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Autore: FraRose    04/07/2011    5 recensioni
Le vicende più assurde tra la coppia più bella di sempre: Damon Salvatore & Elena Gilbert.
Tratto dal 7° Capitolo:
“Bene. Vuoi sfidarmi, Stefan?”, ghignò Damon.
“Oh sì, Damon”, rispose malvagiamente Stefan.
Damon scoppiò in una risata maligna: “Lo sai che vincerò io. Perché io vinco sempre”
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9. Formiche in Overdose

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[… continua dal 4° Capitolo “Pulsanti”…]

 

 

 

"Lo capisci?" domandò isterica Elena, con le mani immerse tra i folti capelli in chiaro segno di disperazione.
Damon alzò la testa dopo ore, in cui l'aveva tenuta fra le ginocchia in attesa di qualche messaggero divino che venisse a liberarli: "Cosa?" singhiozzò, ritornando nel suo stato catatonico.
"Che siamo chiusi in un lurido, puzzone, sporco carcere pieno di topi e formiche così grosse che se si alleassero ci potrebbero trasportare via" urlò Elena, improvvisamente esplodendo come una bomba. L’esplosione non era programmata e Damon si svegliò di soprassalto dal suo dormiveglia.
La guardò stranito: "Elena, ma che idea hai avuto!" sussurrò estasiato Damon, come se si trovasse in una piscina idromassaggio con doccia rilassante.
Elena sbuffò: "Se tu consideri quello che ho detto un'idea, e conoscendo bene le tue idee geniali, penso che possiamo porre fine alla conversazione esattamente quando avrò finito di parlare" lo informò la ragazza con voce da presentatrice televisiva, ritornando a spazzolarsi i capelli con le dita sudice. “Cioè ora”.
Damon scosse la testa, prima che Elena si addormentasse fra i suoi pensieri: "Elena, hai detto che se le formiche si alleassero ci porterebbero fuori di qui" la fece ragionare il vampiro, entusiasta.
Senza riemergere dalla chioma mora, Elena alzò un dito e disse la sua: "Già: ho dimenticato di dirti che però avrebbero bisogno di qualche cocktail per farsi convincere a portare più di cento chili sulle loro povere schiene e se hai un po' di testosterone, qualche sale minerale, un po' di coca o droghe pesanti potrebbero davvero esserle d'aiuto" disse Elena, ritornando a dormire per passare il tempo.
Damon sorrise: "Ecco qui, tesoro" ammiccò e tirò fuori dalla tasca delle bustine con tutta l'aria da "meglio-non-farsi-scoprire".
Elena alzò lo sguardo e strabuzzò gli occhi: "Damon! Di cosa ti fai?" strillò, improvvisamente seriamente preoccupata per la salute mentale del vampiro.
Damon alzò le spalle: "Un po' di quello, un po' di quell'altro" disse con indifferenza. "Fa venire gli addominali" aggiunse con tono di chi sa più di tutti, picchiettandosi con orgoglio i muscoli scolpiti che Elena aveva sempre creduto fossero frutto di un duro e faticoso lavoro in palestra. E allora dove andava quando diceva di andare in palestra a fare un po’ di sollevamento pesi?
Ok, aveva un’amante. Era sempre così: nei film, nei libri, nei telefilm americani. Elena si fece un appunto mentale; non era il momento di parlare di amanti, anche se l’argomento non sarebbe stato sorvolato, su questo Damon Salvatore poteva stare certo.
"Allora?" chiese Damon, domandandosi per quale ragione Elena fosse così stupefatta.
"Siamo logorroici oggi" sbuffò poi ironico Damon, tentando in tutti i modi di picchiettare l'orgoglio della pazza umana che si era trovato.
Elena non apriva parola, troppo concentrata a chiedersi cos'era giusto e cos'era sbagliato. Damon  drogato non aveva mai fatto parte dei suoi piani per il presente e per il futuro. Questa era una novità ed era sbagliato. Intanto, per impedirgli di assumere ancora robaccia, poteva buttarla via. E magari darla a...
"Diamo la tua roba alle formiche" esclamò Elena, pregando Dio per chiedere scusa per aver dato il via libera all'overdose delle formiche e sperando che Damon acconsentisse. Il vampiro, che non si aspettava il risveglio dal sonno dei morti di Elena, dopo aver preso il suo "infarto da spavento" acconsentì: "Dobbiamo uscire di qui" concordò.
"Bene" sussurrò minacciosa Elena. Afferrò una di quelle bustine e sparpagliò la polverina bianca sul terreno.
"Speriamo che non se la mangino i topi" intervenne Damon ironico.
Elena lo fulminò con un'occhiata inceneritrice: "Non portar male" sibilò.
Damon annuì, sorridendo sornione. Per una volta era stato utile…
“Mangiate cretine” mormorava Elena, continuando a muovere le dita sul terreno sudicio di quella cella claustrofobica e puzzolente. Ogni tanto la ragazza imprecava perché le sue unghie si sporcavano di polvere e Damon avrebbe voluto tanto prenderla in giro; ma forse quello non era proprio il momento migliore, se teneva alla sua esistenza centenaria.
Quando Elena ebbe finito di ricoprire per bene il suolo, si lasciò cadere all’indietro, esausta, come se la distribuzione di chissà quale sostanza poco legale alle formiche fosse stata davvero faticosa. Non aveva previsto che sarebbe andata a sbattere contro il muro. “Ahi” si lamentò, cominciando a imprecare massaggiandosi lentamente la schiena.
Damon ridacchiò fra le ginocchia, posizione che aveva ormai adottato da qualche ora e da cui si liberava solamente per bisogni estremi.
Elena, tra i sussulti di dolore quando toccava un punto più sensibile, imprecava come non aveva mai fatto e stava augurando tutti i mali possibili al suo fidanzato, che rideva sempre di più.
“Smettila di prendermi in giro!” strillò Elena, che ormai non sentiva più male da quanto era occupata ad urlare.
“E chi lo sta facendo, amore?” rispose Damon, che per la lite d’occasione aveva deciso di sollevare il mento dalle gambe di qualche centimetro, pur tenendo sempre il collo piegato e sepolto.
Elena cominciò a saltellare dalla rabbia: “Non chiamarmi amore!” ordinò sempre più impazzita.
Damon alzò le mani in segno di difesa: “Va bene, va bene. Tesoro” aggiunse, sottolineando bene l’ultima parola che fece traboccare il vaso: Elena perse letteralmente il controllo.
Una tigre dal pelo disordinato, lungo, castano e sporco si avventò sul vampiro che ritenne adeguato cambiare posa. “Se non fosse per te, razza di stupido idiota, non saremmo qui!” cominciò a sfogarsi Elena, mentre sganciava pugni e calci a qualsiasi parte del corpo di Damon (o del muro, ad essere precisi) le capitava a tiro. Era così intenta e impegnata nella sua battaglia che non sentiva i deboli mormorii di pietà dei suoi piedi e delle sue mani. Elena era furente.
“Cosa ti è saltato in testa di comprare un robottino sforna gnomi?” domandò la povera ragazza, cadendo sempre più profondamente nel baratro dell’isteria. “Pensavi di farmi felice, eh?” chiese ancora Elena. Damon era in preda alla confusione più totale: doveva rispondere oppure doveva stare là, sdraiato in mezzo alla cella sotterranea, a subire il dolore provocatogli da una donna umana?
“Per quale ragione avresti pensato che uno stupido incapace robot cinese avrebbe risolto i problemi delle pulizie? Non potevi assumere una domestica rumena, serba o polacca? No, non potevi? Forse non ci hai nemmeno pensato, razzia di idiota senza cervello!” continuava a urlare Elena.
Damon decise di patire i dolori dell’inferno per altri cinque minuti, in attesa che una benedizione divina avrebbe fatto distrarre Elena dalla sua attività. E, grazie a qualche santo lassù nel cielo, quella benedizione arrivò.
Una voce di certo amplificata interruppe lo sfogo di Elena: “Qui capitan Formicuz. Attendo gli ordini”.
Elena spalancò gli occhi, in cerca della fonte da cui proveniva la voce.
“Qui capitan Formicuz. Attendo gli ordini” ripeté la voce. Damon notò con rammarico che poco distante da loro c’era una trombetta, una di quelle che i bambini usano a Carnevale per spaccare i timpani ai loro amici. Solo che invece di emettere un suono senza senso, amplificava la voce a chi parlava. Una specie di megafono in versione giocattolo.
“Damon? Damon? Lo senti anche tu? Dimmi che lo senti!” disse preoccupata Elena, guardandosi attorno come un serial killer che deve assicurarsi l’assenza di poliziotti nella zona prima di attraversare la camera.
Il vampiro avrebbe voluto dirle: “No, non lo sento. Sei ufficialmente pazza, con l’Alzheimer e da manicomio. O perlomeno da ricovero”. Ma non lo fece per due ragioni sostanziose: primo, si giocava la sua gabbia toracica; quella ragazza aveva più muscoli che ossa, a differenza di quello che aveva sempre pensato. Secondo, se senti una voce che proviene da una trombetta giocattolo, avere qualcuno con cui confrontarsi può essere incredibilmente d’aiuto.
Così, rispose con un tono carico d’ansia: “Sì, la sento anch’io”. Rifletté un attimo e decise di aggiungere un piccolo dettaglio che probabilmente Elena non aveva colto: “Viene da quella trombetta giocattolo” e indicò il tubicino di carta allargato sul fondo variopinto dei  colori più assurdi.
Elena guardò il punto indicato da Damon e annuì: “Lo avevo notato anch’io ovviamente” si vantò.
Damon sbuffò: “Sì, certo. E io vado a letto con Paris Hilton”.
Elena si voltò di scatto verso di lui: “Cooooosa?” chiese stupita, allungando esageratamente la “o” e pronta a ritornare all’attacco.
Il vampiro alzò gli occhi al cielo: “Era una battuta, Elena” spiegò paziente. 
“Ah, menomale, altrimenti io…” ricominciò a dire la ragazza, ma venne interrotta da quel tale “capitan Formicuz”: “Allora! Ci stiamo rompendo le scatole qui! Sono capitan Formicuz e voglio del rispetto, visto che avete convocato me e tutto il mio esercito” si lamentò indispettito il tipo.
Elena e Damon si fissarono, poi dissero in coro: “Ma dove sei? Chi sei?”.
Una formica con i muscoli assolutamente rinvigoriti da qualche sostanza chimica e poco salutare (a questo pensiero Elena cominciò a sentire i sensi di colpa crescere dentro di lei come piante rampicanti) si fece strada verso il debole cono di luce che proveniva dalla finestra con le sbarre della cella.
Non poteva essere vero; non poteva esserci un esercito di formiche davanti a loro. Damon stava scherzando quando aveva avuto quella stupida idea. Elena non credeva che quella roba potesse davvero influire sull’organismo di quelle poverette. Nel peggiore dei casi, sarebbero morte appena ne avrebbero assaggiata un po’.
“Tu non sei vero” farfugliò Elena, stringendosi al petto di Damon come un cucciolo impaurito. “Tu non puoi essere vero”.
Damon avrebbe giurato di vedere la formica ammiccare: “Mi dispiace, capitan Elena. Sono vero e reale” comunicò, fiero di sé stesso.
“Noooo!” strillò con un acuto da far paura Elena. “Nonononononono! Zitto! Devo pensare, ora! Lasciami pensare!” urlò, sempre più impazzita.
Si alzò con violenza, scaraventando Damon contro il muro, e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza. Il vampiro non sapeva cosa fare per farla ritornare in sé. Poi, improvvisamente, si fermò; e fu in quel momento che Elena toccò l’apice della follia.
“Ecco quello che faremo” cominciò a spiegare la nuova Elena, “noi distruggeremo l’esercito di gnomi”. Appena fu presentato il piano d’attacco Gilbert, Damon si lasciò sfuggire un gemito di dolore. Stava perdendo la sua Elena: non sapeva se era un’illusione ottica causata dalla paura, ma la vedeva con gli occhietti iniettati di sangue e tutta tremolante, in stile film horror.
Elena si guardò attorno con aria inquisitoria: “Qualcuno ha domande? Capitano?” chiese, puntando d’un tratto lo sguardo sul povero capitan Formicuz.
“Assolutamente no, capitan Elena” rispose lui, obbediente.
“Voi, esercito, miei prodi! Avete domande?” continuò l’interrogatorio Elena, passando in rassegna tutto l’esercito delle formiche, ancora completamente sotto l’effetto della droga.
Come un sol uomo, i piccoli insetti scossero la minuscola testa. Elena sorrise trionfante e concluse: “Damon Salvatore, tu hai domande?”.
Damon si mangiucchiò le unghie: sapeva che se avesse detto la verità quella nuova Elena lo avrebbe riempito di botte, ma non poteva dire che uccidere i nanetti da 90.000 $ era una cosa che si poteva tranquillamente fare.
“Più che altro, ho una protesta” cominciò indeciso il vampiro.
Elena storse lo sguardo, avvicinandosi come se volesse fiutare nell’aria quale fosse la cosa su cui aveva da contraddire. “Ah, sì? E qual è, si può sapere?” chiese.
Damon prese un profondo respiro e confessò: “Io ho speso la bellezza di 90.000 $ per comprarti quel dannato robottino spara gnomi e tu ora lo vuoi… lo vuoi distruggere” piagnucolò il vampiro, con la voglia divorante di distruggere quello stupido esercito schiacciando ogni lurido, schifoso insetto con lentezza disarmante, in modo che il dolore avrebbe raggiunto livelli mai sperimentati prima.
Elena lo guardò male, il suo viso non si addolcì: “Primo, non voglio distruggere la macchina ma solo gli gnomi. Secondo, sei sicuro di aver pagato?” chiese inquisitoria.
Damon sarebbe arrossito e non replicò, sotto il sorriso soddisfatto della pazza Elena in versione militare. “Allora… all’attacco!” urlò.
Le formiche si misero a sgranocchiare le sbarre della finestrella che consentiva alla luce di entrare nella cella, e dopo qualche minuto uscirono più pronte che mai ad affrontare gli gnomi.
Elena le seguì con entusiasmo, mentre Damon si alzò e camminò strascicando i piedi svogliatamente, e con una vaga voglia di chiamare il guardiano e comunicargli che la fidanzata aveva trovato il modo di scappare. Ma non lo fece.
Dopo qualche minuto si ritrovarono davanti alla loro casa e Damon vide le formiche combattere valorose, così come i suoi amati nanetti, anche se nell’ultima ora aveva cominciato seriamente ad odiarli per avergli fatto questo. Avevano portato via la sua Elena, avevano distrutto la sua vita.
Improvvisamente le bandiere gialle dell’esercito delle formiche si spostavano sempre di più verso il fiume e, Damon strabuzzò gli occhi, caddero in acqua. Sparirono alla sua vista, così come fecero gli gnomi poco dopo.
“Certe creature sono proprio stupide” pensò Damon. Poi vide Elena e per un orribile breve attimo ebbe l’impressione che si volesse buttare giù anche lei. Ma non lo fece: si voltò sorridendo come la vecchia Elena e corse verso di lui.
“Damon!” urlò felice. “Ce l’abbiamo fatta, li abbiamo uccisi tutti!” esultò felice.
“E siamo evasi illegalmente di prigione” puntualizzò Damon, abbracciandola, dimenticando completamente che nelle ultime ore aveva seriamente pensato di aver perso la sua piccola per sempre.
Elena alzò le spalle: “Scappiamo! Andiamo lontano, in Europa, in Asia!” suggerì.
Damon sorrise: “Certo, ma prima…” rispose. Si mosse a velocità vampiresca verso il pensionato. “Che fai?” chiese Elena.
Damon sorrise e sollevò un albero, sradicandolo. Lo lanciò sul robottino, che emise un ultimo singulto doloroso e sfornò uno gnomo dimenticato dai suoi compagni, ormai morti sul letto del fiume.
La ragazza lo afferrò e prese per mano il suo ragazzo: “Grazie. Ma ora scappiamo” disse. Damon sorrise e partirono per una meta non stabilita e che mai lo sarebbe stata, lasciandosi alle spalle formiche e gnomi.

 

[…continua…]

 

 

 

 

 

Angolino della Matta Fra

Ciao ragazze! Come state?
Ok, voi vi chiederete dove sono morta… beh, per questa storia avevo pure messo l’avviso, quindi spero che mi perdoniate più facilmente. 

Ok questa OS era davvero una cavolata ma sapete, dopo l’esercito degli gnomi ho pensato alle formiche, a un’eventuale overdose e uno scontro tra gnomi e formiche. Ih che assurdità, ma d’altronde voi lo sapete che qui si ride e non c’è niente di realistico.
Ora spazio pubblicità e ringraziamenti: adoro tutte coloro che hanno recensito, ovviamente la mia amica
Glo  e la super Marghe che ha appena finito gli esami 
Ringrazio inoltre Ericuzza, una scrittrice che io ammiro tantissimo e di cui vi consiglio vivamente le sue storie. Sono troppo divertenti e per me è stato bellissimo che tu sia capitata su questa follia che scrivo 
La pubblicità per oggi va a queste tre meravigliose ragazze, in particolare a Glo e al suo team
con il suo crossover Gossip Girl – TVD! Leggetelo qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=746098
Infine vi segnalo le mie storie che spero leggerete se non lo avete già fatto: qui Please Come Back, un crossover Twilight – TVD che presto tornerò ad aggiornare e che ho intenzione di concludere quest’estate.
I Feel You è qui, una Delena al 100% che presto concluderò: i capitoli extra che non erano programmati quando ho scritto la fic sono in fase di scrittura.
E infine una mia OS a cui tengo particolarmente: qui potete leggere “Mi Manchi”, strappalacrime da far paura, ma spero vi piaccia.
Attendo vostri numerosi pareri!
Bacioni alla prossima follia
Fra

 

 

 

 

 


 

   
 
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