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Autore: Hui    01/07/2011    3 recensioni
Jonghyun e Taemin. Due fratelli a cui il passato busserà nuovamente alla loro porta.
Jonghyun, 18 anni, un'abilità nascosta da un passato dimenticato.
Taemin, 16 anni, un'intelligenza superiore alla norma.
Come lo Yin e lo Yang, entrambi hanno bisogno uno dell'altro.
Cosa succederebbe se il loro legame venisse spezzato da una realtà che gli mette uno contro l'altro?
Genere: Azione, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“Famiglia”. Un nucleo di persone le quali ti proteggono da ogni male. Però non per tutti è così.

~ Jong ~

“Jong!”. I miei occhietti ancora addormentati si spalancarono e un’immagine di una vecchietta alquanto irritata mi comparve davanti. “Kim Jonghyun! Svegliati immediatamente!” Mi ci volle poco per comprendere che sarei presto uscito dalla porta. “Muoviti, hai una telefonata”.
Asciugandomi la saliva che mi stava scendendo giù per la bocca, mi alzai e seguii la bidella.
L’anziana signora senza denti mi passò il telefono.
“P-Pronto?”
“Kim Jonghyun? Oppure dovrei meglio dire «J»?”
Il mio corpo ebbe un piccolo tremolio.
“Ormai nessuno mi chiama più così. Tu chi sei per conoscere la mia vera identità?”
“Qualcuno che ti vuole”
“Mi dispiace ma ormai non mi chiamo più così”
“Allora te lo richiedo. Sei tu il figlio di Kim Seuk?”
La mano tremò e la gola si fece secca.
“Tu come fai a conoscerlo?”
“Bene allora sei J. Ci vediamo”.
L’uomo con la voce bassa dall’altra parte della cornetta riattaccò.
Chi era? Che voleva da me? Come faceva a sapere di «J»?
Un “fratellone” mi riportò alla realtà, nella quale la campanella era suonata.
“Oh Tae! Allora cos’hai fatto oggi a scuola?”
“Come sempre il mio quoziente intellettivo è al massimo però quella scansafatiche della mia prof non ne vuole sapere di capirlo”.
Taemin, Kim Taemin, il mio fratellino. Avere 16 anni, avere un quoziente intellettivo molto superiore alla norma e essere preso di mira dai compagni non è una cosa molto facile per lui.
Ma come poteva un ragazzo con un Q.I. altissimo, non accorgersi che c’era qualcosa che non andava in suo fratello?
“Jong è successo qualcosa a scuola?”
“Ehm, no … cioè sì”.
A metà strada mi fermò.
“Conosco troppo bene quello sguardo. Sei preoccupato di qualcosa?”.
Il fratello maggiore in quel momento sembrava lui.
“No non è niente, sono solo un po’ stanco”.
Dopo aver fatto una piccola smorfia mi prese la mano e ci avviammo verso casa.
“Eccoci arrivati. Ma dove cavolo avrò messo le chiavi?!”
Mentre ero in preda ad un crollo nervoso per cercare delle semplici chiavi, Tae mi passò davanti e aprì la porta. “Oh…ma guarda come il mio fratellino è diventato forte!”.
Girandosi con due occhi quasi chiusi in delle piccole fessure esclamò:
“Baka! La porta era già aperta!”.
I mie occhi lentamente si spalancarono e presi il corpicino di mio fratello e lo passai dietro il mio.
“Shhh. Vado io per primo tu stai dietro di me”.
Mi avviai a passi felpati dentro casa.
Passammo di stanza in stanza ma era tutto tranquillo, quando ad un tratto Tae fece un urlo.
Girandomi notai che non era più dietro di me. “Fratel-” nemmeno il tempo di finire che sentii delle porte aprirsi e appena uscii di casa vidi un macchinone completamente nero allontanarsi a tutta velocità. “Tae…Taeeee!”. Feci per correre quando due mani mi presero tirandomi dentro casa.
Mi girai di scatto e mi ritrovai davanti un uomo di mezz’età che iniziò a farmi un sorrisetto maligno.
“Ci si risente «J»”.
Mi afferrò il collo e mi schiantò contro un muro.
“Dobbiamo parlare e tu ora mi ascolterai!”.
Lasciò la presa e si sedette comodo sul divano.
“J voglio che ritorni a lavorare con noi”.
Ritorni? Con quella parola per un millesimo di secondo smisi di respirare.
“Non ho la minima idea di cosa tu stabbia parlando!”.
L’uomo, che già da prima stava fumando, si alzò e con tutta calma mi rispose:
“Ti riformulo la domanda. Se non ti unirai di nuovo a noi allora uccideremo tuo fratello, anzi ancora meglio, useremo il suo Q.I. e tu non vuoi vero?”.
I miei occhi si iniettarono di rabbia.
“Lascia stare mio fratello!”
Ridendo e avvicinandosi a me mi riprese il collo trascinandomi sempre più in alto.
“Allora devi lavorare per me!”.
La sua presa si fece più stretta e potei sentire chiaramente il mio ossigeno farsi meno.
Cercai di divincolarmi, quando ad un tratto mi lasciò e caddi sul freddo pavimento.
“J perché non reagisci più? Una volta mi avresti facilmente bruciato il braccio e anche tutto il corpo, ma ora…allora è vero che tuo padre l’ha fatto”.
Ogni parola che usciva dalla sua puzzolente bocca non riuscivo a comprende.
“Ma che vuoi da me? Non so niente di questa storia!”.
Prese un cellulare dalla tasca dei pantaloni e me lo porse.
“Ti contatterò domani. Non preoccuparti per tuo fratello, domani ti dirò tutto”.
Prima che uscisse dalla porta gli domandai “Aspetta…voglio sapere cosa c’entra mio padre in tutto questo!”.
L’uomo però non si scompose e uscì dalla porta come se niente fosse.
Subito presi il telefono e composi il numero.
“Pronto polizia?”
“Pronto dica tutto”
“Mio fratello è appena stato rapito…”
“Scusi mi dica prima il suo nome”
“Io sono Kim Jonghyun, mio fratello Kim Taemin è appena stato rapito”
All’improvviso il cellulare che mi aveva dato l’uomo di prima mi vibrò.
“Messaggio da: …
 Non dire niente alla polizia se non vuoi vedere un ragazzo di 16 anni morto stecchito davanti alla tua porta”.
“Scusi può ripetere il nome?”.
Impaurito da quella minaccia riagganciai.
Tae, in cosa ti avevo coinvolto?

~ Taemin ~

I miei occhi lentamente si aprirono di nuovo. Ero stato imbavagliato e incatenato all’auto.
“Mhhh!”.
Un ragazzo affianco a me alzò la mano e sorrise “Hi”.
Dopo di ché si rivolse all’autista “Fermati qui”.
Il ragazzo uscì dalla macchina e mi aprì la portiera.
“Non preoccuparti ora ti slego”.
Così fece e appena mi tolse lo scotch dalla bocca inizia ad urlare.
“Dove sono?? Dov’è mio fratello?? Chi siete voi?”.
Il ragazzo mi portò il dito sulle labbra, poi mi prese la mano e mi trascinò dentro ad un edificio.
“Scommetto che hai fame”. Entrammo allo “Starbucks”.
Ordinammo due frappuccini e biscotti e dopo aver finito quella meraviglia iniziai a tartassarlo di domande.
“Stai calmo. Il nostro capo vuole solo che tuo fratello entri nella nostra organizzazione”.
“Perché? Capisco rapire il fratellino ma perché lo volete con voi?”
Lui sorpreso rispose “Vogliamo il suo potere, il potere di «J», lo stesso che aveva anche tuo padre”.
Appena sentii pronunciare la parola “padre” dei ricordi mi vennero davanti agli occhi.
“Mio padre e mia madre ci lasciarono davanti ad un albero nel giorno di Natale, questo è tutto quello che so”.
Il ragazzo spalancò gli occhi e mormorò “Allora è questa la versione che ti hanno dato”.
“La versione?”. Il ragazzo si alzò e mi prese la mano tirandomi dietro di sé.
“Ah giusto. Mi presento io sono Key”.
Key mi trascinò in macchina. “C’è una cosa che devi sapere…sui tuoi genitori”.
Stava per dirmela quando suonò il suo cellulare.
“Pronto?”
“Ricevuto”
Sussurro qualcosa all’autista e l’auto partì.
“Dove andiamo ora?”
“Tu rimani in auto. Noi dobbiamo recuperare un oggetto molto importante”.
La macchina si fermò e Key prese delle manette per poi incatenarmi di nuovo al veicolo.
“Non ti preoccupare torno subito”.
Prese un oggetto dalla cintura. “U-Una pistola?”
La caricò e dopo essersi allacciato un giubbotto anti proiettile tutto nero, uscì dalla macchina.
In tutta velocità arrivarono anche altri veicoli neri nei quali uscirono altre persone con in mano delle pistole. Senza pensarci due volte cercai di uscire dalla macchina.
Pensa, pensa, pensa…Certo! Avevo ancora il mio zaino con me. Lo aprii e presi una graffetta per poi distorcerla. Con la punta la misi nel buco della serratura delle manette e dopo un “Click”, scivolarono per terra. Aprii la porta e lasciando lì il mio zaino, iniziai a correre a tutta velocità.
Corsi più forte che potei, quando ad un tratto mi scontrai contro un ragazzo in tuta.
“Ahi scusami non ti avevo visto”. Il ragazzo, finito anche lui con il sedere per terra si alzò e mi porse la mano. “Ti sei fatto male?”.
Mi soffermai a guardare il suo tenero viso. Aveva gli occhi scuri e i capelli neri corti.
L’ultima cosa che pensai prima di svenire, fu quella di aver trovato un angelo.
 
 
 Note d'autrice:
Salveeeeee! Eccomi sono ritornata cn una nuova storia tutta diversa dall'altra XD
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto ^^.
Allora premetto che questa NON è una JONGTAE!!! Ma invece è una 2min e Jongkey!
Questa storia mi è venuta in mente perchè volevo mettere qualcosa di magia (vedrete più avanti) e qualcosa di azione quindi messe insieme ho scritto il primo capitolo di questa storia XD
Spero con tutto il cuore che vi piaccia e se non è così ditemelo perchè così la elimino ^^
Spero inoltre di postare i capitoli almeno ogni 2 o 3 giorni ^^
Bye~ Qui in basso le foto di Key e Minho ^^



   
 
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