Prologo
Modifichiamo
un po’ questo finale di stagione, volete? Non volete? Bene, a me va. Diciamo
che modificherò solo un piccolo particolare. Due piccoli particolari, anzi.
Ok, le Nuove Direzioni sono arrivate dodicesime, perché quel mostriciattolo di
Finn ha baciato Rachel. Si, nella mia storia è stato LUI a baciarla. Lei gli ha
piazzato i pugnetti sul petto e l’ha respinto, ma non prima di aver
scandalizzato il pubblico con questo bacio del tutto inappropriato. Per non
andare troppo fuori tema, diremo che Rach ci ha provato, per un secondo, a
ricambiare, ma si è resa conto che non era proprio quel che voleva dalla vita.
C’è la carriera, prima, no? New York. Chi si lascerebbe sfuggire NYC per un
bietolone alto due metri? Non Rachel Berry. Non la mia, almeno. Quindi ci siamo
capiti, niente Finchel nel finale.
Secondo piccolo particolare. Santana si è infuriata, si, ma solo col suddetto bietolone.
E stranamente ha preso le difese di Rachel, alla fine dello spettacolo. Se non
fosse intervenuto il professor Schue, avrebbe tirato fuori tutte quelle lamette
dai capelli e le avrebbe tirate a Finn. Come fanno quei giocolieri, quelli che
tirano coltelli contro una ruota che gira, a cui è saldamente fissata una
valletta. Avete presente? Solo che questa volta, il bersaglio dell’ispanica
sarebbe stato un bestione che occupava da solo l’area totale di una ruota
panoramica, per di più immobile ed impossibilitato alla fuga. Insomma, vi
dicevo. Ha preso le difese di Rachel, urlando spazientita che non si trattano
così le ragazze, che l’aveva visto, mentre cercava di trattenerla quando lei
chiaramente lo stava rifiutando. Bene, queste sono le premesse. Adesso arriva
il succo della storia. Ce ne ho messo di tempo, eh?
-Berry,
apri questa porta, sto diventando vecchia!!- una quasi isterica Santana bussava
frenetica all’uscio di casa Berry. Sentì del trambusto al di là della porta
chiusa, e poi, finalmente, qualcuno venne ad aprirle. Aveva le braccia strette
sotto al seno, stava sbuffando sonoramente ed aveva l’aria di non voler essere
lì. Ma c’era.
-Che diamine vuoi, a quest’ora del mattino, Santana?- annunciò stizzita Rachel,
che indossava una canottiera e dei pantaloncini corti, mentre in testa aveva un
enorme asciugamano rosa come turbante. Aveva il volto paonazzo, e piccole
goccioline d’acqua colavano dal collo sulla maglietta.
-Fammi entrare e te lo dico, no?- spazientita, la procace mora spinse di lato
l’altra, appropriandosi dell’atrio quasi fosse il suo.
-La prima volta non te l’ho detto, Manhands, ma i tuoi hanno davvero gusto. Non
fosse per tutte le stramaledette foto di te che ci sono in giro, sembrerebbe
una casa normale. Ma per favore, non farmi vedere la tua camera.- detto questo,
si diresse con passo sicuro verso quella che pensava fosse la cucina. Si
intrufolò dentro e, non notando i genitori della ragazza, si diresse verso il
frigo e ne prese una bottiglietta d’acqua, stappandola e bevendone qualche
sorso, prima di puntare gli occhi verso Rachel, che l’aveva seguita.
-Mettiamo in chiaro una cosa, Lopez. Questa è casa mia, e pretendo che tu abbia
rispetto per me, almeno qui. Ci metto poco a prendere a calci quel culo
ispanico da qui fino a casa tua. Ok? – tipica posa alla Berry, pugni stretti
sui fianchi e sguardo di fuoco. Non avesse avuto quel coso in testa avrebbe
pure potuto impaurire qualcuno.
-Allora arriverò al sodo. Ho bisogno di te. C’è una cosa che voglio fare, e
solo tu sei in grado di tener testa ad un’operazione come questa. Perché anche
se ci prendiamo a cornate ogni santo giorno, so che la pensi come me. A volte
mi sorprendo a pensare che se solo volessi, con la cattiveria che ti scorre in
corpo, potresti essere una mia discepola. Poi vedo quei tristi pony sui tuoi
maglioni e penso che ti taglierei volentieri le vene, giusto per farti un
favore. – Santana increspò le labbra in un sorrisetto strafottente, incrociando
nuovamente le braccia al petto e poggiandosi al piano cottura, disinvolta.
L’altra era a bocca aperta, ma velocemente il suo cervello elaborò tutte le
informazioni e decise di soprassedere sul discorsetto in parte elogiativo, in
parte offensivo. Non poteva farsi sfuggire l’occasione di portare Santana dalla
sua parte.
-Tagliamo corto. Va bene. Cosa vuoi, di preciso? – le si avvicinò e le tolse la
bottiglietta dalle mani, possessiva anche di una stupida cosa come quella.
Puntellò poi le mani sull’isola della cucina e fece leva per sedersi
comodamente sulla superficie di marmo liscio. Fissò con insistenza la compagna,
in attesa.
-Devi cantare con me. Ho intenzione di fare una specie di….Kelly Vention. E’
ora che quelli del Glee la smettano di rompermi l’anima con drammi, piagnistei,
tradimenti o quel che sia. Ho la canzone perfetta per ognuno di loro, ma ho
bisogno della tua voce, la Clarkson non è completamente nelle mie tonali…-
-Ci sto.- non l’aveva neanche fatta finire. Un luccichio pericoloso era apparso
negli occhi della cantante, che fissava con aspettativa febbrile la Lopez.
-Se non avessi avuto tu l’idea, l’avrei proposta io a breve. Ho già in mente
anche un piano. –
Possiamo lasciare le
nostre eroine ora, mentre delineano quel piano che anche voi scoprirete,
continuando a leggere. Hanno intenzione di far arrabbiare qualcuno?
Probabilmente. Riusciranno a cantare senza uccidersi? Sarà da vedere. Che
diamine verrà fuori da tutto questo? E che ne so, mica prevedo il futuro io. Io
sono la burattinaia. Oh, già, allora probabilmente so come andrà a finire la
storia. Simpatica, eh?
No,
niente, uno sclero totalmente senza senso, di 8 capitoli (più questo stupido
prologo). Pezberry Friendship e…boh, vediamo che succederà. =)
BascioCascio
Vevve