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Autore: Kisa89    04/07/2011    4 recensioni
"Toshima.... E' un luogo terribile, una città in rovina, un cumulo di macerie e sangue. Insomma, il luogo perfetto per un essere inutile come me...."
Vi siete mai chiesti cosa sia successo a Kau? Come abbia incontrato Arbitro e come se ne sia conseguentemente affezionato?
Io sì, questa è la mia idea! Enjoy it! ^-^
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: i personaggi di questa storia non mi appartengono e io non ci guadagno nulla. Questa FF è composta da due capitoli, di cui il secondo sarà a RAITING ROSSO. Di conseguenza presenterà scene esplicite di SESSO OMOSESSUALE YAOI. Se la cosa non vi aggrada o non vi interessa non leggete oltre. Grazie!

 

 

I remember you're the reason I have to stay...

 

Capitolo 1: The day I met my Angel

 

...Carried away by the traculence of my world

I got lost in the search for enlightment

The blue rain

Covered my roots and I forgot where I came from...

 

(...Trasportate lontano dalla truculenza del mio mondo

Mi persi nella ricerca dell’illuminazione

La pioggia malinconica

Coprì le mie radici, e dimenticai da dove provenivo...)

[Within Temptation – Pearls of light]

 

 

Il giorno in cui ho trovato quel cucciolo faceva freddo, un freddo terribile. Non lo dimenticherò mai...

 

*

 

Toshima.... E' un luogo terribile, una città in rovina, un cumulo di macerie e sangue. Insomma, il luogo perfetto per un essere inutile come me. Mi chiedo perché vivo, forse dovrei solo lasciarmi morire su questo materasso sfondato su cui giace il mio corpo.

Chi sono io? Non ne ho idea, non ricordo praticamente nulla della mia infanzia. Sono arrivato a Toshima, non so da dove, scappando da chi o da cosa, non lo so; ma l'unica vita che ricordo è quella che conduco qui, in questo luogo di morte.

Sopravvivo ogni dannato giorno lottando contro la fame; mi sono macchiato del sangue di persone di cui non conoscevo nulla, per difendere la mia schifosa vita.

Perché vivo ancora? Me lo chiedo ogni insopportabile giorno!

Ma quel giorno, quel gelido giorno accadde qualcosa di diverso, qualcosa che cambiò la mia inutile esistenza, per sempre.

Era sera, il sole stava lasciando spazio alle tenebre e il cielo si era coperto di grosse nuvole cariche di pioggia.

Morivo di fame e rovistavo tra i rifiuti di una delle poche case abitate da qualcuno, alla ricerca di qualche resto di cibo per poter sopravvivere ad un altro sorgere della luce; chissà poi perché l'istinto di sopravvivenza ci costringere a vivere anche quando non lo vogliamo affatto.

Ma quella sera lo incontrai....

 

*

 

...Camminavo per una delle sudice vie di Toshima quando lo vidi in un vicolo laterale tra i bidoni dei rifiuti; sembrava un cane randagio, a carponi con la paura negli occhi. Rimasi incantato da quella creatura, dal suo sguardo pieno di rancore e disperata richiesta di qualcosa.

Mi avvicinai a lui con attenzione, come si fa nei confronti degli animali spauriti. Anche dal primo sfuggevole sguardo non ebbi alcun dubbio sul fatto che quella fosse la creatura più bella che avessi mai visto con questi occhi: non era che un ragazzino, probabilmente di un'età compresa tra i quindici e i diciassette anni, insoliti capelli argentati lunghi fino alle spalle dal fisico esile, ma estremamente invitante e un viso dolce dai lineamenti delicati.

C'era soltanto un dettaglio che deturpava la sua bellezza, rendendolo tuttavia ancora più interessante: uno dei suoi occhi colore del ghiaccio pareva vuoto, opaco, cieco e una brutta cicatrice ne tagliava a metà la palpebra, dal sopracciglio allo zigomo, segno perenne della ferita che lo aveva reso cieco....

 

*

 

Quella sera lo incontrai, un uomo che non avevo mai visto prima di quel giorno.

Il suo abito bianco e quei capelli colore dell'oro sembravano brillare; mi chiesi se senza accorgermene ero morto e quell'angelo mascherato stesse venendo a raccogliere la mia anima.

Tuttavia avvertii la paura quando dietro di lui vidi due uomini armati che, al contrario, mi erano molto famigliari. Un tipo altissimo ed enorme che brandiva un tubo metallico e un ragazzo dai capelli biondi con gli artigli: li avevo visti spesso in città, li avevo visti uccidere. Pensai che forse quella volta fossero venuti per me.

Ehi!! Guarda che bel gattino, Jiji! Potremmo cucinarcelo!” ridacchiò il tipo con gli artigli leccandosi le labbra.

Non credo che mangeresti molto, Gunji, mi sembra pelle e ossa!” commentò il suo compagno portandosi il tubo in spalla.

Ancora una volta quel dannato istinto di sopravvivenza mi spinse a reagire; sguainai il coltello che portavo legato alla gamba e mi misi in guardia indietreggiando e cercando disperatamente una via d'uscita da quel vicolo per scappare da quegli uomini.

Sembrava impossibile poter sfuggire alla mia fine quella volta, ma l'uomo con la maschera intervenne prima che potessi lanciarmi all'attacco.

Smettetela, razza di idioti!! Non vedete che lo state spaventando?!” disse voltandosi verso i due loschi individui e invitandoli a spostarsi dall'imboccatura del vicolo.

Quei due si spostarono seguendo il suo comando, ridacchiando tra loro. Capii in quel momento che probabilmente quell'uomo elegante doveva essere il loro capo, qualcuno di importante insomma.

Strinsi la presa sull'elsa del coltello appena il suo interesse tornò su di me e mi si avvicinò; non sapevo se avere paura o meno, nessuno mi aveva mai avvicinato prima di allora.

Si accovacciò a pochi passi da me e allungò il palmo della mano, come se io fossi un cane e con quel gesto mi stesse invitando a fidarmi di lui.

Va tutto bene, cucciolo. Non ti voglio fare del male” sussurrò con la sua voce calma e melliflua. Guardai ripetutamente la sua mano e il suo viso, i suoi occhi celesti mi toccavano con uno sguardo che non avevo mai visto in nessuno.

Dammi quel coltello. Non avere paura, voglio solo aiutarti. Come ti chiami?” Continuò a parlarmi con quel tono dolce e io sentii che ad ogni sua parola la bariera che avevo issato per separarlo da me si sgretolava come come un muro di sabbia al sole.

Non avevo mai ricevuto nulla che somigliasse ad un qualche tipo di affetto in vita mia, ma forse una parte di me che avevo nascosto lo desiderava più di qualsiasi altra cosa.

Avevo imparato a non fidarmi mai di nessuno e ad allontanare chiunque fosse troppo vicino, ma le mie convinzioni vacillarono difronte a quell'angelo e alla sua offerta di aiuto.

Allungai titubante la mano verso la sua e gli permisi di disarmarmi senza protestare “N-non lo so...” sussurrai con un filo di voce, distogliendo lo sguardo e lasciandomi scivolare a terra privo di forza. Era vero, non avevo idea di quale fosse il mio nome: se ne avevo mai avuto uno, non lo ricordavo.

Quell'uomo alzo la mano libera verso di me e affondò le sue dita tra i miei capelli in qualcosa che penso di poter definire una carezza. Rimasi scioccato da ciò che mi accadde in seguito al suo tocco: mi resi conto di non aver mai percepito il mio cuore battere e la mia difesa crollò definitivamente.

...Chi s-sei?” chiesi con lo sguardo basso, temendo quegli occhi che mi guardavano con insistenza.

Mi chiamano Arbitro” rispose gettando via il mio coltello e porgendomi nuovamente il palmo della sua mano “Sembri affamato! Vieni con me, ti porterò via da questo schifo!” la sua voce cullava la mia mente come una ninnananna rassicurante e dolce, non potevo più sfuggire a quell'angelo. Allungai la mano e la appoggiai sulla sua, sentendone la clda stretta.

Mi aiutò ad alzarmi e mi accompagnò fuori da quel vicolo senza mai lasciarmi andare. Non so perchè lo seguii così docilmente, ma il mio cuore non smise di pulsare come impazzito nemmeno per un istante; in ogni caso la mia vita era così terribilmente misera che se anche le sua intenzione fosse stata quella di uccidermi, sarebbe andato bene comunque.

Non riuscii a fare più di qualche passo, una volta raggiunta la strada, che crollai a terra privo di sensi a causa della fame e del freddo, o forse di quella strana sensazione che non sapevo spiegarmi.

 

*

 

...Quel cucciolo sembrava davvero in un pessimo stato; mi crollò tra le braccia stremato e mi chiesi da quanto tempo non mangiava decentemente.

Lo sollevai con delicatezza, era spaventosamente leggero “Forza andiamocene da qui, si muore di freddo” dissi riprendendo Gunji e Kiriwar.

Ehi, Papà! Sicuro che non sia morto?” chiese il biondo con quel suo insopportabile modo di fare gironzolandomi intorno.

Non dirmi che sei diventato anche necrofilo! Il prossimo traguardo sarà sbatterti la scrivania del tuo ufficio!” intervenne il moro suscitando la malefica risata isterica di Gunji che si avvicinò alla piccola creatura tra le mie braccia.

Non osare toccarlo con quelle luride zampe!!” lo ammonii allontanadolo da lui.

Portai quel ragazzino al castello e mi assicurai che fosse lavato e curato e lo osservai dormire. Non si svegliò per i successivi due giorni; ogni ora tornavo nella mia stanza per controllare se si fosse ripreso, ma quel cagnolino non faceva che dormire....

 

 

 

 

Il Braciere delle Fate:

Salve! ^__^

Eccomi alla carica con una nuova FF questa volta su Togainu no chi!

Ho visto l'anime recentemente e l'ho assolutamente adorato, ma più di tutto ho adorato Arbitro-sama *O* e Kau-tan!!

Mi ha veramente molto molto colpito la relazione tra loro: il fatto che Arbitro sia sempre così meravigliosamente dolce e protettivo con il suo gioiello e che Kau, nonostante quello che gli sia stato fatto, sia così legato a lui da cercarlo in continuazione. L'ho trovata una cosa dolcissima! Così mi sono chiesta: chissà cosa è succeso tra loro prima che Kau venisse “modificato”; come si sono incontrati? Chi era Kau? Etc etc..

Ovviamente credo che sarebbe stupido inventarsi chissà cos, dato che non ci viene suggerito praticamente nulla dall'anime. Quindi mi è venuta fuori questa FF, un po' così... Non so! XD

La FF sarà composta solo da due capitoli. Il prossimo sarà quello finale, quindi.

Spero leggerete in molti! Grazie in anticipo!

Fairy

 

NB: il prossimo capitolo sarà ROSSO

  
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