Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Alys93    03/07/2011    9 recensioni
Tokyo, tranquilla e movimentata città che sta per diventare teatro di nuove ed emozionanti vicende.
Sono passati diciotto anni dal giorno in cui, per Inuken ed Izayoi, è cominciata una nuova vita ed ora la famiglia è cresciuta. Sesshomaru, ormai ventenne, affronta i continui esami dell'università, Inuyasha, quasi diciottenne, si affaccia invece all'ultimo anno delle superiori.
Ma un nemico comune si profila all'interno dei corriodoi scolastici, un nemico che rivelerà non poke sorprese ai due fratelli. accanto a lui, nuovi amici fanno la loro comparsa e, forse, per i due giovani sboccerà anche l'amore.
Dopo la FanFiction "Non arrenderti", ecco il suo sequel, "Io non mi arrendo!". mi auguro che sia di vostro gradimento.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Mai arrendersi'
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Eccomi di nuovo a voi, gente! lo so, lo so... mi sono fatta attendere, ma credetemi, solo il 1° cappy mi ha dato un sacco di problemi... vi dico solo ke la rifinitura è durata + della stesura. -.- Cmq, ora sn qui, con il sequel di "Non arrenderti" e spero tanto ke possa piacervi. oltre i personaggi ke già sapete, ce ne saranno tanti altri! vi assicuro ke ne vedrete delle belle! ok, non voglio annoiarvi oltre. vi auguro buona lettura! vostra Alys93

Io non mi arrendo!
 

 

Capitolo 1: Incubi da indigestione!

 

Tokyo, grande metropoli di fama mondiale e capitale di uno dei paesi più all’avanguardia del pianeta.
Una città che non dorme mai, sempre piena di vita, luci e musica. In uno dei tanti quartieri residenziali, avvolti ormai da una morbida oscurità, appena rischiarata dalla luce delle stelle, stava succedendo qualcosa d’inconsueto.
Una musica piuttosto allegra proveniva dal grande salotto dalle tinte chiare, attirando l’attenzione di un ragazzo, placidamente rintanato nella propria stanza.
Ma chi è che ha messo questa musica? si chiese incuriosito, alzando gli occhi dai libri che stava esaminando, Certo, non è il mio genere… Chi altro c’è in casa?.
La cosa gli sembrava piuttosto strana; era sicuro di essere solo quella sera!
I suoi erano fuori e sarebbero tornati tardi, suo fratello era andato agli allenamenti e non sarebbe arrivato prima di un’ora e mezza…
E, allora, chi cavolo c’era?
Deciso a saperne di più, attraversò silenziosamente il corridoio in penombra, tenendo la schiena premuta contro la parete.
Si mosse silenziosamente, trattenendo anche il respiro; sapeva bene che c’erano persone capaci di percepire il più flebile sospiro.
Trattenne a stento un gemito quando urtò contro uno scaffale e si passò una mano sulla tempia, prima di procedere ulteriormente.
Un piccolo coro di risate gli fece inarcare un sopracciglio scuro, e la sua mente si chiese nuovamente chi diavolo ci fosse in salotto.
A giudicare dai rumori, ci doveva essere almeno una dozzina di persone… ragazze soprattutto, almeno a giudicare dalle risate acute.
Ormai divorato dalla curiosità, spiò dal buco della serratura e… e per poco non gli venne un infarto! Quello che vedeva..
No, non poteva essere… Era praticamente impossibile! Andava contro ogni legge razionale che conoscesse!
Quello che vedeva era assurdo! Non aveva senso!
Si allontanò appena, sfregandosi gli occhi per essere sicuro di vederci bene, ma quando si riaffacciò nella toppa, la scena che gli si presentò era la stessa.
Un giovane piuttosto aitante, dai lunghi capelli d’argento e gli occhi color ambra stava seduto sul comodo divano beige.
Ok, fin qui, niente di speciale, anche se non si aspettava di vederlo lì, a quell’ora.
Quello che lo lasciava allibito era il fatto che fosse letteralmente circondato da ragazze, sia demoni che umane, in abiti alquanto succinti.
In che mondo parallelo era finito?
In quale galassia opposta era stato catapultato?
Di colpo, come se qualcun altro controllasse il suo corpo, si ritrovò in piedi e, perdipiù, sorridente.
Rimase shoccato nel vedersi vestito come un cameriere dell’Ottocento, con tanto di livrea verde e oro.
Ma che cavolo stava succedendo?
Improvvisamente, la porta si mosse dolcemente sui cardini, spinta da una mano invisibile e lui si diresse verso il salotto.
Suo fratello alzò lo sguardo dalla deliziosa scollatura della sua vicina e sorrise “Inuyasha, finalmente! Iniziavo a chiedermi dove fossi finito”.
Il diretto interessato sorrise “Scusami, ma volevo essere certo che le tartine fossero perfette”. Un momento, aveva detto… tartine?
Solo in quel momento si rese conto di reggere con la sinistra un vassoio carico di tartine di ogni tipo, dall’aria alquanto invitante.
Poggiò il vassoio sul tavolino di vetro ed aggiunse “Ci tengo a questi particolari, lo sai”.
Cosa? Ma che diavolo stava dicendo?
Era rincitrullito di botto, per caso?
“Sei sempre impeccabile, fratellino” sorrise Sesshomaru, facendo cenno alle ospiti di servirsi di tutto quel ben di Dio.
“Prendine anche tu, Inuyasha” disse benevolo “Dopo tanto lavoro in cucina, ti meriti di gustare quello che hai preparato”.
Inuyasha ebbe l’impressione che la sua mente si fosse come sdoppiata; una parte gli diceva di comportarsi in maniera perfetta ed impeccabile, ed era quella su cui non aveva controllo, che agiva per conto suo.
L’altra, invece, quella che sentiva come propria, gli urlava Che cosa accidenti stai facendo, pezzo di scemo?.
Ad essere sinceri, non lo sapeva nemmeno lui!
Da quando lui cucinava tartine? Al massimo, aveva aiutato sua madre ad imburrarle e le passava gli ingredienti, ma lui era una vera frana ai fornelli!
L’unica volta che si era cimentato come cuoco, per poco non aveva mandato a fuoco la cucina! La parte estranea della sua mente lo “costrinse” a sedersi accanto al fratello maggiore, gustando una deliziosa tartina al salmone. In effetti, non erano niente male…
L’altro sorrise, mentre una demone gatto gli si strusciava contro con abili movenze, decisamente sensuali.
Sesshomaru sorrise divertito e fece segno alla ragazza di sedersi sulle sue gambe, dandogli modo di ammirare il corpo longilineo.
“Ryoko, vedo che hai voglia di divertirti, stasera” disse con tono allegro, “Tu dici?” sorrise la ragazza, giocando con i suoi capelli d’argento.
Sembrava estasiata dalla morbidezza di quella coma color della luna, e non smetteva di sfiorarla. “Allora, stasera starai con me” disse suadente “Non sai quanto mi faccia piacere, tesoro…”.
Prese una tartina dal vassoio e la porse all’inu-youkai, che le rivolse un’occhiata decisamente da brividi, prima di mangiarla.
Un messaggio che la youkai capì al volo, incurvando le labbra deliziata, mentre il giovane sorrideva a sua volta.
Lei scosse i capelli color mogano, facendo le fusa soddisfatta quando la mano del ragazzo le accarezzò la schiena scoperta.
Mentre si godeva quel massaggio, lanciò un’occhiata maliziosa ad Inuyasha e sussurrò “Proprio un bel cuccioletto, non trovi Fumie?”.
Una ningen dai folti capelli rossi annuì con aria deliziata, prima di passare una mano sul collo del giovane.
“Oh, sì… Sesshy, ti dispiace se ti rubo il tuo fratellino per un po’?” chiese con voce di miele. Sesshomaru sorrise benevolo “Perché no… Tu sei d’accordo, Inuyasha? Ti assicuro che Fumie.. è un vero vulcano”.
La parte sconosciuta della sua mente, ormai fuori uso, fece annuire il mezzo-demone, mentre sfiorava la pelle candida della ragazza.
Decisamente morbida, doveva ammetterlo…
Come se fosse un robot comandato a distanza, si alzò dal divano assieme alla rossa, dirigendosi verso la propria camera.
La sua parte razionale lottò con tutte le proprie forze per ribellarsi a quella situazione, ma senza alcun esito.
Sembrava come imprigionato in quell’universo decisamente folle, senza che riuscisse a trovare una via d’uscita.
Le sue orecchie si mossero impazzite quando sentì la risata del fratello maggiore, accompagnata dagli strilletti delle ragazze rimaste in salotto.
Non voleva neanche immaginare cosa stessero facendo!
Ok si disse sconfitto, mentre Fumie lo trascinava dolcemente nella stanza, Se proprio devo vivere questo sogno assurdo, pazzesco e decisamente folle, che sia… Spero solo di svegliarmi!.
Il morbido tonfo della porta che si chiudeva alle sue spalle sembrò esaudire il suo desiderio.
 
“Inuyasha. Inuyasha, svegliati su” lo richiamò una voce dal corridoio, seguita da alcuni colpi alla porta “Dai, dormiglione. Farai tardi a scuola!”.
Il ragazzo si sollevò di scatto, fissando la stanza attorno a sé, ma dovette schermarsi gli occhi a causa del riverbero accecante del sole.
Era nella sua camera, nella casa dove si erano trasferiti all’inizio dell’estate.
Ogni cosa, ogni singolo mobile era al suo posto; Diamoci una calmata mormorò tra sé Sei sveglio. Per fortuna, la follia sembra finita.
Si passò una mano sulla fronte, chiedendosi da dove diavolo gli fosse uscito quel sogno così assurdo, quando il leggero cigolio della porta lo fece voltare.
“Inuyasha!” esclamò Izayoi, affacciandosi nella stanza “Tesoro, devi alzarti o farai tardi a scuola”. Inuyasha la fissò con gli occhi sgranati, chiedendo “Ok, in che anno siamo? Dimmi che ho aperto gli occhi e quel sogno pazzesco è finito!”.
“Tesoro, ma ti senti bene?” mormorò la madre, poggiandogli una mano sulla fronte “Di che sogno parli?”.
Il ragazzo si lasciò cadere sul letto, sospirando sollevato “Meno male… Nessun mondo parallelo, con un fratello impazzito ed irriconoscibile”.
“Io direi che, in questa casa, l’unico pazzo sei tu” commentò Sesshomaru, strofinandosi i capelli bagnati in un asciugamano “Muoviti, baka”.
Il fratello annuì, dirigendosi verso il bagno per riprendersi dal sogno e svegliarsi del tutto. L’acqua fredda lo aiutò a ritrovare un solido legame con la realtà, scacciando le ultime tracce di sonno ed un sorriso gli spuntò sulle labbra, mentre tornava in camera.
“Mamma, posso chiederti un favore?” chiese, aprendo l’armadio alla ricerca della divisa scolastica.
“Dimmi pure, caro” lo incitò lei, preoccupata dal suo comportamento “Cosa posso fare per te?”.
“La prossima volta che c’è tofu per cena, che ne so…” mormorò il figlio “Tirami un orecchio, fammi dare un calcio da Sesshomaru, quello che vuoi, ma impediscimi d’ingozzarmi, ok?”.
Sicuramente era colpa dell’indigestione se aveva fatto quell’incubo pazzesco!
Accidenti a lui ed alla sua golosità! Ma che poteva farci se sua madre cucinava così bene?
Beh, forse quattro porzioni erano decisamente troppe; avrebbe fatto bene a controllarsi, in futuro.
Non gli andava di fare altri incubi come quello; rischiava seriamente la salute mentale. “Inuyasha, ma sei sicuro di stare bene?” chiese Izayoi, “Non credo… Non dopo il sogno che ho fatto” mormorò lui “Ma dove cavolo è finita la mia divisa?”.
“Ce l’ho io, caro” sospirò la donna “La nuova divisa, quella che devi mettere quest’anno”.
“Ah, giusto. La nuova scuola” mormorò l’hanyou “Me n’ero totalmente dimenticato! Ma dove ho la testa, oggi?”.
Prese la divisa che la madre gli porgeva e si sbrigò a sistemarsi, per essere pronto a seguire il fratello nel nuovo istituto.
Si sistemò al meglio la giacca, lanciando un’occhiata critica allo specchio sul cassettone.
Il suo riflesso gli rivolse lo stesso sguardo, rivelando un paio di occhi ambrati, abbelliti dalle sopraciglia scure.
I lunghi capelli color argento gli ricadevano lungo la schiena, simili ad una cascata di metallo lucente.
Sulla sommità del capo, due morbide orecchie bianche da cucciolo rendevano il viso più dolce, rivelando anche la sua natura di mezzo-demone.
Questa divisa è molto meglio di quella che indossavo prima mormorò compiaciuto, girando su se stesso.
In effetti, la precedente uniforme non era niente al confronto.
La casacca nera con bottoni giallo paglierino posti fin sotto la gola sfigurava davanti alla candida camicia ed alla giacca blu polvere, dallo stile più elegante, ma pur sempre sobrio.
Per un attimo, si sentì come suo padre, elegante e formale nei suoi completi da avvocato, ed un sorrisetto gli illuminò il volto.
Che si spense quando vide che gli mancava la cravatta verde prato, che non aveva la minima idea di come andasse sistemata.
“Inuyasha, sei pronto? La colazione è in tavola!” lo richiamò la madre, “Sì, sto cercando di sistemare la cravatta”.
Sesshomaru lo fissò dal corridoio e scosse la testa, prima di entrare “Ti faccio vedere come devi fare… Finirai per farti un cappio, in questo modo”.
Prese la propria cravatta, rosso carminio per distinguere gli studenti dell’università da quello delle superiori, e, con gesti lenti, fece un nodo a regola d’arte.
“Ti è più chiaro, adesso?” chiese con tono piatto, osservando i tentativi del fratello per imitarlo. “Credo” mormorò lui, facendo passare la propria cravatta nel nodo preparato, poi osservò il risultato e scosse la testa “Ok, ho bisogno di molta, molta pratica”.
“Direi” ridacchiò Izayoi, entrando per capire perché ci stessero mettendo così tanto, “Aspetta, hai sbagliato il nodo”.
Con pazienza, sistemò il figlio in maniera adeguata e diede una delicata stretta alla cravatta di Sesshomaru, “Adesso siete perfetti”.
I due sorrisero, dirigendosi verso la cucina, e Inuyasha fece mente locale di non ingozzarsi mai più come la sera precedente.
Non aveva voglia di fare altri incubi assurdi! Mentre finiva, sentirono i passi del padre nel corridoio e si voltarono appena in tempo per vederlo entrare.
“Allora, come stanno i mie giovanotti?” chiese sorridendo, “Bene, anche se Inuyasha sembra sconvolto per chissà quale motivo” disse Sesshomaru, prendendo la sua ciotola.
L’altro gli lanciò un’occhiataccia “Anche tu saresti leggermente sconvolto, al posto mio”.
Gli puntò contro le bacchette con aria truce “Ti conosco bene, Sesshomaru, e sognare che organizzi una sorta di festino con delle ragazze piuttosto allegre ed io che ti faccio da cameriere… Beh, scusami se faccio fatica a riprendermi!”.
Il fratello sembrò essersi congelato sul posto, solo il guizzare dei suoi occhi d’ambra rivelava l’entità del suo shock.
Probabilmente, il suo cervello si stava sforzando di elaborare e digerire quanto aveva appena sentito…
Inuken scoppiò a ridere “L’indigestione ti fa brutti scherzi, Inuyasha! È meglio che eviti di mangiare così tanto la sera”.
Lui annuì depresso “A chi lo dici… Credevo di essere finito in un mondo parallelo e decisamente folle!”.
Il padre diede un’affettuosa pacca ad entrambi, dicendo “Comincia un altro anno…  E tu vai in una nuova scuola, Inuyasha”.
“Cerca di imparare presto i vari corridoi” lo avvertì Sesshomaru “Quel posto sa diventare un vero labirinto”.
Per un attimo, si chiese se fosse il caso di parlare al fratello dei vari inconvenienti che avrebbe inevitabilmente trovato, ma decise di farlo lungo la strada.
Meglio non arrischiarsi ad aprire bocca davanti ai genitori, non su quella questione, almeno… “Saremo nello stesso edificio?” gli chiese il fratello, “Non proprio. L’università e le superiori sono collegate dal cortile” spiegò lui “Può darsi che c’incroceremo”.
“Spero che gli esami non ti diano problemi” mormorò il padre “Ma non ne hai mai avuti… Il terzo anno non è una passeggiata, ma sono fiducioso”.
Gli fece l’occhiolino, sorridendo “Anche se spero che alzerai gli occhi dai libri, di tanto in tanto”. Sesshomaru storse il viso, capendo a cosa alludesse il genitore, ma non riuscì a replicare.
Di colpo, il suo telefonino prese a squillare e gli lanciò un fugace occhiata per capire chi fosse. Un leggero sbuffo gli sfuggì dalle labbra “Ancora quell’idiota di Jaken… Possibile che non riesca a prendere appunti da solo?”.
“Il tuo… copia-tutto?” ridacchiò Inuyasha “Secondo me, basterebbe una delle tue occhiate gelide per fargli capire che non lo vuoi tra i piedi”.
Sesshomaru lo congelò con lo sguardo, strappandogli una risata “Ecco, intendevo proprio una di quelle!”.
Ignorandolo a bella posta, il maggiore dei Taisho si diresse alla porta “Devo andare, o quella sanguisuga di un kappa finirà per arrivare qui”.
E la cosa non mi piace per niente. Possibile che mi debba sempre stare così appiccicato? borbottò innervosito.
Lanciò uno sguardo alla famiglia e disse “Ci vediamo a cena. Ho gli allenamenti, oggi pomeriggio”.
Izayoi gli porse la giacca ed annuì, sorridendo “Va bene, ci vediamo stasera. Buona fortuna, tesoro”.
Il giovane demone le fece un cenno, prima di uscire, sospirando quando arrivò alla fine del vialetto circondato da aiuole.
Anche se erano passati quasi vent’anni da quando sua madre era morta ed Izayoi era entrata nella loro vita, quelle manifestazioni d’affetto lo facevano sentire.. un po’ a disagio.
Non che non volesse bene alla sua matrigna, che l’aveva sempre trattato come se fosse figlio suo, ma era proprio il suo carattere a farlo reagire in quel modo.
Chi non lo conosceva bene, si divertiva a definirlo un pezzo di ghiaccio, ma i pochi che riuscivano a penetrare sotto la dura corazza sapevano bene che tipo fosse in realtà.
Scrollò le spalle ai quei pensieri e si diresse verso l’università, maledicendo mentalmente quell’idiota di un kappa e sperando che il fratello non si cacciasse nei guai il primo giorno di scuola.
Purtroppo sapeva che difficilmente il suo desiderio sarebbe stato esaudito.
 
Inuyasha guardò il fratello uscire e sbuffò appena “Mi chiedo con quale pazienza sopporti quel kappa… Lo chiama praticamente tutti i giorni!”.
“Magari ha solo bisogno di una mano nello studio e sa che può contare su Sesshomaru” propose Izayoi.
Il figlio si trattenne dallo sbuffare ancora: Sesshomaru era uno studente a dir poco brillante, che passava ogni esame con ottimi voti.
Non che lui fosse un somaro, anzi, le sue schede erano buone, ma si sentiva in uno stato d’inferiorità rispetto al fratello.
Quest’anno ce la metterò tutta! promise a se stesso Magari non raggiungerò quel genio, ma voglio rendere orgogliosi i miei come non ho mai fatto!.
“Ok, io ho finito. Sarà meglio che vada, o farò davvero tardi” mormorò, posando la ciotola e le bacchette.
“Inuyasha, aspetta un momento” lo richiamò il padre, poggiandogli una mano sulla spalla. “Dimmi, che c’è?” chiese lui, guardandolo curioso, “Ti ricordi il discorso che ti ho fatto all’inizio delle superiori? Quello sul non ascoltare i commenti altrui?”.
“Sì, me lo ricordo” annuì il ragazzo “E ho sempre fatto del mio meglio per ascoltarlo. Anche se sai che ho un carattere del cavolo”.
Inuken sorrise “Sì, lo so. Ma ricordati sempre che l’essere un mezzo-demone ti rende unico. Hai in te le migliori qualità di entrambe le razze, non dimenticarlo mai”.
Gli diede una pacca sulla spalla e sorrise più ampiamente “Buona fortuna per il nuovo anno, ragazzo mio”.
Gli arruffò i capelli e, dopo aver salutato la moglie con un bacio, afferrò la valigetta ventiquattrore e si diresse al proprio ufficio.
Inuyasha si sistemò la frangia scompigliata e, preso un berretto da baseball, salutò la madre “Ci vediamo nel pomeriggio, ok?”.
L’abbracciò sorridendo e disse “Non stare in pensiero per me. Tanto c’è anche Sesshomaru, lo sai”.
“Fa’ attenzione” gli raccomandò Izayoi “E non preoccuparti di quello che dicono gli altri. Tu sei speciale, tesoro”.
“Fortuna che me lo ricordi sempre” ridacchiò il figlio, uscendo dalla porta e sorridendo ai tiepidi raggi di sole.
Si sistemò meglio il berretto sulle orecchie, deciso a toglierselo solo a scuola, e si avviò verso l’edificio, pronto ad affrontare un anno che si sarebbe rivelato un’autentica avventura. 
 


Fatto! e questo era il primo capitolo, giusto un'introduzione alla FF. oh, spero di nn avervi sconvolto troppo con il sogno di Inuyasha, Sesshomaru nn è COSì OCC, nn temete! vi giuro, nn so ke darei x avere una telecamera con cui inquadrarvi mentre leggete! XD immagino le facce!
cmq, se volete, potete kiamarmi ScleroGirl.. tanto lo so ke sn mezza matta XD Mi auguro ke la FF vi piaccia! alla Prossima!
   
 
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