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Autore: Simply96    01/07/2011    7 recensioni
Fece per andarsene [...]
Il suo sorriso sembrava così sincero.
I suoi occhi erano così speranzosi.
Voleva che dicessi di si.
Lo capivo.

Storia che fa parte della raccolta "Il finale è ancora da decidere" ed'è una AxH!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il finale è ancora da decidere.'
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Il finale è ancora da decidere

Fingevamo odio, ma era solo amore ricamato d'orgoglio

Dicono che quando si è innamorati, il proprio comportamento inizia a cambiare. E’ questo ciò che mi sta succedendo?

 
Dopo la fine di quello stupido Reality, tutti mi avevano chiesto cosa ci avrei fatto con un milione di dollari.
Avevo sempre dato la risposta: “Ovviamente, mi comprerò una bella casa enorme, con tanto i piscina, idromassaggi, palestra ….”
E ora?
Quello stupido bamboccio di Zeeke me lo ha bruciato!
Rimborso? Non se ne parla nemmeno.
Chris è l’uomo più tirchio e crudele che io abbia mai conosciuto!
Bè, dopo Alejandro, ovviamente.
Con questi pensieri uscii da casa, portando a spasso il cane.
Ma li dovevo fare sempre io questi … lavoretti da quattro soldi?
I miei lavoravano tutto il giorno tutti i giorni, quindi a casa solitamente ero solo io.
Il pranzo, la cena. Tutto da sola.
Forse, è uno dei motivi per cui mi piace lavorare per me.
I lavori di gruppo, i giochi di squadra … scemenze.
Che senso ha lavorare insieme ad altra gente, che magari alla fine ti sfrutta?
Io l’ho sempre pensata così.
Chi fa da se fa per tre, diceva spesso mia nonna.
- Buono … - sussurrai a Colly, il mio cagnolone.
La maggior parte del tempo la passavo con lui, portandolo, di mala voglia, a spasso per il viale di casa mia.
Ma quel pomeriggio, lui continuava a tirare come un forsennato.
Ad un certo  punto non riuscii a tenerlo più.
Il guinzaglio mi scappò di mano, e con lui anche Colly.
- No! - urlai.
Colly aumentò il passo, iniziando a correre.
Io gli corsi dietro ma non lo raggiunsi.
Il pastore tedesco svoltò velocemente l’angolo.
Merda.
Ora, come facevo a sapere dov’era andato?
Ad un tratto sentii una voce.
- Buono, perro.-
Perro.
Significa cane.
In spagnolo.
Ora, ditemi chi parla in spagnolo in un paese americano?
Sapevo già la risposta, ma non volevo crederci.
O forse si?
Alejandro teneva Colly al guinzaglio, mentre si appoggiava indifferentemente al muretto.
- Di chi è questo bellissimo cane? -
Feci la faccia più dura che potessi fare, allungando la mano per riprendere il controllo del MIO cane.
- Oh, Heather. Da quanto tempo, chica? -
Stupido Alejandro e stupido spagnolo!
- Ti dispiacerebbe ridarmi Colly? -
Alejandro guardò prima me, poi il pastore tedesco, poi di nuovo me.
- Es un nome muy stupido per un cane. -
Trattenne una risata.
Odioso!
- Allora, Heather. È da un po’ che non ci si vede. Cosa ne hai fatto del … milioncino? -
Ghignò all’ultima parola. “Milioncino”.
- Si è bruciato, come te, daltronde! -
Cercai di rispondere nella maniera più pungente che potessi fare, per levarmelo di torno.
Ma … volevo che se ne andasse?
Alejandro abbassò un po’ lo sguardo.
Aveva un’ustione alla guancia.
Ma questo particolare, questo particolare dovuto a me, lo rendeva più affascinante.
Ho … ho veramente detto affascinante?
- Se fossi stata al tuo posto, avrei pagato un trattamento di chirurgia plastica contro le ustioni al caro amichetto Alejandro! -
Tornò a sorridermi.
- Ma visto che io non sono te e tu non sei me, direi che quell’ustione la terrai ancora per molto tempo, caro amichetto Alejandro!-
Il ragazzo si avvicinò a me.
- Mi piace quando pronunci il mio nome. Ridillo! -
Era a pochi centimetri da me.
Ma che diamine stava facendo?
Non poteva essere tattica. Il Reality era finito.
Non poteva essere nulla.
Poteva essere … amore?
No. Alejandro è un tipo spregevole. E’ tale a me.
Non può provare amore.
Non per una … come me.
Lo fissai negl’occhi verdi smeraldo.
Gli stessi occhi che fissai prima che lui, tanto tempo prima, mi baciò per la prima volta.
La prima e l’ultima.
- Certo che hai perso un po’ di colpi, he! -
Si allontanò da me.
Tornai a fissarlo normalmente, cercando di non fargli notare che quella vicinanza a noi due mi avesse fatto uno strano effetto.
- Ti va un gelato? -
Mi chiese ridandomi il cane.
Si. Si che mi va un gelato. Non solo per il caldo, ma anche perché voglio conoscerti meglio. Voglio capire chi sei veramente. Voglio sapere tutto di te e voglio capire come ragioni, perché ti comporti così e cosa nascondi al mondo.
Cosa nascondi a te stesso.
- No, grazie. Me ne torno a casa! -
Ma che stavo combinando?
Erano quelle le parole che gli volevo dire?
“No grazie.”
Mi girai, prima che lui notasse la mia espressione confusa e affranta.
- Bè, allora me lo vado a prendere da solo, con i tuoi soldi.-
- Ma che cavolo stai dic.. -
Alejandro mi porse sotto il naso il mio portafogli scuro.
Ma come aveva fatto a prenderlo???
- Devi stare più attenta quando un uomo si avvicina a te! -
Ora capisco perché si era avvicinato.
Fece per andarsene, ma poi aggiunse:
- Allora, lo vuoi o no questo gelato? -
Il suo sorriso sembrava così sincero.
I suoi occhi erano così speranzosi.
Voleva che dicessi di si.
Lo capivo.
Tornò a sorridermi, porgendomi la mano, come in segno di una risposta positiva.
Allora gli detti la risposta.
Bè, una specie.
- Solo se poi mi accompagni a casa! -
Alejandro mi prese per il braccio e mi baciò sulla punta del naso.
- Con piacere, Heather -

  
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