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Autore: SweetKaaos    06/07/2011    11 recensioni
Kurt aveva capito che doveva fare qualcosa – qualsiasi cosa - dopo che per l’ennesima volta si era allontanato magistralmente da un vero e proprio contatto fisico con il proprio ragazzo; nulla a che vedere col semplice sfiorarsi delle dita dei suoi adorati musical di Broadway.
_K l a i n e_
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Beta-reader: Third Moon ( anche se lei preferisce essere chiamata solo Rilettrice u.u ♥ )

Il realtà non avrei dovuto scrivere questa Klaine, perché avevo appena finito la long su di loro( che ora è in fase di betaggio ) e dovevo riprendere in mano la mia long Drarry, ma una maledetta gif mi ha traviato xD Eccola!

Beh, spero che vi piaccia questo piccolo siparietto ^_^
Baci
Elly




* * *


Kurt aveva capito che doveva fare qualcosa – qualsiasi cosa - dopo che per l’ennesima volta si era allontanato magistralmente da un vero e proprio contatto fisico con il proprio ragazzo; nulla a che vedere col semplice sfiorarsi delle dita dei suoi adorati musical di Broadway. Scappare non appena Blaine gli alzava la maglietta, o quando saliva sul letto e lo sovrastava con il corpo per poi mandarlo in orbita con quello sguardo lascivo, non era un’opzione valida, soprattutto se non voleva che il suo ragazzo lo mandasse al diavolo – già lui era a un passo dall’auto-insultarsi.

Ecco perché quel pomeriggio, entrando nella stanza di Blaine, Kurt chiuse a chiave la porta e gettò via il piccolo oggetto di metallo, senza curarsi di dove sarebbe finito. L’altro ragazzo sobbalzò al rumore, dal momento che era seduto alla scrivania e il suo portatile aveva rischiato di essere colpito.

“Kurt, cosa-“

“Non so cosa fare, ok? Quando siamo… io e te, lì, o lì, o qui,” Kurt indicò prima il letto, poi la sedia, finendo col gesticolare in direzione di tutta la camera, “e tu mi baci, e io… non so che fare. Vado nel panico più totale e riesco solo a scappare a gambe levate, ecco perché ho chiuso la porta e ho letteralmente gettato via la chiave, così mi ci vorrà un po' per trovarla e tu avrai tutto il tempo per impedirmelo. Perché io voglio davvero capire, anche se non ne sono capace. Sono un imbranato senza speranza ma non voglio esserlo per tutta la vita, ok?” Si passò le dita tra i capelli e si tolse la giacca, lanciandola sul letto. L’ora precedente l’aveva passata andando a passeggio lungo tutto il perimetro della scuola, cercando di racimolare abbastanza coraggio da fare quello che, beh, quello che stava facendo, dopo aver guidato da Lima fino a lì. “Quindi vai, fai, io sono qui e non posso scappare. Approfittane.” Sentenziò infine Kurt abbassando le spalle e la testa. Si sentiva un completo idiota, ma non sapeva più che pesci prendere.

Non si mosse di un millimetro quando sentì la sedia grattare sul pavimento, nemmeno quando un paio di piedi s’inserirono nella sua visuale. Blaine era così vicino che non si stupì di vederne anche le mani, pochi secondi più tardi. Ciò che però gli fece alzare gli occhi e spalancarli, fu la sua mossa successiva: con un movimento unico, si era tolto la maglietta e l'aveva lasciata cadere a terra.

“Bl-“

“Toccami.” Kurt era sicuro che anche la sua mandibola fosse appena finita sul pavimento della stanza, a far compagnia alla maglia. Non aveva sbagliato a pensarlo giacché Blaine stava sfoggiando un sorriso intenerito mentre con il dorso delle dita gli accarezzava il collo, un attimo prima di avvicinarsi e baciarlo sotto al mento, dandogli poi dei piccoli tocchi col naso per invitarlo a chiudere la bocca. “Prometto che non ti forzerò la mano… non troppo almeno.”

Meno male, pensò Kurt, che almeno ammette di essere un carro armato nell’approcciarsi… proprio come adesso.

Si sentiva un emerito deficiente a starsene lì, con le braccia tese e leggermente distanziate dai fianchi, immobile come una statua di marmo. Fissò Blaine negli occhi e trattenne il fiato quando lo sentì avvicinarsi ancora un po'. Il suo ragazzo lasciò che le mani ciondolassero lungo il corpo, senza far altro che osservarlo.

“Toccami.” Ripeté.

Kurt tremò e, solo dopo aver chiuso gli occhi e trovato il tempo per un respiro profondo, portò le mani sulle spalle di Blaine. Non si era mai azzardato a spingersi oltre ai baci e addentrarsi al di sotto dei vestiti, mentre adesso era a diretto contatto con la pelle fresca del suo ragazzo. Gli sembrò di annegare soffocato dall'emozione che lo aveva travolto, ma riuscì comunque a frenare l’istinto di scappare per attenuare il battito impazzito del suo cuore.

“Toccami.”

Kurt sapeva cosa intendeva Blaine, ma per lui era già un enorme passo aver appoggiato i palmi e basta; invece lui lo spronava a muovere le mani ed esplorare il petto, le spalle e la schiena.
Kurt impallidì per lo stupore quando vide con la coda dell’occhio le fattezze dei bicipiti di Blaine: quella divisa era proprio un abominio, non rendeva merito a tutto ciò che celava. Un istante più tardi, pensò invece che fosse perfetta poiché tutti avrebbero continuato a non sapere cosa Blaine nascondesse sotto ai vestiti, mentre lui aveva il pieno diritto di sbirciare e toccare.
Che il cielo lo fulminasse, ma era la cosa più elettrizzante che avesse mai provato. Kurt non poteva chiedere di meglio, sebbene fosse altrettanto spaventato da cosa sarebbe successo se si fossero lasciati prendere la mano.
Quel pensiero molesto gli fece tornare prepotente la voglia di scappare a gambe levate, e Blaine dovette accorgersene perché posò le mani sui suoi fianchi e si fece più vicino. Col viso accostato al suo, parlò direttamente all’orecchio di Kurt.

“Toccami.”

Stava per morire: ne era certo. Kurt percepiva con precisione assoluta ogni singolo polpastrello appoggiato sui propri lombi: l’unica presa che lo manteneva saldo nella sua decisione iniziale di non scappare da lì. Sebbene avesse intravisto il luccichio della chiave sopra alla felpa blu appoggiata sulla scrivania, era deciso a ignorarne l’esistenza.
Si accorse in ritardo di come le sue mani si erano mosse con naturalezza sul petto di Blaine, non appena questi si era premuto interamente contro di lui, mandando del tutto in orbita il suo autocontrollo.

“È così spaventoso da voler scappare?” Blaine inclinò di poco la testa e Kurt finì con l’immergere le dita tra i suoi capelli, pregustando gli attimi precedenti al bacio. I suoi preferiti, dal momento che il suo ragazzo aveva l’abitudine di chiudere gli occhi un istante prima di lui, permettendogli di osservarlo senza alcuna difesa. Era una sensazione così bella che dimenticò anche la sua insana voglia di fuggire.
“Non dobbiamo fare nulla di troppo diverso dal solito, se non vuoi.” Blaine lo sussurrò sulle sue labbra, sfiorandole a ogni parola. Gli concesse un piccolo bacio a stampo prima d’inclinare la testa dall’altra parte e continuare. “Voglio solo che tu capisca perché sento il desiderio costante di toccarti ogni volta che stiamo insieme.”

Di certo Kurt lo stava iniziando a capire, perché Blaine riuscì a malapena a finire l’ultima parola che subito si ritrovò le braccia del suo ragazzo strette intorno al collo e la sua bocca premuta sulla propria, con un impeto tale che anche i denti avevano cozzato tra di loro. A dispetto della punta di dolore che gli provocò, Blaine sorrise e cinse con più decisione i fianchi di Kurt.

Cinque minuti più tardi, Kurt decise che poteva anche prendersi un po' più di tempo per respirare tra un bacio e l’altro, dopotutto non era Blaine l’esperto in fughe. Arrossì come un peperone quando si accorse di come gli aveva devastato i capelli e di come le sue labbra fossero diventate di un vivido rosso fuoco.
Voleva dire qualcosa – doveva scusarsi per la sua irruenza? Il sorriso sulla bocca di Blaine gli faceva pensare che non fosse necessario, tutt'altro – ma si fermò quando realizzò che le mani sul proprio corpo non si erano mosse neanche di un millimetro fino a quel momento. Di solito Blaine era una vera e propria piovra, mentre stavolta non le aveva quasi mai mosse.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” La sua espressione gli dimostrava il contrario, ma quella staticità lo preoccupava. “Perché tu non…?” Kurt non riuscì però a finire la frase, non sapendo cosa dire. Per sua fortuna Blaine parve capire il filo dei suoi pensieri.

Lo prese per mano e lo trascinò vicino al letto. Ignorando i suoi flebili tentativi di ribellarsi, si sdraiò e convinse Kurt a mettersi sopra di lui. Per alcuni secondi restarono in silenzio, fino a che Blaine non appoggiò i palmi sulle sue guance, circondandogli il viso. “Per oggi direi che ci concentriamo sulla tua sicurezza e su tutto quello che vuoi tu. Quando ti sentirai più a tuo agio… sarò immensamente grato se mi permetterai di ricambiare.”

Kurt passò le ore successive comprendendo la futilità del proprio disagio, e ad assecondare invece la sua voglia di scoprire.
Blaine sapeva che il suo ragazzo era un tipo curioso, solo che le loro chiacchierate passate non gli avevano dato alcun sentore di quanto potesse esserlo anche nella sfera sessuale. Cambiò opinione durante l’arco di quella giornata, tantoché si ritrovò col pretendere più volte delle pause, precedute sempre da un’unica frase esasperata che aveva fatto arrossire e ridacchiare Kurt:

“Se non hai intenzione di sperimentare anche la fase successiva… per favore… siediti laggiù cinque minuti e non toccarmi.”

   
 
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