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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    07/07/2011    3 recensioni
[5927][Schifosamente FLUFF!]
Tsuna s'è addormentato nella doccia e Gokudera decide che deve riportarlo a letto, nella sua stanza.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUANDO IL SONNO CHIAMA…
 

“Decimo, le ho portato degli asciugamani puliti. Posso entrare?”

La mancanza di una risposta da parte del suo Boss, nonché amante, impensierì Gokudera che, dinanzi alla porta chiusa, da cui si sentiva distintamente il rumore dell’acqua corrente della doccia, non potè fare a meno di pensare al peggio.

Subito, la sua mente elaborò una motivazione dietro l’altra, dall’attacco nemico al malore improvviso, che lo gettarono ulteriormente nel panico.

Al diavolo!

Senza pensarci su una volta di più, il Guardiano della Tempesta spalancò la porta e si precipitò dentro, col cuore che batteva a mille nel petto e i candelotti di dinamite pronti a colpire.

Ma ciò che vide fu uno spettacolo insolito e al contempo estremamente tenero, per cui Gokudera si vergognò di esser subito saltato a conclusioni affrettate: l’ormai ventenne Tsunayoshi Sawada era poggiato con la schiena contro il muro, all’interno del box, teneva le mani in grembo e il suo corpo magro e ricoperto di cicatrici era riscaldato dal getto bollente dell’acqua calda, che appiccicava i capelli del Juudaime tra di loro, facendoli quasi aderire alla forma della testa.

Hayato restò un attimo a osservarlo, accorgendosi con imbarazzo e quasi vergogna che il suo Boss era nudo e che, molto probabilmente, s’era addormentato senza accorgersene.

Con un sospiro, l’argenteo poggiò gli asciugamani sulla pila più vicina prima di afferrare quello più grosso e tiepido, di modo che il giovane Sawada non soffrisse troppo del cambio di temperatura; silenziosamente, l’italiano aprì la cabina della doccia e si infilò all’interno a gattoni: con un semplice gesto della mano chiuse l’acqua, prima di concentrarsi sulla figuretta tremante e profondamente addormentata dinanzi a sé.

Con delicatezza, Gokudera prese Tsuna tra le braccia, avvolgendolo nel morbido tessuto di cotone colorato che aveva con sé: gli frizionò il corpo e i capelli per asciugarlo, cercando di non svegliarlo assolutamente, se era crollato a quel modo doveva avere bisogno di riposo.

Poi, una volta concluso, sempre tenendo saldamente il Decimo stretto a sé e incurante dei pantaloni bagnati, si rimise in piedi: Sawada non era cresciuto poi tanto in quegli anni, doveva ammetterlo, e ciò lo facilitava nel trasportarlo.

Senza neppure curarsi di spegnere la luce del bagno, Hayato s’inoltrò nel corridoio buio, aiutandosi con la fioca luminescenza che proveniva dalla porta lasciata aperta alle sue spalle per raggiungere la camera del suo Boss: conosceva quella stanza talmente bene che non aveva bisogno di vedere dove stesse andando per poter poggiare il corpo addormentato di Tsuna sul letto.

Coi capelli ancora leggermente umidi poggiati sul cuscino e il corpo snello e nudo avvolto nel lenzuolo leggero, Tsuna sembrava estremamente stanco e indifeso in quel frangente, così bambino, malgrado l’adolescenza fosse già trascorsa per tutti loro; meccanicamente, la Tempesta si sedette sul bordo del materasso, a pochi centimetri da lui, e allungò una mano per accarezzargli una guancia pallida: al diavolo, doveva mangiare di più e lavorare di meno! O si sarebbe ammalato per certo.

La Famiglia era decisamente una grossa responsabilità.

L’italiano lo fissò ancora per qualche istante, poi si chinò sul suo viso e poggiò le proprie labbra su quelle del Boss: fu un bacio leggero, senza troppi fronzoli, semplicemente voleva significare che lui era lì, nient’altro; le sue dita percorsero la linea del volto del giapponese, illuminato da un tenue sorriso, mentre la sua mente vagava senza mèta tra ricordi e pensieri.

Era talmente concentrato su altro che non si accorse del risveglio di Tsuna prima che questi non si fu messo seduto,  gettandogli le braccia al collo: “Mi devo essere addormentato.” ridacchiò tra uno sbadiglio e l’altro, “Grazie.”.

Gokudera ricambiò la stretta, portando le proprie mani sui fianchi del Decimo: “Dovrebbe dormire un po’ di più.” notò con tono quasi apprensivo, “Hayato, non affogherò nella doccia, se è questo che temi.” lo rassicurò invece il bruno, con una stretta più forte attorno alle spalle, “Dopo tutti gli anni passati con Reborn nella stessa casa, affogare sarebbe veramente impossibile.”.

Nella stanza risuonarono le risate di entrambi, risate sincere e sentite, piene di sentimento.

Risate talmente intense da farli crollare distesi sul materasso, coi respiri corti e affannosi e le mani intrecciate tra di loro, come quando erano ragazzi di appena quattordici anni con un bagaglio di battaglie di considerevole peso nel loro passato, ma ancora in grado di sorridere.

Quel sorriso e quella vitalità che non li avevano mai abbandonati.

Tsuna si rannicchiò contro il fianco del suo braccio destro, allacciando le proprie braccia attorno ai suoi fianchi e poggiando la testa sul suo stomaco: “Non è molto comodo il box della doccia.” ammise lui con sussurro stanco e assonnato, sbadigliando sonoramente prima di crollare addormentato.

 

NOTE DEL LEMURE:

È stupida, MOLTO stupida, ma mi serviva per scaricare la tensione del colloquio d’esame di domani! ç_ç

   
 
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