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Autore: _eco    01/07/2011    6 recensioni
baby!Tyler&baby!Caroline presentano...
"Senti", le disse,"dal momento che saremo principe e principessa per il prossimo mese e mezzo – e, oh Dio, mi vengono i brividi solo a pensarlo - … non potremo firmare una tregua?", propose.
"Una tregua da cosa?", domandò Caroline.
"Oh, lo sai. Una tregua dagli scherzi di cattivo gusto che ti faccio e dalle battutine sarcastiche che mi fai sempre, ogni volta che mi vedi", spiegò lui, gesticolando.
Caroline sbuffò.
Beh, che dire? Se vi va leggete anche questa mia pazzia.
_Lullaby_
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Tyler Lockwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dancing
in the rain

"I'm dancing in the rain
Just dancing in the rain
What a glorious feeling
I'm happy again
I walk down the lane
With a happy refrain
I'm dancing, dancing in the rain
In the rain
In the rain"

(Tratto dal testo originale: Singing in the rain, Jamie Cullum)

Il piccolo cuoricino le palpitava in petto così forte che Caroline temette che in qualche modo potesse scappare via. Era felicità, soddisfazione, quella che avvertiva circolarle nel corpo come coca cola.
Sarebbe tornata a casa e avrebbe urlato: << Mamma, ce l’ho! Ho la parte! >>, e allora lo sceriffo Forbes avrebbe dimenticato solo per qualche istante tutti gli impegni di lavoro, avrebbe persino abbandonato il cellulare sul pavimento, per uscire vittoriosa dalla cucina e stringere forte la sua bambina.
Caroline chiuse gli occhi e immaginò il profumo di carta riciclata – quella utilizzata per i documenti che vedeva sempre fra le mani di sua madre – invaderle le narici, mentre Liz la faceva volteggiare per aria. Ecco, era così che avrebbe fatto anche il papà. Caroline arrivò persino a domandarsi se Liz avesse abbastanza muscoli da sollevarla come faceva Steven, il suo papà, ogni volta che tornava dal lavoro.
<< Papà! >>, quasi quasi riusciva a sentire la voce entusiasta della Caroline bambina che si fiondava fra le braccia possenti del papà alla sera.
<< La mia principessa >>, sussurrava Steven, affondando la testa nei boccoli profumati della sua bambina.
Era un rituale che si ripeteva ogni sera, irremovibile, non una parola o un sorriso che variava. Ma, per quanto potesse somigliare all’atto di una recita, per la piccola Caroline era qualcosa che non poteva mancare nell’arco della giornata.
Una sera soltanto, il rituale non si ripeté, ma, a pensarci bene, nemmeno la sera successiva, o quella ancora dopo.
Per Caroline era stato difficile accettare che il suo papà avesse abbandonato la sua principessa per un principe.
Scosse la testa, cacciando via i brutti pensieri.
Papà o no, ora principessa lo era per davvero. E fremeva dalla voglia di poter indossare un vero abito regale, con pizzi sfarzosi e volant dappertutto. Sarebbe stato rosa pastello, con qualche sfumatura più scura. Era così che lo aveva sempre immaginato. Era solo una recita, ma per un giorno, dopo quasi un anno in assenza del papà, poteva comunque far finta che non fosse successo niente, e continuare ad essere la sua principessa.
Caroline si accorse che una principessa non cammina tenendo le spalle curve, allora si premurò di tenerle belle dritte prima di arrivare a casa, in modo che, Liz, quando si fosse affacciata avrebbe provato un moto di orgoglio nei confronti della figlia.
Solo una cosa poteva rovinare quella recita, ed era successa.
<< Oh, Caroline, hai una voce così dolce. Perfetta per una principessa. La parte è tua >>, aveva annunciato la maestra Marin, dandole un buffetto sulla guancia.
 E per quanto Caroline detestasse che qualcuno le desse i pizzicotti sulle guance o che le scompigliasse i capelli, in quel momento non vi fece molto caso, e si limitò a mandare i pugni in alto e abbracciare Bonnie ed Elena.
<< E chi meglio di un piccolo mascalzone per fare il principe rubacuori? Tyler, sei tu il principe. Non c’è alcun dubbio >>, disse infine la maestra, regalando un sorriso affettuoso a Tyler.
Egli si limitò a battere un cinque incolore con l’amico inseparabile, Matt. Non sembrava poi così entusiasta, anche perché non aveva mai partecipato al corso di teatro di sua spontanea volontà. Carol Lockwood era fermamente convinta che il suo piccolo Ty fosse un attore provetto.
Caroline sorrise beffarda. Tyler, un principe? Questa era davvero bella!
Il piccolo Lockwood era il ragazzino più indisciplinato e scorbutico che avesse mai incontrato in tutta la sua breve vita. Qualcuno raccontava persino che si divertisse a sollevare le gonne delle bambine. Caroline rabbrividì solo al pensarci.
Aveva immaginato un principe completamente differente: era biondo, alto, con un sorriso brillante e luminosi occhi color del cielo. Il suo era un principe azzurro, Tyler faceva tanto cavaliere nero.
Arrivò davanti la casa Forbes e lanciò un sorriso alla finestra di camera sua, dalla quale si riusciva a scorgere uno scorcio della sua cameretta perfettamente principesca.
Corse tutto d’un fiato il vialetto di pietra e si frenò davanti la porta, appena in tempo per non cozzarci la testa contro.
Aprì ed entrò in casa. Si diresse direttamente in cucina, dove sicuramente sarebbe stata la mamma. E infatti era lì, con l’orecchio appicciato al ricevitore del telefonino, ma Caroline non si diede per vinta così facilmente.
<< Mamma, sai ho ottenuto la parte di principessa >>, disse, osservando il viso della donna.
La sua espressione non cambiò di una virgola, era indecifrabile, e non lasciava trasparire né soddisfazione, né felicità, né tantomeno orgoglio.
Caroline pensò che non l’avesse sentita, e si avvicinò, con la scusa di aprire il frigorifero per bere un po’ d’acqua.
Versò qualche goccia in un bicchiere di vetro e fissò la madre, mordendosi le labbra.
<< Ho la parte! Sono una principessa! >>, urlò, non riuscendo a trattenere la contentezza.
Liz roteò gli occhi e tappò con il dito un punto preciso del telefonino, in modo che chi parlasse con lei non riuscisse a sentire.
<< Caroline, sto parlando al telefono! Ho affari più importanti da sbrigare. Fatti un giro! >>, le disse.
La vista di Caroline si appannò sempre più velocemente, mentre grandi goccioloni salati cominciarono a scenderle lungo il viso. Le labbra tremavano e la bambina provò a morderle per bloccarle.
<< Scusami, mia figlia…>>, disse lo sceriffo Forbes, ricominciando a parlare con l’uomo dall’altro lato.
Si era scusata per lei, per Caroline. Era solo una grandissima scocciatura per lei.
Fatti un giro!
E se lo sarebbe fatto, quel giro.
Uscì di casa come un tornado in azione, lasciando che il bicchiere si frantumasse per terra e  sbattendo la porta così forte da far tremare la parete esterna dell’edificio.
Si sedette su un gradino in pietra e poggiò i gomiti sulle ginocchia. Si coprì la faccia con le mani e cominciò a piangere. Forte, ancora più forte, per buttare via tutta la tristezza e la delusione su quella pietra che avrebbe presto riassorbito le lacrime.
Avvertì un tocco impacciato sui capelli, e sperò ardentemente che fosse sua madre, o il suo papà, persino Elena, o Bonnie, o quel giocherellone di Matt.
Alzò lo sguardo e deglutì, tirando su col naso e asciugando le lacrime col dorso della mano.
<< Tyler? >>, disse, << vai via, per favore >>.
Il ragazzino però non si mosse di un centimetro, anzi, si accovacciò su un gradino, accanto a Caroline.
<< Sei un principe sordo? >>, domandò lei, con la voce ancora un po’ nasale per via del recente pianto.
<< Non sono affatto un principe >>, scosse la testa Tyler, sorridendo appena.
<< Beh, secondo la maestra Marin lo sei >>, ribatté Caroline, smettendo di piangere.
<< Mia madre l’avrà pagata >>, sentenziò Tyler, << lei è così entusiasta del suo piccolo Ty cuoricino >>, concluse scimmiottando alla perfezione la voce di Carol, e tracciando i contorni di un piccolo cuore nell’aria.
Caroline ritrovò inspiegabilmente il sorriso.
<< Oh >>, si limitò a sussurrare.
<< Tua madre che dice? E’ felice della sua principessa? >>, domandò lui, sottolineando l’ultima parola inarcando un sopracciglio.
<< Lei…ne è al corrente >>, rispose in fretta Caroline.
<< Ne è al corrente? >>, ripeté lui, << è per questo che piangevi? >>, domandò.
<< Io non piangevo affatto >>, negò Caroline.
<< Caroline Forbes, quante sante volte ti devo dire che mentire non fa per te? >>, la rimbeccò Tyler.
<< Io non dico bugie >>, disse lei, << non piangevo >>, e la sua voce divenne stridula più di prima.
<< Allora farò finta di non aver visto niente >>, bofonchiò Tyler, alzandosi e scrollandosi i bermuda grigi.
Stava per andar via, quando Caroline lo bloccò per un polso.
<< Tyler >>, lo chiamò, << tu pensi che…le principesse piangano? Cioè tu credi che sia loro permesso? Ecco…>>.
<< Non lo so >>, fu l’immediata risposta di Tyler.
<< Oh >>, fece Caroline.
Tyler si sedette nuovamente accanto a lei e cominciò a giocherellare con le dita.
<< Mamma dice che tutti provano dolore nella vita. E se si piange è solo un bene, perché si accetta di star davvero male, e piangendo ci si svuota un po’ dal dolore >>, recitò Tyler, ricordando il tono della signora Lockwood ogni volta che gli ripeteva certe cose.
<< E tu, Tyler? Lo pensi davvero quello che dice tua madre? >>, chiese Caroline.
<< Io credo di sì >>, ammise lui.
<< Hai mai pianto per qualcosa che forse potrebbe sembrare stupida? >>, domandò ancora lei.
<< Ho pianto perché papà mi mette in punizione in soffitta ogni volta che combino guai. Senza cena, né letto. Dormo sul pavimento, e può capitare che mi metta a piangere >>, ammise ancora una volta il ragazzino.
<< Tu non piangi, Tyler Lockwood >>, ridacchiò Caroline.
<< E perché non dovrei? >>, domandò lui, sgranando gli occhi color cioccolato.
<< Non sei il tipo >>, sentenziò lei, con una certa ovvietà.
<< C’è qualcosa che non va in te, Caroline. Dico sul serio >>, rise lui.
<< C’è qualcosa che non va in te >>, ribatté lei alzandosi.
Con le mani lungo i fianchi e il piedino che batteva a terra spazientito, Caroline, sembrava una bambolina capricciosa. A Tyler scappò un sorriso. Si alzò anche lui.
<< Senti >>, le disse, << dal momento che saremo principe e principessa per il prossimo mese e mezzo – e, oh Dio, mi vengono i brividi solo a pensarlo - … non potremo firmare una tregua? >>, propose.
<< Una tregua da cosa? >>, domandò Caroline.
<< Oh, lo sai. Una tregua dagli scherzi di cattivo gusto che ti faccio e dalle battutine sarcastiche che mi fai sempre, ogni volta che mi vedi >>, spiegò lui, gesticolando.
Caroline sbuffò.
<< Ascolta >>, disse lui con voce forzatamente paziente, << una principessa può piangere, non c’è niente di male. E non c’è nulla di strano se a piangere è anche un principe. Ma ciò di cui sono certo è che dovremo interpretare due giovani innamorati che lo saranno per sempre >>, concluse, ruotando gli occhi disgustato mentre pronunciava l’ultima parte del discorso.
<< Capisco >>, si limitò a dire Caroline.
<< Beh, allora, va bene. Da cosa cominciamo? >>, chiese Tyler, asciugandosi la fronte ad un tratto divenuta madida di sudore.
<< Eh? >>, fece Caroline.
<< Beh…dovremmo fare qualcosa di regale, credo >>.
Tyler era visibilmente impacciato, lo si poteva notare dal suo sorriso forzato e dalla gamba che tremava da ormai qualche secondo.
Caroline deglutì e per quanto considerasse inimmaginabile poter fare qualcosa che non fosse una battuta di cattivo gusto nei confronti di Tyler, annuì.
Tyler afferrò con la mano sudaticcia, quella sottile di Caroline e se la tirò dietro sino al centro del vialetto di pietra, costellato da un piccolo fazzoletto d’erba da entrambi i lati.
<< Potremmo ballare >>, propose in un sussurro appena percettibile.
<< Sai ballare? >>, chiese Caroline, che non poteva crederci.
<< Ovvio. Mia mamma mi ha insegnato qualche passo. E, ecco, ora dovresti afferrare la mia mano. Ecco, così. E mettere l’altro braccio dietro la mia schiena. Bene, così. E ora non so bene, forse dovremo solo muovere i piedi un po’ qui e un po’ lì >>, spiegò Tyler, guidando le braccia esili di Caroline nel modo in cui aveva descritto.
Cominciarono a muovere i piedi in sincronia, come avevano visto fare agli adulti durante le feste di Mistyc Falls.
<< Ora, passa sotto il mio braccio. Alla mia mamma piace tanto questo passo e papà glielo fa fare sempre >>, continuò Tyler, lo sguardo fisso verso il basso.
Alzò leggermente il braccio – tanto quanto bastava per farvi passare sotto Caroline – e la bambina fece un volteggio elegante, lasciando che la gonnellina a coste rosa si muovesse intorno a lei.
Qualcosa interruppe quella strana atmosfera che si era creata. Un tuono forse, seguito da una saetta che si dipinse minacciosa nel cielo di Mistyc Falls.
<< Forse la natura non apprezza la nostra danza >>, scherzò Tyler, fissando gli occhi turchini della bambina.
<< Oh, sarà un segno >>, ammise di malavoglia Caroline, che si era sin troppo abituata a quel Tyler dolce e gentile.
Tyler annuì e continuò a sorridere con gli occhi.
<< Ty! Torna a casa: sta diluviando! >>, la voce di Carol Lockwood li raggiunse dal vialetto poco distante.
<< Devo andare >>, disse Tyler, stringendosi nelle spalle e lasciando la mano di Caroline.
Si allontanò senza un cenno di saluto, e a metà strada si bloccò per poi girarsi.
<< Ehi, Forbes >>, la chiamò, << non è successo nulla. Ok? Io sono sempre Tyler Lockwood, il ragazzino che ti sta antipatico più di ogni altro, e tu Caroline Forbes, la ragazzina con la puzza sotto il naso e la fissa per gli abitini >>.
<< Io non ho la puzza sotto il naso! >>, squittì Caroline, incrociando le braccia sul petto.
<< A domani, Care >>, la salutò Tyler con un cenno della mano.


 



Angolo autrice: Mi sa che sto inondando questo fandom di shot su Caroline, visto che ne ho già scritte un bel po' nella mia raccolta e comunque faccio in modo che non manchi mai come personaggio. Questa volta ho voluto accostarla ad un altro personaggio che adoro: Tyler. In questa "piccola shot" di quasi cinque pagine e mezzo, i due protagonisti sono ancora bambini/ragazzini. Supergiù hanno otto anni.
Nella prima parte, il personaggio di Tyler non c'è, perchè è interamente dedicata ai ricordi che Caroline ha del suo papà e alla speranza che nutre sul fatto che sua madre, di lì a poco, sarà orgogliosa di lei, dal momento che ha ottenuto la parte della principessa. Nella frase: "Per Caroline era stato difficile accettare che il suo papà avesse abbandonato la sua principessa per un principe.", il riferimento della parola "principe" è al papà che ha scoperto la sua identità omosessuale e ha lasciato la sua piccola Caroline per un uomo.
Quando ho scritto la parte Liz/Caroline mi si è letteralmente stretto il cuore, ma era come una mia necessità scriverlo. Diciamo che la shot è nata principalmente per il rapporto madre/figlia, ma poi si è trasformata in una child!Tyroline.
Passando a questi due...il solito Tyler impiccione e insistente che non vuol lasciare da sola Caroline, sì, io me lo immagino così. Con una sola differenza: il fatto che Tyler "godesse" nel vedere quella bimba piangente, in modo da poterlo raccontare in giro, anche se, poi si capisce che al piccolo Tyler importa davvero perchè Caroline piange.
E raggiungono un compromesso: tregua dai bisticci, perchè per il mese successivo saranno costretti ad essere un principe ed una principessa nella recita scolastica.
La scena della danza sotto la pioggia è una vera pazzia, ma è l'unica idea che mi è venuta.
Poi Tyler diventa il solito Tyler e chiede a Caroline di dimenticare tutto, dicendo che per lui sarà la solita bimba piena di fronzoli e che per Caroline, Tyler, sarà il solito ragazzino scorbutico e fastidioso. Di conseguenza, una Caroline ancora non troppo convinta di ciò che ha detto Tyler, tende sempre e comunque a ribattere che lei non ha la puzza sotto il naso! E si ritorna alla normalità, per poi arrivare ad un piccolo, dolcissimo saluto: a domani, Care.
Ho immaginato un Tyler che sorrideva appena mentre pronunciava queste parole =)
Se ci avete fatto caso, il testo della canzone che ho citato prima, è leggermente cambiato. Ho voluto cambiare la parola singing con dancing ( cantando/ballando).
Bene, vi ho annoiati più del solito o.O
Alla prossima...
Un abbraccio a coloro che recensiranno o semplicemente leggeranno,
_Lullaby_

  
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