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Autore: Luli87    03/07/2011    12 recensioni
Qualcuno si aspettava che io parlassi delle vacanze tanto meritate dai nostri eroi dopo le mie scorse long-fic? Sbagliato!! Eccoci ad un'altra avventura! Niente russi? Niente pagliacci assassini? Vedremo!
Tutto parte da "Diamanti"... pronte? Si parte! Buona lettura!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
“Svegliarsi innamorata”

Ore 7.40 Appartamento di KB
Il sole brillava in cielo già da pochi minuti quando finalmente Kate aprì gli occhi.
Sorrise e si girò nel letto, facendo ben attenzione a non schiacciarsi la pancia.
Con una mano, si accarezzò dolcemente il ventre. Con l’altra, strofinò gli occhi.
Cuscini di ogni tipo la circondavano, dalla testa ai piedi, grandi e piccoli, uno più morbido dell’altro.
Rick e le sue bizzarre idee.
“Immersa nei cuscini dormirai sogni tranquilli e il nostro bambino ne sarà felicissimo vedrai!” le aveva spiegato pochi giorni prima, entrando in casa seguito da dieci fattorini.
Premuroso il suo Rick. E non aveva badato a spese.
Sdraiata su un fianco, annusò il profumo delizioso che emanava il cuscino su cui appoggiava la testa: sapeva completamente di lui.
Da quando era stata pugnalata, meno di un mese prima, durante un caso importantissimo in cui perfino l’FBI era stato coinvolto, Castle non l’aveva mai più lasciata sola. Le aveva proposto di trasferirsi nel suo loft, ma ancora Kate non se la sentiva. Inserirsi così nella vita di Alexis e Martha non le piaceva, voleva che le cose accadessero piano, con il tempo.
Così Rick le aveva dato una copia delle sue chiavi di casa e la detective aveva fatto lo stesso.
“Non dormirai mai da sola però” le aveva garantito.
“Anzi, non sarai mai sola. Resterò sempre con te.” Le aveva sottolineato.
Si era preso cura di lei, ogni giorno ed ogni notte, ad ogni nausea, ad ogni dolore, ad ogni visita medica. Infine aveva preteso che si prendesse una pausa dal lavoro, scartoffie comprese, e che stesse lontana dal distretto, per non ricadere nemmeno nella voglia di toccare né la pistola né il distintivo.
Quella mattina si era alzato alle 6.30 per accompagnare la figlia e la madre in aeroporto: Martha aveva un importante spettacolo da realizzare a Londra e Alexis si era offerta per accompagnarla, desiderosa di visitare la città.
Kate sentì un piccolo borbottio dal suo stomaco. Era sicuramente la fame, ma pensò subito alla vita che portava dentro di sé: “Che dici, piccolino, è ora di alzarsi e preparare la colazione al papà?” chiese, guardando la propria mano compiere dolcissimi movimenti sulla pancia.
Che strano effetto che le fece. Strano, sì, ma piacevole, ogni giorno di più.
Dannatamente piacevole.
Lentamente si alzò e, dopo un profondo sbadiglio, si diresse in bagno.
Guardandosi allo specchio, si meravigliò di se stessa: aveva sentito dire che la gravidanza può rendere una donna più bella, più solare, più serena. Ed era proprio vero. Ma, forse, ciò che la faceva sentire così non era soltanto l’aspettare un bambino, ma anche l’amore assoluto che Richard Castle le stava mostrando da mesi a questa parte. E poi, aspettava un bambino dall’uomo di cui era interamente, pazzamente, completamente innamorata. E ancora, non di meno importanza, il periodo di relax che aveva deciso di concedersi, per ordine del suo uomo, del suo capitano e anche del suo ginecologo, aveva davvero i suoi lati positivi.
Maternità: gran bella avventura.
Alzò la maglia del pigiama e si osservò di profilo, immaginando i futuri cambiamenti che il suo corpo perfetto avrebbe subito. Ancora la pancia non si vedeva, ma di certo non era più piatta come un mese prima.
Terzo mese.
Sorrise di nuovo, accarezzandosi.
Sì, il suo bambino stava crescendo.
Il loro bambino.
O la loro bambina. Ancora non si sapeva!
Un altro borbottio la fece distrarre dai suoi incantevoli pensieri.
Aveva davvero fame.
Guardò l’orologio: le 7.50. Rick sarebbe arrivato in meno di un paio d’ore.
Si diresse in cucina, con l’idea di preparare i pancakes.
Farina, latte, burro, uova. Rick aveva portato grandi cambiamenti anche nella sua cucina e non poteva che essergliene grata. Il frigorifero era pieno di cibi sani e non avrebbe mai più dovuto ordinare consegne a domicilio di alcun tipo.
Ogni cambiamento a cui stava andando incontro, era una sfida per se stessa. Ma non riusciva a non sorridere: se Rick rappresentava il futuro, non poteva che accettare senza discutere.
Quando fu tutto pronto per essere infornato, le sembrò di sentire un profumo familiare, dolce, caldo: caffè. Voglia? No, abitudine. E già le mancava terribilmente.
No Kate, resisti al caffè. Per altri 9 mesi almeno, niente caffè, cercò di autoconvincersi.
Così, si preparò un bel bicchiere di succo d’arancia.
Si sedette al tavolo della cucina e guardò fuori dalla finestra.
“Non ti potrò portare il caffè per un po’, sopravvivrai?”
“Basta che non lo porti ad un’altra musa!”
“Sei tu la mia unica musa Kate!”
Sorrise di nuovo, stringendo il bicchiere tra le mani.
Quante volte si erano rincorsi, scappando?
Quante volte si erano cercati, nascondendosi?
Quante ne avevano passate insieme?
Adesso andava tutto bene.
Tutto perfetto.
Amava quella sensazione di relax, di completa serenità.
Senza problemi, senza pensieri.
Lei, Rick e il loro amore.
E un futuro insieme.
Il suono del citofono richiamò la sua attenzione: sicuramente Castle aveva dimenticato a casa le chiavi. Non si smentiva mai. O semplicemente non era abituato ad avere due mazzi di chiavi di casa.
Kate si alzò e si diresse alla porta.
“Non mi dire, come al solito hai dimenticato le…?” ma si interruppe.
“Ciao Kate!”
“Ehi! Che sorpresa! E tu che cosa ci fai qui?"
 

  
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