birra e alcolici. Ci sarà della coca-cola? penso ironica.

Anna e Michela mi precedono di qualche passo, mentre puntano a un angolo vuoto del giardino come postazione per dare un’occhiata in giro e individuare i ragazzi presenti.

Approfitto per fare uno squillo a Simone, che mi risponde con un messaggio dove dice di essere ancora in macchina.

Alzo lo sguardo scocciata e mi concentro per la prima volta sulle mie amiche.

Sono belle, anche se acconciate in maniera diversissima.

Michela indossa un abito bianco, lungo fino ai piedi, ricavato da un lenzuolo candido, che lascia scoperte le braccia, ornate con bracciali spessi, colorati.

Una ghirlanda di fiori le decora il capo e una sciarpa d’edera le avvolge il petto e le braccia.

Una musa greca, semplice, ma perfetta.

Credo che ad Alessio piacerà.

Anna invece non so bene da cosa si sia travestita. Un misto fra un marinaio e un pirata, o forse è un girovago?

Porta i capelli sciolti e volutamente arruffati, coperti in parte da un cappello verde scuro bombato, come quelli dei macchinisti dell’ottocento.

Indossa una maglietta bianca, piuttosto larga di qualche taglia più grande, stretta in vita dai pinocchietti scuri  a sbuffo.

non so dove le abbia trovate, ma ha messo anche delle bretelle che le danno un’aria trasandata, da vagabondo.

Sta benissimo e se solo avesse un po’ più di coraggio, andrebbe in giro ogni giorno vestita in questi modi assurdi, che la proiettano in mondi lontani.

-Eccoli!- esclama ad un certo punto Anna, indicando un gruppetto di ragazzi fra cui individuo subito Alessio, Francesco Riccardo e, con un tuffo al cuore, Michele Rizzardi.

Indossa un costume da pirata del Settecento e gli sta da Dio: calzoni di cuoio rovinati e stretti in stivali d’epoca, una maglietta larga avvolta in vita da una cintura molto simile a quella di Jack Sparrow, un gilet orlato da spago  con bottoni d’ottone e, per finire, un meraviglioso cappello piumato sul capo.

Il suo compare è vestito praticamente identico, mentre Alessio e Francesco indossano dei sobri mantelli scuri abbottonati e sospetto che non si siano impegnati a trovare abiti migliori.

Anna si catapulta da Riccardo che l’accoglie con un abbraccio, mentre Michela è più riservata e saluta Alessio con due baci sulle guance.

Saluto tutti e due con un cenno del capo e faccio lo stesso con Francesco che poi saluta Anna e Michela. E ignoro bellamente Michele Rizzardi.

 

 

POV MICHELE

 

Si può sapere che diamine ha intenzione di fare?

Vuole avere l’intera fauna maschile ai suoi piedi? È sulla strada giusta.

Quasi non mi accorgo che Anna mi sta salutando con due baci, ma presto mi rendo conto che ci sta mettendo troppa enfasi…

Lancio un’occhiata a Riccardo che se la ride, per nulla geloso. Eppure avrei detto che quei due…

-Laura non c’è?- Francesco si rivolge a Anna, o forse a Michela, non so.

-Negativo, mi dispiace- credo che a rispondere sia stata Anna, sì, ne sono quasi certo.

Riccardo si accosta a me, con un ghigno malizioso.

-Puoi anche smetterla di spogliarla con gli occhi…

Tento di mollare un pugno alle costole di Riccardo, ma il colpo va a vuoto.

Ma cos’ha in testa, quella ragazza?

Indossa dei calzoni di pelle nere che le fasciano le gambe snelle in modo sensuale e ai piedi porta tacchi vertiginosi. A coprirle il petto ha un corpetto nero, stile gotich, con delle rose ricamate in rilievo, color rosso sangue. Ha abbinato perfettamente il trucco, nero e bordeaux e ha decorato la pelle accanto all’occhio destro con ghirigori floreali.

È bellissima, sensuale. Altro che Bella di twilight, che mia sorella tanto adora, lei sì che sarebbe un vampiro perfetto…

Dio… continuo a fissarla, senza riuscire a levarle gli occhi di dosso.

Sono nel pieno delle mie facoltà, assolutamente… e poi non mi sembra che Sara sia da meno. Il mio costume deve intrigarla parecchio.

Ok, ammettiamo, modestia a parte, con questo travestimento sto davvero bene!

Però mi rimane l’amaro in bocca, perché, anche se dal suo sguardo capisco che approva il mio abito, non mi rivolge la parola, evitandomi accuratamente.

Sbuffo, infastidito.

I lenti progressi che abbiamo avanzato in gita scolastica non possono essere cancellati.

Il suo sapore, il suo profumo, il suo sguardo abbandonato mentre le accarezzo la pelle sono ben nitidi dentro di me.

Non mi è indifferente, lo so benissimo, quindi perché si comporta come una ragazzina alle prime armi?

Ragazze, tutte uguali.

Si fanno desiderare a tal punto da farti impazzire, poi all’improvviso si fingono suore, ma in realtà nessuna è suora, soprattutto quelle che dicono che non si concederanno mai se non per una storia importante, e alla fine, quando tu cerchi di distrarti con una bella bionda, ritornano da te sbandierando idee assai poco caste e il loro profondo affetto – amore no, solo le più idiote utilizzano questo termine con un ragazzo qualsiasi- per te.

Sara sarà anche diversa, forse, ma il succo è sempre lo stesso.

Baci e preliminari, ma ancora mi vuole tenere sul filo del rasoio. Potrei anche stufarmi, non l’ha messo in conto?

La guardo di sfuggita, mentre la vedo parlare con Francesco, in modo amichevole.

Ma a chi voglio darla a bere?

D’accordo, Michele, almeno sii sincero con te stesso.

Non mi annoierò mai di giocare con lei, è vero, ma sto scoppiando davvero.

Cavolo. Sono mesi che non faccio sesso, cazzo. Mesi. Non l’ho nemmeno detto a Riccardo o avrebbe ricominciato con la storia dell’innamoramento…

Inorridisco. Innamorato. Che parola orribile…

-Michele, mi stai ascoltando?

Sobbalzo quando mi accorgo che Anna mi sta sventolando una mano a un centimetro dal naso, reclamando la mia attenzione.

-Scusami, dicevi?- rimedio sfoggiando un sorriso e sistemandomi il cappello piumato sulla testa.

Anna fa una smorfia divertita e si scambia uno sguardo eloquente con Riccardo, che alza gli occhi al cielo.

-I sorrisi accattivanti non funzionano con me, lo sai?- esclama Anna, ridacchiando.

Oh, devo aver utilizzato il mio sorriso-ammalia-ogni-esemplare-femminile senza essermene accorto…

-Lo so, sono quelli di Riccardo che ti mandano in est… Ahi!

Due pugni ben mirati mi colpiscono in simultanea e devo sostenere gli sguardi dei miei amici, abbastanza incazzati.

-Tu sei proprio scemo!- sbotta Anna – Riccardo, ci penso io a lui?

Riccardo sorride, inchinandosi e alzando il cappello, dandole in permesso, a quanto pare.

-E cosa vorresti fare?

Per tutta risposta, Anna mi afferra per un polso in modo ben saldo, trascinandomi con lei.

-Anna?

Mi accorgo abbastanza soddisfatto che le libertà che si sta prendendo sono state notate da Sara, che non appare particolarmente entusiasta.

Ma Anna non si ferma, anzi, accelera il passo, incurante di urtare i ballerini in pista o di sembrare leggermente… pazza?

In un attimo mi ha costretto a seguirla nell’atrio della villa,  dove una coppietta limona felicemente sulle scale che portano al piano superiore, mentre qualche ragazzo fuma e chiacchiera sulla porta d’ingresso.

-Si può sapere cosa ti è preso?- domando irritato, ma Anna mi stupisce ancora, spingendomi forte contro il muro.

-Ora mi ascolti, razza di decelebrato!

Sgrano gli occhi e non oso ribattere, mentre sento la mia irritazione scemare per lasciare spazio allo stupore e alla curiosità, ma ovviamente non  posso dimostrarmi accondiscente.

-Senti un po’, tesoro, se volevi appartarti con me bastava dirlo, ti avrei anche accontentata!

Potevo aspettarmi un grido indignato, uno schiaffo, un calcio ben mirato, ma di certo non una risata sincera e cristallina.

La guardo mentre ridacchia senza riuscire a fermarsi e quasi il cappello da ferroviere che ha in testa le cade in avanti.

-D’accordo, scusa la foga che ho avuto, ma anche tu…- non sembra accennare a smettere di ridere – smettila di dire stronzate e di comportarti come un idiota!

Mi lascia andare il polso che ancora stringeva e si allontana di un passo, sospirando.

Mi passo una mano fra i capelli, pensieroso, ma non dico niente.

Si riferisce a Sara, senza dubbio, e io cosa dovrei dire?

-Anna per caso ci stai provando con il ragazzo di Sara?

Entrambi ci voltiamo sorpresi verso il nuovo arrivato che ci sta fissando sconcertato. È un ragazzo alto, biondo con capelli tagliati corti e due occhi chiarissimi. È vestito da lord inglese, con un completo nero, un foulard rosso che gli orna il collo, una tuba in testa e un bastone da passeggio in mano.

-Ciao Simone!- dice Anna, con un tono di voce calmo e quasi imbarazzato. Quindi questo è il famoso migliore amico di Sara! L’avevo già visto da qualche parte, infatti.

In realtà, mentre lo squadro, mi accorgo che sta guardando solo Anna e sembrano entrambi pesci fuor d’acqua.

Fermi tutti! Questa storia non mi piace. Anna flirta con Riccardo! Deve flirtare con Riccardo, mi piacciono questi due insieme e tutti i loro tramini, non può comparire un terzo incomodo!

Gli lancio uno sguardo penetrante e mi preparo a difendere l’onore del mio migliore amico, ma le uniche parole che mi salgono sulle labbra sono:

-Sara non è la mia ragazza!

Protesto imbronciato e in questo modo ottengo l’attenzione di Anna e Simone. La prima sembra rianimarsi alle mie parole e riacquista il suo cipiglio arrabbiato.

-Sei arrivato giusto in tempo, Simone, stavo per fare un discorsetto al qui presente Rizzardi Michele.

-Per Sara?

-Naturale.

Simone scuote il capo e si rivolge a me, per la prima volta.

-Ti conviene ascoltarla, diventa impossibile quando si mette in testa qualcosa.

Sorrido di traverso e non dico niente. Ormai mi sento completamente impotente davanti alle pieghe che ha preso la situazione.

-E cosa vorresti dirmi?- chiedo ironico ad Anna.

Lei si schiarisce la voce.

-Tre parole, Rizzardi: Datti. Una. Mossa! Si può sapere cosa state aspettando tu e Sara? La conosco ed è orgogliosa, ma le manca poco ormai per lasciarsi andare! E tu non l’hai nemmeno capito!

Sia tu che lei avete bisogno l’uno dell’altra e non parlo solo dal punto di vista fisico. Forse ancora non siete pronti per il cosiddetto “amore”, ma potete stare insieme, razza di idioti! Ma Sara non farà il primo passo, lo capisci questo? Devi FARLO TU! Quindi ora vai di là, la prendi e la baci o fai quello che vuoi, basta che stasera finiate a letto, hai capito? Non ne posso più di inventare piani per farvi stare insieme! Sono a corto di idee! Anche Riccardo e Simone non sanno più cosa inventare!

A bocca aperta fisso lei e poi Simone e penso a Riccardo.

-Voi tre…- bisbiglio e non finisco la frase.

-Non guardare me!- si difende Simone divertito – è Anna che mi ha tirato dentro questa storia. All’inizio ero contrario a te e a Sara… se è per quello, all’inizio io e Anna ci odiavamo. Però siamo diventati amici, quindi ti dovrei ringraziare, immagino.

Mi accorgo che quell’”amici” è stato detto forzatamente e fra i denti, segno che Simone forse si aspetta qualcosa di più, di certo non è del tutto soddisfatto.

Lui, Anna e Riccardo si conoscono, è meglio lasciare che Ricky ci pensi da solo alla sua vita sentimentale, anche perché io evidentemente sono un disastro.

Sospiro mentre Anna e Simone, appagati dal discorso della ragazza, stanno tornando dagli altri. Rimango impalato ancora qualche secondo, trascorrendo il tempo a imprecare contro di me, Sara e il mondo intero.

Dovrò difendere l’onore di Riccardo, senza dubbio, e aiutarlo a venir fuori dal triangolo, ma prima devo salvare il mio.

 

Non so da quale Dio io sia guidato. Quasi senza rendermene conto raggiungo Sara e gli altri, ma ho occhi solo per lei.

Sta salutando Simone che, quando mi vede, mi rivolge un cenno di muta approvazione e scorgo per caso i sorrisi di Anna e Riccardo.

Sara non è altrettanto felice di vedermi. Ha un adorabile broncio stampato in faccia e i suoi occhi mi guardano incupiti.

Non le lascio dire niente, la prendo solo per mano, con gentilezza.

Sotto gli occhi sbigottiti dei miei amici la invito a seguirli dolcemente, ma allo stesso tempo deciso.

-Rizzardi si può sapere dove vorresti andare?

Mi fermo di botto in mezzo ai ragazzi che saltano a ritmo di musica e mi giro verso di lei. Prima che possa accorgersene la stringo contro di me e la bacio piano, senza fretta né foga.

Devo muovermi bene, scoprire le carte con calma e vincere il gioco.

Rimane spiazzata, lo capisco da come si è paralizzata, incerta su come reagire. Infine ricambia il bacio, seguendo i miei movimenti cauti.

-A casa mia- rispondo- vieni con me…

Il mio è un sussurro sulle sue labbra.

Devo trattenere un grido di vittoria e gioia quando annuisce con un’aria un po’ spaesata.

Usciamo dalla villa, lontani dalla festa, dalle risate, dalla musica.

La mia moto non è lontano e la raggiungiamo in un religioso silenzio spezzato ogni tanto da qualche bacio rubato e sospirato.

Dopo che Sara si è stretta a me provocandomi diversi brividi, metto in moto.

 

 

Angolino personale

 

Non ci credooo! Il penultimo capitolo è stato scritto! (in ritardo colossale, ma capitemi!)

Ora mi metto di impegno. Anche se l’ispirazione è ben lontana, non posso aspettarla per scrivere, altrimenti voi non leggerete mai più il finale di questa storia!

Spero di riuscire ad aggiornare con l’ULTIMO CAPITOLO, presto!

Purtroppo sarà il più difficile. Insomma, diciamo che ci saranno un po’ di parti interessanti… ;) e spero di riuscire a renderle accattivanti e non patetiche o banali!

Però è davvero difficilissimo.

Il pov Michele non mi piace molto, mi sembra poco adatto a lui, ma se dovessi cambiarlo ancora, non finirò mai! Accettate i deliri di questa pazza u.u

Ora che la storia sta per finire, mi rendo conto che ci sono punti che non ho sviluppato bene e che addirittura ci sono errori! Che ancora non ho corretto!

Per esempio, in un capitolo i gemelli fratelli di Sara hanno 8 anni, in un altro sono diventati di quinta elementare!

Di questo tipo di errori ce ne sono, ma alla fine ho intenzione di rileggere tutta la storia e correggere. Sistemarla un po’!

 

Poi volevo ringraziare di cuore KURO ICHIGO perché, dopo aver pubblicato, mi segnala seeeeeempre gli errori da correggere!

Non so come farei senza di lei! Ti ringrazio tantissimo !! <3

 

Ed ora, un grazie speciale a tutte coloro che non hanno abbandonato questa storia <3. GRAZIE! E a chi mi ha incoraggiato a non mollare.

 

UN BACIO

Ekly

 

 

 

@valespx78 - -> grazie per la pazienza! Davvero ! *_____*

 

@4lb1c0cc4 - -> grazie mille, davvero, per i consigli e perché non hai ancora mollato la storia… ^^ io credo di aver perso l’affinità con entrambe le cose: i personaggi e la scrittura! La pausa me la sto prendendo eccome, ma non posso proprio mollare la storia, quindi mi metto di impegno a scrivere l’ultimo capitolo ( aiutooo!!!!) ^^

In realtà alla festa non è successo gran chè, solo che mi serviva il discorso di Anna e Michele che si convinceva! Allelujaaa!  Grazie di tutto!

 

@Maddy - -> alla recensione avevo risposto  via mp, mi pare. Quindi colgo l’occasione per ringrazi arti tantissimo per l’appoggio! Davvero, grazie per i consigli e perché mi hai incoraggiata ad aspettare ( xD) l’ispirazione! Grazie grazie grazie!!!

p.s. ehi, ma gli esami ??? fammi sapere!!

 

@Bells Swan Cullen - - > mi fa davvero piacere di avere una nuova lettrice ! WOW! =D purtroppo come hai certamente notato aggiorno un po’… ehmmm lentamente ^^

Però spero davvero di farcela in poco tempo! Anzi, inizio subito il nuovo capitolo! Un basioo!

 

 

 

   
 
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