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Autore: Elanor Eliniel    05/07/2011    3 recensioni
"Mentre si inoltrava nel giardino, e poi tra le fronde dei boschi di betulle, sentì amaro il sapore del fallimento e della colpa. Una vita dedicata a difendere la Terra di Mezzo ed alte questioni, ma l’incapacità di proteggere colei che amava sopra ogni altra cosa. L’inettitudine a guarirla fino in fondo, l’aver violato la sua mente, quella sensazione di non aver fatto abbastanza, la rabbia, il dolore, la colpa affollavano i suoi pensieri, soffocandolo."
Una fanfiction che cerca di costruire la loro tragica storia, soltanto accennata in vari punti dal Professore. Sono graditissime recensioni!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Elladan, Elrohir, Elrond, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nei mesi successivi Elrond preparò la partenza minuziosamente; frattanto non appena la via fu meno pericolosa, la dama ricevette la visita dei Signori di Lòrien, tali infatti erano divenuti Galadriel e Celeborn.
Il Signore di Imladris riprese la sua vita consueta, ma la maggior parte del suo tempo lo spendeva con la sposa; e quando non vi era lui con lei vi erano i figli, specialmente Arwen.
Più s’avvicinava il giorno della partenza, più gli istanti trascorsi insieme divenivano preziosi e sfuggenti; solitamente gli Eldar non danno troppo peso allo scorrere del tempo, ma ora tutto era divenuto diverso per loro.
Celebrìan era ormai guarita perfettamente nel corpo, pure, nessun miglioramento era avvenuto per lo spirito, e ciò convinse Elrond che la scelta fatta fosse quella giusta.
I giorni fuggivano ad ovest e più il tempo passava, più ella gli sfuggiva dalle dita, al punto che temette di perderla prima ancora della partenza, ma la dama possedeva ancora abbastanza forza per evitare ciò.
 
La notte prima della partenza da Imladris, Celebrìan era invero agitata, poiché era inevitabile abbandonare quel luogo sicuro e attraversare l’Eriador per raggiungere i Rifugi Oscuri.
Per l’ultima volta avrebbe visto quel luogo dove era stata a lungo felice, ad un tratto le sovvennero svariati momenti del suo passato che la fecero, dopo tanto tempo, sorridere.
Con un lembo del lenzuolo asciugò qualche lacrima di nostalgia, prima che arrivasse il Mezzelfo.
Difatti poco dopo la porta si aprì ed egli apparve sulla soglia.
- Ogni cosa è pronta – disse senza guardarla.
- E’ la mia ultima notte da Signora di Imladris, dunque – rispose lei.
In un attimo lui le fu accanto.
- No, affatto. Lo sarai per sempre. Ma come vorrei vedere il sorriso sul tuo volto, prima di esserne privato –
Celebrìan gli sorrise teneramente.
- Vorrei tanto lenire la pena provi per me, ché, mentre io sarò in un luogo beato dove i dolori si affievoliscono, tu resterai in queste terre mortali dove alberga la disperazione. –
- A lungo non ho osato avvicinarmi a te, per timore di turbarti dopo quanto è accaduto - fece prendendole la mano – ma vorrei che, nonostante tutto, tu appartenessi a me un’ultima volta… -
- Lo desidero anche io –
 
Quella notte,  un misto d’amore e di disperazione, fu l’ultima che trascorsero da soli, difatti all’alba del giorno dopo intrapresero il cammino; anche Arwen, Elladan ed Elrohir cavalcavano verso il Mithlond per dare l’ultimo saluto alla madre e con loro vi era la scorta.
Ad Imladris presero congedo da Galadriel e Celeborn e nessuno, neanche Elrond, seppe le parole che si scambiarono in quell’ultimo incontro; certo è che i Signori di Lòrien, promisero di raggiungerla un giorno al di là del mare e, nonostante non avrebbero rivisto a lungo la figlia, furono sollevati al pensiero di saperla finalmente lì al riparo da dolore e pericoli.
Il viaggio fu privo di insidie e fu con sentimenti contrastanti che entrarono nel piccolo reame di Cìrdan. Uno dei suoi uomini fidati s’apprestava ad abbandonare le terre mortali, e Cìrdan lo aveva pregato di prendere la moglie di Elrond con sé.
Ed infine, sulle rive del grande mare, giunse il momento degli addii e tristezza e malinconia colsero il cuore dei presenti.
Per primi, la dama salutò i propri figli gemelli, i quali amavano profondamente la madre ma tentavano di mostrarsi forti d’animo.
- Sin da quando eravate fanciulli, ho sempre scorto in voi il sangue di Eärendil ed ho sempre saputo quanto grandi sareste diventati. Devo a voi la mia vita, a voi che vi siete dimostrati più forti e tenaci del male che affligge queste terre, e so che continuerete ad esserlo. I vostri occhi sono quelli di vostro padre, tradiscono quello che il viso nasconde. Augurandovi la grazia dei Valar, io vi dico Namarië e vi attendo oltre il mare. –
Uno alla volta li abbracciò in silenzio e per qualche minuto, rivolgendo loro un sorriso malinconico; poi, fu la volta di Arwen.
- Figlia mia, in te il nostro popolo rivede Lùthien, la più bella dei figli di Ilùvatar, ma possa il tuo destino essere più felice del suo. Non caleranno più inverni a Gran Burrone in cui tesseremo insieme e non ci saranno più primavere in cui canteremo sulle rive del Bruinen, pure, io sarò sempre accanto a te con la mente. –
Tolse dal suo stesso collo l’Elessar, la gemma verde elfica opera di Celebrimbor e la pose sul petto della figlia.
- Come mia madre Galadriel donò a me tale gioiello, io ora lo affido a te e che ti conduca ad un fato radioso. Namarië figlia mia adorata, spero che la tua scelta sia quella di tuo padre. –
Madre e figlia si abbracciarono a lungo, poi quando quell’abbraccio si sciolse, fu il momento di dire addio ad Elrond.
Ma egli le tese la mano senza dire nulla ed ella vi pose la sua. La guidò poco più avanti, camminando sulla sabbia in riva al mare. Nel frattempo i tre fratelli restarono in disparte, abbracciati tra loro.
 
- E così, l’ora è giunta – fece Elrond tenendo le sue mani – e mi rendo conto quanto mi costi lasciarti andare con la mia benedizione. –
- Ed io comprendo quanto sia difficile non chiederti di seguirmi. – rispose lei – E se indugio troppo qui con te, sento che non avrò la forza di proseguire. –
- Desideri dunque allontanarti da me il più in fretta possibile? – chiese il Mezzelfo stringendola a sé.
- Non desidero allontanarmi affatto, in verità … ma ciò è ormai ineluttabile. – sussurrò lei in risposta.
Lacrime calde scorsero sulle sue guance e caddero sulla sabbia dorata mentre si stringeva a lui.
- Ricorda ciò che siamo, anche quando sembrerò appartenere ad una vita passata. –
- Non potrò dimenticarlo, né avrò pace finché non avrò varcato il mare a mia volta. –
Si scambiarono un ultimo bacio, carico di parole non dette, di rimpianti, di sentimenti di dolore soffocati che lottavano per venire alla luce.
- Io…devo andare. – balbettò la dama con le lacrime agli occhi. – Possano i Valar e la stella di tuo padre proteggerti sinché non ci rincontreremo. –
- E possa la loro grazia proteggere te, mia amata. – rispose Elrond – Melin le. Namarië. –
- Melin le. Namarië –
Ricambiò quelle parole staccandosi dallo sposo molto lentamente, finché ogni ciocca dei suoi capelli d’argento non fu scivolata via dalle sue dita. Con immenso sforzo e sofferenza, si costrinse a distogliere lo sguardo dagli occhi velati del Mezzelfo e a voltarsi, per salire sul vascello ove attendevano soltanto lei.
Una volta a bordo, si voltò nuovamente indietro a guardare la sua famiglia, avvicinatasi alla riva in silenzio. Col cuore straziato, restò ad osservare le loro alte figure divenire sempre più piccole, sino ad essere indistinguibili.
Elrond osservò il vascello finché non sparì oltre l’orizzonte, nel tramonto; e la sera divenne buia e triste per lui, che trascorse la notte in solitudine seduto in riva al mare.
 
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Se non ho commesso una grossa gaf, melin le dovrebbe essere ti amo in Sindarin ;)

elepaddy85: Dici davvero? Sei tu che commuovi me con queste parole :) Grazie infinite!
Thiliol: Grazie mille! Questo e il precedente sono i capitoli cui sono più affezionata. Glorfindel mi sembrava il candidato ideale per lo "sfogo" ;)
bimba3: Grazie, spero di averti accontentato in fretta!
Ancora grazie a chi segue, preferisce, recensisce o semplicemente legge la storia...al prossimo aggiornamento! Baci
  
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