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Autore: Val2910    06/07/2011    5 recensioni
Ultima sera del viaggio d’istruzione.
Cosa può mai reggere il confronto contro una situazione come l’ultima nottata, quando tutti sono stremati dal viaggio ma sempre vigorosi per combinarne un’altra?
E poi, cosa accadrebbe se i personaggi di Kingdom Hearts fossero i protagonisti di quella serata?
Spero che leggiate questa storia e chiedo scusa in anticipo se i personaggi sono OOC, mi piacerebbe mi diceste che ne pensate! ^^
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Immaginatevi i personaggi dell'organizzazione senza cicatrici, nè trucco, nè nulla di nulla!
(Fatta eccezione per Xigbar e per la sua benda sull'occhio, poi si spiegherà il perchè)

Post Scriptum per le amanti di Axel=
potete stare tranquille, in questo capitolo non farà nulla di male né diventerà vittima.
Post Scriptum per coloro che odiano Axel= nel PROSSIMO capitolo avrete la vostra vendetta! 


20:20, su un pullman.
«HO FAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAME!» strillò il piccolo Roxas.
«E SMETTILAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!» gli fece il verso il suo amico, Luxord.
«Ma io HO FAME!»
«Colpa tua, che quando oggi hanno servito il pranzo nel ristorante dell’albergo eri in camera a ronfare!»
«Ero stanco e mi sono addormentato!» fece il biondino quasi con tono offeso, mettendo il broncio.
Luxord scosse la testa: «Visto che hai fame ogni cinque minuti, dovresti portarti una scorta di ghiaccioli al sale marino nello zaino! Hahaha!»
«L’ho fatto, ma si sono sciolti tutti»
«IL MIO ERA UN MODO DI DIRE!»
Una figura femminile attraversò il corridoio proprio lì davanti, ammutolendo Luxord.
«Oh, Larxene...»
La bionda si fermò vicino al sedile del suo interlocutore.
«Che ne dici di andare nella piscina dell’albergo stasera, lontano da occhi indiscreti,per divertirci un po’? Io e te... soli
Roxas, in mezzo a questa ambigua situazione (nel vero senso della parola, poiché Luxord era seduto vicino al finestrino, Larxene in piedi in mezzo al corridoio e lui nel posto vicino a quest’ultimo), si aspettò la solita risatina sadica della bionda e qualche insulto per Luxord da parte di lei.
E invece, in via del tutto eccezionale, vide le labbra della ragazza aprirsi in un ampio sorriso, fino a far intravedere i denti.
Non ci poteva credere.
Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che Luxord stava facendo la sua solita espressione da macho per colpire le ragazze, magari facendosi un flash nella sua testa di quello che avrebbero fatto quella sera:
 Ad un passo dal bordo vasca della piscina...
     al chiaro di luna...
          Luxord che slacciava il pezzo di sopra del bikini nero super sexy di Larxene...
                Lei che avrebbe fatto qualcosa come baciargli il collo...
                      E poi...
«Professor Vexen, Luxord mi molesta!»
“E’ tornata la nostra Larxene” pensò Roxas.
Non che Larxene si scandalizzasse così tanto da chiamare il prof per qualche “invito”, ma sapeva bene quale sarebbe stata la reazione di Vexen.
«Luxord, se becco te o uno dei tuoi compagni di camera uscire o invitare qualcuno nella vostra stanza stanotte, al ritorno ti aspetta un sei in condotta! Tsk, questi giovani d’oggi...»
A quel punto, siccome non aveva niente di meglio da fare, Roxas fece le spallucce e tornò con la sua cantilena: «HO FAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAME!!»


“Ok, stavolta ci devo riuscire!” pensò il moro. “E’ l’ultima sera del viaggio, devo riuscire a dirle che mi piace! Ora o mai più!”
Il ragazzo si alzò di scatto e iniziò a dirigersi verso i posti più avanti dell’autobus, fin quando non si fermò davanti ai sedili dove stavano due ragazze. Una rossa e una bionda.
La prima di queste si voltò, e si ritrovò a faccia a faccia con Sora.
«Emh... buongiorno, Kairi!»
«Sora, sono le otto e mezzo di sera.»
«Davvero? Allora, ehm... BUONASERA!»
«Ciao!»
«Kairi, ...» il ragazzo prese un profondo respiro «... hai presente quando un ragazzo è attratto da... “qualcosa”?»
La rossa assunse un’aria pensierosa: «Sora, non mi dirai che tu... ti fai le canne?!»
«No, non intendevo questo!»
«Sora, non capisci che in questo modo ti fai solo del male?».
«Kairi, io... »
«Lo sai che le attività interpersonali e le percezioni sensoriali aumentano del 50%?»
«Ma Kairi...»
«Lo sai che distruggono milioni di alberi di canapa per farsi una canna?»
«Kairi, guarda che... »
«Lo sai che chi è intelligente ha più rame nei capelli?»
«Ma che c’entra?!?»
«Sora, io... io non permetterò che ti accada questo!»
«Lasciami spiegare...»
«Sora, ti porterò fuori da questo oblio nero che ti avvolge! Ti salverò dall’oscurità! Non ti lascerò sprofondare nel buio! Io... »
«Buonanotte, Kairi. » E Sora se ne tornò al suo posto.
Una volta arrivato, Axel si affacciò dai sedili posteriori: «Com’è andata con Kairi?».
«Diciamo che Kairi non ha né molto rame nei capelli, né molto sale in zucca. »


Si fissavano da quando erano saliti sull’autobus, e ancora non avevano aperto bocca.
Il primo se ne stava in piedi, il secondo era seduto.
Il posto accanto a quest’ultimo era vuoto.
«... »
«... »
«... ciao, io sono Zexion. Tu sei Laxaeus, giusto?»
«... »
«Io sono emo».
«...»
«Significa che sono emotivo. »
«... » continuò a fare il ragazzo silenzioso.


«Che hai, Axel? Mi sembri pensieroso »
Il rosso rimase a fissare attraverso il finestrino per un po’.
«Axeeel! Mi seeeeeenti?»
«Si, Demyx. Purtroppo ci sento benissimo.»
«Mi spieghi che cos’hai?»
Il maggiore tagliò corto: «Penso a Sora. Non riesce a dire a Kairi che è innamorato di lei»
«A SORA PIACE KAIRI?» chiese quali urlando il biondo.
«Abbassa la voce! Le ragazze sentono!» lo rimproverò Axel. «E comunque... certo che gli piace! Lo sa tutta la scuola! Bisogna essere davvero degli sfigati cronici per non... » s’interruppe non appena si accorse di quello che stava per dire.
«... no, niente.»
«Dai, su con la vita! Ascolta un po’ di musica!»
Demyx porse all’amico una delle cuffiette azzurre da dove ascoltava la musica dell’MP3.
Axel le prese, gli sorrise, e poggiò l’auricolare nell’orecchio.

... Perché sono una truzza, non prendermi per pazza!
La mia è una razza che ascolta musica che fa
Tunz tunz tunz, parapara tunz tunz tunz...

Axel ripassò la cuffietta al biondo, assumendo un’espressione al quanto scandalizzata.
«Sono più per il genere rock. » concluse.
«Se lo dici tu... »

 
«... »fece il primo.
«... » fece anche il secondo.
«Sai, agli emo piace soffrire»
«... »
«A me piace soffrire. Tanto.» aggiunse il più piccolo.
«... »
«Perché percepisco le emozioni in modo molto più profondo» precisò Zexion.
«... »


«Larxene, che facciamo stasera per il pigiama party?».
La bionda roteò gli occhi: «Dobbiamo proprio fare un pigiama party?».
Naminè non tardò a rispondere: «Certo! E’ l’ultima notte questa, lo sai?»
«Forse volevi dire “l’ultimo incubo” »
Xion s’intromise nella discussione: «Dai, Larxene! Dobbiamo fare un mucchio di cose! Come vedere film strappalacrime, fare la battaglia dei cuscini... »
Arrivò anche Kairi: «Spettegolare, fare qualche test preso dalle riviste, truccarci, mangiare cose come patatine, nutella... »
«... gelato al sale marino!»
Tutte si voltarono verso Xion.
«Perché mi guardate così? E’ buono!»
Larxene si portò una mano davanti agli occhi: «Signore, dammi la forza! Mandami un segno, un’illuminazione divina, un miracolo... »
Dal sedile posteriore sbucò un Luxord sorridente e in atteggiamento da macho: «Larxene, ti piacerebbe in alternativa passare una passionale serata con Luxord?»
«... certo che ci sai fare, con i miracoli! ¬¬»


«... » fece il primo.
«... » fece anche il secondo.
«Ti va di essere mio amico?» si liberò finalmente Zexion.
Laxaeus  si spostò per lasciare sedere accanto a lui il giovane emo.
«Oh, grazie! »
«... » fece infine.


Xaldin cominciò a strappare una striscia di carta dalla pagina del quadernetto che si era portato nella tracolla.
Nel frattempo, Xigbar si preoccupava di smontare la sua penna.
«Stavolta gliela faremo pagare cara al vecchio Vexen!» disse il primo.
«Si pentirà di averci avuto come alunni!»
«Xigbar, noi non siamo suoi alunni.»
Il moro sgranò l’occhio (L’unico rimanente dopo quell’incidente, purtroppo). «Davvero?»
«Lui insegna a quelli del quinto anno! Quante volte l’hai visto nella nostra classe, scusa?»
«La domanda giusta è: “Quante volte sei stato abbastanza attento da vedere un professore in classe?”» fece una voce fra i posti più in avanti.
Xaldin e Xigbar colpirono il retro dei due sedili anteriori con un pugno, all’unisono.
«Perché non provi a startene zitto, secchione?»
«Oi, Xaldin?» lo richiamò il ragazzo dai capelli corvini.
«Che c’è?»
«Perché affibbiamo la nostra terribile punizione su Vexen, se nemmeno è nostro professore?»
Calò un silenzio di tomba.
«Perché...» provò a dire il bruno «... perché dobbiamo vendicare tutti i nostri compagni del quinto anno, che hanno retto Vexen al posto nostro! Ecco perché!»
«Anche se fra questi compagni c’è Luxord?»
«Allora... perché dobbiamo vendicare tutti i nostri compagni del quinto anno tranne Luxord! Lui se lo merita. »
«Dire che il professore è antipatico non bastava?» continuò la voce di qualche secondo prima.
«Statti zitto!»
«E ancora una cosa: » Xemnas si mise in ginocchio, affacciandosi verso i due ragazzi «... la vostra “terribile punizione” sul professor Vexen non sarà tirare le palline di carta con la cerbottana? »
Xigbar lo guardò storto: «Sennò che senso hanno i suoi capelli lunghi? Le palline si attaccano che è una meraviglia!»
E il magico duo cominciò a arrotolare le palline di carta...


A quel punto, l’autobus frenò.


Xigbar sgranò l’occhio «No! Quando le tireremo le palline al prof?»
«Durante la cena, mio caro Xigbar. E a quel punto non avrà scampo...»
«Cosa andate blaterando, voi due?» Xaldin e Xigbar alzarono lo sguardo incontrando gli occhi gelidi, freddi e sotterrati di rughe* del professor Vexen.
«Niente!»


Zexion abbassò lo sguardo. «Che peccato, proprio ora che avevo incontrato qualcuno che fosse gentile con me!»
Laxaeus si alzò in piedi, sempre in silenzio. Poi afferrò la mano del compagno e non la lasciò nemmeno quando scesero dal veicolo.
«Grazie!» fece il più piccolo, lacrimando di gioia.


«Si!» strillò Kairi, in preda all’euforia. «Dopo la cena, saliamo subito in camera!»
«Sempre se prima non moriamo intossicate dal cibo del ristorante...»
Xion diede una pacca alla bionda: «Larxene, sempre ottimista, eh?»
«Considerando l’incubo del pigiama party, non credo sia una cattiva cosa »


«HO FAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAME!! Uh?» Roxas guardò attraverso la finestra, credendo che la visione paradisiaca dell’hotel fosse solo un miraggio o un’ombra della notte. Quando si accorse che non era così, chiamò il suo amico: «Ehi Luxord, ci siamo fermati! Andiamo a cenare, finalmente! Luxord? Ma ci sei?»
Luxord era sbiancato e immobile, pietrificato. Un occhio spalancato e uno semichiuso, e nel frattempo si ripeteva: «Perché? Perché? Ero così vicino, perché?Nemmeno la seconda volta...»


«♪“Siamo una squadra fortissimi,fatta di gente fantastici!E nun potimm' perde
e fa figur' e mmerd'
”♪... Axel, ascolta questa canzone!»
Il rosso si risvegliò dal suo mondo dei sogni. «Emh... siamo arrivati, lo sai che dobbiamo scendere subito se non vogliamo ricevere un bel cazziatone dal professor Vexen! E poi vorrei scambiare quattro chiacchiere con Sora, ti dispiace?»
Il biondino annuì sorridendo: «No problem! Ti aspetto giù. ♪“Perché noi siamo bravissimi e super quotatissimi e se finiamo nel balatro la colpa è solo dell'albitro...” ♪»
E canticchiando, Demyx si fece largo fra la massa di persone che fluiva verso la porta dell’uscita.


Axel affacciò il busto verso il sedile davanti al proprio, quello accanto al finestrino, e iniziò a strofinare le nocche delle mani sulla testa bruna di Sora.
«Ahi, Axel! Guarda che fai male!»
Il rosso non si curò delle lamentele del minore: «Che fai stasera?»
Sora si mise a pensare, massaggiandosi la testa. «Ceno in albergo come il resto della scuola, vado a fare il pokerino con voi altri nella stanza di Xigbar, Xaldin Marluxia e Laxaeus. Poi torno in camera, mi metto il pigiamino con le paperelle e vado a dormire. Che te ne pare come programma della serata?»
Axel reclinò la testa da un lato: «E Kairi?»
«Kairi?»
«Questa è l’ultima sera, mica le vorrai tenere tutto nascosto! Non per un altro anno!»
«Ma Axel... »
«Niente “ma”! Ora facciamo un accordo: se tu non vai da lei, sarò io stesso a portarla da te, dovessi anche entrare nella loro camera!»


Si sapeva che la camera delle ragazze nelle notti dei viaggi scolastici poteva diventare per i maschi un vero inferno, ma Axel non sapeva l’inferno che quella sera lo aspettava...

*”sotterrati di rughe” si fa per dire: nel videogioco ha una pelle liscia da far impallidire tutti i grandi magazzini e le confezioni di antirughe del mondo!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, credo che il prossimo sarà anche l'ultimo... ma questo è da vedere, ciao!! C:


  
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