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Autore: rose07    09/07/2011    2 recensioni
Matt è sempre più geloso di Sora. Un ragazzo tamarro e cafone corteggia insistentemente Mimi facendo innervosire Tai.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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Scesero dagli spalti velocemente. Poi entrarono negli spogliatoi, e solo lì Matt si fermò spingendo leggermente Sora in avanti. Questa lo guardò sospirando. Lui era arrabbiato. Lo era molto. Ma vederla così, in quel momento... Guardando il suo seno, le sue curve, il suo sedere... Lo facevano impazzire di desiderio. Tanto che non riusciva nemmeno a rimproverarla. E in fondo nemmeno voleva farlo.
«Per quale motivo eri con quell’idiota di Tolomeo? Che ci faceva lui con voi?» chiese solo.
«Voleva Mimi...» disse lei a bassa voce «Ci hanno seguite»
«Ah sì?» Matt si avvicinò a lei di più, sempre di più, fino a quando entrambi sentirono i respiri dell’altro.
Sora deglutì. Il cuore le batteva forte, le batteva sempre forte quando stava con Matt. E in quel momento lo voleva con tutta sé stessa, da togliere il fiato. Entrambi stavano lottando contro il desiderio.
Matt cercò di rimanere ancora rigido, ma non ce la faceva più.
«E che cavolo vi siete allontanante a fare voi due da sole?»
Sora strinse i pugni. «Forse perché un idiota non mi rivolgeva la parola e aveva detto di non farmi vedere da lui per tutto il resto della serata?! Che diamine sei venuto a fare da me?!»
Matt stette in silenzio. Era stata colpa sua se Sora adesso ce l’aveva con lui. Lui e la sua stupida gelosia del cazzo. Ma lei era sua... Solo lei lo faceva stare bene, solo con lei sognava di far l’amore... La voleva. La voleva da morire.
«Scusa tanto se sono venuto a portarti via da quell’idiota! Scusami! Se vuoi puoi ritornare a ballare la samba con lui!» Matt si passò una mano tra i capelli nervoso.
«Beh, almeno lui non è come te... Non è geloso e non se la prende con me pur sapendo che lo amo!» urlò forte, talmente forte da far rimbombare la sua voce per lo spogliatoio.
Matt si sentiva eccitato. Quelle parole gli avevano fatto cambiare idea. Beh, forse aveva cambiato idea da sempre. Era solo uno stupido. La strinse a sé forte, fortissimo.
«Sei solo mia Sora, di nessun’ altro» le sussurrò all’orecchio. Lei sentì una sensazione espandersi dalla pancia al suo basso ventre. Matt le baciò il collo frenetico, la mordeva, l’assaggiava, era sua. La baciò in bocca con urgenza, le strappò dal collo la collana di fiori, poi la fece sdraiare sopra una panca e si posizionò sopra di lei, continuando a baciarla. Le tolse la maglietta e il reggiseno, baciò e leccò i suoi seni. Lei lo abbracciò lanciando un gemito. Matt sentì la sua erezione premere nei pantaloni. Non ce la fece più, le tolse i jeans e le mutandine di getto, poi le allargò le gambe e la penetrò violentemente, facendola urlare di dolore, di piacere. La stava prendendo come non l’aveva mai presa, tutto per farle intendere una cosa. Lei era sua.
 
 
Ancora sugli spalti, Tai stava seduto guardando il campo illuminato di fronte a sé. Mimi lo guardava preoccupata. Gli si sedette accanto, aspettando una sua reazione. Il castano fu scosso da una rabbia improvvisa. Si alzò puntandole il dito contro.
«Adesso mi spieghi che cazzo ci facevi con Tolomeo!»
Mimi rimase spiazzata. Insomma, credeva che l’avrebbe confortata, lei aveva avuto paura.
«Io... Non lo so amore. Oggi ero collegata su facebook e mi mandava messaggini in chat, poi una chiamata anonima... Infine mi ha raggiunta al campo durante la partita. Non so come faceva a sapere che ero là. Sora lo ha mandato via, ma poi è ritornato con quel suo amico... Tai io ho paura, quello mi inquieta! Mi ha detto un sacco di cose sporche per telefono...»
«Che cosa ti ha detto?!» sbottò il ragazzo. Mimi gli raccontò quanto sentito.
Tai stette in silenzio a rimuginare. Non era finita là con Tolomeo Barto Kido, l’avrebbe ammazzato di botte dopo gli esami. Questo era sicuro. Ma Mimi... anche lei! Sempre così ingenua, sempre così frivola... Ci credeva che attirava i ragazzi come le mosche!
«Tu eri là con lui Mimi, poteva saltarti addosso! Perché ve ne siete andate dalla festa?»
«Tu te ne sei andato con i tuoi compagni, volevo stare in tranquillità»
Tai urlò di rabbia. «E che cazzo volevate trovare qui da sole al buio?! Sei sempre la solita imprudente Mimi, fai sempre ciò che cazzo ti pare senza chiedere prima un mio parere!»
La ragazza si sentì offesa. Lo guardò con occhi sbarrati. Perché se la stava prendendo con lei, adesso? Lei non aveva fatto assolutamente nulla di male.
«Ero con Sora, non potevamo immaginare che quegli stupidi ci avrebbero seguite fin qui»
«E pensavate male, come al solito!» si alterò il ragazzo «Soprattutto tu, Mimi! Che cazzo sei venuta a fare qui, sapendo che quel tipo ti pedinava! Non ti rendi conto?! E tutto alle mie spalle, complimenti, io come al solito non so mai un cazzo!»
La castana s’irritò dopo quelle parole. Ma come si permetteva? La stava accusando?
«Io stavo per dirtelo, Tai, sei tu che mi hai lasciata per andare a festeggiare con i tuoi amici!»
«Non dovevo farlo?»
«Mi avresti potuto ascoltare!»
«Nemmeno parlavi, Mimi, non sapevi che dire! E’ ovvio perché ti piaceva...»
Lei si fermò a guardarlo con gli occhi sbarrati. Cosa stava insinuando? Che a lei piaceva quell’energumeno di Tolomeo? Ma si era forse bevuto il cervello, non c’era altra soluzione!
«Senti, Tai, mi sono rotta le scatole di venire incolpata! Io non c’entro nulla con quello, io nemmeno lo conoscevo, lui mi ha seguita e ci voleva provare! Io non ho fatto niente!»
Tai non ci vedeva più dalla rabbia. Non pensava di essere geloso marcio.
«Lo hai aggiunto su facebook e nemmeno me lo hai detto. Sei stata tu a dargli confidenza, è solo colpa tua!»
«Ma non potevo sapere che era quel cretino!»
«Non me ne frega, cazzo, è tutta colpa tua! Devi sempre metterti in mostra!»
Mimi si sentì offesa e umiliata.
«Che diavolo vuoi dire?! Io sono una ragazza normale, non vado certo a flirtare con gli altri ragazzi!»
«Eppure loro vengono da te, ciò significa che è colpa tua!»
«Il tuo ragionamento non ha né capo né coda, Tai, ti sei solo bevuto il cervello!»
Tai la prese da un braccio stringendolo forte. «Adesso sta’ zitta! Non parlare se hai torto!»
Mimi si mollò da lui, arrabbiata, umiliata. Non poteva credere che lui, il suo fidanzato, poteva accusarla in quel modo senza sentir ragioni. 
«Adesso basta, non voglio vederti più!»
«Certo l’unica cosa che riesci a dire è questa! Non sai difenderti altrimenti!»
Mimi cacciò un urlo d’ira, si scontrò con una figura alta ed esile che portava qualcosa in mano.
«Mimi, digli a Tai che devo dargli quest-» non finì la frase che la ragazza prese in mano il vaso viola che le porgeva e lo gettò giù per gli spalti, facendolo frantumare in mille pazzi. Se ne andò correndo, con le lacrime che le colavano dalle guance.
«Vattene, brava... E’ finita? L’hai voluto tu...» la voce di Tai si fece flebile, si sedette e si passò una mano sopra la fronte. Che cazzo aveva fatto? L’aveva fatta arrabbiare, adesso non voleva vederlo più... Complimenti, Taichi, sempre il solito genio, disse la vocina della sua coscienza. Fenomeno con il pallone, una schiappa con la sua donna.
Sentì il grido di Joe prima di accendersi una sigaretta e passeggiare per le gradinate.
«Che cazzo fai, Mimi?! Era il regalo per la squadra, cazzona troia! Tutte a me, porca merda, andatevene a fanculo tutti! Vi odio! Vi detesto! Caini! Puh!»







   
 
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