Not only
a memory
Fregata!
Non c’erano altri modi per descrivermi.
Fregata dalla mia stessa famiglia e così quell’estate
avrei dovuto passare le vacanze con loro.
Le mie due migliori amiche mi avevano dato buca e così mi
ero ritrovata senza un posto dove andare perché non avevo avuto il tempo di
prenotare.
Mia madre che gestiva praticamente la mia carta di
credito, non avendo visto alcun movimento, aveva pensato, come lei sosteneva,
di farmi una sorpresa.
E che bella sorpresa.
Avrei preferito starmene a casa, fortuna che lavoravo in
un’altra città così potevo inventarmi mille scuse per non tornare durante le
feste, certo mi dispiaceva per quel pover’uomo di mio padre che era costretto a
sopportarla ogni giorno.
Mi chiedevo cosa ci avesse trovato in lei per indurlo a
sposarla e lui continuamente mi ripeteva che mia madre aveva un cuore d’oro e
dovevo imparare a conoscerla.
No, grazie!
Per non parlare di quel santo di mio fratello che ancora
non era scappato di casa e non sapevo come avesse resistito così a lungo,
potevo vederlo davanti a me mentre caricava i bagagli in macchina e cercava di
controllare la vena che stava sicuramente sul punto di scoppiare.
-Tesori miei, non siete contenti? Passeremo due settimane
insieme, tutta la famiglia riunita- strillava mia madre euforica battendo le
mani.
-Si, certo!- ripetemmo in coro io e mio fratello Thomas.
-Rosemary cos’è quel
muso lungo? Forza un po’ di vita stiamo andando in California-
Le diedi una lunga occhiata che avrebbe dovuto
trasmetterle tutto il mio disaccordo, era capace di trasformare una vacanza nel
più bel paradiso della terra in un vero e proprio inferno.
Mia madre era un uragano che non esitava a metterti in
difficoltà e in imbarazzo di fronte a milioni di persone e purtroppo io lo
sapevo bene.
Ricordavo benissimo quando spiattellò in giro che mi
erano arrivate le prime mestruazioni o
ancora l’anno precedente durante i suoi 25 anni di matrimonio quando
cercò di farmi accoppiare con il figlio di una sua cara amica e gli disse esplicitamente
che sopra c’era una camera libera.
Probabilmente se non fosse stato per mio padre l’avrei
uccisa e poi mi sarei scavata una fossa.
Sin da piccola ero costretta ad andare nella casa al mare
che lei decideva di affittare e allora mi rendevo già conto che io e mia madre
non potevamo condividere la stessa stanza per più di dieci minuti, quell’anno
però avevo deciso di cambiare, così aveva scelto un albergo sulla West Coast.
-Rory perché non
hai portato anche Charlene e Miranda?- chiese mia
madre una volta salite in macchina.
-Avevano già altri programmi a cui dovevo aggiungermi, ma
guarda un po’ mi hai anticipata- risposi acida peggio di un limone.
Mio padre fece un colpo di tosse per farmi capire di
placare gli animi.
Santa pazienza!
-E quel tuo amico?- continuò imperterrita.
-Di quale amico stai parlando?- possibile che si ricordasse tutto?
-Ma come! Adam se non ricordo
male, quel ragazzo che lavora con te e abita di fronte al tuo appartamento,
l’ho conosciuto quando sono venuta a trovarti. Mi sembrava che foste parecchio
amici- Oddio era capace di creare un qualcosa che non c’era, era assurda.
-Infatti siamo amici e lui è fidanzato-
-Dettagli-
Chiusi gli occhi disperata non volevo ascoltarla ancora,
cercavo di convincermi che non stessimo nella stessa macchina e che non avrei
dovuto passare un paio di ore con lei prima di arrivare a destinazione.
Mi ancorai a Thomas, la mia unica salvezza in quel
momento che mi passò una cuffia dell’ipod per evitare
di ascoltarla.
-Grazie- mimai e lui cercò di trattenere una risata.
Fu estremamente piacevole non sentire più il suono della
sua voce per tutto il viaggio, le mie povere orecchie non avrebbero retto.
Non la sentii fiatare per tutto il tempo fino al nostro
arrivo e non sapevo se fosse un bene o un male.
Mia madre non diede nemmeno il tempo di parcheggiare la
macchina che era già fuori che urlava eccitata
-Benvenuti a Santa Barbara- esclamò con la tipica voce di
una presentatrice alla prima puntata di un game show.
Io e Thomas eravamo pietrificati dinanzi alla scritta
“The Biltmore”.
-Lo so, vi ho stupiti vero? Non è un posto favoloso?
Appena l’ho visto sul catalogo non ho esitato nemmeno un attimo, sapevo che vi
sarebbe piaciuto e poi dovreste vedere...-
Probabilmente non la stavamo ascoltando più perché in
quel momento cercavamo solo di capire se fosse reale quella oasi tropicale che
avevo davanti agli occhi.
Cercavo di cogliere ogni dettaglio possibile, una
grandissima villa circondata da un giardino immenso fatto da palme e tante
altre piante che davano un gusto tropicale al paesaggio.
Era un mix perfetto di oceano e montagna, perché alle
spalle della villa c’era una montagna per chi non amasse il sole e invece a
pochi passi c’era una spiaggia bellissima che avevo solo immaginato nei miei
sogni, ma chi invece desiderava la piscina, l’albergo sapeva offrire i suoi
comfort.
Lasciai gli altri all’ingresso con le valige mentre
mettevo piede in quel mondo fantastico.
Quando entrai dovetti percorrere prima un lungo viale per
accedere all’interno.
Sembravo così piccola in confronto a quella bellezza,
forse ma proprio forse cominciavo a vedere quella vacanza in modo diverso.
Mi ritrovai improvvisamente a terra perché non avevo
visto dove stessi mettendo i piedi.
Se pensavo di vedere in modo diverso ora credevo di non
vederci per niente perché il ragazzo che mi trovai addosso non poteva non
essere notato.
Cercò di mantenersi per non farmi pesare il suo corpo, ma
non mi sarebbe assolutamente dispiaciuto poterlo sentire più vicino.
Mi sorrise e si alzò porgendomi la mano.
-Stai bene?-
Mi sentivo una rincoglionita.
-Sisi, scusa io..
non ti ho visto-
-Non posso dire altrettanto comunque io sono Logan-
-Piacere Rory-
Ma quanto era bello! Aveva un fisico da paura, era alto,
scuro, occhi azzurri che spiccavano sulla sua carnagione abbronzata.
Potevamo fare ringo perché io
ero bianca come una mozzarella, bionda con occhi verdi.
-E’ stato un piacere conoscerti, spero di incontrarti
ancora-
Annuii incapace di parlare e andò via.
Si poteva avere un infarto a 25 anni?
Forse si!
-Rory, noi
andiamo in spiaggia tu sei pronta?- mi chiese mia madre quando uscì dalla sua
stanza che stanza non era, ma un mini appartamento con tre camere da letto e un
salottino.
-Vi raggiungo tra poco, voi avviatevi-
Avevo portato con me troppi costumi ed ora ero indecisa,
ne avevo provati tanti ma non sapevo scegliere.
Alla fine per evitare che si facesse notte, ne scelsi uno
senza spalline alla marinaia, indossai un vestitino e lasciai i capelli sciolti
perché odiavo legarli, portai giusto un cappello per evitare un’insolazione e
gli occhiali.
Quando scesi in spiaggia trovai solo mio fratello vicino
all’ombrellone, i miei genitori erano in acqua.
-Non ci speravo più che venissi anche tu-
-Ahah divertente!
Mi chiedo ancora cosa ci fai qui, pensavo avresti organizzato con Michelle-
Fece una smorfia di disapprovazione.
-Michelle è acqua
passata- rispose chiudendo gli occhi e sdraiandosi come un re.
-Sei assurdo, qual è stata la tua relazione più lunga?-
Finse di pensarci prima di rispondermi
-mmm..forse
Charlotte-
-Ah si? E quanto tempo?
-Un mese, direi-
Scossi la testa desolata
-Sei senza speranze-
-No, mi godo semplicemente la vita, ho 20 anni non sto
andando in pensione cosa che farai tu molto presto-
-Brutto idiota che non sei altro- gli lanciai
l’asciugamano in faccia e mi distesi lontana da lui indignata.
Cosa potevo farci io se incontravo solo idioti e l’unica
storia di due anni era finita in un completo disastro?
Io ci provavo ma probabilmente non ero fatta per l’amore,
forse dovevo prendere la filosofia di vita di Thomas, niente impegni ma uscite
occasionali, si forse dovevo fare così.
Girai un attimo la testa e lo trovai davanti a me che
correva sulla riva.
Si fermò un po’ e deviò dirigendosi al bar.
Madre Natura creava certi capolavori, cercavo di trovare
un difetto in lui ma non ne trovavo.
Era bello ed io ero disperata perché non ero niente di
particolare.
Avevo una taglia normale di reggiseno e niente sedere.
-Te lo stai mangiando con gli occhi e se guardi sotto di
te ho appena messo una bacinella per raccogliere la bava che ti sta scendendo-
mi punzecchiò Thomas.
-Smettila, non è vero!-
Mi lanciò un’occhiata di chi la sapeva lunga.
-Ok. Si. Forse. E’ solo...-
Seguii il suo passo senza aggiungere altro.
-Basta! Andiamoci a fare un bagno fannullone e l’ultimo
che arriva in acqua paga- urlai.
Cominciai a correre seguita da Tom che diceva che non ero
leale perché ero partita prima.
Non so quante volte rischiai di essere affogata in acqua.
-Ehi pur di non pagare, sei capace di uccidere tua
sorella-
-E’ il prezzo da pagare per aver barato-
-Ma che tirchio che sei. Non preoccuparti ti pago io-
Ci asciugammo prima di raggiungere il bar, ci sedemmo ad
un tavolo e attendemmo l’arrivo della cameriera.
-Salve ragazzi, cosa prendete?-
-Un cocktail con frutta e per lui...- mi rivolsi a mio fratello
che ormai non mi dava più ascolto perché aveva praticamente stregato quella
povera ragazza.
-Anche per me grazie- disse senza smettere di guardarla.
-Tor..no subi..to- scappò via scioccata.
Diedi un calcio a mio fratello che il suo “ahi” si sentì forte
e chiaro.
-Sei un’idiota!-
-E perché mai?
-Per poco non le veniva un infarto, e poi quello sguardo
e quella voce la stavi corteggiando davanti a me. Bleah
che schifo!-
-Non venirmi a fare la predica, che non attacca con me-
-Ecco a voi- disse la cameriera questa volta più decisa
-il conto è già stato pagato-
-E da chi?-
Mi indicò un ragazzo al bancone e riconobbi Logan che mi
salutò.
Mi voltai di scatto senza parole verso mio fratello che
sorrideva soddisfatto, probabilmente mi ero persa qualche passaggio del suo
flirt.
Quando tornammo in spiaggia presi le mie cose pronta a
tornare in camera, il sole mi stava già dando alla testa.
-Già vai via?-
-Si lo sai che non sopporto il sole e poi sono sicura che
troverai ottima compagnia o sbaglio?-
-Mai dire mai. Senti dì al pezzo di manzo che non dormirà
sogni tranquilli se farà qualcosa di sbagliato-
Sorrisi lasciandogli un bacio sulla guancia e andai via.
-Buon pomeriggio, signorina- mi salutarono cordiali alla
reception quando andai a prendere le chiavi.
Non avevo voglia di salire le scale così utilizzai
l’ascensore che purtroppo era occupato da un carrello pieno di pacchi.
-Mi dispiace signorina, se vuole può entrare lo stesso io
sto per andare via-
Feci un sospiro di sollievo quando pensai che non sarei andata
a piedi, in fondo se lui usciva uno spazio per me c’era.
Lo ringraziai ed entrai ma nello stesso istante qualcun
altro mi seguì.
Io e Logan ci trovavamo chiusi nell’ascensore appiccicati
l’uno all’altro.
Mi spinse contro la parete poggiando la mano sopra il mio
viso, il suo petto era schiacciato contro il mio seno, la sua bocca mi
sussurrava all’orecchio e l’altra mano stringeva il mio fianco.
Sentivo le gambe molli, se non mi avesse sostenuta sarei
crollata.
-Grazie..per prima- riuscii a sussurrare
La sua mano giocherellava con il mio vestito alzandolo
centimetro per volta.
Ero già bagnata ed eccitata quando le sue labbra si
posarono sul mio collo e la sua erezione premeva sulla mia gamba.
Catturò la mia bocca in un bacio al dir poco rovente.
Tra poco sarei andata in fiamme, cos’aveva quell’uomo in
quelle mani.
-Cambio di programma?-
-Si- pronunciai contro le sue labbra.
Non so come arrivammo nella sua stanza, mi ritrovai senza
il mio vestito mentre baciava ogni parte del mio corpo, la sua mano accarezzava
delicatamente la mia intimità ed io mi aggrappavo sempre di più a lui,
circondai i suoi fianchi con le gambe e non resistetti più all’ennesimo tocco.
-Logan- ansimai
Le sue mani mi sollevarono leggermente per permettergli
di togliermi la fascia e allora non capii più nulla, li assaggiava, li leccava,
li succhiava senza tregua.
Mi morsi le labbra cercando di non urlare quando lui se
ne accorse.
-Non trattenerti- sussurrò roco.
Spostò di poco il costume facendo entrare due dita in me.
Mi inarcai completamente gemendo forte e strusciando la
mia gamba sulla sua erezione.
Le sue labbra incontrarono le mie consumandomi di baci
mentre cercavamo entrambi di darci piacere a vicenda.
Non sapevo da quanto tempo non provavo un’attrazione così
forte verso qualcuno da togliermi completamente il fiato e non lasciarmi
ragionare.
Io ero sempre fin troppo razionale, forse era quello il
motivo per cui le mie relazioni non duravano, dovevo lasciarmi andare
all’istinto, dovevo scollegare il cervello.
-Ti prego- sussurrai al limite.
Quando entrò in me entrambi sospirammo di piacere.
-Mi hai colpito sin dal primo istante-
Non so se quelle parole le avevo immaginate o sentite
realmente,ero troppo presa dal momento e il cervello era in standby.
Raggiungemmo contemporaneamente l’apice e fu la
sensazione più sconvolgente che avessi mai vissuto, mi accorsi delle sue
premure e della sua protezione dopo essere stati insieme.
Non c’erano bisogno di parole eravamo stati bene ed ora
mi teneva stretta a sé.
Ero riuscita a legarmi di più ad uno sconosciuto che ai
miei ex.
Quando si addormentò cercai di muovermi senza svegliarlo,
era meglio se non mi avesse trovato al suo risveglio e avessimo lasciato tutto
così com’era, un momento di piacere.
Non volevo complicazioni o imbarazzi, nella mia vita ce
n’erano troppi.
Gli lasciai un messaggio prima di andare via.
Sono stata
davvero bene con te, e forse non mi capitava da parecchio tempo.
Resterà un
bel ricordo da conservare.
Grazie, Rory.
Uscii da quella stanza che mi sentivo diversa, leggera.
Non era stata solo una botta e via, avevo rischiato,
avevo avuto il coraggio di mettermi in gioco.
-Ma dov’eri finita? Ti abbiamo cercato dappertutto!-
disse mia madre quando tornai in camera.
-Stavo facendo un giro nei dintorni-
Mio fratello mi guardava di sottecchi, non riusciva a
capire cosa avessi.
-Stasera c’è una festa in piscina, vieni anche tu?-
Annuii, perché no? Dovevo solo divertirmi e lo avrei
fatto!
Indossai un abito blu di stoffa lungo fino al ginocchio,
con delle spalline piccole che lo reggevano e scendeva a palloncino, presi le
ballerine e raggiunsi la mia famiglia in piscina.
I miei genitori avevano già trovato qualcuno con cui
conversare, mio fratello era già al terzo cocktail e probabilmente era già
ubriaco.
-Adesso basta! Stai esagerando- lo rimproverai strappandogli
il bicchiere da mano
-Si mammina! Rory dai, bevine
uno anche tu e non rompere-
-No grazie-
-Ho bisogno di un valido motivo che mi tenga buono qui, e
penso che debba ubriacarmi per farlo-
-Tu sei fuori di testa-
Fummo interrotti dalla musica latino-americana.
-Su, vieni a ballare-
Tom mi prese per mano e mi portò fino a bordo piscina e
cominciò a farmi girare come una trottola, come ballerino non potevo dargli
tutti i torti perché ballava bene, ci credo tutte le sere in discoteca qualcosa
deve aver pur imparato oltre ai nomi dei cocktail e al sedere delle ragazze.
Non so per quanto tempo restammo lì, non riuscivo a
fermarmi perché me lo impediva.
-Ma scusa, perché non vai a rimorchiare qualcuna invece
di rompere a me?-
-Perché non c’è nessuna che mi piace e se mi vedono con
te penseranno che tu sei la mia ragazza e non si avvicineranno-
-Quindi sono anche una cavia?-
-A qualcosa dovrai pur servire-
Ma quanto ci volevamo bene!
All’ennesimo ballo chiesi tregua, non ce la facevo più
così andai a riposarmi un po’.
Vidi mio padre avvicinarsi
-Rosemary tua madre
ha dimenticato la borsa in camera, potresti andarla a prendere?-
-Si, certo!-
Meglio allontanarmi un po’ da tutta quella folla, non ho
mai amato stare troppo al centro dell’attenzione o stare in mezzo a tante
gente.
Andai alla reception a prendere le chiavi quando mi
informarono che c’era un messaggio per me.
Lo aprii lentamente e non potei fare a meno di sorridere.
Sei fuggita
senza darmi la possibilità di parlarti.
Non ho
bisogno di un ricordo, di quelli ne ho tanti.
Sarà solo l’inizio...
Logan
E forse questa volta l’istinto non aveva fatto proprio
cilecca, forse non sarebbe stato solo un ricordo.
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Non
so da dove mi sia uscita è successo tutto all’improvviso.
Dovrei
pubblicare l’altra ff ma intanto vi lascio questa qui
:D
Grazie
mille in anticipo a chi semplicemente leggerà o commenterà.
Un
bacio ^^