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Autore: Waltdisneydreams    08/07/2011    9 recensioni
Adoro il film di Titanic, ma mi è sempre dispiaciuto per la morte di Jack. Sarò un inguaribile romantica, però avrei voluto che finisse con entrambi i protagonisti salvi. Così ho pensato di scrivere il finale che avrei voluto. Un finale con un lieto fine. Commentate :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nave era affondata da circa mezz’ora. L’acqua era ghiacciata e mi intorpidiva tutto il corpo. Ormai non lo sentivo più, avevo anche gli occhi pesanti, avrei tanto voluto chiuderli e abbandonarmi all’oscurità. Ma dovevo pensare a Rose, dovevo salvarla.

Se avessi saputo in anticipo che il Titanic sarebbe affondato probabilmente non ci sarei mai salito, ma ero felice di averlo fatto. Perché nonostante la morte fosse vicina, me ne sarei andato sapendo cos’è veramente l’amore. Me ne sarei andato trionfatore perché io avevo conosciuto Rose. La mia vita poteva definirsi completa. Il Titanic veniva chiamata la nave dei sogni e per me lo era iniziata a diventare quando conobbi Rose.  Ero sicuro che Rose se la sarebbe cavata, me lo aveva promesso. E per di più pativa meno il freddo stando con metà corpo fuori dall’acqua visto che era appoggiata ad un pezzo della nave. Invece sapevo che per me era giunta l’ora di andare, il mio corpo stanco non poteva reggere più lo sforzo di rimanere vivo. Così decisi di morire mentre Rose non guardava. Le baciai per l’ultima volta la mano, o meglio la sfiorai perché avendo il corpo intorpidito non potevo compiere grandi movimenti. “Ti amo” sussurrai, anche se quello che uscì fuori sembrò più un sibilo. Chiusi gli occhi con la consapevolezza che non li avrei mai più riaperti.

D’un tratto ero sospeso in aria, fluttuavo e non provavo alcun dolore. Sotto di me vidi me e Rose. Ci stringevamo la mano, lei era ancora ignara della mia morte. Il suo petto si alzava e abbassa anche se impercettibilmente.

Buon segno, pensai.

D’un tratto da lontano una luce.

“C’è nessuno?”, urlava un marinaio.

Pregai Rose di svegliarsi, anche se lei non poteva sentirmi. Quando la luce, proveniente dalla torcia del marinaio, le arrivò in viso finalmente si svegliò.

“Jack. Jack svegliati, c’è una scialuppa. Jack”, continuava a ripetere il mio nome e quella scena mi provocò tanto dolore. Intanto la imploravo di urlare e di salire a bordo di quella scialuppa. Strappò dal collo di un altro marinaio un fischietto e dopo qualche minuto Rose salì sulla scialuppa. Caricarono anche il mio corpo. Rose lo strinse fra le braccia piangendo. Avrei voluto rientrare in quel corpo e baciarla e abbracciarla. Ma non potevo. Però ero felice sapendo che fosse salva. Poi sentii come una specie di risucchio. In qualche modo quel pianto mi stava facendo ricongiungere con il mio corpo, ma non era abbastanza potente. Ma quando Rose premette le sue labbra sulle mie, fui come scaraventato di nuovo nel mio corpo. Lentamente riaprii gli occhi e la guardai, mentre lei con gli occhi chiusi piangeva ancora.

“Ti amo”, le sussurrai.

Lei rimase impietrita, aprì gli occhi e mi bacio cingendomi ancora più stretta a se.

“Ti amo”, mi rispose.

Quando salimmo sulla nave che ci era giunta in soccorso, un marinaio stava facendo la lista dei passeggeri e quando chiese i nostri nomi noi rispondemmo: “Rose e Jack Dawson”.


  
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