Dopo
essere stata stregata per anni dalle storie scritte da altri, questa
è la mia prima ff su DragonBall.
E' una song fiction, la canzone che fa da sottofondo ai pensieri di
Bulma è "Vuoto a perdere" di Noemi.
Quando l'ho pensato non era proprio così, ma è
così che mi è venuta quindi...
Leggete e fatemi sapere!! ^_^
Vuoto a perdere
Sono
un peso per me stessa sono un vuoto a perdere
I
primi tempi è stato davvero così. Mi sentivo inutile, mi
sentivo
vuota.
Quando una mattina sono scesa a
colazione e mia madre cinguettando come suo solito mi ha detto che te
n'eri andato senza lasciare traccia, senza una parola -atteggiamento
tipico da principe degli scimmioni quale sei!- qualcosa dentro di me
si è rotto... Il mio mondo si è come fermato, gelo tutto
intorno e
silenzio.
Ho finto che la cosa non mi importasse, forse ho anche
riso.
Era la reazione che tutti si aspettavano da me: indifferenza,
sollievo persino, nel riavere di nuovo la mia casa libera dalla tua
ingombrante presenza dopo mesi di convivenza forzata ed imposta.
Li
ho accontentati, recitando la mia parte alla perfezione.
Nessuno
però sapeva che quello che era cominciato come un obbligo
-ospitarti,
nutrirti, soddisfare le tue folli richieste per l'allenamento- si era
trasformato a poco a poco in un piacere, almeno per la sottoscritta.
Da mesi dividevo il tuo letto, meno i tuoi pensieri – troppo
chiuso
ed imperscrutabile per lasciarti andare con una “debole
terrestre”.
Col passare del tempo ho iniziato a pensare che nonostante i tuoi
silenzi iniziassi a tenere a me -a tuo modo, certo! Sbagliavo.
Una
mattina semplicemente non eri più qui, scomparso su una
navicella –
una MIA navicella- alla stessa velocità con cui eri comparso nel
mio
giardino, tempo fa.
Ho finto indifferenza, dentro ero a
pezzi.
Ho iniziato a trascinarmi avanti, invece di vivere.
Tutto è
diventato insignificante – il lavoro che adoravo, gli amici di
una
vita, il mio pseudo-fidanzato.
Non mi importava più.
Semplicemente
una parte troppo grande di me aveva preso il volo e io non riuscivo
proprio a fare i conti con la perdita e a ricominciare...
sono
diventata grande senza neanche accorgermene
Nonostante tutto non ho potuto gettare
la spugna – troppo orgogliosa anche nella sofferenza e nella
disfatta.
Una parte di me -piccola, ma comunque esistente- gridava
forte che non potevo dare al mio aguzzino anche questa ultima,
tradiva, soddisfazione.
Non ho potuto buttarmi del tutto via. Non mi
sono arresa.
Col passare dei giorni, poi dei mesi, ho messo piano
piano da parte il dolore e sono andata avanti.
Ci sono riuscita
stordendomi di lavoro, chiusa ore e ore nel laboratorio alla presa
con progetti sempre più impossibili, così da non
lasciarmi alla
sera energie sufficienti per pensare a nient'altro, ma solo per
stramazzare sul letto.
Sapevo che il ricordo di te -dei tuoi occhi di
brace, delle tue braccia forti intorno alla mia vita, della tua bocca
rapace- e delle notti passate insieme in questa casa era sempre in
agguato, pronto a colpire al primo cedimento.
Sono riuscita a tenerlo
a freno.
Una mattina mi sono guardata allo specchio e mi sono
ritrovata cresciuta. Della ragazzina di un tempo, sbarazzina e un po'
frivola, non era rimasta traccia.
Al suo posto rispondeva al mio
sguardo una Bulma nuova, più forte, più fiera. Non mi
sono resa
conto del processo in atto, ho pensato tra me. Ma dopo tanto dolore e
tanta tristezza, come la crisalide si trasforma in farfalla e
sboccia, così io ero diventata una donna.
Ho sorriso per la prima
volta da mesi a quel mio nuovo riflesso, pensando di avere superato
il peggio.
Solo pochi giorni dopo mi sono trovata davanti la sfida
più grande della mia vita...
E
ora sono qui che guardo, che mi guardo crescere
la mia cellulite,
le mie nuove consapevolezze.
Il pancione inizia a farsi notare.
Non
è più possibile nasconderlo con abiti larghi ed evitare
così le
domande e le occhiate.
In realtà non mi interessa poi molto di
quello che pensa la gente.
Sono una giovane donna, sono in attesa.
Sono entusiasta dell'arrivo del mio bambino, lo voglio e lo
amerò
con tutta me stessa.
Non importa sapere altro.
Gli ho già fatto una
promessa prima ancora di sapere se sarà un lui o una lei -anche
se
ho il presentimento che il fiocco sarà blu. Il giorno che ho
deciso
di raccogliere la sfida, di cambiare per sempre la mia vita, di non
perderlo, mi sono guardata di nuovo allo specchio e gli ho promesso
che non avrei permesso al pensiero di te di tornare a tormentarmi, a
farmi male.
Non sono più sola, mi sono detta.
Da oggi dovrò lottare
per due, vivere per due, i momenti di sconforto sono decisamente
banditi.
Sono cresciuta, sono cresciuta davvero. Non potresti più
apostrofarmi “ragazzina” con il tuo solito tono beffardo e
darmi
ordini e pensare di trovarmi docile ai tuoi comandi e alle tue
richieste. No Vegeta! Non sono più quella di quei giorni.
Nuove consapevolezze si sono fatte
largo a poco a poco, in questi mesi di gravidanza affrontati da sola.
Ma devo abituarmi, sarà così per tutta la vita.
Il mio corpo cambia un po' più in
fretta ogni giorno che passa.
Passeggio per il giardino della Caspule
Corporation in questa notte di giugno trapuntata di stelle.
Accarezzo
con dolcezza la curva sempre più piena del mio ventre.
Mentre guardo
il cielo, non posso fare a meno di pensare a te. Nonostante le mie
promesse fatte al figlio non ancora nato, nonostante il male che mi
hai fatto, stanotte torni con prepotenza nei miei pensieri.
Cosa
starai facendo in questo momento?
Guardi anche tu la volta celeste da
qualche pianeta lontano? Pensi mai a me?
Scuoto la testa. Che non c'è
spazio per l'amore nella tua vita dovresti già avermelo
dimostrato a
sufficienza...
Non sarei qui a stringermi da sola tra le braccia, a
cullarmi nelle notti sempre vuote, se fosse altrimenti.
Quanto tempo che è passato senza
che me ne accorgessi
quanti giorni sono stati sono stati quasi
eterni
quanta vita che ho vissuto inconsapevolmente
quanta vita
che ho buttato che ho buttato via per niente
Sono stata una sciocca. Nonostante
avessi bene davanti agli occhi assaggi quotidiani della tua vera
natura -la tua freddezza, il tuo smisurato egoismo, la tua
crudeltà-
non sono riuscita a starti alla larga. Mi sono avvicinata a te giorno
dopo giorno, ho desiderato con tutta me stessa entrare nello spazio
inaccessibile intorno alla tua persona.
Mi sono fatta largo a forza
di millimetri rubati al tuo auto-controllo, alla tua ferrea
volontà.
Poco a poco. Uno sguardo diverso dal solito, pensare di avere fatto
un passo avanti e scontrarsi con il tuo solito muro di silenzio e
frustrazione.
Poco a poco. Un bacio dato di sorpresa, concessione a
una passione che iniziava a divorare entrambi.
Poco a poco. Contatti
sempre più intimi, sempre più frequenti.
Ho goduto di ogni attimo, ma allo
stesso tempo ho dato tutto quasi per scontato.
Pensavo di avere tutto
il tempo del mondo a disposizione, tempo per capirti e per farmi
capire. Tempo per portarti ad accettare uno stile di vita differente
da quello in cui sei sempre vissuto. Non per
“addomesticarti”,
non per cambiare la tua natura, solo per farti un po' più
umano...
Che sciocca. Una bella mattina il tempo a mia disposizione, senza che
me ne accorgessi, era scaduto e ho capito di non avere fatto nessun
reale passo avanti nei mesi passati a darti la caccia.
Non hai
lasciato niente dietro di te, semplicemente non c'eri più.
Mi scende
una lacrima sulla guancia, mentre guardo le stelle e rivedo il tuo
viso.
No, ho detto una bugia.
La vita che cresce dentro di me è
qualcosa di tuo che non hai potuto portarmi via, qualcosa per cui
è
valsa la pena lottare.
Dai
ti dirò come mai
giro ancora per strada, vado a fare la spesa
ma
non mi fermo più a cercare qualcosa
qualche cosa di più
che
alla fine poi ti tocca ripagare
Ho pagato un prezzo molto alto, lo pago
ancora.
Ho provato sulla mia pelle cosa significa amare un Sayan –
un essere senza cuore e senza sentimenti, un essere votato alla lotta
e alla conquista.
Dopo di te il mio cuore non ha più
saputo battere come prima, non per un altro uomo almeno.
I primi tempi se n'è stato muto, da
quando ho scoperto la gravidanza batte solo per il bambino.
Ma non riesco a immaginare il futuro,
sai Vegeta? Come sarà il domani per me? Cosa mi aspetta?
Ci penso e
vedo solo nebbia, quindi evito di farlo e mi concentro solo
sull'oggi.
So che non sarà facile aprirmi di nuovo ad un'altra
persona, quando verrà il momento.
Avrò il coraggio di rischiare
ancora una volta tutto? Non lo so.
Ma soprattutto non sono certa che
l'ombra di te - i tuoi occhi d'ebano, il tuo odore maschio così
particolare, la forza stessa della tua sola presenza- non so se tutte
queste cose si cancelleranno mai del tutto da dentro di me.
Oggi non
so ancora se potrò amare di nuovo... perchè non sono
certa che
smetterò mai di amare te.
Sono
un'altra da me stessa sono un vuoto a perdere
sono diventata
questa senza accorgermene
E
ora sono qui che guardo che mi guardo crescere
la mia cellulite le
mie nuove consapevolezze
Non riesco ancora a vedere
bene quando sono diventata questa persona - il cambiamento col
passato è troppo grande per essere avvenuto in pochi istanti.
Una volta credevo nei sentimenti, avevo
mille progetti, ero un vulcano sempre attivo.
Inseguivo il successo, l'amore, i miei
sogni, dando per scontato che avrei potuto raggiungere ogni obiettivo
che mi fossi prefissa. Perchè mai sarebbe dovuta andare
diversamente? Ero bella, giovane, brillante. Avevo tutto.
Poi sei
arrivato, e le conseguenze su di me si vedono ancora adesso.
Ora l'unica cosa che so fare è
accarezzarmi il pancione e fantasticare sul bambino che verrà.
Spero che non ti somigli – per non
avere davanti agli occhi tutta la vita una persona che mi ricordi
quello che ho perso o che non ho avuto che di sfuggita.
Per lo stesso motivo spero che sia
proprio come te.
Dai
ti dirò come mai
giro ancora per strada, vado a fare la spesa
ma
non mi fermo più mentre vado cercare
quello che non c’è
più
perchè il tempo ha cambiato le persone
Non è facile andare avanti, sai?
Anche
se ostento forza e sicurezza, ogni giorno è un campo di
battaglia.
Le facce delle persone a me care, le facce dei miei amici, quando
hanno iniziato a notare i segni della gravidanza so che ti avrebbero
strappato una risata – di scherno forse, o forse no. Forse
avresti
semplicemente riso delle loro espressioni sconvolte.
Non ho dato
grosse spiegazioni.
Se tutti si aspettavano che fosse il segno di un
mio ritorno con Yamcha, li ho spiazzati non poco.
Ho lasciato quello
che era il mio ragazzo ormai solo di fatto poco dopo la tua partenza.
Erano mesi che non dividevamo più il letto, mesi che il nostro
rapporto era andato alla deriva – in coincidenza con il nascere
del
mio interesse per te.
Il bambino non poteva essere suo.
Se anche
avessi avuto qualche dubbio -e non ne avevo alcuno- la prima
ecografia che ho fatto avrebbe spazzato via tutto come un temporale
estivo.
Il mio bambino ha la coda.
Ho detto agli amici più intimi la
verità (il bambino è di Vegeta).
Poi ho lasciato che la voce si
diffondesse tra gli altri, senza dare spiegazioni, senza aggiungere
altro.
Questa mia rivelazione ha cambiato il loro atteggiamento.
Non
parlano, ma so come mi guardano.
Non capiscono, non possono capire.
Ho precisato solo che non c'è stato nessun abuso – caso
mai si
mettessero in testa che io sono solo una delle tue vittime. Di fatto
lo sono stata, ma la violenza che ho subito non ha niente a che
vedere con la sopraffazione fisica.
Mi hai ucciso in un modo molto più
subdolo, senza usare la forza, facendomi il doppio del male.
Mi guardano di sottecchi e si fanno
domande.
Non parlano, ma sussurrano.
So che Yamcha va a dire in giro
che sono solo una puttana che si è fatta ripassare anche da una
bestia come te.
Non c'è nessuno qui che possa difendere
il mio onore ferito, io posso fare ben poco.
Cammino a testa alta
perchè non ho niente di cui vergognarmi.
Il mio bambino sarà un bambino amato,
amato da me, anche se è figlio tuo.
Sono
un altra da me stessa, sono un vuoto
a perdere
sono
diventata questa senza neanche accorgermene.
Spira una
lieve brezza.
Dopo la calura diurna posso respirare.
Mi fermo nel punto in cui,
quelli che sembrano secoli fa, atterrò la tua astronave.
Vorrei tanto
vederti tornare.
Anche se è irrazionale, anche se ho giurato di non
farmi illusioni, in questa notte serena posso confessartelo senza
sentirmi in colpa.
Non c'è nessuno ad ascoltare i miei pensieri -
forse il bambino dentro di me riposa o se sente mi perdonerà.
Mi
manchi.
Anche se non ho avuto molto da te, anche se quello che ho
sperimentato è il tuo unico modo di dare – quell'altalena
costante
di dare e togliere, aprirsi e richiudersi subito dopo-, pagherei
qualsiasi cifra per averlo comunque indietro.
Ti vorrei qui.
Forse mi
ignoreresti come i primi tempi o ti rivolgeresti a me solo per
sibilarmi ordini, ma so che la tua presenza -da sola- basterebbe a
farmi stare bene.
Vorrei che tu fossi qui il giorno che nascerà il
bambino.
Magari perchè mi illudo che potrebbe significare qualcosa anche
per un duro guerriero come te.
Un erede, sangue del tuo
sangue...
Ma no, scuoto la testa
mestamente, in lui vedresti solo che è anche figlio mio, che
condivide con me debolezze e fragilità, e quella umanità
che tu
detesti tanto. Lo rifiuteresti come hai fatto con me, lo feriresti
perché non sai fare altro e io devo proteggerlo da tutto questo.
È meglio rientrare.
Mi
sdraierò nel mio letto, troppo grande per una persona sola, e
cercherò di non pensare a questi sciocchi desideri.
Lo farò per il
piccolo dentro di me.
Ma mentre getto un'ultima occhiata alle stelle
brillanti e lontane prego con tutto il cuore che un briciolo del mio
amore arrivi fino a te e possa farti provare nostalgia per questo
piccolo pianeta azzurro e per questa giovane donna che ogni notte si
addormenta sussurrando il tuo nome.
Anche se non dovrebbe.
- - - - - - - -
Magari
è un pò più triste e malinconica di quello che
volevo...
La Bulma abbandonata e in attesa è uno dei personaggi su cui ho
sempre desiderato scrivere. Quando ho sentito questa canzone di Noemi
ho colto l'occasione - secondo me le calza troppo a pennello! ^_^