Spoiler
puntata 25!!!!!!
Qui
Certe cose durano troppo a lungo, certe voci sono troppo forti. Certe volte il sole è implacabile, certe volte si vorrebbe essere altrove, il più lontano possibile da dove siamo adesso.
La folla silenziosa e riverente inizia a
disperdersi. Nessuno parla, e nell’aria risuona solo l’ultimo flebile eco del
pianto della bambina.
Non c’è dubbio, quella voce era troppo
forte, quell’eco sembrava infinito. E lui, che si attarda ancora, sa che non lo
dimenticherà per tutta la vita. Un’altra cosa che si aggiunge a quelle che non
dimenticherà per tutta la vita. Chissà se gli basterà questa vita, per ricordare
tutto. Tutte quelle voci.
Il sole è forte, non c’è un alito di vento
e tutto è immobile. L’erba verde ben curata sembra espandersi e ricoprire il
mondo. Il mondo è davvero un po’ come un immenso cimitero, a volte, e lui lo sa
meglio di tanti altri.
Con un’occhiata si accerta di essere solo.
Non ha problemi a mostrarsi sorridente, sicuro di se, e pure un po’
strafottente, in mezzo agli altri. Non ha proprio problemi ad avere gli altri
intorno, ma certe cose non riesce a mostrarle a tutti. O almeno, non
più.
Anche perché una delle poche persone a cui concedeva di farsi vedere fragile, infranto, adesso giace sottoterra, ed è proprio per quella persona, che ora lui è nuovamente fragile, nuovamente infranto.
Muove qualche passo verso la lapide, come
se gli servisse a sentire più vicina la persona che quella lapide
ricorda.
“Un alchimista pensa razionalmente e
difficilmente crede in ciò che non si vede. Ma c’è qualcosa che non si vede,
vero?
C’è un luogo da cui puoi ridere del mio
patetico tentativo di portare a
termine i miei obiettivi, vero?”
Gli viene l’istinto di chinarsi, come se
toccare quella pietra serva a qualcosa. Domina l’impulso. La sua mente abbandona
terreni spirituali, difficili da percorrere, e si sposta sulle pragmatiche
questioni legate alla necessità di capire perché quella
morte.
Un’indagine, avevano
detto.
Aveva scoperto qualcosa,
sì.
Probabilmente faccende
pericolose.
Se c’entrava quel laboratorio?
Forse.
I fratelli Elric? Sì, la cosa riguardava
anche loro.
Ma non aveva mai voluto dire niente al
colonnello, di quello che stava succedendo.
Mai.
“Dannato
idiota!”
Il pensiero è così forte, così
totalizzante che gli sembra di averlo gridato.
“Idiota, pensavi di proteggermi facendo
così?
Pensavi di essermi utile, mettendoti nei
guai?
Pensavi che fosse un buon modo per
mantenere la tua promessa, rischiare la vita, eh?
La tua promessa…
Guardami, dal luogo dove
sei!
Quanto sono avanzato, lungo quella strada
che mi ero prospettato? Avrò ottenuto le mie promozioni e la stima dei
superiori. Ma io, come uomo, cos’ho acquistato? Cos’è cambiato in
me?
Ho scoperto come si fa a sorrider,e in
modo da far credere a tutti di essere sicuro di me e sufficientemente in gamba
per sopravvivere in questo ambiente. Nient’altro.
Un bel modo di onorare gli alti scopi che
mi ero prefisso, sì.
E’ per questo che sei morto,
eh?”
Pensa che all’improvviso andrà in pezzi.
Pensa che si staranno chiedendo tutti
dov’è andato, da solo.
Poi si accorge, da particolari
infinitesimali, da uno spostamento d’aria, da una sensazione in qualche luogo
remoto del suo cuore, che non è solo.
C’è una presenza viva, una creatura di
carne, lì, dietro di lui.
A pochi passi, alla distanza discreta di
chi non vuole entrare nel dolore altrui, alla distanza necessaria per correre a
raccogliere i suoi pezzi, ma solo se ce ne sarà bisogno.
“Anche lei finirà come te, seguendomi? Si farà uccidere con tutta la sua buona volontà, per proteggermi?”
“Beh, se succederà, almeno avrà vissuto credendo in
qualcosa, no?”
Sente quelle parole nella sua mente
pronunciate dalla voce sempre vivace, sempre un po’ giocosa di Maes Hughes, e
rabbrividisce.
“Non voglio arrivare in alto grazie alla morte delle persone che…che credono in me!”
“Tu però potresti credere in loro, e fidarti un po’. Non sono tutti così stupidi da farsi ammazzare.”
“Già, non sono tutti così stupidi come te.”
“E piantala di stare lì a fissare
quella lapide! Hai qualcosa da fare, no?”
“Sì, ho da portare a termine un compito
impossibile.
Ma lo farò. Vedrai.
Tu ci hai creduto. Io non so se ci credo
più molto. Ma voglio credere in te.
E anche in tutte le persone che mi proteggono. Come lei.”
Per un attimo torna bambino e gli viene voglia di salutare Maes Hughes con un gesto della mano, sicuro, come lo sono i bambini, che lo sta ascoltando. Ma poi torna se stesso e lascia perdere quell’istinto puro e folle, rimanendo ancora per un istante immobile.
Lei è là dietro, lei
aspetta.
Lui è davvero contento che lei sia
lì.
- Brigadiere generale Hughes, eh? L’uomo che mi aveva detto che avrebbe lavorato come mio sottoposto, per assistermi, è stato promosso ad un grado più alto del mio. Assurdo. Stupido…-
- Colonnello…-
La voce di lei lo raggiunge. E’ come se si
fosse accorta che c’è bisogno di quella voce, ora, per vincere i pensieri che lo
stanno afferrando.
Il vento si leva all’improvviso, disperde
le loro parole. Lui le chiede perché, perché quell’idiota abbia voluto tenergli
nascoste tante cose.
Lei risponde che forse lo ha fatto per il
suo bene. Perché il colonnello potesse arrivare in alto senza
preoccupazioni.
E sorride, e in quel sorriso c’è scritto
chiaramente solo una cosa: è stato Hughes, potevo essere io, avrei fatto lo
stesso, farò lo stesso, se si presenterà l’occasione.
La guarda, stupito, disarmato. Si lascia
sfuggire un sorriso anche lui.
All’improvviso si volta, comprende che gli
sta per succedere qualcosa, e vorrebbe essere solo, ma sa anche che lei è
l’unica, adesso, a cui può mostrare quell’evento segreto.
Lei capirà.
La goccia preziosa scivola
giù.
- Sta cominciando a piovere.-
- Sì.-
FINE
Note:
Hughes!
ç_______________ç
Ho
versato fiumi di lacrime. Adoravo quell’uomo! Ma adoro anche Roy, e i suoi
propositi, e Riza.
Ho
notato che nel sito ci sono altre storie su questa puntata. In questi oscuri
tempi di plagi vaganti, giuro che questa fanfic è nata nella mia mente prima di
scoprire tali storie, subito dopo aver visto la tragedica puntata. Che poi, se
leggete le altre storie, vedrete che sono
diversissime!^^
Il
titolo della storia mi è stato gentilmente fornito da Jucchan (me incapace di
sfornare titoli).
Grazie
a chi ha letto! Dedicata a Jucchan, che mi ha introdotta a FMA (e che è la mia
nipotina adorata, chiaro!) e a Wren.
I’m
at
yumemi@hotmail.it