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Autore: Stukas are Coming    09/07/2011    1 recensioni
Questo è il seguito della mia prima storia, Tra cuore e anima una brucerà. I personaggi sono gli stessi, ma ce n' è uno in più che in pochissimo tempo prenderà le redini sia del gruppo dei vampiri, sia delle situazioni che si verranno a formare. Una persona con una mente geniale, tanto intelligente quanto perfida. Una persona ossessionata dalla morte, dalla perdita, dal sangue, ma capace di donare un' amicizia senza pari... E con un hobby a dir poco macabro.
spero vi piacerà.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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C' è qualcosa nella Morte

che mi ricorda l' amore.

(E.L.Masters, William and Emily, da Antologia di Spoon River)

 

 

 

Ghiaccio qui, ghiaccio là,

era ovunque, il ghiaccio:

E crosciava, ringhiava, ruggiva e ululava.

(S.T.Coleridge, La ballata del vecchio marinaio)

 

 

 

"Sapete dirmi perchè uomini di tutti i tempi e tutti i luoghi hanno sempre creduto che esistono uomini con il permesso di vivere per sempre; e che ci sono uomini e donne che non possono morire?"

(Bram Stoker, Dracula)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1

 

Vedo il ragazzino. Corro, gettandomi come un folle sulla distanza che ci separa. La raggiungo. Uno sparo; il rimbombo percuote le pareti come un' onda d' urto. Allungo il braccio e catturo dentro la mia mano il proiettile. Lei cade per terra e si mette a piangere per la paura, poi mi guarda e sorride, non s'è fatta nulla...

Mi sveglio di soprassalto, tirandomi su a sedere e accorgendomi di stare stringendo il pugno come per catturare qualcosa. Lo apro e non c'è nulla.

Lo fisso come uno scemo per qualche istante, fletto le dita, poi faccio un sospiro e ricado sul cuscino. Il soffitto ricambia il mio sguardo.

E' incredibile... In due mesi la bambina è cresciuta con un ritmo assurdo, è arrivata ad avere 3 anni. Sceglierle un nome è stata un' impresa, alla quale hanno collaborato le ragazze del nostro gruppetto.

A loro piace coccolarla come se fosse una bambolina, ed è così graziosa che le capisco perfettamente.

Si chiama Dafne. Ma non solo...

Hanno scelto dei nomi con un significato particolare, e così è venuta fuori una sfilza di nomi lunga quanto il Fiume Giallo. Mia figlia si chiama Dafne Victoria Amalia Anastasia Berenice. Wow.

Anastasia significa “rinata”, e anche se non hanno spiegato in modo palese il perchè della scelta di questo nominativo, non mi è difficile arrivarci da solo.

E' strana, è stranissima. Sa disegnare incredibilmente bene, si direbbero disegni di un bambino di 13 anni. Quello che disegna, però, non è nulla di carino, come cagnolini, casette, nuvolette, montagne coi cocuzzoli innevati... Disegna solo scheletri, teschi, tombe, cadaveri gettati in acqua. Soprattutto ossa, ci sono ossa dappertutto, sui fogli. Sembra la casa di un mostro, con tutti questi femori e crani e costole (tratteggiati con una maestria inquietante) come resti di vittime sbranate da una creatura feroce. Quando li disegna, sorride.

Qualche giorno fa mi è arrivata di fronte, saltellando, con un foglio piegato in mano. Ha sottolineato che era tutto per me, poi me l'ha porto con un sorrisone; l' ho aperto immaginando già i soliti disegni dei bambini -e pensando al fatto che come padre non mi ci vedo affatto bene- ma sono rimasto ghiacciato quando ho visto uno scheletro in una fossa, con i capelli lunghi oltre le spalle, castani, con dei discutibilissimi denti a punta e un mazzo di rose in grembo.

Sono rimasto alcuni minuti a fissarlo, poi l'ho appoggiato; ho dovuto deglutire due volte per riuscire a profferir parola e tutto quello che ho detto è stato “Dafne?” ma lei era già andata via, sempre saltellando.

Per tutto il giorno ho continuato a vedermi davanti agli occhi quel disegno, quel sorriso, quelle rose, ma soprattutto quei capelli castano rossicci.

   
 
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