6 Extra: Where we belong.
http://www.youtube.com/watch?v=0tIMn3raP6g
Ambientato
tra il capitolo 42 e il capitolo 43. Ultimo extra.
Damon
POV
Erano
passate due settimane dal nostro ritorno a casa, Elena dopo qualche giorno era
riuscita ad equilibrarsi col sangue e Dubaku era riuscito ad integrarsi in
paese.
-
E’ passata una settimana, Damon. Sto bene. – Mi disse Elena guardandomi negli
occhi. Ma che diavolo mi aveva fatto? Mi bastava un suo sguardo per cadere
dritto ai suoi piedi e annuire come un automa. Sorrisi senza fare ulteriori
polemiche, nonostante una voce dentro di me continuava a ripetermi di non
fidarmi di lei, le credevo. Credevo davvero che non fosse dipendente dal sangue
e che Dubaku non era in pericolo con lei.
-
Va bene. – Risposi e lei si avvicinò con le labbra, cercando un
bacio.
Lo
ricevette in qualche istante.
-
Giochiamo a nascondino, brò? – Era abituato a chiamarmi così, brò da “brother” o meglio fratello. Sorrisi e mi
voltai verso Elena lei mi fece l’occhiolino e annuì.
-
Bene, fratello. Inizia a contare. – Mi disse, ed io mi appiattii al muro,
cominciando parlare a vanvera, aspettando che i venti secondi
scadessero.
Aprii
gli occhi e di Dubaku ed Elena nessuna traccia.
Mi
misi in ascolto ma sentii i rubinetti aperti di tutta la
casa.
“Bastarda”
pensai.. “l’ha fatto apposta, così non vale”
Iniziai
a cercarli in tutte le stanze, dopo qualche minuto Dubaku spuntò fuori correndo
verso la “tana” e sbattendo la mano. Aveva vinto, o meglio, l’avevo fatto
vincere. Elena spuntò sorridente qualche minuto dopo, vincendo a sua
volta.
Alla
fine però Dubaku insistette per contare, quindi non appena si appoggiò al muro
io ed Elena corremmo per la casa con velocità
soprannaturale.
Io
mi nascosi dentro l’armadio della stanza da letto, dopo qualche minuto lei entrò
con me.
-
Ma che ci fai qui? Se scopre me scopre anche te. – Le dissi e lei sorrise
maliziosa, iniziando ad abbassare la zip della felpa.
-
Non ho niente sotto. – Disse, rivelandomi i suoi seni sodi e totalmente nudi,
immediatamente i jeans diventarono stretti e fastidiosi.
Senza
pensare alle conseguenze, accecato dalla voglia di lei, mi gettai tra le sue
braccia aperte, baciandola.
Immediatamente
i nostri corpi aderirono, quasi fondendosi e la mia eccitazione si strusciò
prepotentemente sul suo ventre.
-
Cristo. – Dissi soltanto continuando a far ballare la mia lingua sulla
sua.
Abbassai
la testa improvvisamente cominciando a baciarle e adorarle i seni, lei si
aggrappò ai miei capelli gemendo sommessamente.
-
Shh. – Dissi, mimandole col dito il gesto del silenzio. – Dubaku sale.
–
Incurante
del fatto che potevamo essere scoperti da un momento all’altro ricominciai a
baciarle i seni, la pancia e i fianchi usando più lingua
possibile.
-
Cazzo. E’ vicino. Non fiatare. – Dissi soltanto, prima di sentire la porta della
camera aprirsi. Vidi chiaramente Dubaku entrare dalla fessura
dell’armadio.
-
Uff. Ma dove siete? – Disse il bambino, uscendo di nuovo.
Elena
si rilassò immediatamente, ricominciando ad ansimare
piano.
Ad
un tratto strappò tutti i bottoni della mia camicia e scese a baciarmi il petto,
fermandosi proprio sopra l’orlo dei pantaloni. La maledissi in silenzio, poi li
sbottonò e rilassai i muscoli dell’addome.. appoggiandomi contro il legno
dell’armadio.
Mi
abbassò i pantaloni e io rimasi lì, con le braccia sotto la testa, a guardarla
ipnotizzato.
Si
avvicinò pericolosa con ancora i seni in bella mostra e prese in mano la mia
erezione, cominciando a muoverla su e giù.
-
Dovrai accontentarti di questo. – Mi disse. – Non c’è tempo per altro.
–
Sbuffai,
ma lei continuò a muovere la mano attorno alla mia asta facendomi provare molto
piacere. Improvvisamente decisi di ricambiare, infilandole una mano sotto la
gonna.
-
Se possiamo fare solo questo, almeno facciamolo bene. –
Le
infilai immediatamente due dita dentro e lei si rizzò, inarcando la schiena e
stringendo forte la mia asta con la mano destra.
Ricominciammo
a baciarci con urgenza e io ricominciai a muovere le mie dita dentro di lei, poi
le esco. Ciò che mi interessava è darle piacere, non quel tipo di piacere che si
ottiene in cinque minuti, volevo darle quel tipo di piacere lungo, esaustivo,
intero.
Mi
abbassai e lei lasciò la mia asta, io cominciai a baciargli le caviglie ed ad
accarezzarle le ginocchia e le cosce. Lei gettò la testa all’indietro e gemette
un po’ di frustrazione un po’ di piacere.
-
Così non riesco a toccarti. – Mi disse, quasi sbuffando ed io
sorrisi.
-
Oggi sono io che tocco te. - Risposi e lei gemette quasi
subito.
Mi
inginocchiai e inavvertitamente la mia erezione calda si andò ad appoggiare sul
suo piede.
-
Ah. – Dissi io, gemendo forte per il contatto, lei per tutta risposta rabbrividì
e iniziò a muovere il piede su e giù, come se fosse la
mano.
-
Ma così.. ah.. non vale. – Dissi, prendendo a baciarle l’interno coscia, lei
rise e gemette nello stesso tempo. “Cristo santo, il piede è anche meglio della
mano” pensai, essendo già sul punto
di esplodere.
Subito
decisi di darle piacere quindi le allargai le cosce e iniziai a leccarla,
dapprima superficialmente.. poi in profondità, facendola quasi
urlare.
-
Oh.. Damon.. n-non fermarti.. continua.. oddio.. – Disse, nel giro di pochi
secondi, tra un ansimo e l’altro. Io continuai, aggiungendo anche le
dita.
-
Non smettere.. oddio.. – Disse, svuotandosi e allontanandomi la
testa.
-
Grazie amore. – Disse ricomponendosi.
-
Ehi, ehi! Aspetta.. fammi salutare le gemelle! – Dissi imbronciandomi e lei
abbassò nuovamente la zip, rivelandomi il più bel seno che avessi mai
visto.
Lo
baciai e succhiai per un paio di secondi, poi alzai la testa ma prima che avessi
il tempo di alzarmi i pantaloni Elena prese nuovamente il mano il mio membro,
più duro di prima.
-
Che.. vuoi fare? – Chiesi, quasi intimorito.
-
Mm.. voglio farlo divertire un po’. – Disse, cominciando a muovere la mano su e
giù e passando il pollice sopra il glande. “Ok, ora muoio. Qui giace Damon
Salvatore, paladino dei pervertiti, innamorato perso di questa vampira sadica.
Oh cazzo, cazzo.” Mi svuotai sulla sua mano e lei rise.
-
Vado a lavarmi, tu va a vincere il gioco. – Disse, baciandomi sulle
labbra.
-
Sei diabolica. – Dissi, ricambiando il bacio e
approfondendolo.
Uscimmo
dall’armadio e io mi abbottonai i pantaloni ma..
-
Ahh! Eccovi! Dai Elena vieni a giocare. Ma.. cos’hai in mano?
–
La
guardai, mi guardò. Ridemmo e Dubaku scrollò le spalle e scendette di sotto
trotterellando.
-
Ci è mancato poco stavolta. – Dicemmo insieme, ridendo
ancora.
L’abbracciai
e la baciai sulla fronte.
-
Ti amo. – Disse, baciandomi sul collo e stringendosi a me.
-
Ti amo anche io. – Risposi e lei sorrise. – Và a lavarti quella mano, prima che
Dubaku venga di nuovo la curiosità di sapere cos’è. – Sorrise e le diedi un
buffetto sul sedere, si voltò, mi fece una linguaccia e scomparve in
bagno.
-
Bròò! Scendii? – Urlò Dubaku. – Ma che palle! – Disse
ancora.
- Non si dicono le parolacce. – Risi piano. – Arrivo! -