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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    02/07/2011    1 recensioni
[KidoBrosCentric+Saori]
Voglio celebrare il traguardo delle 50 fanfiction sui Saint con questo piccolo, strambo esperimento. Una raccolta di frasi dedicate ai dieci Kido più la presenza bonus di Saori. Ho cominciato a scrivere fanfiction coi Saint e voglio celebrare ogni ricorrenza con loro.
"Come in una sfilata di maschere su un palco, una manciata di frasi sussurrate all’orecchio accompagnano questa grande famiglia.
Ohana è una parola hawaiana che viene dal profondo del cuore e che vi ritorna ogniqualvolta sfiori le labbra di chi la mormora con sentimento.
Shh... Si alza il sipario."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Kido Family'
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OHANA

Come in una sfilata di maschere su un palco, una manciata di frasi sussurrate all’orecchio accompagnano questa grande famiglia.

Ohana è una parola hawaiana che viene dal profondo del cuore e che vi ritorna ogniqualvolta sfiori le labbra di chi la mormora con sentimento.

 

Shh, si alza il sipario…

 

1.      Seiya:

Non avrebbe più permesso a nessuno dei suoi fratelli di restare indietro, non avrebbe più lasciato nessuno indietro, neppure se lo avessero pregato e implorato in turco: perché una famiglia non può sfaldarsi in battaglia.

 

2.      Shiryu:

Anche se la scelta era stata sua, Shiryu vedeva negli occhi dei compagni tanto dolore mentre attorno a loro la grotta crollava miseramente, e le sue parole facevano più male dei sassi: non volevano lasciarlo indietro.

Ma sapeva che doveva farlo, pur andando contro il significato di famiglia. Doveva restare indietro per loro.

 

3.      Hyoga:

Quando si era risvegliato dal suo sonno di ghiaccio e aveva trovato Shun chino su di lui e aveva sentito le membra riscaldate dalla sensazione del Cosmo sulla sua pelle, Hyoga aveva capito che nessuno l’avrebbe più lasciato solo nel suo dolore. Perché la sua vera famiglia era con lui e non l’avrebbe lasciato cadere.

 

4.      Shun:

Avrebbe voluto abbracciare tutti loro e sorreggerli con la forza delle sue braccia, piuttosto se le sarebbe spezzate ma non avrebbe abbandonato nessuno di loro nell’oscurità della morte, con tutte le sue lacrime a dargli la forza che gli era necessaria fino all’ultimo grammo. Poteva fare solo quello, ma lo faceva dal profondo del cuore.

 

5.      Ikki:

Ogni volta che afferrava la mano di Shun prima che scivolasse in un precipizio o che veniva tenuto in piedi dal corpo minuto di uno dei fratelli, si avvicinava sempre più a sfiorare, con la punta delle dita, le infinite sfumature del legame che li univa, riassunto tutto in tre parole: “Noi siamo qui.”.

 

6.      Jabu:

Aveva sempre e ardentemente desiderato averli attorno in ogni momento, a dispetto della sua arroganza passata, in ogni battaglia avrebbe voluto correre in loro aiuto, ma ogni volta non gli era mai stato possibile.

E si sentiva morire perché si sentiva come se li avesse abbandonati.

 

7.      Ichi:

Anche se, al tempo, ancora non lo sapevano, quel giorno, erano corsi al limitare del ring con l’impeto della preoccupazione e dell’ansia per la propria famiglia, e per Ichi, il lamento che veniva dal cuore urlava di non lasciare Shiryu lì a morire su quel ring, e per questo pregava, assieme a quei fratelli inconsapevoli accanto a sé. Voleva solo rivederli tutti, vivi e in piedi dinanzi a sé.

 

8.      Nachi:

Non poteva fare altro, aveva reagito d’istinto.

“Anche lei è famiglia.” gli aveva mormorato il cuore, e l’avrebbe protetta a ogni costo. Perché Seika doveva vivere per Seiya, e Seiya doveva tornare per riabbracciarla, assieme a tutti gli altri, e perché il suo imprudente fratellino non avrebbe mai abbandonato un nemico, figuriamoci la sua adorata sorella maggiore. E per lui e per tutti gli altri, avrebbe messo anche in gioco il suo corpo pur di proteggerla.

 

9.      Ban/Geki:

In silenzio, perennemente.

Nessuno sembrava accorgersi della loro presenza, malgrado non fossero poi tanto invisibili, e questo accadeva fin da quando erano bambini; poi però, quel giorno, quando quello scricciolo con i pantaloncini stracciati, le braccia piene di cicatrici e cerotti e col sorriso enorme li aveva trascinati sul campo da gioco, obbligandoli a stare in porta e in difesa, avevano capito che anche per loro c’era un posticino da qualche parte, nel cuore di qualcuno.

Al loro fianco.

 

10. Saori:

Fanciulla guerriera, troppo piccola e giovane per questo mondo.

Ma il tuo abbraccio li ha salvati tante volte, li ha protetti e guidati, come la madre che hanno perduto tutti troppo presto e loro sono tuoi figli e tuoi fratelli, perché anche loro ti hanno salvato e guidato tante più volte di quanto tu abbia fatto, come i fratelli maggiori che non hai mai avuto nella tua infanzia e che, forse, avresti potuto avere solo sussurrando una parola.

Ma ora rimedierai, quanto è vero che in te scorre il Cosmo della divina Athena.

 

 

Ohana significa “famiglia”, e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato.

   
 
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