To live and not to breathe…
L’agente Dinozzo
entrò in ufficio con un’andatura marcata e,
quasi, meccanica. Iniziò, a studiare l’ufficio non
trovando nessuno. Come
poterlo dimenticare, oggi Ziva si sposava. La sua piccola ninja sarebbe
diventata di un altro… l’avrebbe persa…
per sempre.
Digrignando i denti si
sedette alla sua scrivania ed inizio
a battere sulla tastiera del computer con troppa energia da mandare lo
strumento in cortocircuito. Solo allora si accorse della lettera sulla
scrivania. Essa si presentava come un foglio color panna ed una grafia
fine e
semplice. L’aprì.
Caro Tony,
Che dirti. Oggi
è il gran giorno, mi
sposo. Non so cosa aspettarmi da te, verrai o no? Vorrei
così tanto che
venissi.. non mi importa della tua benedizione, ma voglio vederti
sorridere o,
anche , urlare. Ma ti prego vieni. Ho bisogno di vederti. Ho bisogno di
scegliere.
Spero di incontrarti
in chiesa…
Perché se
non verrai io ti avrò perso per
sempre, ed io NON posso perderti.
Con affetto
Ziva
In un moto di rabbia
accartocciò la lettera e la butta nel
cestino, imprecò dicendo “Io ti ho preso, per
sempre!”
Continuò a
battere al computer iniziò ad entrare in
cortocircuito ed allora Tony sferro un diretto desto allo schermo della
macchina rompendolo . L’intero ufficio calò in un
silenzio profondo e tutti
guardarono con incredulità la mano sanguinante
dell’agente speciale. Ma egli
non badò alle sue ferite, prese le chiavi e la giacca
correndo verso il garage.
Prese una bottiglia di scotch dal cofano e dopo tre sorsi
iniziò a guidare
verso la chiesa.
Arrivò
puntuale, ed entrato, si affiancò a Gibbs.
“Puzzi di
alcool, Tony” sospirò il suo Capo.
Tony mugugnò
qualcosa che venne sopraffatto dalla marcia nuziale.
Ed in quel momento la
vide. La creatura più bella, forte,
sensuale ed estroversa del mondo. Ziva. La sua piccola Ninja indossava
un
vestito bianco che le stava perfetto. Le fasciava il busto lasciando
intravedere, da una profonda spaccatura, le sue gamme da mozzare il
fiato. I
capelli erano lisci e ricci ed aveva sul viso un velo che rendeva il
suo
sguardo enigmatico. Tony aveva occhi solo per lei. Ma lei guardava il
suo
futuro sposo e non si era accorta della presenta di Dinozzo.
Gibbs si fece avanti per
prendere Ziva sotto braccio e
portarla all’altare ma Tony lo intercettò e prese
il posto del Capo.
“Sei
venuto” sorrise Ziva guardando Tony.
“Questo ed altro
per te mia dolce Ninja” rispose l’agente
sfoderando uno dei suoi sorrisi.
“Tony, dimmi una
cosa.. sto facendo la cosa giusta?” chiese
titubante Ziva.
Ma Dinozzo non
poté rispondere perché la sposa gli fu
sottratta dallo sposo. Ziva cercò lo sguardo rassicurante di
Tony, ma non lo
trovò. Al suo posto incontrò solo un finto
sorriso ed uno sguardo di dolore e
disperazione.
Il prete iniziò
ed il cervello di Anthony si scollegò, ma si
riaccese solo quando il prete disse “…si opponga
adesso o taccia per sempre”.
In questo attimo, la
disperazione, l’amore represso ed il
dolore diedero origine ad un urlo di pazzia da parte di Tony
“Mi oppongo”.
Tutti guardarono Tony con
uno sguardo stranito, anche l’agente
speciale David lo guardò in un modo... strano.
“Merda.”
Sussurrò piano Dinozzo. “Bhè
… come dire… allora”
Iniziò Tony che venne interrotto dal prete che lo
incitò dicendogli “Giovanotto
vieni al dunque”
“Ziva, Pivella,
Piccolo Ninja… Io.. io..ti..” Guardò
l’agente
Dvid che lo rassicurò con un sorriso.. un sorriso
confuso… un sorriso….amichevole.
Il povero agente speciale
decise che era meglio tacere e con
ciò sorrise agli ospiti e si allontanò vero
l’uscita. Mentre camminava si perse
il portafoglio che venne intravisto
da
Gibbs e raccolto in mezzo alla navata, dal quale prese una foto.
Iniziò a
ghignare scrutando la foto e rigirandola.
Guardò
la foto e poi
Ziva, la foto e poi Ziva in modo tale da suscitare
l’interesse dell’agente
David che lasciò l’altare e
si affiancò
a Gibbs e guardò la foto.
Era lei a Parigi intenta a
guardare le cartoline.
Il Capo girò la
foto e dietro vi
era scritto. “La mia piccola Ninja, mia
per sempre”.
La parola
‘mia’ con la grafia di Anthony sembrava
così..
bella.
Forse non era la parola ad
essere bella ma il suo
significato.
Scrutò gli
occhi grigi di Gibbs e aspetto una sua conferma,
il Capo si limitò a sussurrargli
“Corri…”
L’agente David
non se lo fece ripetere due volte e corse via
dalla chiesa, lasciandosi indietro … tutto. Per cosa poi?
Per un’intuizione?
Si fermò appena
fuori dalla chiesa ed era indecisa se
tornare ma poi lo vide. Tony .
Era seduto sui gradini a
pochi metri da lei e … piangeva?
Ogni dubbio scomparve velocemente come era entrato.
Gli bussò sulla
spalla e Anthony si girò sbraitando “ Chi
cazzo s…” ma le parole gli morirono in bocca
quando vide la sposa che gli
sorrideva e con naturalezza iniziò a baciargli una lacrima
per volta.
“Non piangere,
se il protagonista piange vuol dire che la
storia non ha un lieto fine..” sussurrò David.
“I lieto fine
non esistono.” Sospirò Tony
“Invece si, tu
sei il mio lieto fine dopo una vita di
minacce e morte” sorrise Ziva
Dinozzo rimase
esterrefatto dalla dichiarazione della sua
Pivella.
“Io sono solo
uno sporco servitore, il tuo principe ti sta
aspettando in chiesa” sorrise Anthony.
“Ma.. quindi la
principessa dovrebbe sposare una persona qualunque
e rinunciare alla felicità eterna” chiese
divertita Ziva
“Tu rinunceresti
ad una casa, ad una famiglia. Dannazione a
tutto, per me?!” esclamò Dinozzo.
“Tony! Io voglio
vivere e non respirare!” sorrise Ziva e
baciò Tony.
“Vivremo
insieme, allora” esclamò Tony.
Si sentì solo
amore, felicità e desiderio.
Si erano ritrovati e non
volevano perdersi, perché era
giusto così.
Perché loro
volevano amarsi.
Volevano unirsi.
Volevano litigare.
Volevano stuzzicarsi.
Volevano scherzare.
Volevano fare
l’amore.
Volevano vivere e non
respirare.