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Autore: coldfingergurl    05/07/2011    4 recensioni
Era sveglio da più di un’ora, nonostante il sonno non lo avesse abbandonato da quando aveva aperto gli occhi, stava vagando per quella casa come un’anima perduta, in verità non si rendeva neanche conto di aver percorso la superficie della cucina innumerevoli volte in quei sessanta minuti.
Jinki si era portato alla finestra che dava verso il giardino; più volte aveva pensato di trasferirsi in un condominio nel centro o di andare direttamente a vivere in città, era più facile sopportare il dolore se lontano da tutto quello che gli apriva di nuovo quella ferita.
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Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era sveglio da più di un’ora, nonostante il sonno non lo avesse abbandonato da quando aveva aperto gli occhi, stava vagando per quella casa come un’anima perduta, in verità non si rendeva neanche conto di aver percorso la superficie della cucina innumerevoli volte in quei sessanta minuti.
Jinki si era portato alla finestra che dava verso il giardino; più volte aveva pensato di trasferirsi in un condominio nel centro o di andare direttamente a vivere in città, era più facile sopportare il dolore se lontano da tutto quello che gli apriva di nuovo quella ferita. Guardava la neve cadere fitta e fermarsi delicatamente al terreno, i prati si stavano imbiancando lentamente e il freddo dell’inverno continuava a farsi sentire sempre più forte: fuori era freddo, ma dentro quella grande casa, era  peggio.

“J-Jinki…”

I gemiti leggeri di Kibum riecheggiavano nelle sue orecchie, ricordando una splendida melodia, mentre Jinki si spingeva delicatamente dentro di lui, accarezzando la sua pelle, baciando le sue labbra, intrecciando le loro dita assieme. Gli sembrava tutto così perfetto che aveva paura di risvegliarsi da un sogno, ma le labbra del moro contro le proprie erano reali, il mugolare il suo nome gli arrivava dritto nelle orecchie, non poteva trattarsi di un sogno, sarebbe stato troppo reale e crudele.
Per mesi aveva cercato di conquistare Kim Kibum, mesi in cui aveva ricevuto secchi “no” come risposta, mesi in cui l’altro gli aveva riservato solamente scrollate di spalle o battute con una certa vena di cattiveria, persino i suoi più cari amici gli avevano detto di lasciar perdere, di cercarsi qualcun altro, ma Lee Jinki quando voleva qualcosa lottava per ottenerla e alla fine aveva avuto ragione lui, si, perché Kim Kibum era diventato il suo ragazzo.


“Ti amo Kibum.”

Ricordava ancora quella sera, sarebbe stato impossibile dimenticarsene.
Fuori nevicava, esattamente come in quella mattinata, faceva freddo e Kibum non aveva fatto altro che lamentarsi di quanto bassa fosse la temperatura, Jinki aveva annuito cercando di far migliorare l’umore del proprio compagno, cosa quasi impossibile quando il moro iniziava a borbottare su quanto l’umidità facesse male ai propri capelli e cose del genere. Non aveva mai capito perché fosse tanto ossessionato con il proprio aspetto fisico, per lui Kibum era la persona più bella esistente sulla terra, anche con fiocchi di neve sulla testa o con il naso rosso per il freddo.

Jinki poteva sentire ancora il cuore battere forte come quella notte, ogni giorno passato con Kibum gli aveva lasciato un segno indelebile, fin da quando lo aveva conosciuto fino al giorno in cui lo aveva lasciato solo. Quei segni erano diventati cicatrici nel suo cuore, nella sua anima, dalla disperazione aveva persino preso a pugni il muro, aveva pensato che farsi male fisicamente avrebbe alleviato l’altro dolore; purtroppo le sue speranze erano state vane.
Non sapeva bene com’era successo, cos’era accaduto di preciso quel giorno di qualche mese prima, sapeva soltanto che dopo una brutta litigata Kibum era uscito dalla sua vita.

“Stai diventando pesante Jinki!”

Lasciando la finestra, si diresse in stanza da letto e sospirò; da quando era solo, la vedeva così vuota e spenta, gli mancavano le lenzuola rosa, le foto in giro per tutta la stanza e tutte quelle piccole cose con cui Kibum aveva invaso quel piccolo spazio solo per renderlo più confortevole per entrambi, anche se poi era quasi del tutto a gusto proprio.
Jinki si buttò automaticamente nel letto, sembrava uno zombie ormai, persino Taemin aveva confessato di essere a disagio con la sua nuova attitudine, ma di certo non poteva fare i salti di gioia dopo che aveva perso l’unica persona che avesse mai amato.

“Mi stai chiedendo di scegliere tra te e lui?!”

“No..cioè, forse, ma non è come credi!”

“Non puoi dirmi quello che posso o non posso fare.”


Avevano iniziato così, i loro litigi erano cominciati da una stupida discussione su Jonghyun, il migliore amico di Kibum. Jinki ne era sempre stato geloso, non perché quei due avessero fatto qualcosa alle sue spalle o Jonghyun avesse provato a prendersi Kibum, ma il modo in cui si comportavano tra di loro destava sospetti in quasi tutte le persone nella loro università. Lui non ci aveva mai fatto caso, aveva sempre pensato che il biondo giocasse un ruolo importante nella vita di Kibum, erano migliori amici da anni, giustificava i loro abbracci e le effusioni che si scambiavano, si diceva: “I migliori amici lo fanno”, ma la gente si divertiva a mettergli la pulce nell’orecchio e lentamente il suo accettare quella situazione si era trasformato in non sopportazione e aveva cercato di farlo capire al compagno. Peccato che Kibum fosse una di quelle persone cui non piaceva essere comandate.

“Sei ossessionato, fatti curare hyung.”

“Se tu fossi meno…meno…”

“Meno cosa? Meno puttana?! Pensi questo di me Jinki?!”

Non lo pensava, come poteva farlo? Non solo perché credeva di conoscere abbastanza bene l’altro ragazzo, ma anche perché prima di andare oltre a un bacio, Kibum aveva aspettato che Jinki dicesse di amarlo, che lo dicesse sentendolo e non solo perché voleva finirci a letto.

“Non lo penso, vorrei solo capire perché sei così ossessionato con quello!”

“Io? Sei tu che continui a parlare di Jjong, ogni dannata volta che ci vediamo.”


Se fosse stato meno geloso, se non avesse dato ascolto alle maldicenze che gli arrivarono alle orecchie, probabilmente Kibum non se ne sarebbe andato.
Kibum non gli avrebbe detto quanto patetico fosse diventato, quanto la sua ossessione per la sua presunta infedeltà lo rendeva stupido.
Forse Kibum non gli avrebbe neanche detto con occhi freddi come il ghiaccio che probabilmente lo avrebbe tradito, visto che sembrava tenerci davvero tanto. Sicuramente, senza quell’ultima frase, Jinki non gli avrebbe dato uno schiaffo.

“Hyung, sei in casa?”

Era Taemin, come ogni giorno era venuto a trovarlo.
Alzandosi controvoglia dal letto, aveva pensato di soffocarsi con il cuscino, si sarebbe tolto un gran peso di dosso a quel modo, andò ad aprire la porta trovando un sorridente Lee Taemin di fronte a sé. Sorridente per poco comunque, non appena il più piccolo aveva visto il volto rigato dalle lacrime del più grande, aveva assunto un’espressione preoccupata.

“Ancora hyung?”

“Entra”

Jinki aveva perso il conto di quante volte Taemin lo avesse visto in quelle condizioni, ogni volta che lo andava a trovare lui aveva pensato a Kibum, a quello che aveva perso per colpa di quella stupida gelosia e non poteva fare a meno di continuare a chiedersi come l’ex-compagno stava affrontando la cosa. Qualcuno gli aveva detto di averlo visto tranquillo e rilassato nella caffetteria dell’università, ovviamente sempre in compagnia del fido compare Jonghyun, Minho, un altro amico, gli aveva semplicemente detto che Kibum non si era più fatto vivo all’università e quindi era improbabile che se ne andasse in giro col biondo.

“L’hai più visto?”

Lo chiese a Taemin, lui non aveva nessun motivo per mentirgli.

“Una volta, l’ho incrociato in farmacia con Jonghyun-hyung. Non stava bene Jinki, non era né felice né in atteggiamenti amorosi con il suo migliore amico, non credere a tutto quello che ti dicono”

L’altro poteva avergli dato quel consiglio molto prima, in quel momento lo trovava del tutto superfluo.
Sospirando per l’ennesima volta, allungò qualcosa da bere al più piccolo e poi si buttò per terra di fronte a lui; le gambe gli sembravano così pesanti, aveva la sensazione che non volessero più reggerlo, come se il peso che si portava sulle spalle iniziasse a farlo sprofondare.

“Per mesi ho sperato che capisse, sai? Ho cercato di fargli capire che i suoi comportamenti verso Jonghyun mi davano fastidio, ma ha continuato a fare come voleva e alla fine non ci ho visto più”

“Non dovevi dargli quello schiaffo hyung, è stato come scavare la tua stessa tomba”

“Non volevo colpirlo, è stato qualcosa di automatico, insomma, continuava a dirmi che forse mi avrebbe tradito sul serio, che magari Jonghyun era più bravo di me e sai com’è Kibum quando dice certe cose. Te le fa sembrare così vere che alla fine perdi la pazienza.”

E per far perdere la pazienza a uno come lui ce ne voleva, con la situazione mentale in cui si trovava quando aveva colpito Kibum, quello schiaffo era stato solo la gocciolina che aveva fatto traboccare il vaso. Era arrivato al punto di non poterne più, di essere stanco del gossip che circolava a scuola e sentire la persona che amava provocarlo con una certa goduria e convinzione, lo aveva portato al limite della sopportazione.

“M-mi hai dato uno schiaffo…tu a ME!”

“Mi-mi dispiace Kibum, io non vol-“

“Fottiti Jinki!”


Dopo quello schiaffo, il moro si era chiuso in camera a preparare le valigie, non aveva dato il tempo a Jinki di spiegarsi né di scusarsi, semplicemente se n’era andato per non tornare mai più.

“Perché non ci riprovi, eh?”

“No, so già che Kibum non tornerà con me né mi vorrà più parlare”

Perché alla fine conosceva bene Kim Kibum, sapeva quanto fosse poco favorevole al cambiamento e sapeva bene che anche riprovandoci, ci sarebbero stati gli stessi problemi.
Sperare era inutile, per quello Lee Jinki preferiva arrendersi stavolta, il suo cuore sarebbe guarito più velocemente se avesse lasciato andare anche la più piccola speranza di riavere il moro nella propria vita. Non sarebbe comunque tornato.
   
 
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