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Autore: Sunny_Blue    08/07/2011    2 recensioni
Song-fiction sulle note dell'omonima canzone di Noemi.
Vegeta se n'è andato.
Spinto dalla brama di potere, per diventare il guerriero più forte dell'universo, ha deciso di abbandonare il pianeta Terra -luogo debole dove rischiava anche lui di rammollirsi- e la donna che in quei mesi aveva iniziato a condividere il suo letto e non solo.
Bulma guarda il cielo in una notte stellata e pensa al suo amore lontano...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vuoto a perdere

Dopo essere stata stregata per anni dalle storie scritte da altri, questa è la mia prima ff su DragonBall.
E' una song fiction, la canzone che fa da sottofondo ai pensieri di Bulma è "Vuoto a perdere" di Noemi.
Quando l'ho pensato non era proprio così, ma è così che mi è venuta quindi...

Leggete e fatemi sapere!! ^_^

Vuoto a perdere


Sono un peso per me stessa sono un vuoto a perdere

I primi tempi è stato davvero così. Mi sentivo inutile, mi sentivo vuota.
Quando una mattina sono scesa a colazione e mia madre cinguettando come suo solito mi ha detto che te n'eri andato senza lasciare traccia, senza una parola -atteggiamento tipico da principe degli scimmioni quale sei!- qualcosa dentro di me si è rotto... Il mio mondo si è come fermato, gelo tutto intorno e silenzio.
Ho finto che la cosa non mi importasse, forse ho anche riso.
Era la reazione che tutti si aspettavano da me: indifferenza, sollievo persino, nel riavere di nuovo la mia casa libera dalla tua ingombrante presenza dopo mesi di convivenza forzata ed imposta.
Li ho accontentati, recitando la mia parte alla perfezione.
Nessuno però sapeva che quello che era cominciato come un obbligo -ospitarti, nutrirti, soddisfare le tue folli richieste per l'allenamento- si era trasformato a poco a poco in un piacere, almeno per la sottoscritta. Da mesi dividevo il tuo letto, meno i tuoi pensieri – troppo chiuso ed imperscrutabile per lasciarti andare con una “debole terrestre”.
Col passare del tempo ho iniziato a pensare che nonostante i tuoi silenzi iniziassi a tenere a me -a tuo modo, certo! Sbagliavo.
Una mattina semplicemente non eri più qui, scomparso su una navicella – una MIA navicella- alla stessa velocità con cui eri comparso nel mio giardino, tempo fa.
Ho finto indifferenza, dentro ero a pezzi.
Ho iniziato a trascinarmi avanti, invece di vivere.
Tutto è diventato insignificante – il lavoro che adoravo, gli amici di una vita, il mio pseudo-fidanzato.
Non mi importava più.
Semplicemente una parte troppo grande di me aveva preso il volo e io non riuscivo proprio a fare i conti con la perdita e a ricominciare...


sono diventata grande senza neanche accorgermene

Nonostante tutto non ho potuto gettare la spugna – troppo orgogliosa anche nella sofferenza e nella disfatta.
Una parte di me -piccola, ma comunque esistente- gridava forte che non potevo dare al mio aguzzino anche questa ultima, tradiva, soddisfazione.
Non ho potuto buttarmi del tutto via. Non mi sono arresa.
Col passare dei giorni, poi dei mesi, ho messo piano piano da parte il dolore e sono andata avanti.
Ci sono riuscita stordendomi di lavoro, chiusa ore e ore nel laboratorio alla presa con progetti sempre più impossibili, così da non lasciarmi alla sera energie sufficienti per pensare a nient'altro, ma solo per stramazzare sul letto.
Sapevo che il ricordo di te -dei tuoi occhi di brace, delle tue braccia forti intorno alla mia vita, della tua bocca rapace- e delle notti passate insieme in questa casa era sempre in agguato, pronto a colpire al primo cedimento.
Sono riuscita a tenerlo a freno.
Una mattina mi sono guardata allo specchio e mi sono ritrovata cresciuta. Della ragazzina di un tempo, sbarazzina e un po' frivola, non era rimasta traccia.
Al suo posto rispondeva al mio sguardo una Bulma nuova, più forte, più fiera. Non mi sono resa conto del processo in atto, ho pensato tra me. Ma dopo tanto dolore e tanta tristezza, come la crisalide si trasforma in farfalla e sboccia, così io ero diventata una donna.
Ho sorriso per la prima volta da mesi a quel mio nuovo riflesso, pensando di avere superato il peggio.
Solo pochi giorni dopo mi sono trovata davanti la sfida più grande della mia vita...


E ora sono qui che guardo, che mi guardo crescere
la mia cellulite, le mie nuove consapevolezze
.

Il pancione inizia a farsi notare.
Non è più possibile nasconderlo con abiti larghi ed evitare così le domande e le occhiate.
In realtà non mi interessa poi molto di quello che pensa la gente.
Sono una giovane donna, sono in attesa.
Sono entusiasta dell'arrivo del mio bambino, lo voglio e lo amerò con tutta me stessa.
Non importa sapere altro.
Gli ho già fatto una promessa prima ancora di sapere se sarà un lui o una lei -anche se ho il presentimento che il fiocco sarà blu. Il giorno che ho deciso di raccogliere la sfida, di cambiare per sempre la mia vita, di non perderlo, mi sono guardata di nuovo allo specchio e gli ho promesso che non avrei permesso al pensiero di te di tornare a tormentarmi, a farmi male.
Non sono più sola, mi sono detta.
Da oggi dovrò lottare per due, vivere per due, i momenti di sconforto sono decisamente banditi.
Sono cresciuta, sono cresciuta davvero. Non potresti più apostrofarmi “ragazzina” con il tuo solito tono beffardo e darmi ordini e pensare di trovarmi docile ai tuoi comandi e alle tue richieste. No Vegeta! Non sono più quella di quei giorni.
Nuove consapevolezze si sono fatte largo a poco a poco, in questi mesi di gravidanza affrontati da sola.
Ma devo abituarmi, sarà così per tutta la vita.

Il mio corpo cambia un po' più in fretta ogni giorno che passa.
Passeggio per il giardino della Caspule Corporation in questa notte di giugno trapuntata di stelle.
Accarezzo con dolcezza la curva sempre più piena del mio ventre.
Mentre guardo il cielo, non posso fare a meno di pensare a te. Nonostante le mie promesse fatte al figlio non ancora nato, nonostante il male che mi hai fatto, stanotte torni con prepotenza nei miei pensieri.
Cosa starai facendo in questo momento?
Guardi anche tu la volta celeste da qualche pianeta lontano? Pensi mai a me?
Scuoto la testa. Che non c'è spazio per l'amore nella tua vita dovresti già avermelo dimostrato a sufficienza...
Non sarei qui a stringermi da sola tra le braccia, a cullarmi nelle notti sempre vuote, se fosse altrimenti.


Quanto tempo che è passato senza che me ne accorgessi
quanti giorni sono stati sono stati quasi eterni
quanta vita che ho vissuto inconsapevolmente
quanta vita che ho buttato che ho buttato via per niente

Sono stata una sciocca. Nonostante avessi bene davanti agli occhi assaggi quotidiani della tua vera natura -la tua freddezza, il tuo smisurato egoismo, la tua crudeltà- non sono riuscita a starti alla larga. Mi sono avvicinata a te giorno dopo giorno, ho desiderato con tutta me stessa entrare nello spazio inaccessibile intorno alla tua persona.
Mi sono fatta largo a forza di millimetri rubati al tuo auto-controllo, alla tua ferrea volontà.
Poco a poco. Uno sguardo diverso dal solito, pensare di avere fatto un passo avanti e scontrarsi con il tuo solito muro di silenzio e frustrazione.
Poco a poco. Un bacio dato di sorpresa, concessione a una passione che iniziava a divorare entrambi.
Poco a poco. Contatti sempre più intimi, sempre più frequenti.
Ho goduto di ogni attimo, ma allo stesso tempo ho dato tutto quasi per scontato.
Pensavo di avere tutto il tempo del mondo a disposizione, tempo per capirti e per farmi capire. Tempo per portarti ad accettare uno stile di vita differente da quello in cui sei sempre vissuto. Non per “addomesticarti”, non per cambiare la tua natura, solo per farti un po' più umano...
Che sciocca. Una bella mattina il tempo a mia disposizione, senza che me ne accorgessi, era scaduto e ho capito di non avere fatto nessun reale passo avanti nei mesi passati a darti la caccia.
Non hai lasciato niente dietro di te, semplicemente non c'eri più.
Mi scende una lacrima sulla guancia, mentre guardo le stelle e rivedo il tuo viso.
No, ho detto una bugia.
La vita che cresce dentro di me è qualcosa di tuo che non hai potuto portarmi via, qualcosa per cui è valsa la pena lottare.


Dai ti dirò come mai
giro ancora per strada, vado a fare la spesa
ma non mi fermo più a cercare qualcosa
qualche cosa di più
che alla fine poi ti tocca ripagare

Ho pagato un prezzo molto alto, lo pago ancora.
Ho provato sulla mia pelle cosa significa amare un Sayan – un essere senza cuore e senza sentimenti, un essere votato alla lotta e alla conquista.
Dopo di te il mio cuore non ha più saputo battere come prima, non per un altro uomo almeno.
I primi tempi se n'è stato muto, da quando ho scoperto la gravidanza batte solo per il bambino.
Ma non riesco a immaginare il futuro, sai Vegeta? Come sarà il domani per me? Cosa mi aspetta?
Ci penso e vedo solo nebbia, quindi evito di farlo e mi concentro solo sull'oggi.
So che non sarà facile aprirmi di nuovo ad un'altra persona, quando verrà il momento.
Avrò il coraggio di rischiare ancora una volta tutto? Non lo so.
Ma soprattutto non sono certa che l'ombra di te - i tuoi occhi d'ebano, il tuo odore maschio così particolare, la forza stessa della tua sola presenza- non so se tutte queste cose si cancelleranno mai del tutto da dentro di me.
Oggi non so ancora se potrò amare di nuovo... perchè non sono certa che smetterò mai di amare te.


Sono un'altra da me stessa sono un vuoto a perdere
sono diventata questa senza accorgermene
E
ora sono qui che guardo che mi guardo crescere
la mia cellulite le mie nuove consapevolezze

Non riesco ancora a vedere bene quando sono diventata questa persona - il cambiamento col passato è troppo grande per essere avvenuto in pochi istanti.
Una volta credevo nei sentimenti, avevo mille progetti, ero un vulcano sempre attivo.
Inseguivo il successo, l'amore, i miei sogni, dando per scontato che avrei potuto raggiungere ogni obiettivo che mi fossi prefissa. Perchè mai sarebbe dovuta andare diversamente? Ero bella, giovane, brillante. Avevo tutto.
Poi sei arrivato, e le conseguenze su di me si vedono ancora adesso.
Ora l'unica cosa che so fare è accarezzarmi il pancione e fantasticare sul bambino che verrà.
Spero che non ti somigli – per non avere davanti agli occhi tutta la vita una persona che mi ricordi quello che ho perso o che non ho avuto che di sfuggita.
Per lo stesso motivo spero che sia proprio come te.


Dai ti dirò come mai
giro ancora per strada, vado a fare la spesa
ma non mi fermo più mentre vado cercare
quello che non c’è più
perchè il tempo ha cambiato le persone

Non è facile andare avanti, sai? Anche se ostento forza e sicurezza, ogni giorno è un campo di battaglia.
Le facce delle persone a me care, le facce dei miei amici, quando hanno iniziato a notare i segni della gravidanza so che ti avrebbero strappato una risata – di scherno forse, o forse no. Forse avresti semplicemente riso delle loro espressioni sconvolte.
Non ho dato grosse spiegazioni.
Se tutti si aspettavano che fosse il segno di un mio ritorno con Yamcha, li ho spiazzati non poco.
Ho lasciato quello che era il mio ragazzo ormai solo di fatto poco dopo la tua partenza.
Erano mesi che non dividevamo più il letto, mesi che il nostro rapporto era andato alla deriva – in coincidenza con il nascere del mio interesse per te.
Il bambino non poteva essere suo.
Se anche avessi avuto qualche dubbio -e non ne avevo alcuno- la prima ecografia che ho fatto avrebbe spazzato via tutto come un temporale estivo.
Il mio bambino ha la coda.

Ho detto agli amici più intimi la verità (il bambino è di Vegeta).
Poi ho lasciato che la voce si diffondesse tra gli altri, senza dare spiegazioni, senza aggiungere altro.
Questa mia rivelazione ha cambiato il loro atteggiamento.
Non parlano, ma so come mi guardano.
Non capiscono, non possono capire.
Ho precisato solo che non c'è stato nessun abuso – caso mai si mettessero in testa che io sono solo una delle tue vittime. Di fatto lo sono stata, ma la violenza che ho subito non ha niente a che vedere con la sopraffazione fisica.
Mi hai ucciso in un modo molto più subdolo, senza usare la forza, facendomi il doppio del male.
Mi guardano di sottecchi e si fanno domande.
Non parlano, ma sussurrano.
So che Yamcha va a dire in giro che sono solo una puttana che si è fatta ripassare anche da una bestia come te.
Non c'è nessuno qui che possa difendere il mio onore ferito, io posso fare ben poco.
Cammino a testa alta perchè non ho niente di cui vergognarmi.
Il mio bambino sarà un bambino amato, amato da me, anche se è figlio tuo.


S
ono un altra da me stessa, sono un vuoto a perdere
sono diventata questa senza neanche accorge
rmene.

Spira una lieve brezza. Dopo la calura diurna posso respirare.
Mi fermo nel punto in cui, quelli che sembrano secoli fa, atterrò la tua astronave.
Vorrei tanto vederti tornare.
Anche se è irrazionale, anche se ho giurato di non farmi illusioni, in questa notte serena posso confessartelo senza sentirmi in colpa.
Non c'è nessuno ad ascoltare i miei pensieri - forse il bambino dentro di me riposa o se sente mi perdonerà.
Mi manchi.
Anche se non ho avuto molto da te, anche se quello che ho sperimentato è il tuo unico modo di dare – quell'altalena costante di dare e togliere, aprirsi e richiudersi subito dopo-, pagherei qualsiasi cifra per averlo comunque indietro.
Ti vorrei qui.
Forse mi ignoreresti come i primi tempi o ti rivolgeresti a me solo per sibilarmi ordini, ma so che la tua presenza -da sola- basterebbe a farmi stare bene.
Vorrei che tu fossi qui il giorno che nascerà il bambino.
Magari perchè mi illudo che potrebbe significare qualcosa anche per un duro guerriero come te.
Un erede, sangue del tuo sangue...
Ma no, scuoto la testa mestamente, in lui vedresti solo che è anche figlio mio, che condivide con me debolezze e fragilità, e quella umanità che tu detesti tanto. Lo rifiuteresti come hai fatto con me, lo feriresti perché non sai fare altro e io devo proteggerlo da tutto questo.
È meglio rientrare.
Mi sdraierò nel mio letto, troppo grande per una persona sola, e cercherò di non pensare a questi sciocchi desideri.
Lo farò per il piccolo dentro di me.
Ma mentre getto un'ultima occhiata alle stelle brillanti e lontane prego con tutto il cuore che un briciolo del mio amore arrivi fino a te e possa farti provare nostalgia per questo piccolo pianeta azzurro e per questa giovane donna che ogni notte si addormenta sussurrando il tuo nome.
Anche se non dovrebbe.
- - - - - - - -

Magari è un pò più triste e malinconica di quello che volevo...
La Bulma abbandonata e in attesa è uno dei personaggi su cui ho sempre desiderato scrivere. Quando ho sentito questa canzone di Noemi ho colto l'occasione - secondo me le calza troppo a pennello! ^_^
 

   
 
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