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Autore: Lara Ponte    04/07/2011    5 recensioni
Questa storia è un regalo... (Su richiesta)
Un regalo per uno sconosciuto con cui ho chattato qualche ora fa.
Un ragazzo o meglio un uomo che aveva bisogno di qualche parola di conforto e che spero di essere riuscita a dare.
La sua storia nella relatà non ha avuto un happy-ending
ma desiderava tanto che almeno nella fantasia potesse esserci.
Probabilmente si noterà che proprio non sono tagliata per questo genere... ma appunto l'ho scritta sperando di strappare un sorriso a questa persona ;)
Buona lettura... ^_^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un desiderio che si realizza

Seduto su un divano del piccolo bilocale comprato da poco, mentre bevevo l'ultima lattina di birra rimasta in frigo, cercando inutilmente di rilassarmi mi sentivo davvero un perfetto idiota. A quasi quarant'anni avevo rinunciato a tutto pur di restare accanto a lui. Una promozione che mi avrebbe permesso di guadagnare il doppio, ma che mi avrebbe portato lontano. Mi decisi anche a rompere finalmente un finto matrimonio durato troppo a lungo... cos'altro avevo perso ?

La mia dignità forse, ammesso che ne avessi mai avuta una. Quanti anni ho vissuto nella menzogna? Per quanto tempo ho ingannato perfino me stesso?

Cercando di non pensare accesi la tv... porca miseria! Quante porcherie!? Un bel film non lo trasmette più nessuno? Spensi infine l'interruttore mandando al diavolo la televisione, sentendomi davvero vecchio: non era quella la tv che ricordavo con piacere.


Ma cominciamo dall'inizio, credo di non essermi nemmeno presentato. Chiedo scusa.

Non posso dire il mio vero nome, così giusto per darvi un riferimento se volete potete chiamarmi Mario. Abito in periferia di Siena, bella città. Per due volte l'anno tutti impazziscono per il famoso Palio, tuttavia a me non ha mai interessato più di tanto, forse perché a dire il vero la mia famiglia era originaria di un'altra città.

Sono vice direttore del reparto marketing di una azienda che opera nel settore farmaceutico.

Ho una laurea in chimica organica più specializzazioni e master vari. Più di dieci anni fa ho sposato una donna che conoscevo da una vita, credendo fosse la cosa giusta da fare. In realtà sono sempre stato attratto in ugual misura tanto dalle donne quanto dagli uomini, ma all'epoca ero troppo immaturo per ammetterlo. Come accennavo prima, il matrimonio si trasformò presto in una farsa. Non nego che le volessi bene, ma non era vero amore e la convivenza tra di noi si fece di giorno in giorno più insopportabile.


Due anni fa conobbi Lui. Fu un incontro del tutto casuale in un bar mentre bevevo un caffè durante la pausa pranzo. Mi sembrava la persona più bella e solare di questa terra. Quasi non ci credevo quando si avvicinò per chiedermi informazioni e da quel momento non la finimmo più di parlare.

Ci scambiammo i nostri numeri di cellulare e decidemmo di rivederci.

In meno di due mesi eravamo diventati amanti. Come uno sciocco appartenevo completamente a lui. L'amavo con tutto me stesso senza negargli nulla, il mio cuore e la mia stessa anima non riconoscevano che un solo padrone: ancora lui. Quasi mi sentivo tornato adolescente tanto erano forti le emozioni che provavo.

Anche lui nonostante gli anni che ci separavano mi amava, le sue parole erano sincere ma forse non era abbastanza coraggioso da voler fare il grande passo con me. Disse che ancora non se la sentiva di venire ad abitare assieme e che aveva paura che io mi fossi troppo attaccato a lui, che stessi diventato “esagerato”. Forse aveva ragione, ma io conosco soltanto quel modo di amare qualcuno: o tutto o niente.


Ieri, ovvero Sabato sera avevamo discusso violentemente e lui mi sbatté in faccia le due parole più crudeli che potesse dirmi “E' finita...”

Da quel momento ero rimasto qua, chiuso in casa come un vampiro nella sua bara incapace di fare qualsiasi mossa. Non riuscivo a credere a ciò che era successo. Guardavo su un tavolo i documenti del divorzio pronti per essere registrati in tribunale e una lacrima solcava il mio viso già provato dalla mancanza di sonno. Mi sentivo solo e perduto, tutto ciò che avevo desiderato, era sparito come la sabbia tra le dita... un solo desiderio e nessun genio disposto a realizzarlo.


Mi ero finalmente appisolato sul divano quando il suonare insistente del campanello mi riportò nel mondo dei vivi. Come uno zombi mi avviai alla porta. Guardando nello spioncino vidi il suo viso e credetti di sognare. Aprii lentamente perché se era un sogno non volevo svegliarmi ed invece era tutto vero. Riuscii a dire solo “Alex...” e lui mi abbracciò forte dicendomi “Sono stato uno stupido, ora so che non posso stare senza di te...”

Non saprò mai chi fosse l'artefice di un tal miracolo ma non finirò mai di ringraziarlo. La mia felicità finalmente iniziava quel giorno. O meglio: la nostra.




  
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