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Autore: _Cannella_    05/07/2011    4 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico su EFP, quindi non poteva trattare qualcosa che non riguardasse Orgoglio e Pregiudizio, essendo questo il mio libro preferito! Vi voglio presentare qualche pagina di un ipotetico diario scritto da Jane, la figlia di Lizzy e Darcy, che racconta alcune delle sue avventure, mentre aspetta il vero amore.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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20 Settembre 1830

È già trascorso molto tempo dalla mia ultima visita a Picworth nel Staffordshire, e non faccio ritorno molto volentieri. Purtroppo, questa volta ad attendermi non ci saranno solo gli zii e loro figlio Edgard, ma anche la novella sposa di quest’ultimo, Miss. Anna Westfall, che in realtà ora dovrei chiamare Mrs. Edgard Bingley. Inoltre sono anche sicura della presenza di mia zia Kitty, o, come dice lei, l’ultima signorina Bennet. Il fatto di non dover affrontare da sola la nuova coppia felice mi tranquillizza molto, infatti, a quanto pare, la nuova Signora Bingley si è particolarmente affezionata alla sorella di suo suocero, Caroline, ed inizia ad assomigliarle in tutto e per tutto. Non voglio mancare di rispetto a Miss. Bingley, ma, dopotutto, sono cresciuta insieme ad un uomo che fatica a sopportarla, non ci si poteva aspettare che risultasse simpatica a me. Capirai bene, caro diario, che passare un’intera settimana in compagnia di Anna non sia esattamente una proposta allettante, dal mio punto di vista. Tuttavia, questa volta non avevo scelta: tre giorni fa ho compiuto diciotto anni e, a detta di mia madre, sarebbe arrivato il momento di uscire di più di casa, anche da sola. Mio padre non era molto d’accordo, penso mi veda ancora come la sua piccola bambina e che voglia proteggermi. Ma, quando la mamma gli ha proposto di mandarmi in visita dagli zii, un posto che mio padre ritiene sicurissimo, non ha avuto obiezioni, purtroppo. E quindi eccomi qui, seduta in carrozza, pronta ad affrontare le trenta miglia che separano Pemberley da Picworth. In ogni caso, sono felice di poter riabbracciare zio Charles e zia Jane. Anche Edgard mi è mancato molto, in fondo siamo praticamente cresciuti insieme, e gli voglio bene come ad un fratello. Ciò non toglie, però, che non riesca proprio a sopportare la sua nuova moglie. E pensare che, dopo tutto, eravamo anche diventate amiche. Mio cugino, infatti, l’aveva conosciuta proprio durante una visita a Pemberley. Anna viene da una famiglia benestante, che risiede in una contea confinante con il Derbyshire. Mio padre era in ottimi rapporti con Mr. Westfall e aveva incoraggiato un incontro tra Anna e me. Io, che di natura sono abbastanza timida e poco esuberante - secondo la mamma devo aver preso da papà – ho sempre avuto problemi a fare amicizia, considerando la mia difficoltà a conversare serenamente con persone mai incontrate prima. Fin dal suo primo ingresso a Pemberley, con uno dei suoi vestiti raffinati a fasciarle il corpo perfetto e i lunghi capelli d’oro che le ricadevano vezzosamente sulle spalle, capii che Anna possedeva la spontaneità e la vivacità che mancavano a me. Speravo di poter trovare in lei la compagna di “avventure” che avrebbe reso il mio ingresso in Società, a quel tempo imminente, meno sofferto. Inizialmente le mie aspettative vennero soddisfatte: Anna era una ragazza brillante, intelligente e molto disponibile, anche se non avevevamo molti interessi in comune. Lei era appassionata della vita di società, amava stare in compagnia, conoscere nuove persone e giocare a carte. Io, invece, forse anche a causa dell’influenza della zia Mary e della zia Georgiana, avevo sempre dimostrato uno scarso interesse per la vita mondana, preferendo concentrarmi sugli studi, sulla musica e sulla lettura. I miei genitori, in particolar modo mia madre, hanno sempre temuto che questa mia difficoltà a relazionarmi con gli altri avrebbe potuto isolarmi dal resto della società e impedirmi di trovare un gentiluomo degno del mio rango. Fortunatamente, così non è stato, anche se questo è ancora un segreto. Ad ogni modo, poco prima che Anna si fidanzasse con Edgard, i nostri rapporti si sono interrotti. Lei aveva smesso di frequentare Pemberley, nonostante i mie costanti inviti, sempre declinati con qualche banale scusa. Non riuscivo a spiegarmi il suo comportamento, mi sembrava di non averle fatto torti, di essermi sempre comportata bene nei suoi confronti, in ogni caso lei rifiutava ogni occasione di entrare in intimità con me. L’enigma mi è stato poi svelato da Edgard, qualche mese dopo. Ora scusa, caro diario, ma non posso scrivere oltre, proprio in questo momento stiamo varcando i cancelli di Picworth e per me è giunto il momento di affrontare la cena con i novelli sposi.

22 Settembre 1830

Sono qui già da due giorni e Anna non mi ha ancora rivolto la parola. Non so se essere offesa o felice, in fondo io per prima avevo desiderato di non stare in sua compagnia. In ogni modo, fra qualche giorno i miei genitori mi raggiungeranno e spero che il loro arrivo allieti la mia permanenza a Picworth. Papà è ansioso di passare un po’ di tempo con Bingley e a mamma manca moltissimo la sua amata sorella Jane; avrei dovuto aspettarmi la loro lettera “annunciatoria” ancora prima di partire da casa. Oggi ho passato il pomeriggio con Kitty, che mi ha raccontato alcuni episodi della sua scapestrata gioventù; se papà sapesse che la zia condivide con me questo genere di ricordi andrebbe su tutte le furie, proprio per questo evitiamo di parlarne in sua presenza. Questa sera verranno a cena anche i Wickham, un’altra cosa da tenere nascosta a mio padre, che non vuole assolutamente che io abbia rapporti con Lydia e soprattutto con George. Fortunatamente, gli zii partiranno il giorno prima dell’arrivo dei miei genitori, anche se sono sicura che la mamma fosse informata della visita di Lydia a Picworth. In ogni modo, caro diario, in questi giorni ho ben altro a cui pensare che alle dispute familiari, infatti, come ti accennavo prima, forse avrò la possibilità di convolare a nozze molto presto. Da due anni intrattengo buoni rapporti con un cugino di Lord Brougham, il marito di Georgiana. L’ho conosciuto durante la mia prima visita a Londra ed è stato amore a prima vista. Edward - lo chiamerò così in queste pagine, anche se in realtà ancora non ho avuto il coraggio di rivolgermi a lui usando solo il suo nome - non è ancora riuscito a discutere della nostra infatuazione con i suoi genitori, che, essendo il primogenito, gli stanno organizzando un matrimonio con la figlia di amici di famiglia. Lui, però, mi ha promesso che avrebbe tentato di chiarire la situazione e che avrebbe fatto avere sue notizie al più presto. Questo aggiunge un altro motivo per augurarmi che la mia permanenza nel Staffordshire duri il meno possibile: come faccio a sapere se mi ha scritto se sono confinata qui?

Sera

La cena è stata meno noiosa del previsto; l’attenzione di Anna è stata completamente assorbita da Lydia e questo mi ha dato la possibilità di passare un po’ di tempo da sola con Edgard. Da quando si è fidanzato, il nostro rapporto si è incrinato, lasciando dentro di me un’immensa tristezza. Un giorno, infatti, avevo ricevuto una sua missiva - l’ho letta così tante volte che ricordo ancora ogni singola parola - che diceva:
Cara cugina, il mio cuore piange nel dovervi chiedere un immenso e doloroso favore. Devo pregarvi, infatti, di non cercare più la mia compagnia; la mia futura sposa ha dimostrato una certa gelosia nei vostri confronti, gelosia che mi spinge ad allontanarvi da me, per amor suo. Non voglio che pensiate che non sono più affezionato a voi, cara cugina, ma farei di tutto per rendere felice la mia Anna. Concludo questa breve lettera rinnovando le mie scuse per questo mio comportamento che so ferirà me, ma anche voi. Che Dio vi benedica. Vostro Edgard Bingley
Questa sera, per la prima volta dopo tanto tempo, ho trovato il coraggio di parlare con lui di quella sua lettera, a cui non ero riuscita a dare risposta. Edgard si è dimostrato, ancora una volta, molto dispiaciuto per quella richiesta, ma, a sua discolpa, mi ha confessato che Anna sospettava una nostra relazione segreta e che gli aveva chiesto esplicitamente di troncare il nostro rapporto. Vedendo la sua espressione affranta, non ho potuto fare altro che perdonarlo e condividere con lui la mia speranza di un nostro riavvicinamento.

25 Settembre 1830

Oggi sono finalmente arrivati mio padre e mia madre, e questo ha rallegrato l’intera giornata. Tutta la casa si è mobilitata per ricevere nel miglior modo possibile i Signori Darcy, perfino Anna ha indossato il suo vestito migliore per fare una buona impressione. Ammetto di non esere riuscita a trattenere un sorrisetto divertito quando, con la sua solita aria di superiorità, ha iniziato una discussione sulla danza con mio padre, che, naturalmente, ha chiuso immediatamente l’argomento, dichiarando di non essere molto propenso al ballo. Anna è arrossita, ha chinato il capo e si è allontanata, cercando di rimediare alla sua brutta figura partecipando al dibattito sull’interpretazione di uno dei sonetti di Shakespeare. In quel momento io ed Edgard ci siamo scambiati uno sguardo divertito, prima che lui tornasse a consolare la moglie, rassicurandola sul fatto che mio padre non è l’uomo più incline alla conversazione. Mi rendo conto che, forse, non possiamo dire di essere tornati amici, ma il fatto che lui mi abbia cercato, come fecava un tempo, mi ha ridato la forza di sperare in una nostra definitiva riappacificazione. Prima di andare a letto, mia madre è passata nelle mie stanze, per accertarsi che stessi bene e che il soggiorno fosse stato di mio gradimento. Naturalmente l’ho rassicurata su entrambi i punti, anche se sono certa abbia notato la tensione tra me ed Anna. Siamo rimaste a parlare fino a tardi, non mi ero accorta che mi era mancata così tanto in quegli ultimi giorni. A lei potevo raccontare tutto, era la mia migliore confidente, anche se mi continuava a ripetere di essere quasi invidiosa – e allo stesso tempo molto felice – del perfetto rapporto che avevo con papà. Effettivamente, tutti i nostri conoscenti avevano affermato che Darcy si era addolcito, una volta divenuto padre, e si erano stupiti del nostro legame così profondo e sincero. E allora perchè temo così tanto la sua reazione a proposito della mia infatuazione per Edward?

28 Settembre 1830

Finalmente a casa! Gli ultimi due giorni a Picworth sono trascorsi serenamente. Io ho passato il mio tempo in compagnia di mia madre e della zia Jane, mentre papà ha organizzato una battuta di caccia con Bingley. Con Edgard, invece, la situazione non è poi così cambiata, ma ci siamo salutati con la speranza di poterci rivedere presto. In ogni modo, ero assolutamente felice di essere tornata a Pemberley, e ancora non sapevo che, ad attendermi, c’era una bellissima sorpresa. La lettera che stavo aspettando da mesi era finalmente arrivata. Immediatamente mi ritirai nelle mie stanze con la scusa di riposarmi, ma con l’unico scopo di poterla leggere in tutta tranquillità. É possibile leggere una lettera così tante volte, da arrivare al punto di sentire le parole scritte sulla carta, bagnata dalle lacrime salate, scendere nel profondo del cuore e lì rimanere, diffondendo in tutto il corpo un dolce tepore? Non lo so, ma era quello che stava accadendo a me in quel momento! Edward mi comunicava, infatti, di aver finalmente chiarito la situazione e, a quanto pare, i suoi genitori non potevano chiedere di meglio che una moglie come me per il loro amato figliuolo. Ormai l’unica cosa che mancava era l’approvazione di mio padre. Edward sarebbe venuto in visita a Pemberley da lì a tre giorni per parlare con lui, ma io sapevo di doverlo in qualche modo preparare alla notizia. Prima, però, decisi di confidarmi con mia madre, anche alla ricerca di buoni consigli. Lei rimase letteralmente estasiata da quella notizia; sotto certi aspetti mi aveva un po’ ricordato la nonna, quando aveva saputo dell’imminente matrimonio di Mary. “La mia bambina si sta per sposare...una figlia sposata... e con che gentiluomo... Edward Benson... uno dei migliori partiti di Londra... penso che mi commuoverò..”, continuava a ripetere, senza smettere di abbracciarmi. Non fraintendere, caro diario, sono felicissima che, almeno lei, la pensi così, visto che continuo a temere per la reazione di papà. So che lui mi vuole bene e che sono la sua “piccola perla”, quindi credo che non sia esattamente disposto a lasciarmi andare così facilmente. In ogni caso ho ancora tre giorni per parlare con lui.

30 Settembre 1830

Caro diario, oggi mi sono finalmente liberata del peso che mi aveva tormentato in questi giorni: ho raccontato tutto a papà! Questo pomeriggio siamo usciti insieme a cavallo e ci siamo trattenuti un po’ nei giardini di Pemberley per recuperare il tempo che ho passato dai Bingley. Sentivo che quello era il momento giusto, eravamo nella piccola serra di cui si erano occupati i miei nonni, che non ho mai conosciuto; insomma, eravamo in uno dei posti preferiti di mio padre, lui sembrava l’uomo più felice del mondo, quale momento migliore per comunicargli una grande notizia?! Penso di averlo visto impallidire un paio di volte, mentre gli spiegavo di come mi fossi perdutamente innamorata di Edward Benson e di come lui mi ricambiasse, ciononostante non mi interruppe. Quando ebbi finito il mio racconto lui fissò lo sguardo su un vaso di fiori che aveva davanti e rimase in silenzio. A quel punto la paura iniziò ad impossessarsi di me, avrei voluto rimangiarmi tutto quello che avevo detto, chiedergli scusa, assicurargli che avrei fatto ogni cosa che lui avrebbe voluto facessi, anche interrompere i contatti con Edward, ma le parole mi si bloccarono in gola, mentre l’ansia mi soffocava. Alla fine papà alzò gli occhi, vagamente lucidi a causa delle lacrime, che avevano iniziato a rigargli il bel volto, e, con la voce un po’ tremolante per l’emozione, mi disse: « E così mi stai già per lasciare, bimba mia? Non mi ero accorto di quanto fossi cresciuta...già un marito... ». A quel punto scoppiai a piangere pure io, gettandomi tra le sue braccia e stringendomi forte al suo petto, il mio porto sicuro nei momenti di crisi. Mio padre mi ha assicurato di accogliere Edward nel migliore dei modi e di dargli l’occasione di dimostrare il suo valore. E così domani sarà la giornata decisiva: Edward mi chiederà in sposa e io non posso fare altro che sperare che tutte le qualità, che mi hanno fatto innamorare di lui, bastino a conquistare anche la stima e l’approvazione di mio padre.

20 Gennaio 1831

Domani mi sposo, caro diario, domani mi sposo e ancora non riesco a crederci. Sarà la giornata più bella della mia vita! Mio padre mi ha informato che, più il tempo passava, più la sua stima nei confronti di Edward aumentava, facendomi sentire la ragazza più felice del mondo. Inoltre tutto è tronato al suo posto anche con mio cugino Edgard e sua moglie, la quale, appena ricevuta la notizia dell’imminente matrimonio, ha finalmente capito che non avevo nessuna intenzione di rubarle il marito, ed ora siamo di nuovo buone amiche. Caro diario, non potrei veramente chiedere di più; ho tutto quello che avevo sempre sognato. Ora, però, dopo queste meravigliose notizie, ne ho una brutta da darti: sono arrivata all’ultima pagina di questa storia, da domani inizierà un nuovo capitolo della mia vita e credo sarò costretta ad innaugurare un nuovo volume: il diario di Mrs. Jane Benson. Non avertene, mio caro, vecchio, compagno di peripezie, ma temo che sia giunto il momento di salutarci.
La tua, ancora per poco, Miss. Jane Darcy
  
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