Prologo

Il ticchettio della pioggia sui vetri lo ridestò pian piano.
Aprì gli occhi: quella non era la sua stanza, anzi, a pensarci bene, non c'era mai stato in una camera del genere...
Si alzò dal letto ed iniziò ad ispezionare ogni centimetro della camera.
Il telefono squillò.Rispose.

Sullo stipite della porta qualcuno lo stava osservando.
Un ghigno si delineò sulle labbra della figura, quando vide che la sua "preda" le rivolgeva le spalle.
-Questa volta nessuno potrà salvarti...- sussurrò con voce maniacale.
Aprì la porta.

Al cigolio dei cardini della porta, l'uomo si girò.
Davanti a lui vi era una donna bellissima che avrebbe fatto girare la testa a chiunque.
Aveva dei lunghi capelli rossi, occhi cerulei e labbra carnose, magistralmente pennellate da un rossetto color sangue.
Indossava un completo di pelle nera che lasciava intravedere le forme piene.

Lo squadrò da capo a piedi. Poteva intravedere, in quegli occhi corvini, che un tempo aveva amato, un velo di preoccupazione.
Gli si avvicinò, guardandolo beffarda.
-Ebbene..- disse -E' giunto il tuo momento! Muori bastardo!- detto questo estrasse la pistola dalla giacca e sparò più colpi.
-Addio, Saeba!-sibilò.
Un fulmine comparve nel cielo, accompagnato da una sadica risata, piena di rancore.