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Autore: Klaineinlove    08/07/2011    7 recensioni
Pensate ad un piccolo Kurt Hummel che aspetta con ansia il suo gelato, quando lo riceve però gli cade a terra...che fare?E piccolo e potrebbe piangere..però...
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’afa dei primi giorni di luglio era insopportabile, soprattutto per i bambini abituati a scorazzare avanti e indietro senza stare fermi per un momento. Spesso molti ragazzini restavano chiusi in casa davanti al televisore o a giocare ai videogame con l’aria condizionata che li rinfrescava. Altri invece avevano delle piscine nei loro giardini e passavano l’intera giornata all’interno di essa. A Kurt non piacevano i videogame e non aveva una piscina, ma come tutti i bambini anche lui pativa il caldo. Quindi restava tutto il giorno fuori al portico di casa sfogliando le riviste vecchie della sua mamma e ritagliava gli abiti che per lui sembravano più facili da cucire, sperando che un po’ d’aria fresca gli sfiorasse la pelle. Però c’era un motivo per cui restava sul portico di casa, nonostante  stesse all’ombra il caldo risultava comunque greve. Ma Kurt era lì per aspettare il camion dei gelati. Sapeva che passava alle 17.00 in punto per la sua zona e lui si avviava un’ora prima fuori casa ad aspettarlo, perché doveva essere il primo a prendere il gelato panna e fragola, era il migliore in assoluto e finivano velocemente. Poi sentii la musichetta che annunciava il suo arrivo, era impossibile non riconoscerla, le classiche musichette che attirano l’attenzione dei bambini. Le porte delle case si aprivano quasi a comando di essa e i ragazzini si avvicinavano al camioncino. Un uomo con pochi capelli, baffi e un cappello bianco in testa, sorrideva allegramente salutando e cominciando ad aprire il minifrigo che conteneva quei gelati.
Kurt riuscì a prendere il suo gelato, lo guardava come se fosse oro. Già pregustava il sapore dei pezzetti di fragola combinati con la panna fresca, i suoi occhi erano luminosi e il suo sorriso era acceso, non poté fare a meno di dare una leccata al suo labbro superiore prima di avvicinare la bocca al suo piccolo trofeo. Ma qualcosa andò storto. Un gruppo di bambini che stavano giocando a palla fecero cadere il pallone su di lui e automaticamente il suo gelato finì spiaccicato a terra. Gli occhi, di un celeste chiaro come il cielo, del piccolo Kurt erano spalancati rivolti verso il basso a fissare quella cosa così tanto preziosa. Non si perse d’animo e si voltò verso il camioncino per prenderne un altro. In tasca aveva altre monetine, perché lui si comportava sempre bene in casa aiutando sua madre e lei lo ripagava con una piccola somma di denaro. Quando chiese di nuovo lo stesso gelato si perse nello sconforto sentendo le parole dell’uomo
“Mi dispiace è finito. Vuoi un altro gusto?” il piccolo Kurt abbassò la testa e fece cenno di no, non avrebbe voluto rispondere perché era troppo arrabbiato, ma il papà gli diceva di essere sempre educato. Il suo sguardo tornò su quel gelato maciullato sull’asfalto della strada ormai sciolto dal troppo sole. Gli occhi di Kurt iniziarono a velarsi di lacrime, non avrebbe voluto piangere perché probabilmente ragionando era una cosa banale, ma lui desiderava quel gelato, lo aspettava tutto il giorno. Sotto al suo sguardo colmo di lacrime vide due piedi. Erano scarpe da ginnastica rosse e bianche, non il suo stile ma pur sempre carine. Per curiosità alzò il volto e vide davanti a se un ragazzino qualche centimetro più basso di lui, con una folta quantità di capelli ricci neri, gli occhi color miele quasi bronzo e una bocca che assaporava il gelato panna e fragola.
“Perché piangi?” gli chiese il ragazzino
La voce gli suonò piacevole alle orecchie di Kurt, ma ora stava invidiando il suo gelato e Kurt Hummel odiava invidiare le cose altrui. Nonostante non avesse detto una parola, l’altro ragazzino non si arrese “ E per il gelato?Ho visto che ti è caduto”
Kurt si passò le mani velocemente davanti agli occhi per levare le lacrime
“Mi hai visto?” la voce di Kurt risultò diversa alle orecchie dell’altro ragazzo, era angosciata.
“Oh io ti vedo sempre! Io abito proprio di fronte casa tua.” Con la mano e un pollice rivolto all’indietro indicò la sua porta di casa
“Ti guardo tutto il giorno, però sei sempre solo con quei giornalini. Devono essere preziosi per passare tutto il giorno da solo con loro e non con gli amici” il tono del riccioluto era ricco di curiosità
“Io non ho molti amici…a nessuno piace fare quello che faccio io” il tono di Kurt suonò irritato
“Oh beh dipende, c’è qualcosa di interessante sui tuoi preziosi giornali?” il ragazzo diede un’altra leccata al suo gelato e Kurt abbassò gli occhi cercando di non fissarlo per l’invidia
“Ritaglio vestiti, a me piacciono i vestiti” disse quasi con vergogna
“Oh che bello!” esultò il ragazzino
“Anche a me piacciono, se vuoi possiamo ritagliarli insieme se non sono troppo preziosi per te”
Kurt tornò a fissare gli occhi del ragazzo che sprizzavano gioia e allegria
“Sarebbe fantastico!Io mi chiamo Kurt”
“Io sono Blaine” Blaine gli allungò la mano un po’ appiccicosa.
“Ecco tieni” gli passò il gelato a Kurt che sembrò del tutto sorpreso
“Cosa devo fare?”
“Oh Kurt, mangialo! E’ il tuo gelato preferito no?” fece un sorriso mostrando tutti i suoi denti “Scusa, ho notato anche questo!" Ora sembrava imbarazzato
“Io non posso prenderlo. E’ il tuo gelato, lo hai comprato con i soldi tuoi, io non posso prenderlo e poi tu rimarresti senza” Kurt era convinto di quello che diceva ma purtroppo il suo palato stava di nuovo immaginando di assaporare quei gusti stemperati insieme
“Si che puoi Kurt!Io ne ho già mangiato un po’, il resto lo prendi tu. Ad una sola condizione però!”
Kurt inclinò la testa un po’ preoccupato
“Cioè?” chiese con timore
“Che io e te diventiamo amici!”
“Okay Blaine, accetto, ma solo se mangi il resto del gelato con me” Anche Blaine a questa proposta non poté resistere… Perché nonostante tutto era anche il suo gelato preferito.

   
 
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