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Autore: gioTRAUMER    04/07/2011    0 recensioni
“Addio, amichetta!” Vickie fa il verso, guardando Klaus accasciarsi a terra, muovendo la mano in segno di saluto.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What kind of life would be without you?


OneShot Vickie/Elena dedicata a quella figacciona della FRAYXSalvatore che shippa queste due fighe come me.


Vickie riapre piano gli occhi, dopo quattordici ore intere di sonno.
Dio, era da quando andava al liceo che non si faceva una dormita così. Dopo sbronze, balli seminudi, e musica da far esplodere i timpani.
Si stiracchia piano, stendendo tutti i muscoli, mentre sente del dolce sole mattutino scaldarle la pelle. Poggia una mano alla sua sinistra, sentendo il letto vuoto.
"Probabilmente Elena è già sveglia, e starà preparando la colazione, o che so." Dopo un paio di sbadigli si alza, massaggiandosi la testa, passando una mano fra i capelli arruffati. Penzoloni, si dirige in cucina. Si da un'occhiata intorno, ma Elena non c'è.
Corruga la fronte, guardandosi allora intorno preoccupata. Immobile, tende l'udito cercando di sentire qualche rumore, o la presenza di Elena.
Ma nulla, in casa era da sola.
A velocità impercettibile torna in camera, prende l'iPhone dal letto, digita il numero di Elena, e la chiama. Dopo alcuni secondi sente la suoneria del cellulare di Elena provenire dalla cucina. Diamine, dove diavolo è andata? Se effettivamente fosse uscita, le avrebbe lasciato di sicuro un biglietto, un messaggio o qualcosa di simile. Vickie, cominciando a preoccuparsi sempre di più, decide di chiamare Damon. Magari era tornata a Mystic Falls per qualche strana ragione, nonostante tutte le sue cose fossero ancora lì.
“Si, pronto?” la solita voce calda del ragazzo accoglie la telefonata di Vickie.
“Damon, abbiamo un problema. Un grosso, problema” scandisce queste ultime parole, mentre saltella al di là della cornetta per mettersi i jeans.
“Vickie, che diavolo è successo?!” ribatte Damon turbato, sentendo la voce di Vickie agitata. “Damon...” Vickie si ferma, prendendo di nuovo in mano il telefono, prima poggiato fra la guancia e la spalla. “Elena è sparita” sibila Vickie fra i denti, deglutendo subito dopo.
“Che diavolo vuoi dire? Dov'è Elena, Vickie? Che è successo?” ringhia Damon agitato, cominciando chiaramente ad arrabbiarsi.
“Damon, calmati, ti prego...” Vickie sovrasta le parole del ragazzo, che sta continuando ad imprecare qualcosa sotto di lei. “Stavamo dormendo insieme, nello stesso letto, Damon. Ieri pomeriggio era esattamente alla mia destra, ma stamattina quando mi sono svegliata Elena non c'era!”
Il silenzio cala fra i due per qualche secondo. Damon deglutisce, fa un respiro a fondo, e riprende. “Vickie, è stato Klaus. Dobbiamo salvarla” sussurra, per poi attaccare.
A Vickie diventano gli occhi lucidi. Dannazione, è tutta colpa sua, è tutta colpa sua! Se fosse stata più attenta, e avesse teso l'udito! Non doveva addormentarsi, doveva controllare Elena, tenerla al sicuro!
Vickie si siede sul letto, fissando il pavimento, mentre alcune fredde lacrime le rigavano il viso. Tutto d'un tratto però, Vickie viene travolta dalla rabbia. Comincia a tremare dal nervoso, e i capillari sotto i suoi occhi cominciano ad ingrossarsi, facendole diventare gli occhi rossi.
Si alza arrabbiata, prendendo il telefono, e uscendo di casa, a velocità incontrollata.
Klaus non poteva essere andato tanto distante.
E Vickie, si era appena ripromessa, che avrebbe setacciato la città da cima a fondo, finchè non avrebbe trovato la sua migliore amica.

E' arrivato il crepuscolo.
Vickie è seduta su uno scoglio, a piangere, con la rabbia negli occhi. Si sta passando fra le mani la collana che avevano in comune. Un banale cuore diviso a metà, e ciascuna possedeva una metà. Non l'aveva trovata. Aveva guardato ovunque, ma non l'aveva trovata.
Alza gli occhi al cielo, osservando gli uccelli migrare, e il sole rosso come papavero tramontare. Della brezza leggera le sistema all'indietro i capelli, e fa cadere le lacrime in direzioni diverse. Vickie le asciuga velocemente, tirando su con il naso, e riprendendosi.
Ad un certo punto, le si illuminano gli occhi.
Salem. E' li che deve andare. Li è dove Klaus ha sistemato il tutto.
Velocemente si sposta sul ciglio della strada, dove aveva lasciato la macchina. Mette lo stereo a palla, e, davvero arrabbiata, si dirige sul luogo in cui avrebbe fatto il disastro.

Dopo circa due ore di viaggio, arriva. Scende dalla macchina, infuriata.
Sente qualche gemito e urla provenire da dentro la casa.
E' la volta buona che Vickie fa strage.
Velocemente, ma facendo attenzione a non farsi sentire, arriva davanti alla porta di quella casa diroccata. E' socchiusa, e buttando l'occhio, si intravede una stanza illuminata, con una sedia, e una ragazza seduta di spalle. E' Elena. Vickie si trasforma, arrabbiandosi, ma deve controllarsi.
Deve agire con furbizia.
Nota una finestra aperta, proprio nella parete della stanza illuminata.
Fa, allora, il giro della casa, raggiungendola. Sporge lentamente il viso, tanto da vedere in faccia Elena, e Klaus di spalle camminare avanti e indietro davanti la ragazza.
Vickie allora, entra velocemente nella stanza, scomparendo. Klaus però ne percepisce la presenza, e subito scatta, facendo un veloce giro della casa. Vickie corre da Elena, cominciando velocemente a snodarle le mani.
“Vickie, ti prego vattene, ti ucciderà!” sussurrà Elena, consapevole comunque che Klaus l'avrebbe sentita.
“Le uniche che se ne andranno qui saremo io e te!” dice Vickie decisa, finalmente liberando Elena.
“Oh, ma che dolce tentativo di fare la cosa giusta” una voce da dietro fa girare entrambe di scatto. Klaus. “C'hai provato, eh brutto stronzo?” Vickie scatta, scontrandosi su di lui, sbattendolo dall'altra parte della stanza. La rabbia che aveva in quel momento era alle stelle. “Fallo un'altra volta e giuro che ti spacco, mi hai capita?” lo raggiunge arrabbiata, sputandogli addosso, e fissandolo per terra con disprezzo.
“Vickie smettila, ti prego, vai via!” urla Elena, mentre una lacrima le riga il viso.
Vickie fa finta di non sentire le imprecazioni dell'amica, e continua a provocarla.
“Figlio di puttana, cosa volevi fare? Forse sacrificarla, hm? Diventerai l'ibrido delle mie palle, se continui così!” continua ad urlare Vickie all'Originario, che tutto d'un tratto si alza, facendo volare Vickie dall'altra parte della stanza.
“Elena, cara, di pure addio alla tua cara amichetta” dice Klaus, assaporando il momento in cui i suoi canini escono, mostrandosi perfettamente appuntiti e lucenti.
“Vickie, no!” urla, imprecando con le mani, mentre Klaus corre verso di lei.
Ma tutto si sconvolge.
Vickie si alza, prendendo Elena da dietro, e mettendole in mano il Pugnale. Prende poi Elena per il gomito, e la spinge verso Klaus, facendo si che il Pugnale finisse proprio nel cuore dell'Originario.
Il viso di Klaus diventa di un verdiccio strano, come muschio, mentre migliaia di capillari si diffondono sul suo viso.
“Addio, amichetta!” Vickie fa il verso, guardando Klaus accasciarsi a terra, muovendo la mano in segno di saluto.
Elena era rimasta immobile, fissando Klaus. Vickie si gira verso di lei, prendendola fra le braccia e abbracciandola, tirando un sospiro di sollievo.
“Oddio, Vickie, mi dispiace tantissimo...” Elena scoppia a piangere nella spalla dell'amica, stringendola forte, con il viso immerso in quello splendido profumo dei capelli di Vickie.
Quest'ultima le accarezza leggermente la schiena, annuendo e sussurrandole di stare calma.
“E' tutto a posto amore, è tutto ok. Ora su, non piangere...” si scosta da lei, prendendole il viso fra le mani e guardandola negli occhi, asciugando le lacrime che le ricadevano sulle guance.
“Altrimenti ti si cola il trucco, e quei bagnini strafighi del mare, sai... Vorrei che io e te fossimo impeccabili!”
Entrambe scoppiano in una risata divertita, continuando ad abbracciarsi.
Diamine, Vickie aveva appena rischiato la vita, per quella ragazza.
Ma che vita sarebbe stata senza Elena? Non voleva pensarci, Vickie non poteva.
  
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