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Autore: Gwendin Luthol    30/06/2011    1 recensioni
Era troppo timido e la continua smorfia di quasi sofferenza lo rendeva ancora più incantevole. Suonava a testa bassa così da spianare la strada per l'attenzione totale a John,George e Paul. Chi era Pete Best?Il batterista dal sorriso malinconico e dolce che per il destino non doveva essere il ritmo dei Beatles.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pete Best
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Come era potuto succedere?- pensò Pete appena chiuse la porta di casa alle spalle di Brian Epstein,appena uscito dalla villetta medio-borghese.
Pensò alle parole dell’uomo che se pur fossero dure e scomode da recapitare,Brian riuscì ugualmente a dirgli:
“Pete,mi dispiace ma Paul,John e George hanno deciso di non volerti più” spiegò con tale tranquillità il nuovo manager dei Beatles mentre poggiava sul vassoio la tazzina del the che aveva appena sorseggiato.
Pete alzò lo sguardo e non vi sono parole per descrivere la sua espressione, Era diversa e data la sua solita smorfia nel quale risuonava quella dolcezza malinconica sembrava strano vederlo così sconcertato. Sì sconcertato,scioccato e subito dopo..arrabbiato.
Gli cadde di mano il cucchiaino con il quale si stava mettendo lo zucchero nel the. La posata atterrò sul pavimento sorda e ovattata per l’udito di Pete che non ci stava capendo più nulla. Gli pulsavano le tempie e nel tentativo di raccogliere il cucchiaino scontrò il piede contro il tavolo facendo tremare tutte le tazzine.
Tutto questo caos lo intimidì e la sua goffagine lo faceva sentire piccolo davanti al portamento elegante di Brian che lo guardava aspettandosi una protesta. Pete ritrovò la calma e dalla sua bocca ne uscì solo un fragile “Perché?”.
Brian trovò normale la sua domanda ma esitò comunque a rispondere.
Ci fu silenzio. Quel silenzio che Pete avrebbe preferito barattare a mille e mille urli per non ascoltare il suo cuore battere forte nell’attesa di alcune parole di Brian.
L’uomo cambiò la posizione delle gambe accavallandole e disse:
“Vedi Pete,i ragazzi hanno pensato di eliminarti dal gruppo perché realmente cercano un batterista con cui ridere e divertirsi e che condivide con loro l’irriverenza del loro senso dell’umorismo” cercò di chiarire Brian a malincuore.
“Dobbiamo suonare e concentrarci!Non divertirci!Dobbiamo impegnarci per ottenere il successo e poi lì divertirci quanto vogliamo ma per ora siamo piccoli confrontati a quel mondo,non siamo nessuno e non possiamo permetterci il lusso di cazzeggiare!”.
Pete era così deciso che Brian ne rimase scosso ma ritrovando la sua solita sicurezza,disse:
“Pete,Pete,Pete hai ragione,lo penso anche io. Prima di venire qui non puoi immaginare quel che ho fatto per convincerli. Sono stupidi in un certo senso e io me ne pentirei di averti cacciato ma hanno deciso così..sono loro i –capi-…”
Ci fu nuovamente il silenzio in cui l’espressione di Brian rifletteva chiaramente un sincero “mi dispiace” ma Pete fissava il vuoto immaginando la scena della sua espulsione dal gruppo.
“Quello è un addormentato!”
“Sì Paul,noi esultiamo per il successo ad Amburgo e quelli lì si limita a sorridere scrollando le spalle,ma che cazzo! Che ne pensi George?”
“Pete è un bravo batterista ma le percussioni gli offuscano il cervello,non ride mai!Mai un po’ di casino,fanculo!”
“John,George..io propongo di cacciarlo. Non è una grave perdita,qualcuno di divertente si trova,non qualcuno di divertente che non pensi solamente a sistemare quei fottuti piatti.”
“Ben detto Paulie!Brindiamo!”. Fiumi di birra e le risate fracassone di John,Paul e George..il peggio per Pete.
Brian attirò l’attenzione di Pete guardando il costoso orologio da polso per sapere l’ora e a questo punto il ragazzo disse:
“Sono arrivati fino a qui grazie anche alla mia batteria..”. Teneva lo sguardo perso,gli occhi fuori dalle orbite e l’espressione quasi del pianto.
“Pete,io ti parlo con il cuore in mano: sei un grande batterista. Non ne sono espertissimo ma tu per me hai un grosso potenziale,uno stile notevole e questa non è la fine!Posso trovarti un altro ingaggio perché ci tengo parecchio a te e alla tua carriera.”
Pete lo guardò negli occhi quasi commosso dalla sua gentilezza ma fece cenno di no. Brian capì e abbassando lo sguardo disse che per qualsiasi cosa poteva chiamarlo.
Pete fece un sorrisino sforzato e poco dopo distrusse l’ennesimo silenzio dicendo:
“Grazie Brian ma ti devo chiedere un ultimo favore: se ti capita di vedere Paul,George o John digli che per essere stato con degli stronzi e stato divertente. Ti accompagno alla porta”.
Brian sorrise e entrambi gli uomini si alzarono dirigendosi verso l’ingresso principale
Arrivarono alla soglia e Pete aprì la porta in ciliegio e sta volta cercò di sorridere sul serio. Brian ricambiò e rispose alla richiesta di Pete con un –Lo farò-.
E così il ragazzo rimase solo in quella stanzetta buia. Una lacrima uscì dai suoi grandi occhi azzurri,scivolò piano sul suo viso e cadde sul pavimento. La lacrima si infranse come i sogni di Pete che non dimenticò mai le risate silenziose che si fece su uno di quei luridi palchi di Amburgo insieme a quei bastardi di John,George e Paul.
 
Si Paul,George e John erano stati dei veri stronzi ma il posto da batterista dei Beatles spettava realmente a Ringo Starr, Pete per quanto eccellente con le bacchette,non era “degno” di un sedile nel carrozzone dei Quattro Di Liverpool e questo di certo lo rese il batterista più infelice nella storia della musica.


  
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