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Autore: Ronnie02    01/07/2011    2 recensioni
La ormai adulta batterista delle Runaways è agli sgoccioli della sua vita. Quanti pensieri, quanti ricordi...
Ma in realtà cosa desidera davvero, per l'ultima volta?
(The Runaways FF)
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una storia che ho sempre avuto in mente, da quando sono fan delle Runaways.
Cosa davvero è successo in quel 2006, quando la batterista ha lasciato la vita, oltre al gruppo?
Ecco cosa penso io. 
Spero vi piaccia

PANORAMA


Anche i ricordi si fanno sempre più radi, persi nel buio ora.
Ma perché? Perché perdere tutto adesso che le cose stanno tornando al loro posto dopo vent’un anni di silenzio?
Non è giusto.
Eravamo un gruppo, con le sue difficoltà ovvio, ma sapevamo che in fondo ci volevamo bene.
Ci piaceva far scatenare i fan, adoravamo suonare i nostri strumenti. Le rivalità andavano dopo la passione per la musica.
O almeno così credevo.
E non avrei mai pensato che ci saremmo divise in modo così brutale, almeno due di noi.
Ed ora che tutto stava andando per il meglio, tornando tutte a parlarci, tocca a me uscire di scena in modo brutale.
Non è giusto.
Vedo la mia amica bionda, che ha cercato di fare la cantante, l’attrice, l’insegnate di yoga, aiutante nelle comunità per la droga e ci è sempre riuscita al cento per cento, ma la sua strada è andata a finire a fare statue in legno con la motosega.
Sento al telefono la mia amica mora, chitarrista sfegatata e rockettara nell’anima, che per la prima o seconda volta la sento piangere a dirotto. È una dura, ma per me farebbe di tutto, lo so.  E sarebbe anche qui se non fosse in tour, come vent’uno anni fa.
Non è giusto.
E so che anche la nostra ex bassista e la nostra ex chitarrista principale stanno pensando a me. Non voglio essere egoista, ma conosco i miei polli, e so che anche se i litigi ci sono stati ed ognuna a preso la sua strana siamo sempre unite.
La mia amica bionda si alza, fruga nella borsa rossa che ha portato con sé e mette ciò che cercava sul mio comodino.
Mi ha portato la bozza del suo nuovo libro, che parla anche degli anni che abbiamo passato insieme, felici o triste che siano.
“Grazie!”, le rispondo quando si siede vicino al mio letto. “Cercherò di leggerlo  fino alla fine”.
“Tu… tu devi leggerlo fino alla fine… ti darà la forza”, dice con la voce spezzata dalle lacrime che ancora non cadono ma rendono lucidi i suoi occhi.
Dio, se le voglio bene!
“Ti voglio bene”, le confermo ad alta voce.
“Anche io, anche io!”, mi dice piangendo ora.
Richiamo la mia amica mora e le dico la stessa cosa che ho detto alla dolce ragazza ormai donna e madre qui al mio fianco.
“Dille che mi dispiace, che non ho rancore. So che è quello che vuoi”, mi dice ancora in lacrime, come mai l’avevo sentita. Lei difficilmente piangeva. “So che tutto quello che vuoi è che facciamo pace e che torniamo ai vecchi tempi”.
“Non devi farlo perché te lo dico io, lo sai”, le rispondo con un sorriso.
“Lo faccio perché so che è la cosa giusta”, replica con un tono che mi dice che sta sorridendo tra le lacrime. “Ti voglio bene”.
Riattacco a riferisco il messaggio, piena di gioia.
Sì, era il mio ultimo desiderio.
È ciò che ho desiderato dal primo giorno in cui il medico mi ha dato la notizia.
“Cherie”, dico alla mia amica bionda. “Joan verrà, vero? Anche solo con un messaggio”.
“Joan, Jackie, Vicky e Lita saranno lì con noi e lo sono pure ora”, mi rispondo con quel sorriso che mi mancava davvero.
Indico il suo tatuaggio e sorrido. “Sei sempre stata una Cherry Bomb!”.
Ride e insieme ci voltiamo verso la finestra, ricordando i vecchi tempi. E’ passato il crepuscolo e a quest’ora, una vita fa, cominciavamo a prepararci per il concerto con Kim che sbraitava.
Ringrazio quell’uomo per avermi fatto conoscere queste ragazze, per averci create. Le Runaways sono storia ormai.
“Sandy West”, dico voltandomi verso Cherie, che ancora sorride. “E sono una Runaway”.
Lei mi sorride fiera ed emozionata ed io chiudo gli occhi. Non per sempre, ma so che quel giorno sta arrivando presto. Il mio tumore lo dice.
“Che il suono della batteria rimanga sempre nel tuo cuore”, mi dice lasciandomi al mio sonno.
Sì, la mia batteria!
Il suo suono mi riempie la testa e volto ancora la testa verso la finestra, ma senza aprire gli occhi. Non voglio vedere che un alto giorno sta e per finire.
Non voglio vedere il panorama che mi porterà via.
Non è giusto.


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