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Autore: The Red One    09/07/2011    4 recensioni
"Era un campo abbandonato, era il loro posto.
Jon aveva il fiato troppo corto per continuare a correre e,
anche se sapeva che fermandosi sarebbe iniziata una vera e propria guerra di palle di neve contro di lui, si fermò.
Orri però non si accorse dell’intenzione di Jon
e continuò a correre cosicché quando quest’ultimo si fermò il suo migliore amico gli andò addosso.
Cominciarono a rotolare sulla neve
come nei loro amati cartoni animati finché Jon ebbe la prontezza di fermarsi e prendere Orri per un braccio contemporaneamente.
Ma le cose non andarono come previste perché Orri si ritrovò sdraiato praticamente sopra Jon e i visi erano così maledettamente vicini da sentire il calore che emanava l’altro."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Snjór

 

 

 

Jon era in quell’età in cui non si sa se definirli bambini o adolescenti.

Ogni genitore è impaurito da quell’età così delicata e importante.

Loro lo sono ancora di più. Stanno cambiando senza accorgersene.

Ma la vita di Jon prese un risvolto diverso per un semplice giorno, un semplice quanto difficile avvenimento.

 

Era un dei quei giorni dove il freddo inverno islandese ti lambiva dall’inizio alla fine della giornata e Jon voleva approfittare della neve per saltare scuola e per vedere il suo miglior amico Orri.

Sua madre accettò per una volta, ma solo perché tutti sapevano che Jon a scuola era sempre impeccabile.

Orri era uno strano ragazzo, ma era buono come il pane e adorava il suo migliore amico.

Lo conosceva da quando entrambi erano nella culla e non gli avrebbe voltato le spalle per nulla al mondo.

 

Quando fu pronto Jon decise di andare a casa di Orri per fargli una sorpresa.

In quei giorni Orri non era andato a scuola e nemmeno Jon.

Anche se in Islanda tutti erano abituati al freddo inverno entrambi non andavano a scuola quando i primi giorni di neve invadevano le giornate del loro paesino e poi la scuola era troppo lontana e i letti troppo caldi per allontanarsi da essi.

Jon camminava a passo spedito con i suoi scarponcini pesanti che lasciavano tracce sulla neve soffice e bianca. Un manto che lambiva tutta Reyðarfjörður.

In breve tempo arrivò di fronte alla porta di casa di Orri e titubante suonò il campanello.

Ovviamente fu la madre di Orri ad aprire la porta.

«Jon! Te lo chiamo subito, tranquillo!»

«Grazie, signora.»

Jon la chiamava sempre signora nonostante lei glielo vietasse praticamente, ma era attaccato in modo strano alla madre di Orri. Forse perché a volte la temeva e altre volte la odiava perché non faceva uscire Orri.

Così il ragazzino aspettò davanti alla porta con una palla di neve compattata in mano.

Orri corse per le scale che portavano all’ingresso e salutò il suo amico con il fiatone.

«Mamma, vado!»

«Va bene, ma cerca di non fare danni e divertitevi!»

«Ciao, signora!»

«Ciao, Jon.»

Appena Orri chiuse la porta Jon gli tirò la palla di neve con entusiasmo.

Orri lo guardò stranito e poi cominciò a rincorrerlo per tutta la discesa che portava al campo dove erano diretti.

Era un campo abbandonato, era il loro posto.

Jon aveva il fiato troppo corto per continuare a correre e, anche se sapeva che fermandosi sarebbe iniziata una vera e propria guerra di palle di neve contro di lui, si fermò.

Orri però non si accorse dell’intenzione di Jon e continuò a correre cosicché quando quest’ultimo si fermò il suo migliore amico gli andò addosso.

Cominciarono a rotolare sulla neve come nei loro amati cartoni animati finché Jon ebbe la prontezza di fermarsi e prendere Orri per un braccio contemporaneamente.

Ma le cose non andarono come previste perché Orri si ritrovò sdraiato praticamente sopra Jon e i visi erano così maledettamente vicini da sentire il calore che emanava l’altro.

Quando smisero di ridere per la situazione assurda anche i nasi si sfiorarono e Orri mormorò una flebile scusa per aver fatto cadere entrambi.

Le labbra screpolate di Jon si avvicinarono a quelle di Orri fino a venire a contatto completamente.

Nessuno prese l’iniziativa prima dell’altro, la presero insieme come è giusto che sia.

E contro ogni legge, contro gli insegnamenti della società in quel momento le loro labbra presero confidenza come le loro lingue.

Erano immobili con tutto il corpo tranne che con le labbra come per cercare di preservare quell’aura tanto magica quanto strana.

Il primo bacio di Orri fu con un maschio.

Il primo bacio di Jon fu con un maschio.

Si staccarono ansanti e si guardarono negli occhi entrambi preoccupati della reazione dell’altro.

Orri si alzò velocemente da Jon e subito dopo entrambi furono in piedi come se nulla fosse successo.

Corsero fino alla fine del campo e si sedettero nel posto più appartato e lontano dalle altre case.

Si guardarono negli occhi e Orri parlò.

Parlò dopo così tanti minuti di silenzio assoluto che entrambi ascoltarono il suono della voce straniti.

«Jon, che cos’è successo?»

«Non lo so, Orri, non lo so.»

Jon sospirava non sapendo che fare e Orri gli circondò le spalle con un braccio come per rincuorarlo.

«Sta tranquillo, si sistema tutto.»

E a Jon, quello che a tutti sembrava la roccia dei due, scesero dagli occhi poche lacrime di confusione e amarezza che caddero sulla neve pallida.

Dio, se erano confusi.

Si chiedevano cosa sarebbe successo dopo quel fatto tanto strano, se la loro vita sarebbe cambiata, se i genitori di entrambi gli avrebbero impedito di vedersi nonostante facessero tutte le attività possibili insieme.

Jon strinse il suo migliore amico a se e gli scompigliò i capelli ridacchiando.

Questo comportò una guerra di palle di neve senza regole.

Le loro risate si sentivano per tutto il paese ed erano spensierati.

Si stavano divertendo semplicemente perché non ci pensavo.

Cosa che dovrebbero fare molti adulti e invece non fanno.

Quando si ha un problema e ci si pensa ancora di più è la fine, ma se ti distrai quest’ultimo svanisce anche solo per un momento.

Ritornarono a casa verso l’ora di pranzo e Jon invitò Orri a mangiare a casa sua.

Una casa grande, ma accoglientissima e calda soprattutto.

Il grosso cammino della sala riscaldava tutto in maniera sublime. Soprattutto per loro che erano stati al freddo per tutta la mattina.

Mangiarono chiacchierando alle volte con i genitori di Jon e poi andarono nella camera del ragazzo.

Scherzarono, parlarono della loro classe, fecero battute su avvenimenti accaduti anni prima e giocarono un poco ai videogiochi, ma quando Jon cominciò a fare il solletico a Orri sopra il letto per una battuta velenosa riguardo alla sua sconfitta nel videogioco e i loro nasi si sfiorarono l’inevitabile accadde di nuovo con una nuova leggerezza nel cuore.

Ormai si erano convinti che non c’era nulla di male infondo.

E questa volta le braccia di Jon abbracciarono il corpo mingherlino di Orri mentre il suo migliore amico gli accarezzava i capelli color del miele.

Staccarono ansanti le labbra e proprio in quel momento, proprio quando tutto sembra perfetto e giusto, in camera di Jon entrò la madre di quest'ultimo che senza bussare voleva chiedere loro se volessero qualcosa per merenda.

L’espressione della donna era qualcosa di indecifrabile.

Assolutamente sorpresa, ma anche amareggiata. Come se fosse morto qualcuno o qualcosa.

Jon si tolse velocemente da sopra il corpo di Orri senza guardare la madre.

Ma la donna non fece nulla di quello che i ragazzi si erano immaginati, ma invece andò verso suo figlio che stava in piedi al lato del letto con il capo chino e lo abbracciò.

«Se ti piace Orri non ti preoccupare, è normale. Sei un’adolescente oramai.»

Jon ridacchiò scuotendo il capo e poi si staccò dall’abbraccio della madre.

«Ne parliamo dopo, tranquillo!»

Sorrise e uscì dalla camera come se nulla avesse visto, come se nulla fosse successo.

 

Jon e Orri si guardarono divertiti e poi la loro risata cristallina ruppe di nuovo il silenzio di Reyðarfjörður.

 

 

 

Writer's Corner:

Sono tornata con un'altra Flash Fic, lo so probabilmente scrivo troppe Flash Fic ma sono le uniche che mi riescono bene o almeno spero.

L'ho scritta per un motivo preciso capito solo dopo la stesura, come se io stessa volessi mandarmi un messaggio attraverso la mia stessa storia. E' strano, lo so.

Sono stufa di tutta questa ignoranza, di tutto questo razismo da parte anche dei giovani. Dovrebbero essere moderni cioè con la mente aperta e invece sono più chiusi di una porta blindata senza chiave quindi voglio battermi per fare accettare l'omosessualità, nel mio piccolo.

Di conseguenza questo tema mi sta molto a cuore da un pò e per questo dovrei ringraziare i Sigur Rós. Ne avete mai sentito parlare? Beh io si anche se sono particolarmente sconosciuti qui mi piacciono molto.

Infine è quasi ovvio che di sottofondo mentre scrivevo ho ascoltato Viðrar Vel Til Loftárása guardando ripetutamente il video. Dio, quanto amo questo video.

Okay, vi saluto perchè non voglio annoiarvi. xD

Vorrei una vostra opinione sul tema che ho affrontato mandando un messaggio di accettazione attraverso il personaggio della madre e vorrei sapere se come storia vi è piaciuta.

Di conseguenza mi sembra quasi ovvio chiedervi di lasciare una recensione anche se piccolissima facendomi più che felice.

Alla prossima.

 

The Red One

 

P.S. Il titolo starebbe a significare, secondo Google Translate, 'neve' in islandese. Non ho idea di come si legga. xD

  
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