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Autore: braver than nana    09/07/2011    1 recensioni
Era una presenza ingombrante che gli gravava sul cuore da tanto tempo ma non riusciva a farne a meno, e sapere che nell'arco di quella giornata appena cominciata Richard avrebbe pronunciato le fatidiche parole -lo voglio- e si sarebbe legato a qualcuno che non era lui lo faceva soffrire. [Flichard che racchiude tutta la mia depressione sul matrimonio di Jon Hall]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blue Dress.

Non c'era molto da fare a quel punto. Aveva anche comprato uno smoking nuovo e vederlo appeso ad un'anta dell'armadio rendeva tutto fottutamente reale, più dell'invito color avorio che gli era arrivato a casa qualche mese prima, più del fatto che ormai era arrivato da qualche giorno in Florida -che tra l'altro gli faceva schifo, tutta quell'umidità gli rovinava tutti i capelli-. Il vestito, di un blu scuro che di sicuro avrebbe messo in risalto i suoi occhi, era tangibile e troppo evidente per nasconderlo in un cassetto e far finta di nulla. Era lì e la cosa che più lo amareggiava era che lo aveva scelto pensando a lui, pensando a come lo avrebbe guardato con quella giacca indosso, se i pantaloni gli cadessero così bene da poter attirare il suo sguardo in punti strategici.
Si diede dello sciocco per la milionesima volta e tornò a stendersi sul divano della camera d'albergo. Dalla finestra si vedeva il mare ma non era andato nemmeno una volta, non aveva voglia di uscire e incontrare gente così era rimasto in camera a leggere o al massimo era andato nel centro di St. Petesburg a fare qualche acquisto per tenersi occupato. Sospirò per l'ennesima volta e guardò l'orologio che aveva al polso. Erano quasi le sei di mattina e il sole cominciava a sorgere sull'acqua, il matrimonio sarebbe iniziato tra meno di quattro ore.
Sentendosi con i suoi vecchi compagni di scuola aveva capito che li aveva invitati tutti e quindi sarebbe stata una specie di rimpatriata un po' forzata ma tutto sommato era contento di incontrare dopo anni tutti i Warblers, per il primo periodo aveva sentito tantissimo la loro mancanza ma studiando alla Brown aveva fatto nuove amicizie e presto era riuscito a farsi un'altra vita. Era quasi riuscito a dimenticare anche lui, che alla fine non era riuscito a tenersi nonostante tutte le promesse che si erano fatti alla fine della scuola, e rimanere lontano tanto a lungo gli aveva fatto sperare di averlo cancellato definitivamente dalla sua vita e dal suo cuore.
Invece, come dava a vedere lo stato comatoso in cui si era ridotto negli ultimi giorni, lui non si era mai mosso. Era lì, con la sua altezza spropositata, le braccia muscolose e la voce angelica, e non sembrava avere intenzione di muoversi. Era una presenza ingombrante che gli gravava sul cuore da tanto tempo ma non riusciva a farne a meno, e sapere che nell'arco di quella giornata appena cominciata Richard avrebbe pronunciato le fatidiche parole -lo voglio- e si sarebbe legato a qualcuno che non era lui lo faceva soffrire. Quando andavano a scuola avevano saputo dell'abolizione del Marriage Act a New York e aveva iniziato a fantasticare, avevano riso per ore a immaginare Flint con un lungo abito da sposa bianco che camminava su una navata ricoperta di petali di rosa ma alla fine si erano guardati negli occhi e senza pronunciare nessuna parola si erano promessi che sarebbero stati insieme per tutta la vita.
Si buttò sotto la doccia con ancora nella testa alcuni momenti passati insieme ma quando l'acqua calda iniziò a scivolare sulla sua pelle sudata dalla notte passata in bianco cercò di svuotare la mente. Almeno per qualche minuto voleva soltanto lasciare che l'acqua lo accarezzare per buttare via tutta tutta la negatività che sentiva addosso, doveva andare là, sorridere, abbracciare le persone che conosceva e parlare degli anni che aveva passato lontano da quelli che una volta erano i suoi migliori amici. Magari sarebbe venuto anche Kurt, avrebbero potuto spettegolare come facevano una volta, poteva prenderlo in giro e divertirsi a vederlo litigare con Thad.
Uscito dalla doccia si asciugo velocemente per poi ritrovarsi davanti all'abito blu. Toccò la manica delicatamente, sorridendo della morbidezza del tessuto e beandosi del piacere che gli dava al tatto un vestito nuovo. Aprì l'armadio e cercò la camicia bianca che aveva scelto e fatto stirare dall'albergo visto che in valigia si era rovinata e la indossò velocemente, abbottonando i bottoni senza fare molto caso a quello che stava facendo, poi prese i calzini che indossò saltellando come con i pantaloni e alla fine si trovò con in mano la giacca.
Forse poteva aspettare ancora un po', forse avrebbe potuto rimanere in quella stanza tutto il giorno, mandando un messaggio a qualcuno dicendo che stava poco bene e che non ce la faceva proprio ad andare, di recapitare i suoi auguri ai due sposini. Però infilò la prima manica e poi la seconda, sistemandosi il bavero con pochi movimenti veloci. Gli stava bene, ne era consapevole e non ebbe bisogno di girarsi per guardarsi allo specchio appeso all'interno di una delle ante, conosceva così bene quell'abito che ormai avrebbe potuto descriverne la trama come se stesse raccontando la sua vita.
Infilò le scarpe a testa bassa seduto sul letto e con in mano un pacchetto uscì dalla camera.
Erano le nove e mezza, alle dieci sarebbe iniziata la cerimonia alla quale avrebbe assistito con le lacrime agli occhi -perché si sa, i matrimoni sono così commoventi- e non si sarebbe alzato quando il pastore avrebbe chiesto se qualcuno era contrario a quel matrimonio. Avrebbe lasciato che l'amore della sua vita rimanesse felice nelle braccia di un'altra che sicuramente gli sarebbe stata antipatica a pelle e una volta finito tutto lo avrebbe salutato per ultimo, per godersi dei suoi sguardi su di lui. Gli avrebbe sorriso e tutto, per qualche istante, sarebbe diventato perfetto. Solo loro due, come una volta, con gli occhi negli occhi, come quando erano follemente innamorati e sognavano una matrimonio perfetto, con indosso un abito blu.

Fine.

L'ho scritta perché io e D -te la dedico tesoro- siamo profondamente depressi per l'imminente matrimonio di Jon Hall con quella brava ragazza di Sharelle. Son troppo triste per scrivere altro, sappiate che mi ha fatto male scriverla, ma se vi è piaciuta lasciate anche un segno del vostro passaggio.
Baci, Nacchan.
   
 
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