Solo per un'ora.
Capitolo Primo.
Yamato
Presto ho
imparato che i social network, lo streaming e youtube sono i nuovi
interessi del ventunesimo secolo. Gli adolescenti come gli adulti
passano tra il 70 e il 75% della propria giornata a rendersi il culo
quadrato e le gambe doloranti davanti ad uno schermo, rovinandosi tra
l'altro la vista. I rapporti interpersonali da: "Ci vediamo al
solito caffè!" e "Ti invio una lettera." sono passati
a "Ora attacco la webcam." e "Ti invio un'email."
Per non parlare di come è cambia il lavoro: internet
è la risposta
se la domanda è: come faccio a non scomodarmi mai e rimanere
a casa
tutto il giorno?
Insomma, sì,
odio internet, odio facebook, ma soprattutto odio twitter, odio lo
streaming perché non ti fa più godere i film e i
telefilm, odio
youtube perché è più che altro un
mezzo per renderti popolare
senza che tu faccia niente, odio non parlare con le persona face to
face; odio profondamente le nuove generazioni che sono state rese
ancora più superficiali dalle nuove tecnologie. C'era
già la
televisione a rovinarle! Già quella macchina infernale
dapprima in
bianco e nero e dopo a colori ha da sempre adulato schifosamente e
meschinamente il consumismo, ora non ci bastava solo Lei, la TV, ma
anche tutta quell'altra bella merda.
Dopo tutta
questa paternale, vi immaginerete un uomo sui sessanta, capelli
brizzolati, barba bianca e occhialetti inforcati ad un naso aquilino,
grosso, con le narici dilatate e piene di peli bianchi. Magari ha
anche una pancetta da birra, la quale viene tenuta nella manona
destra, mentre la grande mole siede su una poltrona in pelle marrone,
attorniata da libri profumanti di vecchio e consumato, proprio come
lui. Be', penso che questo sono io, proprio io, me medesimo.
Affascinante e vecchio. Sì. Ma tra quarant'anni!
Sono un baldo
giovane di vent'anni compiuti da un mese e poco più, amante
di
libri, film e telefilm; passo le mie giornate tra
Università, gruppi
di studio e cinema. Vado a vedere di tutto al cinema, delle volte
trascinandomi delle persone, il più delle volte da solo.
Abito da
solo e spesso mi capita di non avere soldi per comprare i viveri
perché ho speso tutto in biglietti del cinema.
C'è sempre, sempre,
un film che è lì per essere criticato da me. Ho
un computer
portatile, ultima generazione, l'ultimo modello di Nokia come
cellulare, il mio appartamentino esplode di tecnologia; vi starete
dicendo che sono un'ipocrita. Non è così, niente
affatto! Tutti
regali dei miei genitori, due quarantenni con una crisi di
mezz'età
precoce che pensano di rendermi felice regalandomi videogiochi,
memory card, memoria esterna per il computer, e tutte quelle
schifezze che non mi servono. Mi devo ricordare di darle ai bisognosi
prima o poi.
Ritornando al
discorso delle tecnologie, molti dei miei amici e conoscenti hanno
cercato di convincermi di quanto internet e i nuovi progressi siano
utili, ma presto hanno capito che è fiato sprecato. L'unica
persona
che ci prova ancora è la mia amica Aiko (letteralmente:
figlia
dell'amore; vero nome: Irene). Patita di giapponese, del Giappone,
delle sue usanze e del suo grado di tecnologia. È da quando
eravamo
alle elementari che pianifichiamo la nostra "fuga amorosa"
sull'isola di Honshu per stabilirci ad Osaka (anche perché
Aiko
ovviamente è una gran fissata con la cucina giapponese,
quindi Osaka
è il posto giusto per lei, almeno così dice).
Dice lei che se non
si ama la tecnologia non si può amare il Giappone, io direi
di
stabilirci a Kyoto invece, dato che è una città
turistica e non
tanto consumista. Comunque Aiko è l'unica che ci prova
ancora, ma lo
fa con amore e non mi dà fastidio; se, però, lo
fanno mamma e papà,
là mi girano. Sono loro figlio, non un coetaneo, spero che
un giorno
lo capiranno. Credo di essere sempre stato più maturo di
loro,
strano ma vero.
Aiko bussa alla
porta del mio appartamento, chiudo Waethering Hights (non giudicate)
segnando la pagina con un segnalibro pieno di piume (regalo di quel
burlone di mio cugino Riccardo). Come faccio a sapere che è
Aiko?
Solo lei bussa cercando di riprodurre Mr. Taxi delle SoShi con il
suono di un campanello!
-Diego! Dieguccio!- Quando fa così mi viene voglia di lasciarla fuori alla porta. Sorridendo, anzi ghignando, scarto quell'istinto. Apro la porta ed i capelli corti e rossicci della mia amica mi entrano in bocca: questo perché mi è saltata letteralmente addosso.
-Ciao Irene- riesco a dire, soffocando per colpa delle sue braccia e la sua spalla incastrata nel mio pomo d'Adamo. Si stacca e si sistema la gonna nera e gonfia.
-Ho portato una cosa che ti piacerà! Forse l'unica cosa che potresti sopportare di questa tecnologia infernale; uh ho fatto un'assonanza!- Rido, posando piano una mano sul volto.
-Dai, entra prima, ti offro qualcosa; che vuoi?-
-Birra, se c'è. Magari anche due arachidi salati.-
-È il tuo giorno fortunato!- Mi dirigo in cucina, la mia amica mi segue come un cagnolino; si siede sul tavolo della cucina ed accavalla le gambe, sfoggiando i leggins verde limone in tutto il loro splendore. Gli do la bottiglia di birra stappata, prendo da un mobile degli arachidi, li apro e ne verso un po' in una ciotolina; ne mangio due e poi li passo alla mia amica.
-Credo proprio che oggi sia il mio giorno fortunato! A parte la birra frasca in questa calda giornata di metà giugno, ho trovato un'offerta pazzesca da pagare a rate!- La guardo con cipiglio interrogativo e mi appoggio al frigorifero.
-Di che si tratta?-
-Una videocamera!-
-Una videocamera?-
-Sì, hai presente: le usano per fare i tuoi amati film!-
-So cos'è una videocamera, stupida! Ma spero che tu non l'abbia comprata per me!-
-No, certo che no!- Fruga nella borsa e ne caccia una videocamera grigia, una semplicissima Samsung touchscreen, con la possibilità di fare video in altra definizione. -L'ho comprata per noi!- Sbuffando, mi avvicino all'oggetto.
-Sei una pazza.-
-Una videocamera è sempre utile, e se quest'estate vogliamo andare a fare un giro dell'Irlanda nel sud come mi avevi promesso allora ci servirà.-
-Non ci serve nient'altro che la nostra memoria.-
-Diego, io non ne ho, lo sai bene. Mi dimentico anche il giorno del tuo compleanno, e ci conosciamo da una vita!-
-Va bene, questa te la faccio passare. Non ho niente in contrario nelle videocamere, soprattutto se servono solo a filmare bei ricordi e se le cose rimangono a noi.-
-Per la verità ho un canale su youtube da un po', pensavo di mettere qualche video lì.- Sono sicuro che la mia occhiata è tutta un programma; Aiko fa il suo sorriso di scuse a cui non riesco a resistere, ma il mio "no" sta passando senza ostacoli dai miei occhi a quelli della ragazza, penetrandole nella testa e martellandole il cervello. Poi, ad un certo punto, è come se il contatto visivo si spezzasse, perché Aiko scende dal tavolo e mi prende le mani. -Dai, che ti costa? Qualche video, niente di più innocente. Si sentirà più che altro la mia voce, forse qualche volta si vedrà un tuo piede o un tuo dito, ma mai tutti insieme.- Sbuffo una seconda volta.
-E va bene!- Rispondo rassegnato.
-Bene bene bene! Ora passiamo all'inaugurazione!- La ragazza accende la videocamera e la punta sulla mia faccia -Di' ciao a Yamato!-
-Yamato?-
-Yamato video! Su, saluta!- Guardo nell'obiettivo, alzo gli occhi al cielo.
-Ciao, Yamato...-
-Bene!- Irene punta l'obiettivo verso di lei -Io e il mio amico Diego stiamo inaugurando la nuova videocamera; Diego odia tutti i tipi di tecnologie, ma a quanto pare Yamato gli va a genio, questo vuol dire che abbiamo adottato un nuovo cucciolo!-
-Aiko, non lo vorrai mettere su youtube, spero!- Irene gira l'obiettivo verso di me.
-Signor Diego, cosa stava facendo prima del mio arrivo.-
-Stavo leggendo, poi purtroppo è arrivato un guasta feste.-
-Mh, capisco. Cosa leggeva?- Metto una mano davanti a quell'aggeggio.
-Spegni questa cosa.-
-Dai Dieguccio, che leggevi.-
-Wuthering Heights.- Silenzio, poi la mia amica scoppia a ridere.
-Quando inizierai Little Women?-
-Ah ah divertente- rispondo con sarcasmo. -L'ultimo libro che hai letto tu qual è stato, Tre metri sopra al cielo di Moccia?-
-No, per la verità l'ultima cosa che ho letto è stata nel bagno, il manga di Death Note.-
-La smetti di filmare?- Aiko inizia a camminare per casa, inquadrando tutto ciò che trova per strada, arriviamo nella mia camera da letto: il letto non fatto, ehm un preservativo buttato a terra (ma chiuso, eh), la scrivania piena di libri, cuscini sparsi qua e là e vestiti accumulati sulla sedia compongono il mio habitat naturale. Aiko si butta sul mio letto a gambe incrociate, io mi siedo su un pouf adiacente.
-Allora Diego, perché sei così contrario alle tecnologie?-
-Sinceramente? Le trovo inutili: uno spreco di tempo, senza nemmeno un fondamento culturale.-
-Sai che internet potrebbe diminuire la produzione di giornali e libri e quindi diminuire il disboscamento?-
-Non capisco perché gli uomini dovrebbero usare mezzucci per diminuire l'inquinamento! Sono le fabbriche a produrre le nuove tecnologie, quindi si inquina ugualmente. Ci sono mezzi migliori come per esempio la carta riciclata, il riciclaggio, l'utilizzo di prodotti naturali, il rimboscamento e la dispersione in natura unicamente di prodotti biodegradabili, perché non si può pretendere tanto dall'uomo. Il problema è che nessuno fa realmente qualcosa, nemmeno io che ne sto parlando; siamo troppo egoisti ed adottiamo la soluzione: ho fatto una volta una cosa, ho la coscienza pulita, non è più problema mio.-
-Tu non fai qualcosa? Ma se fai la raccolta differenziata, vai unicamente a piedi o con mezzi pubblici, compri libri usati anche se ti puoi permettere tranquillamente quelli nuovi e pur di non comprare libri nuovi usi quelli dei tuoi nonni!-
-Sono piccole cose che non salveranno nessuno.-
-Per non parlare della poca energia elettrica che usi e delle quote di beneficenza che mandi ogni anni per il rimboscamento.-
-Aiko, è diverso. Questo non vuol dire impegnarsi, uno non cambia il mondo; l'unione fa la forza: banale, ma vero. Ora spegni quell'affare?-
-Ok!- Irene finalmente spegne la videocamera con mio grande sollievo; quella cosa mi metteva agitazione!
-Spero davvero che non lo pubblicherai.-
-No, te lo prometto!- Aiko si alza e posa la videocamera nella borsa -Stasera mi vedo con Alberto, Francesca e Carmine, vieni anche tu?-
-Non so, pensavo di studiare stasera. Che fate?-
-Ci facciamo in giro nella galleria d'arte dove lavora Cinzia.-
-Penso di riuscire a passare, ma tardi, ad esempio verso le dieci e mezza.-
-Non ti preoccupare, tanto non pensavamo di andare prima delle dieci, così che tutti avrebbero mangiato a casa.-
-Ti chiederei se vuoi rimanere a cena, ma come ti ho detto devo studiare.-
-Fa niente!- Mi sorride e mi dà un bacio sulla guancia. -Io vado, dude. See you later!-
-Irene!- La chiamo mentre esce dalla porta.
-Dimmi, caro.-
-Non mettere il video.-
-Ti ho detto di no!- Mi fa l'occhiolino e se ne va. Ho la vaga impressione che metterà quel video.
I Bla Bla dell'Autrice»
Salve bella gente! Che dire, ispirazione venuta all'una e cinquantadue di notte, la stanchezza causa brutti scherzi e partorisce brutte idee. No, per la verità per la prima volta sono fiera di ciò che ho scritto. Spero che sia piaciuto anche a voi questo capitolo.
×La Romance de Lune [rating arancione - rating rosso]
×Because The Night* [One Shot]