« Mamma esco. Ho il compito ed è già tardi. » Chiusi la porta, non è vero. Quel giorno proprio non avevo voglia, mi dovevo vedere con Sara al bar per parlare. Uscii, anche se ero in netto anticipo. Per strada vidi Lui, quello che mi faceva battere il cuore anche con un semplice sorriso o con una semplice battuta. Perchè? «Erika, non ci pensare, guarda la strada»dissi tra me e me. Mi fermai, ormai ero arrivata al bar, Sara sarebbe arrivata tra mezz'ora. Scesi dall'auto. Entrata nel bar, mi salutò subito. «Ciao Erika!» «Ciao Jacopo, cosa ci fai qui?» «Sai, tra poco dovremmo entrare, son venuto qui a prende un caffè» «No, non vengo» Sorrisi e mi girai per andare al frigorifero delle bibite per prendere l'acqua, mi prese per un braccio. «Dove vai?» replicò «Non me l'ha chiesto neanche mia mamma, me lo chiedi tu?! Quando da quello che ho capito non conto nulla per te.» Sorrisi. «Dai, ero ubriaco quella sera.» «Scusa, devo andare è arrivata Sara. Ciao!» Non mi salutò, non mi meravigliai. Era il suo hobby salutare una volta sì e cento no. Perchè io ancora ci spero? «Cambiamo bar?» Disse Sara «Sì, se non vuoi che piango qui subito» Arrivata ad un'altro bar presi subito un cappuccino, non avevo più fame, quell'inutilità mi aveva fatto chiudere lo stomaco. « Perchè ci perdi ancora tempo? » Disse Sara « Sà, guarda che l'ho trovato lì, non l'ho mica chiamato » In quel preciso istante mi arrivò un messaggio. Jacopo. - Quella di latino mi ha dato una cosa da darti. Oggi possiamo vederci? E' un foglio che bisogna riportare domani- - Va bene. Alle 17 al bar- Non dissi nulla a Sara. « Chi era? » Disse subito lei quando ha visto che posavo il cellulare. « Nulla, gli scocciatori della vodafone, sai com'è » Risi dal nervoso.