Anime & Manga > Kaichou Wa Maid Sama!
Segui la storia  |       
Autore: _Joan    04/07/2011    0 recensioni
Salve ^^ questa è la mia prima fanfiction e sono un po' nervosa. Ho scelto come soggetti Misaki e Usui perchè mi viene molto spontaneo scrivere su di loro, e anche perchè li adoro ^^. Spero che vi piaccia e...buona lettura :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-U…sui? Che…?-
-Mi dispiace.- 
Rimasi paralizzata, con gli occhi spalancati per la sorpresa. Era la prima che Usui si scusava con me, almeno in modo così serio. 
-Mi dispiace se ti ho messa in una posizione tanto imbarazzante. So quanto debba essere decoroso il tuo comportamento, in quanto presidente. Non volevo causarti disagio. Misaki…scusami.-
Sentii le sue braccia stringersi più forte attorno al mio corpo. In quel momento mi resi conto quanto davvero lui tenesse a me. Non che non me ne fossi accorta anche prima, ma la sua preoccupazione mi aveva fatto comprendere questo concetto un po’ meglio. 
Sorrisi, felice in cuor mio di questo piccolo dettaglio che rafforzava la nostra storia, se così si poteva definire. 
Alzai un braccio e gli accarezzai la testa, come era solito fare lui a me. Speravo che con quel gesto potesse tranquillizzarsi e capire anche quanto fosse importante per me quel piccolo tocco.
-Usui. Va tutto bene, non ti preoccupare.-
Ci guardammo negli occhi, poi lui mi squadrò e si mise a ridere.
-Kaichou. Sei tutta bagnata. Ti si intravede il reggiseno.-
Lo guardai con aria interrogativa per un attimo, per poi abbassare lo sguardo sulla camicia. In effetti ero marcia e il tessuto era diventato trasparente. Arrossii violentemente e gli urlai contro allontanandomi velocemente.
-USUUUIIII!!! STUPIDO PERVERTITO CHE NON SEI ALTRO!! Cosa guardi?! Girati! Non mi fissare! E non ridere! IDIOTA!-
Visto che lui continuava a ridere come un idiota, gli diedi un pugno per zittirlo.
-Sarebbe meglio rientrare in casa. Non vorrei che ci ammalassimo.-
-Se così fosse, l’unico mio desiderio sarebbe quello di essere assistito da te, Kaichou. Mi domando come starebbe Misa-chan vestita da infermiera…-
Diventai bordeaux in viso per l’ennesima battutina erotica di quello stupido alieno pervertito.
-U-Usui!! Smettila, stupido arrapato!- 
Sbuffai e mi avviai verso casa, lasciandolo alle mie spalle, ma lui mi precedette e mi aprì gentilmente la porta.
-Prego, mia signora.- disse stampandosi sul volto un sorriso beffardo.
Tipico di Usui: comportarsi cinque minuti prima con un molestatore sessuale, per poi trasformarsi in un perfetto gentiluomo. 
-G-grazie…- 
Entrai in casa senza guardarlo e lo guidai fino in camera mia. 
-Oh, oh! La camera di Misa-chan. È la prima volta che ci entro.-
 -Hey, Usui! Non ficcanasare in giro!-
Come se fosse servito qualcosa ammonirlo. Lo trovai subito interessato al cassetto dove tenevo la biancheria intima e, irritata, gli tirai un cuscino.
-Ahi…- disse guardandomi male, proprio lui che era stato colto sul fatto.
-Uff… Aspetta qui. Vado a prendere degli asciugamani. Non ti muovere, non frugare e non fare disastri. Torno subito.- 
Uscii dalla stanza sbuffando e andai a recuperare degli asciugamani in bagno.
Certo che Usui era proprio insopportabile a volte. Anche se, a dir la verità, in fondo in fondo questo suo lato stupido e pervertito mi divertiva. Era fatto così, sennò non sarebbe stato Usui. In certi momenti mi ricordava un bambino. A volte sembrava così innocuo, se così si può dire. Lo si poteva far felice con poco e quando sorrideva, mostrava un sorriso davvero puro, talmente bello da sorprendere chiunque. Prima ribadiva spesso che ero il suo divertimento segreto, un giocattolo con cui passare il tempo. All’inizio mi ritenevo un po’ offesa, delusa per questo genere di descrizione, ma in seguito ho capito che il significato era un altro. Per lui ero un giocattolo, sì, ma uno di quelli preziosi, che si custodiscono con una gelosia possessiva. Un giocattolo con cui si ha un legame sentimentale molto profondo. Per questo mi ricordava tanto un bambino, incapace di distaccarsi dal suo oggetto tanto amato per paura di perderlo.
Presi gli asciugamani e tornai in camera. Non appena aprii la porta mi ritrovai Usui, senza camicia, intento a slacciarsi i pantaloni.
Rimasi a bocca aperta, sulla soglia della porta, incapace di dire qualcosa. Ero fermamente convinta che sul mio viso si potesse benissimo cucinare delle uova, talmente era caldo.
-U-usui….che diamine stai facendo?….-
-Ah, Misa-chan. Dovremmo toglierci i vestiti per asciugarci, non trovi?- 
Incredibile con quanta non curanza dicesse questo genere di cose, accompagnate sempre da un sorrisetto provocatorio.
-USUI! Non puoi essere così senza ritegno! Il tuo senso del pudore è inesistente!-
Gli buttai addosso l’asciugamano e andai a sedermi sul letto per calmarmi. 
Però aveva ragione. Non potevamo rimanere con i vestiti bagnati addosso. Però…questo significava che dovevo spogliarmi…davanti a lui? Mi coprii la testa con l’asciugamano per nascondere il mio rossore e iniziai ad asciugarmi i capelli.
-Misaki…sei arrossita.-
Non l’avevo sentito avvicinarsi. Prese le mie mani, le abbassò gentilmente e iniziò a strofinarmi i capelli.
-Te lo ripeto, Misa-chan. Non voglio essere causa per te di disagi. Non vorrei mai farti star male, sarebbe un tormento, per me, se così fosse. Dimmi ciò che desideri, e io lo farò.-
Per l’ennesima volta non sapevo cosa dire. Aveva la capacità di stupirmi nei momenti meno aspettati. 
Guardai le mie mani, a testa bassa, incapace di rispondergli qualcosa. Avevo però paura che se ne potesse andare, così alzai la testa e gli presi le mani. Lo guardai negli occhi, al momento stupiti, ma distolsi immediatamente lo sguardo. 
-Per favore…resta.-
Ci fu un attimo di silenzio, poi lui si inginocchiò per terra davanti a me e mi prese il viso tra le mani.
-Non abbassare mai lo sguardo, Misaki. Non smettere mai di guardarmi. Non aver paura di mostrare i tuoi sentimenti. Permettimi di essere l’unico a cui mostrerai tutto di te, il tuo sorriso, il tuo rossore improvviso. E se questo fosse troppo per te, ti chiedo solo di accettarmi per adesso. Accettami, Misaki, finchè non ti innamorerai di me ancora di più e sarai finalmente pronta.-
Impossibile. Era impossibile come potesse dire cose tanto toccanti. Ogni volta si trasformava in una lancia che andava a penetrare il mio cuore per farlo straziare di dolore. Un dolore piacevole però, quel misto di vergogna, paura e desiderio che ti faceva contorcere lo stomaco. Mi faceva impazzire. Era questo che si provava ad essere innamorati?
-U-Usui… io… io ti ho già accettato. Non puoi essere che tu. È inevitabile.-
E non riuscii a dire nient’altro, e mi maledicevo per questo. Sentivo una miriade di emozioni dentro di me, ma non ero capace a descrivergliene nemmeno una. Con quello che mi aveva appena detto…non ero riuscita neppure a dirgli qualcosa per farlo sentire come lui faceva sentire me. Ero un vero e proprio disastro.
-Grazie, Misaki.-
I suoi soffici capelli sfiorarono la mia fronte e le sue labbra si posarono sulle mie. Aveva capito. Sapeva ciò che provavo e che per me era difficile da esprimere, ma aveva capito. Ormai mi conosceva alla perfezione, sapeva tutto di me.
Affondai le mani nei suoi capelli e lo bacia con un trasporto che non avevo mai avuto prima. Si distaccò per leccare una lacrima che stava scendendo sulla mia guancia. Distolsi di nuovo lo sguardo, non ero abituata a tutto questo.
-Misaki.- mi riprese.
Tornai a guardarlo e lui mi sorrise, gentile. Instaurando una conversazione con i miei occhi iniziò a sbottonarmi la camicia. Ebbi un tuffo al cuore e arrossii ancora, ma non distolsi lo sguardo dal suo. Era quello che mi aveva chiesto, almeno questo glielo dovevo.
Me la fece scivolare lentamente di dosso e mi accarezzò un fianco con prudenza.
Stavamo andando un po’ oltre, ma non lo fermai. Non volevo, desideravo mostrargli quanto anche io avessi bisogno di lui.
All’improvviso mi prese una mano e se la portò sul petto, vicino al cuore. Mi sorpresi. In ogni situazione manteneva sempre una calma, una tranquillità assoluta, anche in questo momento. Ma mi stupii nel sentire il battito del suo cuore. Io che mostravo così tanto le sensazioni che provavo, e lui che riusciva a controllarle così bene, per una volta eravamo uguali. Ero certa che il suo cuore stesse battendo velocemente quanto il mio.
Mi feci scappare un’altra lacrima. Usui… per quante volte ancora avevi intenzione di sorprendermi? 
Scivolai dal letto, mi sedetti vicino a lui e mi lasciai abbracciare, avvolta nell’asciugamano. 
-Ti amo, Misaki.-
Incapace ancora di pronunciare quelle piccole parole così ricche di significato, mi limitai a stringere ancora di più le sue mani e a sussurrare il suo nome.
-Usui…-
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kaichou Wa Maid Sama! / Vai alla pagina dell'autore: _Joan