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Autore: _alice cullenzina_    30/06/2011    3 recensioni
Tu rinunceresti ad una casa, ad una famiglia. Dannazione a tutto, per me?!” esclamò Dinozzo.
“Tony! Io voglio vivere e non respirare!” sorrise Ziva e baciò Tony.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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To live and not to breathe…

L’agente Dinozzo entrò in ufficio con un’andatura marcata e, quasi, meccanica. Iniziò, a studiare l’ufficio non trovando nessuno. Come poterlo dimenticare, oggi Ziva si sposava. La sua piccola ninja sarebbe diventata di un altro… l’avrebbe persa… per sempre.

Digrignando i denti si sedette alla sua scrivania ed inizio a battere sulla tastiera del computer con troppa energia da mandare lo strumento in cortocircuito. Solo allora si accorse della lettera sulla scrivania. Essa si presentava come un foglio color panna ed una grafia fine e semplice. L’aprì.

Caro Tony,

Che dirti. Oggi è il gran giorno, mi sposo. Non so cosa aspettarmi da te, verrai o no? Vorrei così tanto che venissi.. non mi importa della tua benedizione, ma voglio vederti sorridere o, anche , urlare. Ma ti prego vieni. Ho bisogno di vederti. Ho bisogno di scegliere.

Spero di incontrarti in chiesa…

Perché se non verrai io ti avrò perso per sempre, ed io NON posso perderti.

Con affetto

Ziva

 

In un moto di rabbia accartocciò la lettera e la butta nel cestino, imprecò dicendo “Io ti ho preso, per sempre!”

Continuò a battere al computer iniziò ad entrare in cortocircuito ed allora Tony sferro un diretto desto allo schermo della macchina rompendolo . L’intero ufficio calò in un silenzio profondo e tutti guardarono con incredulità la mano sanguinante dell’agente speciale. Ma egli non badò alle sue ferite, prese le chiavi e la giacca correndo verso il garage. Prese una bottiglia di scotch dal cofano e dopo tre sorsi iniziò a guidare verso la chiesa.

Arrivò puntuale, ed entrato, si affiancò a Gibbs.

“Puzzi di alcool, Tony” sospirò il suo Capo.

Tony mugugnò qualcosa che venne sopraffatto dalla marcia nuziale.

Ed in quel momento la vide. La creatura più bella, forte, sensuale ed estroversa del mondo. Ziva. La sua piccola Ninja indossava un vestito bianco che le stava perfetto. Le fasciava il busto lasciando intravedere, da una profonda spaccatura, le sue gamme da mozzare il fiato. I capelli erano lisci e ricci ed aveva sul viso un velo che rendeva il suo sguardo enigmatico. Tony aveva occhi solo per lei. Ma lei guardava il suo futuro sposo e non si era accorta della presenta di Dinozzo.

Gibbs si fece avanti per prendere Ziva sotto braccio e portarla all’altare ma Tony lo intercettò e prese il posto del Capo.

“Sei venuto” sorrise Ziva guardando Tony.

“Questo ed altro per te mia dolce Ninja” rispose l’agente sfoderando uno dei suoi sorrisi.

“Tony, dimmi una cosa.. sto facendo la cosa giusta?” chiese titubante Ziva.

Ma Dinozzo non poté rispondere perché la sposa gli fu sottratta dallo sposo. Ziva cercò lo sguardo rassicurante di Tony, ma non lo trovò. Al suo posto incontrò solo un finto sorriso ed uno sguardo di dolore e disperazione.

Il prete iniziò ed il cervello di Anthony si scollegò, ma si riaccese solo quando il prete disse “…si opponga adesso o taccia per sempre”.

In questo attimo, la disperazione, l’amore represso ed il dolore diedero origine ad un urlo di pazzia da parte di Tony “Mi oppongo”.

Tutti guardarono Tony con uno sguardo stranito, anche l’agente speciale David lo guardò in un modo... strano.

“Merda.” Sussurrò piano Dinozzo. “Bhè … come dire… allora” Iniziò Tony che venne interrotto dal prete che lo incitò dicendogli “Giovanotto vieni al dunque”

“Ziva, Pivella, Piccolo Ninja… Io.. io..ti..” Guardò l’agente Dvid che lo rassicurò con un sorriso.. un sorriso confuso… un sorriso….amichevole.

Il povero agente speciale decise che era meglio tacere e con ciò sorrise agli ospiti e si allontanò vero l’uscita. Mentre camminava si perse il portafoglio che venne  intravisto da Gibbs e raccolto in mezzo alla navata, dal quale prese una foto.

Iniziò a ghignare scrutando la foto e rigirandola.

 Guardò la foto e poi Ziva, la foto e poi Ziva in modo tale da suscitare l’interesse dell’agente David che lasciò l’altare e  si affiancò a Gibbs e guardò la foto.

Era lei a Parigi intenta a guardare le cartoline.

Il Capo girò la foto e dietro  vi era scritto. “La mia piccola Ninja, mia per sempre”.

La parola ‘mia’ con la grafia di Anthony sembrava così.. bella.

Forse non era la parola ad essere bella ma il suo significato.

Scrutò gli occhi grigi di Gibbs e aspetto una sua conferma, il Capo si limitò a sussurrargli “Corri…”

L’agente David non se lo fece ripetere due volte e corse via dalla chiesa, lasciandosi indietro … tutto. Per cosa poi? Per un’intuizione?

Si fermò appena fuori dalla chiesa ed era indecisa se tornare ma poi lo vide. Tony .

Era seduto sui gradini a pochi metri da lei e … piangeva? Ogni dubbio scomparve velocemente come era entrato.

Gli bussò sulla spalla e Anthony si girò sbraitando “ Chi cazzo s…” ma le parole gli morirono in bocca quando vide la sposa che gli sorrideva e con naturalezza iniziò a baciargli una lacrima per volta.

“Non piangere, se il protagonista piange vuol dire che la storia non ha un lieto fine..” sussurrò David.

“I lieto fine non esistono.” Sospirò Tony

“Invece si, tu sei il mio lieto fine dopo una vita di minacce e morte” sorrise Ziva

Dinozzo rimase esterrefatto dalla dichiarazione della sua Pivella.

“Io sono solo uno sporco servitore, il tuo principe ti sta aspettando in chiesa” sorrise Anthony.

“Ma.. quindi la principessa dovrebbe sposare una persona qualunque e rinunciare alla felicità eterna” chiese divertita Ziva

“Tu rinunceresti ad una casa, ad una famiglia. Dannazione a tutto, per me?!” esclamò Dinozzo.

“Tony! Io voglio vivere e non respirare!” sorrise Ziva e baciò Tony.

“Vivremo insieme, allora” esclamò Tony.

Si sentì solo amore, felicità e desiderio.

Si erano ritrovati e non volevano perdersi, perché era giusto così.

Perché loro volevano amarsi.

Volevano unirsi.

Volevano litigare.

Volevano stuzzicarsi.

Volevano scherzare.

Volevano fare l’amore.

Volevano vivere e non respirare.

  
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