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Autore: _eco    07/07/2011    5 recensioni
Tratto dalla OS:
Tyler alzò gli occhi verso il tetto: vi era un buco grande abbastanza per farvi filtrare la luce imponente del sole. I raggi più abili si disperdevano nel letto d’acqua salata, prospettando giochi di luce che si riflettevano lungo le pareti di roccia. Da alcuni angoli della grotta sgorgavano piccole sorgenti di acqua, che imprigionava i sette splendenti colori dell’arcobaleno. Elena si avvicinò ad una di esse per sfiorarla con le dita, stringerla fra le mani e sperare che rimanesse solo per un po’ con lei. L’acqua invece scivolò via e quando le dita rosee della bambina si avvicinarono, perse il suo colore arcobaleno.
Un piccolo grande pasticcio sui nostri eori ancora bambini.
Recensite, per favore =)
_Lullaby_
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Elena Gilbert, Matt Donovan, Tyler Lockwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The light has fun with us
la luce si diverte con noi

 

<< Elena! >>, la chiamò una voce parecchio conosciuta.
La bambina ebbe appena il tempo di voltarsi e sfoggiare un grande sorriso, forse troppo grande.
Una sua coetanea la travolse in un affettuoso abbraccio, dando l’impressione che non si vedessero da chissà quanto tempo. Ed è buffo dire che l’ultima volta che si erano viste fu il mattino prima, uscendo da scuola.
<< Te l’avevo detto che era arrivata! >>, disse Bonnie quando si staccò dall’abbraccio.
Caroline portò le braccia al petto, sfoderando un suo tipico broncio.
Quelle due avevano sempre di che contestare l’una dell’altra, eppure si volevano un gran bene. Elena sorrise ad entrambe, schioccando un rumoroso bacio sulla guancia all’amichetta ancora imbronciata. Ma avrebbe proseguito la sua recita ancora per poco, di questo, sia Elena che Bonnie ne erano sicure.
Entrambe le bambine indossavano pantaloncini corti e il bikini di un costume. Ovviamente quello di Caroline era rosa, mentre quello di Bonnie rosso fuoco. Elena si tolse la magliettina e la infilò in macchina, prima di seguire le due amiche che si erano già avviate verso la pineta.
<< Dove sono gli altri? >>, chiese raggiungendole.
<< Proprio qui >>, rispose Bonnie, svoltando verso una schiera di pini non troppo alti.
In un angolo, Liz e Mark Forbes, stavano combattendo contro la griglia piuttosto arrugginita del barbecue.
Ogni tanto uno dei due lanciava occhiate furtive al gruppetto di bambini seminascosto fra le fronde degli alberi.
<< Ciao, Elena >>, la salutò immediatamente Matt, divenendo paonazzo in viso.
Sembrava che non aspettasse altro che dire quelle parole a giudicare dalla velocità con la quale gli uscirono di bocca. La bambina bruna ricambiò il saluto con un impacciato cenno della mano.
<< Ora che siamo tutti posso finalmente mostrarvi una cosa >>, esordì Tyler che sino a quel momento era rimasto quatto quatto, accovacciato su un vecchio tronco posto a mo’ di panchina.
Gli occhi dei bambini si rivolsero verso il paffuto figlio del sindaco.
<< Cos’è? >>, scattò Caroline, incuriosita.
Elena e Bonnie si rivolsero uno sguardo complice: la recita era finita.
<< Seguitemi >>, fu la risposta di Tyler.
Il bambino s’insinuò attraverso le fronde degli alberi, scomparendo e comparendo ad intermittenza dietro quelle più grosse. Agli altri non restò che seguirlo in silenzio.
In breve tempo arrivarono ad un piccolo varco naturale che conduceva direttamente alla spiaggia. La sabbia era del solito colore, ma ricoperta da un sottile strato di ghiaia in alcuni punti. Nessuno dei bambini era mai stato in quel tratto di spiaggia, proprio perché erano presenti rocce in quantità e soprattutto a causa del divieto che i genitori imponevano loro.
<< Non possiamo stare qui >>, fece notare Bonnie, fermando Tyler per un braccio.
<< I nostri genitori non lo scopriranno. Mi ci ha portato lo zio Mason >>, spiegò lui, come se il fatto che ci fosse già stato con un ragazzo più grande fosse la maggior garanzia di sicurezza.
<< La nonna dice che ci sono creature malvagie qui >>, ribatté la bambina dalla carnagione caffèlatte.
<< Fandonie >>, rispose Tyler, sfilandosi la magliettina bianca e rimanendo in costume da bagno.
Matt lo imitò. E quando mai non lo faceva?, ci sarebbe stato da chiedersi.
Anche le bambine si liberarono dei loro pantaloncini corti e si sistemarono alla meno peggio i costumi, che per lo più avevano un grande spazio colmo esclusivamente di aria, soprattutto nel pezzo superiore del bikini.
Tyler abbandonò le ciabatte sulla battigia e corse velocemente per evitare di scottarsi i piedi. Scomparve dietro l’insenatura di una roccia posta sulla riva. I bambini, rimasti sulla spiaggia, si fissarono interrogativi e preoccupati.
Caroline si avvicinò alla battigia, sfilandosi le ciabattine rosa.
<< Tyler? >>, gridò.
Gli altri la seguirono. I loro respiri si erano fatti affannosi, e inconsapevolmente l’acqua aveva bagnato i piedi di tutti. Era gelida, ma aveva un tocco rinfrescante.
<< Ty? Amico? >>, tentò Matt, sorpassando Caroline con grandi falcate.
Le gambe della bambina furono schizzate da spruzzi di acqua gelida.
<< Stupidi maschi >>, mormorò ruotando gli occhi in segno di disappunto.
Elena e Bonnie la raggiunsero, stringendosi la mano. Era uno strano, bellissimo contrasto quel miscuglio di colori così diversi, l’uno l’opposto dell’altro: la pelle candida di Elena contro quella più scura di Bonnie.
<< Pensi sia successo qualcosa? >>, domandò Elena, ansiosa.
<< Gli starebbe anche bene, a quel moccioso di un Lockwood >>, fu la risposta immediata della biondina.
<< Caroline! >>, la richiamò Elena.
<< Che c’è? >>, chiese lei, << Avete dimenticato quando mi ha tirato quel sudicio lecca-lecca nei capelli? >>.
Le bambine non ebbero il tempo di formulare una risposta, perché Matt sbucò fuori dalla roccia, seguito da Tyler.
<< Vi siete prese uno spavento, eh? >>, domandò il paffuto brunetto.
Caroline si chinò appena e sollevò con le mani tanti spruzzi gelidi sulle gambe di Tyler.
<< Non farlo mai più >>, lo rimbeccò con sguardo severo.
<< Sissignora! >>, rispose lui ,portandosi la mano alla fronte, in un saluto da vero soldato.
<< Entrate >>, li invitò il bambino.
Gli altri risposero chi con un mezzo sorriso, chi con un cenno del capo, e chi – o meglio qualcuno – con un’espressione diffidente sul viso.
<< Non è una trappola. Non ti mangio mica, Forbes >>, assicurò il bambino, << vengo in pace >>, e mostrò il classico saluto a due dita.
E sparì nuovamente dietro la roccia, seguito da Matt.
<< Vieni anche tu? >>, domandò ad Elena, prima di sparire anche lui.
Elena strinse forte la manina sottile di Bonnie, che si aggrappò a quella pallida di Caroline. In una sorta di catena umana, le tre bambine, si mossero lentamente verso l’insenatura dietro la quale gli amichetti erano spariti.
Si accorsero con sorpresa e meraviglia che non si trattava di una semplice insenatura, di una roccia nata lì per caso. La roccia c’era, ma era come trapassata da un varco che portava al suo interno. Si poteva benissimo definire una sorta di caverna.
L’acqua arrivava alle ginocchia dei bambini, e si sentiva ogni tanto lo sgocciolare sulle pietre. Era tutto piuttosto buio, e per orientarsi, c’era bisogno di tastare con attenzione le pareti rocciose e ruvide.
<< Dove siamo? >>, chiese Bonnie.
La sua voce fu trasportata più e più volte lungo tutto il tunnel buio, come accompagnata da un eco. Nessuno le rispose, e lei, infondo non lo pretendeva nemmeno.
Dopo un lasso di tempo che sembrò interminabile, una flebile luce tornò ad illuminare i volti curiosi di cinque bambini.
Più avanti andavano, più la luce aumentava. Sembrava divertirsi nel creare spettacolari giochi di forme e colori. Dal tetto pendevano rocce dalle forme più particolari. Erano perlopiù allungate e si attorcigliavano continuamente, in un gioco infinito.
Tyler alzò gli occhi verso il tetto: vi era un buco grande abbastanza per farvi filtrare la luce imponente del sole. I raggi più abili si disperdevano nel letto d’acqua salata, prospettando giochi di luce che si riflettevano lungo le pareti di roccia. Da alcuni angoli della grotta sgorgavano piccole sorgenti di acqua, che imprigionava i sette splendenti colori dell’arcobaleno. Elena si avvicinò ad una di esse per sfiorarla con le dita, stringerla fra le mani e sperare che rimanesse solo per un po’ con lei. L’acqua invece scivolò via e quando le dita rosee della bambina si avvicinarono, perse il suo colore arcobaleno.
<< E’ bella proprio perché non puoi portarla con te >>, le fece notare Matt, che probabilmente la stava osservando da un bel pezzo.
Elena gli rispose con un sorriso timido, e ringraziò la precaria luce che impediva a Matt di poter notare le guance che si imporporavano.
Bonnie si chinò per raccogliere un pesciolino che si era intrappolato fra due rocce vicine. Notò che faticava a respirare e gli diede una leggere carezza sul corpo ruvido e scivoloso.
Il piccolo pesciolino smise presto di respirare e il suo luminoso occhio verde prato rimase aperto in uno sguardo vacuo.
<< Respira ancora, per favore >>, implorò Bonnie, alzando l’estremità delle labbra in un sorriso timido.
Un raggio di sole rifletté il solito gioco di luce sul corpo grigio del pesciolino, che aprì la bocca in un respiro flebile, ma che sembrò incredibilmente rumoroso alle orecchie di Bonnie. La bambina si chinò nuovamente, affondando i palmi sott’acqua. Il pesciolino sgusciò via e si perse nell’acqua cristallina.
Caroline alzò il capo, socchiudendo gli occhi non appena incontrò lo sguardo prepotente del sole.
<< Zio Mason dice che se chiudi gli occhi mentre tiri una pietra e la fai passare attraverso quel buco, ogni tuo desiderio si avvererà >>, recitò Tyler, seduto alle sue spalle su una roccia.
Caroline si voltò e lo guardò diffidente, come aveva fatto poco prima. Tyler si alzò e affondò le mani in acqua. Quando le uscì, aveva fra le mani una pietra piatta e color avorio. La lanciò a Caroline, che la bloccò fra le mani.
<< Perché non provi? >>, le propose.
Caroline rivolse nuovamente lo sguardo all’alto e si diede una leggera spinta con le ginocchia. Serrò gli occhi e lanciò la pietra più in alto che poteva.
Aprì prima un occhio, poi l’altro. Osservò un punto lucente salire in alto, verso il sole. Poi accadde qualcosa: la pietra incontrò la traiettoria di qualcos’altro nell’aria – forse un altro sasso – e si spezzò in due. I frammenti volarono in direzioni diverse.
Il sorriso che era affiorato sulle labbra della bambina, finì col morire subito dopo.
<< Puoi sempre riprovare >>, tentò di consolarla Tyler.
<< E’ solo una pietra. Non crederai davvero che avrebbe realizzato il mio desiderio? >>, rispose scettica Caroline.
<< Il mio lo ha realizzato. Forse è un bene che non abbia realizzato il tuo: sono quasi sicuro che mirasse alla mia incolumità >>, esclamò il bambino.
<< Da chi l'hai sentita questa parola? >>, gli chiese Caroline, inarcando un sopracciglio biondo.
Il bambino si strinse nelle spalle, allungando il capo in segno di chi la sa lunga.
<< Non esisti solo tu al mondo, Tyler >>, ridacchiò Caroline, schizzando nuovamente il bambino.
Il rumore inconfondibile di un’onda che s’infrange contro la roccia richiamò l’attenzione dei piccoli esploratori.
Tyler scattò verso la fine della caverna, uscendo alla luce del sole. Quando tutti gli altri lo raggiunsero, il bambino indicò il mare che cominciava ad agitarsi. Qualche discreto cavallone prendeva forma tra l’acqua cristallina. Poi il suo sguardo corse verso un punto non ben definito, forse a qualche metro di distanza dalla riva.
<< A chi arriva primo? >>, sfidò, fissando uno ad uno i compagni d’avventura.
I bambini si tuffarono in modo maldestro nell’acqua, provocando un insieme di schizzi salati. Nessuno di loro nuotava poi così bene, ma, in qualche modo riuscirono ad arrivare a destinazione.
Qualcuno si era fermato prima, qualcun altro era andato poco più avanti, e non perché c’era uno tra loro che fosse più debole o più forte. Il vero motivo era che Tyler non aveva ben precisato quale fosse il traguardo da raggiungere e ognuno aveva fatto a modo suo.
Ognuno si era lasciato incantare da quel determinato riflesso di luce sul fondale, o da quella roccia dalla forma particolare, o ancora da quella bella conchiglia poco distante, e lo aveva trasformato nel proprio traguardo. Non appena ognuno di loro aveva raggiunto il proprio obiettivo, si era fermato.

 


 


_Lullaby_'s space: Salve a tutti, cari utenti di EFP.
Da come avrete letto, ho scritto questa shot per il nuovo concorso dell'estate, indetto proprio oggi. Non ho alcuna aspettativa di vincita, anche perchè mi rendo conto che a partecipare ci sarà mezzo mondo, ovvero mezza EFP.
Il fatto di aver comunque scritto qualcosa per  un concorso mi ha stimolata ancora di più ad essere meticolosa e precisa nel risultato della shot. Mi rendo conto che è lunga, e spero che non risulti noiosa in alcun modo.
E' il primo concorso a cui partecipo, quindi per favore: chiunque legga, mi faccia sapere cosa ne pensa e non si limiti a metterla fra le preferite o le ricordate.
Mi metto in ginocchio e vi chiedo: RECENSITE, PER FAVORE =)
In ogni caso, vi sarò grata per aver semplicemente letto.
Grazie.
Alla prossima,
_Lullaby_

  
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