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Autore: Stukas are Coming    04/07/2011    1 recensioni
Ho iniziato questa storia quando ero in prima media,gettando le parole sui fogli di nascosto per paura che le prof mi vedessero. Non so come possiate giudicarla,probabilmente non granché,ma ne sono molto affezionata perché ha raccolto ogni sviluppo del mio amore verso quel gruppo incredibile che sono i TH,e soprattutto verso Tom Kaulitz.Voglio ricordare che non è copiata da Twilight,anche perché lo detesto.I luoghi sono tutti reali, è Genova.Spero vi piaccia, almeno un pochino.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sofia

 

 

 

Quando arriverà il

Demonio per te ?

Alexandr Puškin

 

Venerdì 17. Di colpo la sveglia suona e mi fa saltare per aria.

Reazione post- traumatica: allungo un braccio. Inizio a dare manate sul comodino per fermare l’ attentatrice al mio sonno, e dopo aver dato mille colpi alla cieca riesco ad acciuffarla e a farla spegnere.

Sbadiglio, confido nel mio dio anti- scivolamento e prego che mi faccia arrivare sana e salva prima fino in bagno senza inciampare dal sonno, e poi in cucina dove mi aspettano mia madre e il latte con qualche goccia di caffè.

Dopo averlo bevuto risalgo su e dopo essermi lavata scelgo, dal mio armadio con il poster di Hello Kitty sopra- adoro il mio mondo completamente rosa, tutto fragole e panna, come mi delizia dire- il mio paio migliore di jeans firmati, i più alla moda azzurro chiaro che sono costati 130 euro, di quelli strettissimi in fondo; una maglia rosa e le mie Hogan beige e oro che tutte invidiano. Adoro farmi invidiare. Poi mi accingo a riporre libri e astuccio nella mia borsa Musto bianca.

La mia camera è bellissima, tutta così rosa confetto, ma l' oggetto che più amo è il meraviglioso letto a baldacchino. La struttura non è molto alta, anche perchè il soffitto della stanza non consente grandi altezze. Le tendine sono bianche, semitrasparenti, e solitamente le tengo alzate... Così principesco! Appena l' ho visto l' ho voluto subito, e subito me lo hanno comprato.

Termino di mettere tutto dentro alla Musto e mi guardo attentamente allo specchio.

Certo che ho proprio dei begli occhi, verdi chiari ! E perché, i capelli ? Liscissimi, lunghi fin dopo alle spalle, castani con riflessi rossicci ed una frangia che scende perfettamente fino a coprire le sopracciglia, che sembra tagliata con il righello ? Se non fosse per il mio collo a mio giudizio un po’ troppo esile, sarei perfetta… Ma parliamoci chiaro, suvvia, io sono perfetta. Ho un corpo sottile e proporzionato, delle belle gambe e braccia delicate, un bel seno con delle lentiggini che adoro ( le mie amiche molto coloritamente dicono che ho due tette da sballo ) e delle mani molto eleganti. Si, sarò vanitosa, ma d’ altra parte chi se ne importa. Ogni bella ragazza dovrebbe fare come me. Altrimenti non c' è gusto.

Chissà perché mi sento così elettrizzata, oggi... Ah si ! Ci avevano detto che sarebbero arrivati quattro nuovi ragazzi, quattro maschi tutti tedeschi. Io li voglio tutti biondi con gli occhi color del cielo, è l' unico modo per cui un ragazzo possa essere bello. E poi voglio trovare

il mio principe azzurro.

Già da qualche giorno Anna e Cynthia, le nostre deficienti personali, avevano cominciato a fare discorsi del genere “ se è moro lo prendo io ! ”. Così, persa in questi pensieri mi metto le cuffiette, faccio partire la mia musica disco, prendo la porta di casa ed esco serena. La mia scuola si chiama Matteotti ed è un istituto privato che prima era

un’ abitazione, proprio su via XX settembre, la via per eccellenza dello shopping. È al quarto piano, perciò dal portone sotto i portici prima di entrare c’ è sempre un po’ di calca.

Incontro Camilla e Lucrezia, le mie “ BFF”, come dice Paris Hilton, il mio idolo … Segretamente mi sento simile a lei.

Anche loro sanno dei novellini, dunque ci mettiamo a cercare qualche volto nuovo, ma senza risultato.

Cos’ è, primo giorno e già in ritardo? Vogliono forse farsi notare ? Bravi sciocchi. Gran bel modo.

Entriamo tutti e mentre sto per varcare la soglia vedo M.Z. ’09, ovvero Miss Zoccola 2009 campionessa in carica, la famigerata Cynthia Lopez Nathaly Estrada ( di solito mi chiedo se quando morirà la dovranno seppellire con due lapidi perché su una sola il nome intero non ci starebbe ) che arriva con minigonna, stivali e giacca bianca corta. Ovviamente tutti la salutano. La odio perchè lei ha più attenzioni di me.

Mi arriva vicino e fa, con una smorfietta:

<< Ciao, Sofia ! La sai la novità ?? Quattro figaccioni arrivano da

noi ! >>

Esclama, saltellando.

<< Si, lo so. Ma chi te l’ ha detto che sono fighi ? Metti che siano una manica di hippy tossici >>

<< Ma no, cosa dici. Me lo sento, sono belli. Tu chi ti prendi ? Io il moro ! >>

Ecco, penso. Ci ho azzeccato.

<< Per me devono essere tutti biondi con gli occhi azzurri e romantici e gentili. Ma ripeto: chi te l’ ha detto che sono belli ? >>

Brutta carogna, penso. Ci troviamo in aula e la professoressa entra.

Freud, l’ argomento del giorno.

Mi sistemo in un banco da due posti vuoto, così c’ è posto per la mia candida Musto. La metto qui così tutti la possono vedere.

Ripongo i 200 euro di occhiali di Max Mara nella loro esclusiva custodia, mi passo la mano tra i capelli sistemandoli su una spalla e pettinandomi la frangetta, e mi rimiro le unghie laccate di rosa confetto, giusto per sapere di emanare perfezione anche solo da piccoli particolari. L’ aula è piena.

Sono le 8:02, l’ ora segnata dal mio Breil con cassa e cinturino rosa ( una volta, in una foto, ho visto che anche Paris ce l' aveva, uguale al mio ! ) quando la porta si apre. Di sicuro c’ è da segnare gli assenti, quindi sono venuti a chiedercelo.

Ma tutti ammutoliscono quando vedono entrare una specie di enorme, altissima creatura, con dei capelli neri allucinanti, sparati in aguzze punte come Goku...

Sarebbero questi i figaccioni ?

Il primo è una super punk ( orrore estremo !!! ), con pantaloni neri attillati che mettono in risalto le gambe molto magre e lunghissime. Credo sia una specie di trans- non capisco cos' è- truccato con ombretto nero agli occhi, eyeliner e mascara; inoltre quei capelli sono terribili. Penso però assolutamente che sia sia una donna.

Abbonda di borchie, cinture, teschi e un paio di stivaloni da punk pieni di fibbie e cerniere; ha un piercing al sopracciglio destro. Tutto all’ insegna del dark, perciò disgustosa già per principio. Sarà alta quasi un metro e novanta.

Spero sia l' unica con quello stile così obbrobrioso, ma neanche a dirlo dietro c’ è un ragazzo alto quasi uguale ma vestito da rapper e con dei pazzeschi capelli rasta biondo miele, screziati di ciocche castane e lunghi quasi fino a metà schiena. Ha un piercing al labbro inferiore. Questo qui mi fa ancora più schifo perché mi chiedo se ci siano le salamandre, dentro a quei capelli.

Dopo entra un altro, un po’ più basso, con i capelli fulvi, lunghi poco oltre le spalle e un’ espressione un po’ truce, un po’…. Come dire, un po’ nazista. Ha una maglia con dei teschi.

L’ ultimo è il più basso e – spero – il più normale. La sua chioma è bionda e corta come Dio comanda.

Puonciorno, fanno, a me viene da ridere, e cercano un banco.

Spero non vedano che vicino a me c’ è un posto vuoto, invece proprio il RastaDisgusto lo nota, si avvicina e con un’ espressione eloquente mi fa intendere che vuol sedersi proprio qui.

Che maleducato ! L’ avrà vista la borsa sulla sedia, per me significa un invito chiaro: qui non ci si siede. Ma evidentemente non gliene frega niente, la gente della sua risma è sempre così -anzi si mette pure le mani sui fianchi.

Gliela sposto svogliatamente, sbuffando apposta a voce alta così mi sente; borbotto un “ tieni, contento ? ” e mi volto. Non mi piace affatto, che schifo che fa. E ci devo pure rimanere in classe ogni giorno, con questo cassonetto ! E se puzza ? Oh, glielo dico eccome, gli darò tanto fastidio che alla fine si toglierà di torno.

Gira un attimo la testa verso di me e mi lancia la medesima occhiata sprezzante che io ho nei suoi confronti, squadrandomi da testa a piedi.

Ma vaffanculo, barbone. Distolgo lo sguardo, nauseata. Da dietro sento qualcuno che bisbiglia Heil Hitler !

Non mi degna di un’ occhiata ma io dopo qualche minuto, un po’ a malincuore devo dire, ne approfitto per guardare lui; la curiosità è troppo forte. Il fascino del disgustoso.

Noto che anch’ egli è molto magro, con le mani snelle, le labbra rosse e carnose come quelle di una donna, le ciglia lunghe da far invidia, un piccolo neo sullo zigomo destro. Nonostante devo ammettere sia molto carino, mi danno fastidio due cose: il fatto che si passi la lingua ripetutamente sui denti e quell’ aria un po’ degradata che ha; sembra un mezzo maniaco… O un bullo, forse anche un delinquente, anzi probabile- gli occhi sono da gente di quella razza. Mi intimorisce,

devo essere sincera.

E fa schifo.

Mi giro verso Camilla e noto Cynthia che mi guarda con un’ espressione che tradisce un’ invidia estrema. Le mimo una faccia esageratamente angosciata. Non so come faccia, ma la sua presenza mi stordisce e mi disgusta insieme; io adoro l’ ordine e la pulizia e i suoi capelli sono un insulto al mio io ! E poi i piercing non mi piacciono, sono da sporcaccioni.

Ma ovviamente, per peggiorare le cose, la prof fa una cosa terribile: dice di tirare fuori il libro e seguire sul testo. Cos’ ha di tanto orrendo ciò ? Semplice: di sicuro i nuovi arrivati non hanno ancora i libri e mi tocca seguire insieme al bidone, all' immondo !!

A malincuore gli chiedo, con tono annoiato e curvando le labbra

all' ingiù, se ha il libro indicandoglielo stancamente per fargli capire cosa intendo.

Che se ne vada a quel paese la cortesia verso chi è nuovo in un gruppo: questi non dovrebbero neanche rompere, qui.

Lui schiude le labbra e con una voce fonda, facendomi il verso imitando la mia svogliatezza nei suoi confronti, risponde:

<< No, io non afere. >>

Ha una voce molto bella e fonda e mi percorre un brivido.

Dopo cinque minuti di silenzio prendo coraggio e, deglutendo, mi avvicino un po’ chiedendogli:

<< Come ti chiami ? Quale essere tuo nome ? >>

L’ unica risposta è un' occhiata interrogativa e sufficiente, con un sopracciglio alzato. Abbasso subito gli occhi perché il suo sguardo è quasi doloroso ( ha congelato e soppresso all' istante i miei tentativi di fare quella che non si lascia sottomettere da nessuno ) e con un tono flebile, ripeto:

<>

<< Tom. >>

<< Cognome ? >>

Pensa un attimo a cosa significa questa parola e poi risponde:

<< Kaulitz. >>

Mi fermo perché sto arrossendo. Mi volto e con la coda dell’ occhio vedo che schiude le labbra e sta per dirmi qualcosa, ma poi guarda un attimo per aria e scuote la testa.

Tom Kaulitz, ecco il nome di questo coso alto otto metri. Ogni suo movimento è delicato e fluido, come uno di quei film che sai già come andranno a finire.

Potrebbe anche essere gay ! Di solito loro si muovono delicati, come lui… Beh, si, forse è omosessuale. Questa gente mi fa ribrezzo.

L’ insegnante rifà l’ appello in per sapere chi sono le new entry.

<< Georg Moritz Hagen Listing, chi sei ? >>

Si alza in piedi quello con i capelli lisci lunghi oltre le spalle, con la faccia truce. È chiarissimo, mortalmente pallido, con degli occhi dal colore indefinito -mi sembrano grigi, o di un verde molto chiaro- e un bel fisico; nel complesso è bellissimo.

Ah, ecco cosa mi fa venire in mente ! I nazisti che stavano nei campi di sterminio ! Me lo immagino con la divisa nazista e la svastica sul braccio, e il risultato è fin troppo realistico, perché sembra ritagliato per questa parte….

<< Gustav Klaus Wolfgang Schäfer ? >>

Ed ecco il biondino, carino e pallidissimo pure quello, piccino rispetto agli altri che sono alti.

<< Bill Kaulitz ? >>

La punk, anzi il punk (avrei giurato su mia madre che fosse una donna, invece no). Sta guardando da un’ altra parte, a quanto pare il palazzo di fronte con la stessa attenzione che una pietra potrebbe avere verso un pezzo di legno. Bello anche lui, ma assolutamente esagerato, non si capisce neanche che lineamenti ha, tanto è debordante. Un ragazzo non dovrebbe vestirsi così, dovrebbe essere educato e cortese e ben vestito, un vero gentiluomo. Questo al massimo sarà un gentilschifoso, o un gentilchecca.

E la cosa che mi secca è che sono pure belli, fossero almeno brutti non mi recherebbero il fastidio di detestarli ma doverli guardare per forza a causa del loro fascino !

Il rasta, poi, solo come viso potrebbe essere anche candidato a Principe Azzurro, ma ovviamente ciò non è minimamente possibile.

<< Tom Kaulitz chi è ? >>

A queste parole mi viene paura anche se non so il perché.

<< Io >>

Sento qualche risatina ( femminile ) arrivare da dietro.

<< Siete fratelli ? >>

Si alza Bill e, con la solita voce melodiosa, risponde:

<< Cemelli, noi cemelli…. >>

Noto che ha un ulteriore piercing alla lingua. Orrore!

<< Ah, gemelli ! Sentite, avete i libri ? Li dovete prendere ? >>

I quattro si guardano e Georg faccia- da- nazista, dopo qualche istante di silenzio assoluto sia da parte nostra che loro -nella quale probabilmente stanno pensando ad articolare una risposta- in un italiano pessimo e visibilmente a disagio risponde:

<< No, noi libri afere no, afere... ? >>

Fa un gesto come per dire “ dove? ”.

Mi fanno sbellicare dal ridere. Se vieni nel nostro paese almeno un po' l' italiano lo devi conoscere, deficiente, non puoi arrivare ignorante così.

La prof rimane insicura sul significato della contorta frase. Credo di capire che sta chiedendo dove possono prenderli e lo riferisco all’ insegnante che ci esorta a rispondere, visto che sono tutti restii. Almeno mi faccio notare !

Subito Cynthia balza su e vede nella pia opera di aiutare

la comprensione tra i popoli " una ghiotta occasione per farsi occhieggiare: tira la maglietta a Tom, lunga fino alle cosce, e gli dice qualcosa in tedesco -dove l' abbia imparato non si sa- dalla dubbia, corretta grammatica.

Però lui fa un gesto che un po’ mi diverte perché prima la guarda con un ( incomprensibile, a dir la verità, ma a me fa piacere ) disprezzo e poi le spara velocissimo una frase a 200 all’ ora.

Cynthia rimane di gesso e, ridendo come una handicappata, dice:

<< Ma non capisco se parli veloce così ! >>

Allora s’ intromette Bill e, più lento chiede se può scrivere l’ indirizzo e i titoli da prendere; in una lingua che in teoria dovrebbe essere italiano.

Lei, compita, subito scrive, rossa per la figuraccia.

Guardo Tom che ghigna con uno sguardo pestifero. Ridacchio

anch’ io ma poi torna a farmi ribrezzo e per tutta la lezione la sua unica occupazione è tenere lo sguardo basso, di tanto in tanto sollevarlo a guardare fuori dalla finestra per poi tornare com’ era prima, con un' aria annoiata.

A intervallo subito tutte le mie amiche mi assalgono e chiedono com’ è stare vicino a lui. Io sono mezza rimbambita e dico che è molto introverso e le sue occhiate me le sento arrivare addosso cariche di pensieri come “ sciocca deficiente”.

<< Beh, all’ inizio ti guardava che manco fossi un sacchetto

dell’ immondizia, poi dopo manco quello… >>

<< Si, ma dev’ essere uno di quei tizi che ti prendono sempre per il culo. Hai visto come ha sputtanato Cynthia ? >>

<< Beh, riguardo a questo dovresti essergli grata ! La odii. >>

<< Si, però nulla mi dice che non lo farà anche con me. Ti giuro, stargli vicino mi stordisce, quando mi si è avvicinato ho sentito come un’ onda d’ urto, certe volte mi spaventa. >>

<< Ma cosa spari, pagherei milioni per avere la tua fortuna >>

Li guardo. Sono tutti e quattro sul fondo dell’ aula e ridono forte.

Il tipo con i capelli scuri lunghi sta mimando qualcosa. Gli altri ridono e parlano nella loro lingua incomprensibile; l' effeminato, che incredibilmente è un maschio ( ma non so fino a dove ), si sistema la maglietta già corta.

Come sempre sento un fondo di paura quando sento lo sguardo tagliente di Tom, dei suoi occhi penetranti su di me, a metà tra indifferenza e disprezzo.

E se non gli facessi una buona impressione perché sono vestita tutta griffata e ho l’aria di quella che se la tira ? Perfetto: domani mi vesto “normale”, anche se dubito sia per questo.

Ehi, calma ! Cosa sto facendo ? Mi voglio vestire in modo diverso forse perché sto cercando di piacergli ? Oh Cristo, che confusione assurda....

No, risponde la mia vocina interna -quella che cerca sempre di convincermi di un' altra idea- lo stai facendo solo perchè così puoi starci meglio vicino, e non sentirti fuori posto...

Giusto, mi dico. Dev' essere per questo.

 

L’ intervallo finisce e il timore torna nel suo alloggio dentro di me, in quel luogo dove sembrano annodarsi tutti i fili del corpo, e noto anche che Giuseppe, Elia e Nicola, tre ragazzi, li guardano male.

E poi quando c’ è lui nei dintorni o un altro dei suoi strambi amici, ho sempre una sensazione di freddo !

La mattinata passa così, con me che penso ai nostri pensieri divergenti: la mia paura e la sua strana calma e ironia sempre vagamente presente sulle sue labbra rosse che fanno contrasto con la sua pelle così chiara e il biondo sfumato di castano della sua folta chioma. In questo tempo lo osservo meglio e in effetti non puzza; devo riconoscere che è bellissimo e non mi fa più tanto ribrezzo ( probabile incantesimo della sua bellezza ) ma sono ancora leggermente circospetta e un po’ intimorita. Mi sento sempre orribilmente timida quando lo guardo e non oso avvicinarmi molto, anche perché mi rivolge sempre quel mezzo sorrisetto che non so mai decifrare se sia per prendermi in giro o Dio solo sa cosa.

 

Suona la campana dell’ una e mezza e tutti escono caracollando allegri, a parte me che mi sento stordita. Sto cercando di farmi passare quello strano freddo che mi ha attaccato, e per distrarmi sto parlando con le mie amiche dei novellini poiché evidentemente a una di loro piacciono alquanto.

<< Io no know Genova, can you take me to buy my books ? >>

Sento una voce da dietro che riconosco immediatamente come quella di Tom, ma non mi giro perchè penso che la domanda non sia rivolta a me. Come potrebbe, d' altra parte, visto che l' ho trattato praticamente a pesci in faccia ? É ovvio che non dica a me.

Ma evidentemente sono proprio io la persona che sta chiamando, così mi tocca per attirare la mia attenzione verso di sé. Solito sorrisetto ironico.

Sento come una leggera, incredibile scossa attraversarmi il braccio che sembra essere diventato di colpo gelido come le sue mani, e guardandolo terrorizzata vedo le sue iridi diventare per una frazione di secondo rosso scuro per poi ritornare immediatamente nocciola. Rimango a bocca aperta e con gli occhi spalancati.

Ma cosa... ?!?!

Non riesco a distogliere gli occhi dal suo viso per quell’ illusione assurda. Guarda un po’ cosa mi fa vedere la paura ! Però ora sto tremando.

Non riesco a rispondere subito perché le labbra mi si rifiutano di aprire e infine riesco a dire, con una risatina nervosa:

<< Of course I can. When we can go there ? >>

<< Do you mind if we go this afternoon ? I need those books. Without them, I can’t understand your language…. And I can’t talk with

you. >>

Così dicendo, sfodera un sorriso irresistibile fatto apposta per fare sbattere a terra tutte quelle che incontra -ma sempre un filo beffardo- che lo rende ambiguo. Ora svengo !

<< Yes, of course we can. Where we meet ? We can meet below my home. I come, and with a bus we go to Foce. >>

<< Danke schön, Sofia. Can I have your number ? I must phone you if I have some problems….. >>

Così glielo do, e lui mi da il suo.

Provando a dirmelo a voce, sbaglia tutte le volte a pronunciare le cifre e perciò, evidentemente notando che ho il cellulare in mano, me lo sfila delicatamente dalle dita e digita il suo numero, restituendomelo con un gesto fluido.

Evidentemente non è uno che si fa tanti problemi a fare quel che vuole, penso con una punta di lieve irritazione, ma poi un’ emozione pazzesca mi attanaglia. Riemergendo nel mondo reale, noto che le mie amiche si sono allontanate per lasciarci un po’ “ di privacy ” e ridacchiano, facendo finta di non guardarci ma spiando di nascosto. Noto che Lucrezia sta perfino tentando di farci una foto, nascondendo il telefonino dietro al braccio di Marta e spostandoglielo da una parte all' altra per trovare una posizione strategica da pseudo paparazza.

Forse ci trovano così tanto divertimento anche perché non ce ne siamo accorti ma sono contro il muro e lui molto, molto vicino...

E poi io gli arrivo appena appena alle spalle. Sono più bassa di Berlusconi, in confronto !

Mi ringrazia e se ne va con i suoi amici e suo fratello.

Le mie arpie si avvicinano subito e pretendono il resoconto del mio

fantastico incontro”, ma con una scusa le liquido e dico che spiegherò dopo, con un sms.

Arrivo a casa e dall’ emozione non riesco a mangiare. Mi è rimasto

l’ inspiegabile freddo addosso ( o, più probabilmente, è l' agitazione )ma sono felice, e spiego velocemente a mia madre che oggi esco con Camilla. Meglio non dirle con chi vado veramente.

Alle tre del pomeriggio vado alla fermata dell’ appuntamento per prendere il bus. Mi sono dimenticata di cambiarmi e sono vestita ancora come oggi: pantaloni azzurro chiarissimo, maglietta rosa e Hogan beige-oro … Mi rimprovero pensando che il mio abbigliamento non c' entra niente con lui, che faccio la figura della deficiente con tutti questi colori delicati pastello accanto a quello lì; sbuffo, infastidita da questa svista.

Lo vedo contro il muro di un condominio, e quando mi scorge fa un sorrisone dei suoi. Lascia semplicemente senza parole dalla sua bellezza. E, con i suoi pantaloni neri, la maglia nera con dei ghirigori rossi, la felpa del colore della tenebra e il cappellino rosso e nero, mi rendo conto che sono completamente fuori luogo.

Ovviamente sull’ autobus tutti lo guardano, una nonna scuote mestamente la testa e lancia a me un' occhiata allibita.

Arriviamo al Libraccio, una libreria dove si vendono libri scolastici usati. Lui mi sta accanto guardandosi intorno, e noto un gruppetto di ragazze che appena lo vedono cominciano a dare gomitate a più non posso alle amiche per farle voltare e vedere il super- rasta…

Evidentemente sa benissimo di raccogliere tutto questo interesse dalle donne e perciò lancia certe occhiate languide che quasi stordiscono quelle ragazze là.

Il fatto è che anche donne di 40 o 50 anni se lo guardando allo stesso modo delle quindicenni... Quasi imbarazzanti!

Dentro c’ è un po’ di fila, ma per fortuna sono il numero 89 e si è fermi all’ 83. Tom sta zitto, qualche volta mi guarda e distoglie lo sguardo dopo poco, continua a torcersi le dita con forza ( mi fa male solo a guardare cosa fa a quelle povere mani ) e sospira spesso; sembra un po’ tanto nervoso.

Le mie amiche mi chiedono come sta andando “ col tipo con i dread ”. Ma come fanno a saperlo ?!

Mi metto a messaggiare un po’, più che altro perché non so cosa dirgli; non mi accorgo che dopo non molto è il mio turno. Tom invece sì, e per avvertirmi stringe piano il mio braccio con una mano. Faccio quasi un balzo in avanti nel sentire quanto è fredda, e parto spedita.

Perché deve spaventarmi così ?

Con la coda dell’ occhio lo guardo, s’ è messo le mani in tasca e si guarda intorno come se fosse a disagio. Chiedo io alla signorina i titoli dei libri perché non so quanto potrebbe capire se parlasse lui…

Per ritirarli ci mettiamo poco, ma sono ancora scioccata da quanto sono fredde le sue mani. In Germania ci deve essere un gelo !

È strano come si muove, osservo ogni suo flessuoso movimento. Sembra così… Così ovattato, fluido. Bah. Di sicuro non è come gli altri e purtroppo non è certo il principe azzurro che volevo io.

Siccome è ancora presto lo porto -senza pensarci- sulla passeggiata di Nervi, una località qui vicina, per stare ancora un po’ all’ aria aperta. È ancora estate, le ultime giornate, però una parte dell’ inverno inizia già a raffreddare con successo certe mattinate: per fortuna non questa, anche se il cielo si sta coprendo di nuvole cupe.

È colpito dal panorama, in particolare sembra attratto dal mare, molto mosso e di colore plumbeo.

<< Sehr schön >>

Commenta, facendo un cenno con la mano a indicare il panorama. Io annuisco senza aver capito... Credo intenda dire che è bello, ma non ne sono sicura.

Il colore della sua pelle è quasi grigio da quanto è bianco, come porcellana, e da l' impressione di essere delicatissima.

Decido di andare in un bar con dei tavoli che danno sul mare.

Comunicare con lui è più difficile di quanto pensavo: gli dico di sedersi ma rimane a fissarmi, stando in piedi. Glielo ripeto, senza ricordarmi che non è italiano e pensando “perchè diavolo non lo fa?”, ma quando aggrotta le sopracciglia mi ricordo che è tedesco, allora con la mano gli indico la sedia e lui finalmente si accomoda.

Io ordino un cappuccino e per cortesia chiedo se anche lui vuole qualcosa.

<< No, danke, I don't eat. >>

Questa è la risposta. Dipperlì non ci penso, poi mi dico: come, non mangia ?

<< Tom, what’s your favourite food ? >>

<< Nothing, I don’ t like food. >>

Ma cosa sta dicendo ?? Non gli piace il cibo ?!

<< Uh… Però cosa tu mangiare ? >>

Lo vedo irrigidirsi impercettibilmente.

<< The things I find >>

Mah, mi sembra strano, come sarebbe a dire che non gli piace mangiare e che mangia solo quel che trova ? Sarà mica un barbone ? Si capirebbe, allora, che non ama mangiare perché non trovano grandi cose, quei straccioni….

Ma dai, figurarsi se è un senzatetto ! Che idea stupida. Cambio argomento perché mi sembra a disagio. E continua a guardarmi con quell’ aria ambigua, che non sai mai se ti sta osservando per prenderti per i fondelli o cosa, anche quando annuisce muove la testa lento e chiude quasi gli occhi. Ha sempre un lievissimo sorriso sulle labbra e le palpebre leggermente abbassate, che gli danno un’ immagine molto sensuale, a causa anche delle lunghe ciglia.

Ci mettiamo a parlare di musica e scopro che è un chitarrista, suo fratello è la voce, Gustav è alla batteria e Georg al basso. Ascolta AC/DC, Public Enemy, Motörhead e gruppi del genere. Strano che un rapper come lui ami band del genere….

Dopo un po’ ci alziamo, passeggiamo ( ovviamente tutte le ragazze che lo vedono hanno la mascella cascante; ne vedo non poche che dopo averlo visto cambiano “ casualmente ” direzione e ci seguono un po' a distanza, ridacchiando e pensando di non venire notate ) e arriviamo in un tratto con dei cespugli di ginestra dove sopra ci sono delle farfalline che volano beate.

Ne noto una in particolare veramente deliziosa, bianca con delle macchiette rosse sulle ali bordate di porpora, che svolazza tra le altre nocciola. Lui mi fissa, poi segue il mio sguardo e fa:

<< Vuoi ? >>

<< …. Cosa ? >>

<< Lei. >>

E prima ancora di potere rispondere la vedo in mano sua.

Cosa !?!? Non ha neanche allungato il braccio e …. No, c’ è qualcosa che non capisco.

<< Ma… ma come hai fatto a prenderla così veloce !? >>

Mi guarda con un sorriso dei suoi, probabilmente perchè non capisce cosa ho detto, ma dalla faccia che ho immagino abbia inteso da che cosa deriva il mio sbalordimento.

<< Beh... Oddio, so che non saprai cosa sto dicendo, ma... Mi spiegherai come hai fatto ad acciuffarla così veloce, eh ! >>

Annuisce languido. Stranissimo.

 

Verso le sei e mezza di sera torniamo a casa e devo essere sincera: mi sono divertita. Dopo cena mi rifugio in camera mia e scarabocchio su un foglio alcune cose un po’ strane che mi hanno colpita:

Primo, mi sembra un po’ bizzarro che in un giorno solo siamo usciti; Secondo: non mi capacito di quella specie di onda d’ urto che ho percepito quando mi si era seduto accanto;

Terzo: le sue mani sono gelide. Certo, anche a me spesso sono fredde, però le sue lo erano in un modo che mi sembra strano;

Quarto: non mi è affatto piaciuto quel lampo rosso ( anche se ovviamente un' illusione ) che gli aveva illuminato le iridi per un attimo, aveva dato l' idea che per un istante avesse perso il controllo; Quinto: come diavolo ha fatto ad acchiappare così velocemente la farfallina ?

Boh. Non riesco a dare una risposta per nessuno di questi appunti, così li nascondo sotto un cumulo di fogli bianchi.

Però devo ammettere che è davvero bello….

 

-----------

 

Stamattina sono in piedi davanti allo specchio, non sapendo cosa mettere. Vorrei vestirmi in modo tale da stare bene vicino a lui, cioè, un po' più in tono a quel che è. Purtroppo, però, ho praticamente solo vestiti chiari, niente che possa andar bene.

Apro l' armadio, indecisa, e controllo a fondo: gli indumenti più scuri che trovo sono un paio di jeans viola elettrico stretti in fondo a sigaretta, una maglietta blu e il solito paio di All Stars marroni scuro con pelo bianco nelle finiture.

É assurdo … Mi sento stranamente inadatta.

Indosso quei miseri tentativi di farmi un po' più accettare ( che peraltro non usavo da tempo, a parte le scarpe, poiché detestavo i colori scuri ) e continuo ad osservarmi allo specchio. Non so cosa fare per rimediare ancora.

Infine, agitata da questa decisione, faccio un gesto che per me è assolutamente sconcertante, una svolta direi epocale, e non esagero: cerco febbrilmente una mollettina sulla scrivania e raccolgo la frangia portandola all' indietro sulla testa. Mi fisso ancora per qualche istante, pensando a cosa ho fatto, poi mi trucco per la prima volta con l' eyeliner nero.

É così innaturale vedermi senza frangia; sembra che mi manchi qualcosa, ma se questo mi aiuta a stare meglio vicino a lui

Le mie amiche sicuramente si chiederanno allibite il motivo di questo incredibile cambiamento, e del perchè non mi sono truccata come al solito con la matita verde, ma nera.

Le ragazze mi stanno assillando da 48 ore per tutte le news sulla nostra uscita improvvisa. Chissà cosa direbbero se sapessero che sono andata fuori con un ragazzo che mi spaventa ( ma mi attrae insieme ) !

Cynthia è più zoccola del solito perché le brucia il fatto di non essere degnata di uno sguardo dai quattro novellini - evidentemente per lei è più significativa un’ occhiata di qualcuno di nuovo che di qualche persona già conosciuta -, ma in confronto ad Anna non è niente. Denuncerei il negozio dove è andata a rifornire il suo guardaroba: s’ è messa delle collant a rete bianca ( le maglie sono piccole, si, ma sono orrende lo stesso ) volgarissime; degli stivali di pelle marrone e bianca stile cowboy; un mini vestito bianco che più mini non si può e la sua usuale faccia da falsa schifosa. È da stamattina che è una sequenza ininterrotta di mosse e urletti.

A intervallo s’ è addirittura aggrappata a Bill solo per farsi notare, però dopo pochissimo s’ è staccata di colpo…. Non so, ma credo di conoscerne il motivo.

Arrivo in classe un po' intimorita dai possibili commenti e in effetti Lucrezia e Alessandra sono stupite. Tom però mi guarda in modo apparentemente curioso !

Durante la lezione mi sembra un po' malconcio, anche se quando la prof mi chiede una domanda che non so, mi bisbiglia la risposta.

Ad un certo punto si alza di colpo e chiede di andare un attimo fuori, l’ insegnante vedendo il colore della sua pelle grigio lo fa uscire subito.

<< Tom ? >>

Faccio, un po’ preoccupata. Ha una faccia da spiritato.

Suo fratello e gli altri due lo guardano, sembrano tutti turbati. Sono gli unici che lo fissano, gli altri neanche un’ occhiata. Lui si gira verso di me, chissà perché scuote la testa e si volta subito, con un’ espressione implorante ma non ho idea per cosa.

Faccio appena a tempo, però, per vedere le sue iridi di un rosso spaventoso, un rosso sangue talmente allucinante che non riesco a trattenere un urletto. Scompare. Per fortuna la prof ha preso il mio grido per una risatina.

Inizio a tremare e sento la paura trasformarsi in terrore puro.

Voglio scappare e non rivedere più quegli occhi terribili che stavolta non sono più uno sbaglio della mia vista ma che anzi ho visto benissimo, il nero della pupilla attorniato da quel cremisi tremendo. Mi fa male la pancia dallo spavento. Perché gli altri tre sono così agitati ? Non mi accorgo neanche che sto stringendo i denti fortissimo.

<< Sofia ? Mi rispondi ? >>

<< Chi… Cosa ? >>

<< Ti ho chiesto se hai una gomma da masticare. Che faccia che hai, oddio >>

Non ho neanche sentito Camilla che mi chiamava.

<< Ah, si, si >>

Mi chino a prenderglielo sentendomi vuota.

<< Hai paura di qualche verifica ? Ma non ne abbiamo per ora, mi pare, vero ? Inglese, forse, ma domani. >>

<< Si…. Eh ? No, no, scusa. Sono un po’ sulle nuvole. >>

<< Vedo ! >>

Sorrido appena, poi mi giro di nuovo. La voce della prof arriva a me come appena un ronzio lontano. Dopo tre minuti rientra Tom, ma ho paura di guardarlo, non oso nemmeno. Di sicuro ha quell’ orribile colore delle iridi di prima. Poi alla fine riesco ad alzare timidamente la testa e vedo i suoi occhi. Perfettamente normali, del loro solito bel color nocciola.

<< Kaulitz, ma stai bene ? >>

S’ informa la prof.

<< Si, si. Bene. >>

Liquida così quel che è successo. Era uscito che sembrava stesse morendo e ritorna tutto bello “ a posto ”. Inizia a farmi veramente paura.

A casa mi connetto su Messenger perché devo sfogarmi con qualcuno. Chiedo di chattare con Lucrezia, l’ unica in linea e le scrivo se oggi, per caso, ha visto anche lei che Tom aveva una faccia da posseduto, ma non ha notato niente. Provo a chiederglielo qualche altra volta, ma nega ancora; perciò, per mettere fine al discorso, le chiedo cosa sta facendo, anche se ne vorrei parlare ancora.

Si mette a dirmi che dopo va a fare la spesa con sua madre ma non ne ha assolutamente voglia, che noia, che palle, uffa, perché mi tocca, non c’ è altro da fare, voglio stare a casa, e robe così. Alzo lo sguardo un attimo, sbadigliando perché anche lei è una noia, e vedo che come immagine del suo contatto ha un vampiro. Denti lunghi, pelle bianca…. Iridi rosso sangue. Mi si ferma il cuore.

A questo punto mi sento mancare e faccio appena in tempo a chiamare mia madre che svengo.

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Che effetto fa passare da camera tua a un letto in ospedale ? Brutto. E che emozioni fa provare il fatto di svegliarti da un torpore indotto sia dal tuo svenimento sia da qualche farmaco, e appena senti il cervello cercare di raccapezzare un attimo il filo della ragione e funzionare bene, trovarti il viso angelico di colui che da poco ha dimostrato di avere gli occhi di un rosso sangue che ti fissa ?

Ancora peggio. Infatti con la mia solita delicatezza lancio un urlo, per fortuna non troppo forte. Lui non reagisce a questo, e un lieve sorriso gli tinge le labbra rosse.

<< Ciao Sofia, tu ti zei sentita male e tua matre afere portato te in ospedale ma tu stare bene e riprenderti presto. Forse devi passare notte qui. Tu non hai niente, solo flebo per forte calo di zzucheri. >>

Ecco, appena sveglia e già una gragnola di parole mi si scarica addosso... Noto che effettivamente ho l' ago nel braccio.

Pazzesco, come fa a conoscere così bene l’ italiano che è qui in Italia da appena una settimana, anche se con un accento fortissimo ?! Pochissimi giorni fa sapevano talmente poche parole da non potere praticamente costruire una frase completa, e invece ora può perfino fare un discorso intero.

Ricomincio a tremare sia per il freddo istantaneo sia per la paura che inizia ad afferrarmi stretta, e parto subito con le mie teorie.

<< Ehm, grazie, Tom. Beh, volevo chiederti una cosa. Intanto complimenti per il tuo italiano. Vorrei sapere come hai fatto a impararlo in così poco tempo. E poi… Si, insomma… Hai qualche malattia agli occhi ? Ieri mi è sembrato di vederteli un po’ rossi, sai. Un po’ strani... A dir la verità, nient’ altro che la verità, sembravi un goccio vagamente impazzito. >>

Ride.

<< Si, io afere occhi telicati. Anche miei amici. Noi allergici. Piante. >>

<< Certo. Però, sai, anche molte altre persone come mia madre lo sono, ma così rossi … >>

<< Conciuntifa telicata >>

<< Capisco. No, ora ti dico una cosa buffa ! >>

Mi metto a sedere per guardare bene la sua dentatura e come reagisce a ciò che sto per dire, ma il movimento brusco mi costa un altro giramento di testa. Subito la sua fredda mano mi sostiene per un braccio. Non voglio che mi tocchi, mi fa paura.

<< Si, ti devo dire una cosa proprio buffa ! Ieri mi sono spaventata, come sai, per i tuoi occhi e quando dopo mi sono collegata a Messenger ho visto che una mia amica come immagine aveva quella di un vampiro, e aveva gli occhi rossi proprio come te ! >>

Mi metto a ridere forte, anche lui ride di gusto (non riesco a trattenermi dal pensare a quanto è bello quando lo fa). Ma no, mi faccio trascinare troppo. In una foto che mi era capitata sotto le mani qualche tempo fa, anche Jack Nicholson sembrava averli rossi. Però…. Vabbè. Gli guardo i denti, bianchissimi e perfetti.

I canini credo siano normali, molto lucidi. Mister Frigorifero Posseduto ha molta cura di sé …

Arriva mia madre. Proprio ora ! Figurarsi cosa penserà del ragazzo rasta. E infatti lo guarda seria e poi mi fissa. Ecco, un bel terzo grado previsto per stasera.

Lui continua per un istante a rimanere girato verso di me e mi lancia un' occhiata complice che nonostante tutto mi fa sorridere -e dentro mi sento letteralmente sciogliere-, poi si alza subito salutandola bene e con un bel sorriso. Lei fa una orrenda smorfia che in teoria dovrebbe essere un sorrisetto ma rimane in silenzio e allora Tom, dopo aver stretto le labbra, probabilmente pensando a cosa dire, fa:

<< Zono un co... Un compagno ( legge la g e la n staccate ) di zua figlia, e … Le chiedo compiti, lei è male e io penso che devo fenire qui in ozpedale, e … >>

Scrolla le spalle, probabilmente perchè non sa più come arrampicarsi sugli specchi, china la testa, sorride di nuovo, quindi ci saluta e per fortuna se ne va.

Nel pomeriggio mi dimettono con la sola indicazione di evitare grossi sforzi. Ma la notte la passo quasi totalmente insonne per colpa della paura che mi torna.

Perché mi spaventa così tanto ? Se fosse un bullo, un violento capirei, però non è assolutamente così. Sono sempre così equilibrati, quei quattro, stanno sempre e solo tra loro ( ho scoperto che Georg è un comunista ) e in questo caso ridono e fanno chiasso, ma con gli altri o sono frecciatine, o li ignorano del tutto… Tom mi sta spesso vicino e devo essere sincera che mi fa piacere perché comincia a starmi simpatico, però l’ altra metà mi terrorizza solo, mi da l’ idea di avere una doppia natura tremenda, che nasconde, ma che di fondo si vede.

 

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Tre giorni dopo la mia dimissione vado con Marta a fare shopping, più che altro per stare all’ aria aperta che per qualche bisogno; e torniamo tardi, perché intanto c’ eravamo messe d’ accordo che mangiavo da lei.

Esco da casa sua alle 11 di sera, e rifiuto l’ offerta di suo padre e di Marta stessa di accompagnarmi fino da me. È stata una bella giornata…. Per le strade non c’ è molta gente né macchine ed è già buio perché il cielo si sta annuvolando. Qualche gruppetto di ritardatari è ancora davanti all’ ingresso di un bar, molte strade sono deserte. Mando un messaggio a mia madre e le dico che sto tornando a casa; ha deciso di rimanere sveglia finchè non varco l’ uscio…

Che bell’ aria fresca. Ora è proprio buio pesto e da qualche parte sento rimbombare lontano un tuono. Meglio che mi sbrighi, altrimenti mia madre mi prende a mattarellate come quelle grasse mogli megere dei mariti ubriachi nelle vignette dell’ enigmistica, vedendomi anche bagnata.

Non c’ è sul serio nessuno…. Solo qualcuno che sale su una macchina o va verso, immagino, casa sua.

Passo dall’ imboccatura di una stradina cieca, ovviamente immersa nell’ oscurità e distrattamente guardo in fondo. Inizialmente non vedo niente, poi focalizzo meglio.

Cos’ è ? Vedo un’ ombra più scura dell’ ambiente, qualcosa che somiglia a un mucchio di stracci gettati per terra china su un’ altro cumulo, sdraiato, che non si muove.

Accelero un po’, ricordandomi di quando ero piccola che, quando alla tv stavo per vedere qualcosa che mi spaventava, come per esempio uno scheletro, volevo girarmi per non guardare, ma tanta era la curiosità che rimanevo lo stesso ad osservare, e quando vedevo la cosa che mi terrorizzava, mi maledicevo per avere osservato ugualmente, anche sapendo che era qualcosa di brutto.

Ora è la stessa, identica situazione. Volevo girarmi, ma ho guardato lo stesso. E sento un ringhio basso ma estremamente distinto, che aumenta di volume. Se fosse stato un cane a produrre quel suono orrido non avrei avuto paura. Se era un grizzly impazzito, me ne sarei fregata.

Ma quel suono è diverso, infinitamente più minaccioso, cattivo.

Qualcosa si muove velocissimo e un secondo dopo una massa da una forza pazzesca mi atterra addosso e mi lancia in aria.

Sento qualcosa produrre un rumore che sembra un ramoscello spezzato. Giusto il tempo di urlare, sentire una punta di dolore pizzicarmi e poi più niente.

 

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<< Due costole spezzate, nonché il polso e la spalla destra. Temo che dovrà restare qui in ospedale per qualche giorno, per riavere la piena funzionalità delle ossa fratturate. Cosa ci faceva in un vicolo, da sola e di notte, ieri, ragazzina ? >>

Uh ? E lo chiedi a me ? Tra un po’ non so neanche dove sono, e perché mi ritrovo nuovamente in questo posto schifoso….

Stavolta controllo che non ci sia Freezer Ambulante vicino a me ma vedo solo i miei genitori, mia madre che piagnucola, e mi rassicuro un minimo. Il dolore comincia lentamente a pulsarmi dove qualcosa che non voglio conoscere mi aveva investita.

Non ricordo molto ciò che è successo, ma il solo ricordo di quella creatura che mi ringhiava contro mi terrorizza nuovamente.

Molti anni fa avevo un cane e mia madre mi aveva insegnato che quando ringhiava voleva far capire che lo si stava disturbando oppure che pensava di essere in pericolo. Ripensando al suono che avevo udito non era né disturbo né per motivo di difesa: era cattivo.

Era un ringhio di cattiveria, di gusto a far del male, e non conosco un animale su questo pianeta che possa fare un suono carico di tale sentimento.

I pensieri mi si affollano nella testa. Che Tom stia mentendo inizio a pensarlo. Conciuntifa telicata ? Ma dove ! Chissà quanta gente ha problemi di congiuntiva, ma lui aveva le iridi rosse, non la parte bianca, l’ ho visto ! Quella era perfettamente sana. E poi l’ occhio dovrebbe lacrimare, cosa che non è successa.

Pelle molto chiara, occhi che diventano rossi. Ah, anche quel freddo. Comincia a venirmi il dubbio di sapere perché quella volta Anna s’ era staccata così bruscamente, quando era saltata addosso a Bill.

Perché era gelido.

Il cuore mi batte forte e dopo pochissimo arriva un’ infermiera che, pensando di parlare a una bambina di tre anni, mi da un calmante asserendo che “ mi agito un po’ troppino ” . Ma lasciami stare, che mi sto facendo venire un embolo di paura a pensare ai miei dolci compagnetti tedeschi….

Ed ecco mia madre che fa il suo ingresso dalla porta della stanza, che condivido con un’ altra tizia con il collo ingessato e una faccia da ebete.

<< Ciao, come va ? Ho visto l’ infermiera qui, che avevi ? >>

<< Niente, mamma, ero solo emozionata perché Camilla deve mandarmi un’ e-mail con dentro un fotomontaggio creato solo per me per tirarmi su. Per favore puoi andare a prendermi il PC ? Per favore…. >>

Mi ha viziato sempre, anche questa volta non rifiuterà.

<< No, ti devi riposare e basta. La vedrai domani. >>

<< Ma mamma ! Uffa, ci ha messo tanto tempo e qui mi annoio sempre. Dai, per favore ! >>

<< No >>

<< Dai ! >>

<< Va bene, va bene. Arrivo >>

<< Grazie ! >>

Ecco, sono riuscita a convincerla, me lo porta tra poco.

La mail è totalmente inventata, la verità è che devo fare una piccola ricerchina allucinante ….

Passo i minuti che mi separano dal computer messaggiando stancamente con le mie amiche che mi scrivono durante la lezione.

Dopo un' ora e mezzo ho la tastiera del mio adorato PC sotto le mie

( ammaccate ) dita. Non oso digitare alcuna lettera.

Ma cosa so facendo ? Mi sto mangiando il fegato per una cavolata epica, sto dubitando praticamente di tutto ciò che mi circonda e mi spavento da sola. Brava ! Però sono troppo paurosamente curiosa. Spesso succede: quando si ha timore di qualche cosa, si è portati a scoprirla…. E poi non farà certo un danno.

Quindi digito V.

Il computer termina automaticamente la parola: “Van Gogh” ? No… “Vittoria alata” ? Non proprio…. V.A. M. Ecco, ha capito.

Vampiri, finisce di scrivere per me, e ci clicco sopra. Ho una paura soffocante ma scelgo egualmente il link di Wikipedia.

Apro la pagina e leggo. Ci sono dei paragrafi su creature dei boschi, gnomi e fate. Scendo giù, attirata dalla scritta “ fisionomie di creature leggendarie o fantastiche ”. Seleziono il campo che mi interessa e scorro le righe, leggendo terrorizzata.

Vampiri. I vampiri sono creature sorte dalla mitologia e

superstizione popolare, che narra esseri notturni vagare nel buio per aggredire gli umani e succhiarne il sangue.

Ci sono molte controversie sulla loro fisionomia e sulla loro

mortalità, ma sicuramente tutti sanno che, secondo i

Cristiani,un vampiro si uccide e si debella con aglio e

un paletto o una croce conficcata nel cuore.

Ma altri dicono che queste creature non possono essere

penetrate da alcuna punta, lama o simili; la loro pelle si dice

infatti sia resistente come acciaio. L’ unanimità si incontra invece -presso gli appassionati di avvenimenti e creature

bizzarre- sulle loro caratteristiche: iridi rosse, pelle

mortalmente pallida, canini aguzzi, bellezza estrema,

velocità e forza enormi. Ciò li porta a compiere

gesti come raccogliere un oggetto o eseguire movimenti con

un’ altissima rapidità, estremamente più elevata di

qualsiasi umano, per quanto abile.

Sembra che l’ unico modo per terminarli sia

ridare loro la vita ”,anche se di questa affermazione non si

comprende bene il senso.

 

Oddio.

Mi sento vuota, leggera leggera. Vuota e spaventata.

E così… ? Anche gli altri tre ? Cosa abbiamo noi, nella nostra classe, quattro… ? No, non riesco a pensarlo. Mi sto spaventando per nulla. Però gli occhi rossi glieli ho visti… E per prendere la farfallina ha fatto un movimento velocissimo, non ho neanche visto il braccio allungarsi.

La pagina di Wikipedia che parla dei miei simpatici compagnetti continua per un bel po’ ma non voglio leggerla neanche per tutto l’ oro del mondo.

I vampiri sono cose da libri, su ! É impossibile, vivere senza sangue. Chi si sognerebbe di avere in classe quattro presunti succhiasangue !

Stop.

Mi blocco, e un dolore terribile mi massacra il cuore.

Chi era, allora, quella cosa che stava accovacciata in quel vicolo, a fare ( FORSE ) la cosa che tutti i vampiri fanno, che mi ha ringhiato in quel modo così perfido e che mi ha praticamente investita, procurandomi danni che solo una grossa macchina poteva fare ?

L’ ho sempre un po’ saputo, chi era. Incoscientemente e senza prove, ok, ma me lo sono sempre sentito.

Piango silenziosamente. Ma è stato gentile, con me !! Com’ è possibile che era deciso a farmi del male ?

Mi viene in mente ancora il mio cagnetto, una volta m’ ero avvicinata mentre mangiava e s’ era messo a ringhiare forte.

Piango ancora perché pensavo che un minimo di diffidenza se ne fosse andata, avevo sperato di essergli amica e poi, se era lui ( un minimo di certezza in cuor mio ce l’ ho ), mi aveva assalita in quel modo con la chiara intenzione di mettermi fuori gioco.

La vocina stramaledetta che a volte mi spiffera cose strane all’ orecchio si rifà sentire: piangi tanto solo perché ti piace !

La caccio via. Cosa sta dicendo ?! Sono solo scemenze ! ….

Mando un sms a Lucrezia e le chiedo chi è assente.

Voglio sapere se lui faccia finta di niente di quel che è successo, che non gliene importa assolutamente nulla tanto da andare a scuola normalmente ( e così posso capire se di me non gliene frega proprio niente ) oppure se sia rimasto a casa, magari a pensare o e chiedersi un briciolo se sto male.

Non ci vedo niente perché ho gli occhi pieni di lacrime ma riesco a inviarlo lo stesso. Dopo poco tempo mi risponde. Assenti: Camilla, Mattia e i due Kaulitz.

E mi sento molto più sollevata, anche se non ne conosco il motivo. Mistero della fede. Anzi, della paura.

   
 
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