Who do you think you are?
Da
qualche giorno la scuola è in delirio. Tutti parlano di un certo blog, chiamato
School Spy, che pubblica rivelazioni
scandalose sulle vite degli studenti, e io sono in paranoia. Nessuno sa che
sono gay, qui a scuola, tranne il mio compagno di banco del corso di storia e
mia cugina. Fortunatamente sono un tipo che non desta sospetti: abbastanza
palestrato, qualche relazione etero alle spalle, molto più maschile dei miei
compagni, dal punto di vista fisico.. insomma, ho il culo in salvo. E non
pensate male, pervertiti.
“Mike..”
Mi sento chiamare mentre sistemo i miei libri nell’armadietto.
“Jack.” Sorrido e mi giro, trovando il mio compagno di banco davanti a me.
“Buongiorno.” Dico sorridendo.
“Buongiorno! Hai fatto i compiti di Arte?” Mi chiede ricambiando il sorriso.
“E me lo domandi anche? Certo che sì. Sapevo che me li avresti chiesti.”
Fa una risatina e mi punzecchia la spalla, prima di allontanarsi.
“Dopo passami il blocco, così li copio.” Sorride camminando all’indietro e
sparisce fra la moltitudine di ragazzi che invadono il corridoio.
Drin!
Suona
la campanella e mi avvio alla lezione di inglese. Mentre sto camminando, in
mezzo ai pochi rimasti nel corridoio, mi si affianca Luke, un ragazzo che
dovrebbe essere già all’università, non in quarta superiore. Ventidue anni
compiuti lo scorso mese. Deve proprio
essere tonto, perché in una scuola come la nostra anche uno senza cervello
riuscirebbe a passare l’anno. Eppure…
“Simmons!”
“Non chiamarmi per cognome, Luke testadirapa Davis.” Lo fulmino con lo sguardo
mentre continuo a camminare.
“E tu non usare quel nomignolo! Lo sai che mi infastidice.” Gesticola.
“È ‘infastidisce’, Luke.” Ok, forse ho capito perché è rimasto in quarta
superiore. Svolto l’angolo e mi immetto nel corridoio che porta alla mia
classe.
“Sì beh, hai capito comunque.” Sorride e mi tira un pugno leggero sulla spalla.
“Hey, calmino! Il tuo metro e novanta non ti permette di tirarmi pugni solo
perché sono più basso di te di una decina di centimetri.” Dico con aria seria,
ma facendogli capire che non lo sono.
Fa una risata che rimbomba fra le pareti e mi passa un braccio attorno alle
spalle.
“Dobbiamo uscire insieme, qualche volta.” Mi sussurra all’orecchio,
abbassandosi un po’ verso di me.
“Ma se ci vediamo tutte le sere al bar!?”
“Intendo… non un’uscita da amici. Un appuntamento. Sai, quelle cose da
coppiette!” Dice il tutto con aria molto rilassata. Ovviamente io non sono per
niente rilassato! Non mi è chiara la cosa.. come fa a sapere che sono gay? E
come fa a sapere che ho anche un debole per lui?
“Non sono gay, Luke. È un dispiacere deluderti.” Dico cercando di sembrare il più
tranquillo possibile e aumentando leggermente il passo.
“È un peccato..” toglie il braccio dalla mia spalla e sorride dolcemente. “sai,
mi piaci davvero, Mike.” Ci fermiamo in mezzo al corridoio, deserto.
“Luke non dire stronzate..” mi guardo attorno un po’ agitato. Lui appoggia le
sue mani sulle mie spalle e mi blocca contro il muro. Sposta una mano sul mio
viso e mi accarezza, prima di poggiare lentamente le sue labbra sulle mie.
Rimaniamo attaccati per qualche secondo, dopodiché si allontana dal mio viso e
mi fissa negli occhi.
“Domani sera andiamo al cinema?” Mi chiede, accarezzandomi ancora.
“Come potrei dire di no?” Sorrido e mi avvio in classe, mentre lui cambia
direzione, dopo avermi lanciato un occhiolino.
School Spy.
Abitanti della Sea View High
School di Miami, sembra che qualcuno si diverta a scambiarsi effusioni durante
gli intervalli fra una lezione e l’altra. Che Luke e Mike si divertano davvero,
a pomiciare all’insaputa di tutti? Ebbene si’.
Tranquilli ci sono io, la vostra spia di confidenza, per informarvi che il
cavaliere mascherato e il principe azzurro hanno deciso di abbandonare le loro
principesse al fato per amarsi fra di loro.