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Autore: Kyuketsuki Assassin    09/07/2011    4 recensioni
Uno dei momenti più tristi di tutto HetaOni: Italia riesce a scappare dalla casa, ma è solo. SOLO
(preso dall'episodio 11 di HetaOni)
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Morti.
 
Tutti morti, dal primo all’ultimo.
 
America, Giappone, Cina, Inghilterra, Germania, Russia, Prussia, Francia, Canada … tutti morti.
 
Solo lui era rimasto.
 
Li aveva visti morire davanti ai propri occhi, uno dopo l’altro, e non era riuscito a salvarli. Aveva pianto, pianto tantissimo, forse aveva pianto così tanto solo alla morte di Impero Romano.  

E proprio quando lui, Germania e Prussia avevano trovato la chiave per uscire … il mostro li aveva uccisi.
 
Era solo.
 
Completamente solo.
 
Nonostante avesse la chiave, era talmente sopraffatto dal dolore della perdita dei suoi amici che aveva cominciato a vagare per quella casa maledetta, col volto striato di lacrime, ormai secche. Il suo vagabondare l’aveva portato nella biblioteca, e su uno dei tavoli, abbandonato sotto dei fogli, aveva trovato questo diario, somigliante a una Bibbia. Aprendolo aveva visto il nome del proprietario: Ryuuzu no Ko. Ebbe l’impulso di scagliarlo via, il più lontano possibile, ma venne sorpreso dal mostro, e come un automa era corso via il più veloce possibile, con ancora stretto al petto quel diario, finché non era uscito …
 
La pioggia cadeva incessante, bagnandolo nel giro di pochi secondi. Guardava il cielo scuro, quasi incredulo di essere finalmente uscito da quell’inferno, nel quale sarebbe potuto tornare soltanto varcando di nuovo la soglia della casa, ma un solo pensiero ora occupava la sua mente: era solo.
 
“Sono uscito …” sussurrò, e le lacrime ricominciarono a scendergli dagli occhi ambrati, nascondendosi con la pioggia “ … sono l’unico che è sopravissuto,  sono l’unico che è uscito …” sussurrò ancora, avanzando di qualche passo, fermandosi poi nel mezzo del vialetto, fissando un punto imprecisato davanti a sé.
 
“Non sarei mai stato in grado di uscire …” le morti dei suoi amici si ripresentarono prepotentemente, facendolo voltare verso quella maledetta casa, che sembrava così innocente vista da fuori, mentre Italia sapeva bene che lì dentro era un inferno. Serrò i pugni, fremendo sia di rabbia che di dolore
 
“perché?! Non ha senso! Perché sono sopravvissuto solo io?! Perché?! Maledizione perché?!”
 
Subito dopo aver urlato quelle cose, si lasciò scappare un gemito di terrore: la Cosa era uscita, e lo stava fissando con quello sguardo che aveva sempre avuto prima di portargli via un amico. Italia scappò verso il cancello, sentendo i passi dell’essere che lo seguivano, ma proprio quando arrivò all’uscita, l’italiano si fermò e si voltò di scatto, mettendo la mano davanti.
 
“STOP!” urlò, e il mostro si fermò subito, ma a qualche metro di distanza, come se non potesse andare oltre.
 
Una risata isterica proruppe dalla bocca della nazione
 
“Ho vinto, giusto? Non puoi prendermi, hai perso!” urlò, con un sorriso folle stampato in faccia, riusciva a vedere quanto il mostro fosse arrabbiato, e questo lo fece continuare
 
“Nel momento stesso in cui esco, tu hai perso! Non puoi fare più nulla da quella distanza! Quando uscirò da questo cancello, questo luogo non sarà più lo stesso, lo sai bene! In quanto nazione, distruggerò questo posto!”
 
La rabbia cominciava a sbollire, e il sorriso di scherno venne sostituito da un’espressione neutra
 
“La cosa ti deve frustare, vero? Dopo tutto, sono il tuo ultimo trofeo, ti sei fatto scappare il ragazzo la cui unica caratteristica era correre veloce”
 
Italia tacque, rimase a fissare gli occhi neri dell’essere che lo guardavano furenti. Un tuono squarciò il silenzio che si era creato, e il volto di Italia cambiò di nuovo.
 
Divenne disperato.
 
Le lacrime continuavano a sgorgargli dagli occhi come un fiume in piena, e sembrava che non avessero intenzione di fermarsi.
 
“ … indietro …” mormorò, per poi urlare “Portaci indietro!”
 
Ansimava, e la vista era offuscata dalle lacrime, ma ciò non gli impedì di andare avanti col discorso.
 
“Tu puoi farci tornare indietro in questo tempo contorto, vero? Se lo fai, perché non mi mangi per primo? Ammesso che tu riesco a prendermi” tacque, per poi urlare subito dopo.
 
“TORNA INDIETRO!”
 
Ci fu una luce accecante.
 
 



 
Angolo Autrice:
 
Stamattina mi riguardavo le immagini che ho su HetaOni, e mi è venuto in mente di scrivere di una delle parti più drammatiche del gioco. Spero che sia stata di vostro gradimento, aspetto i vostri commenti ^^
 
Farvel! ^O^

  
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