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Autore: LadyGuga    10/07/2011    3 recensioni
La storia di tre avventurosa amiche che si trovano a dover vivere una nottata movimentata.
Dedicata alle mie migliori amiche, Anna e Alessia.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una magnifica notte d’estate e le ragazze stavano osservando le stelle sdraiati sul prato

Era una magnifica notte d’estate e le ragazze stavano osservando le stelle sdraiate sul prato. Dopo parecchi giorni in  cui il cielo era stato coperto di nuvole, il vento le aveva finalmente portate via, offrendo alle ragazze della casa uno spettacolare cielo pieno di stelle. La loro abitazione era sulla cima di una piccola montagna e quest’altitudine faceva in modo di eliminare tutte le luci e l’inquinamento della pianura. Era la prima volta che assistevano ad uno spettacolo del genere.

“ Manca solo un pacchetto di pop-corn e la situazione sarebbe completa ” disse Giulia ridacchiando. Era la più grande delle tre, nonché aveva l’appetito migliore. Sarebbe stata capace di mangiare a qualsiasi ora e qualsiasi cosa. Le altre due, Anna e Alessia, erano più romantiche e sognatrici; per questo, dopo l’ironica osservazione dell’amica, entrambe la fulminarono subito con un occhiataccia, come dire: “ MA TI SEMBRA QUESTO IL MOMENTO DI MANGIARE???”

E in fondo non avevano torto.

Le tre si erano conosciute cominciando il liceo e da quel momento erano sempre state unite, amiche per la pelle. 

Da poco erano iniziate le vacanze e avevano deciso di passare qualche giorno da sole in montagna.

Il posto era bellissimo: la loro casa era recintata da uno steccato di legno che dava proprio sulla città sottostante; dovunque erano presenti piante, fiori e spesso si trovavano in compagnia di animali che in pianura non avrebbero mai incontrato. Insomma, non capita tutti i giorni di cucinare con uno scorpione che ti guarda dal davanzale.

Ma ciò che entusiasmava in modo particolare le ragazze era il bosco che si apriva proprio sul retro della casa: avevano provato più di una volta ad entrare, ma l’oscurità e i rumori che vi udivano le avevano sempre impaurite. Anche di giorno si sentiva continuamente uno sbattere d’ali e il rumore di foglie calpestate da qualcuno o qualcosa, e questo rendeva molto inquietante l’atmosfera all’interno del bosco.

Quella sera, però, scoprire cosa generava quei rumori non era certo il loro primo pensiero. Erano sdraiate all’interno di tre sacchi a pelo blu uguali e non staccavano gli occhi da quel mare di stelle.

“Sapete una cosa?” chiese Anna ad un certo punto “ Non ho mai capito dove si trova la stella polare.”

“Nemmeno io.” continuò Alessia “Ho provato a cercarla diverse volte, ma non l’ho mai trovata nel cielo. E se un giorno dovessi perdermi da qualche parte? Se fossi da sola in mezzo al mare o in mezzo al deserto, come farei ad orientarmi? E se..” Avrete capito ormai, era la più ansiosa del gruppo.

“Ale calmati!” le gridarono all’unisono le amiche.

Poi Giulia continuò: “Primo: CALMATI. Secondo: perché dovresti trovarti da sola in mezzo al deserto o in mezzo al mare? Tu hai troppa fantasia.”

Ed era vero. Anna e Alessia amavano scrivere ed entrambe avevano una grande immaginazione. La prima scriveva spesso storie romantiche, molto legate al tema dell’amore; la seconda, invece, preferiva storie d’avventura e capitava spesso di trovarla in uno dei suoi viaggi mentali, che in quel periodo erano ambientati sempre più spesso nel bosco dietro casa.

“Non è vero.” rispose lei “Per esempio, se tu una sera dovessi andare in un bosco a cercare…lucciole,  come faresti a tornare indietro?”

“Ora tu mi dici perché dovrei andare in un bosco a cercare lucciole!” le rispose gridando e ridendo allo stesso tempo Giulia. “E poi alzatevi. Prima di tutto dobbiamo trovare la costellazione dell’Orsa Maggiore. Vediamo un po’, allora, eccola! Poi dobbiamo calcolare una distanza pari a dieci volte il lato del carro a partire da quella stella davanti a noi.” Mentre ragionava non si accorgeva di muoversi velocemente verso lo steccato intorno alla casa “Quindi secondo i miei calcoli la stella polare dovrebbe essere proprio…” non fece in tempo a finire la frase che camminando all’indietro ruppe un pezzo dello steccato più debole rispetto al resto della cinta e finì per scivolare nel vuoto.

“Giulia!!” gridarono le due amiche correndo verso il luogo dell’incidente.

“… lì!” sentirono esclamare dal punto in cui era caduta. “Ragazze, da qui la stella polare si vede benissimo!”

Non fece in tempo ad alzarsi che Anna e Alessia erano già precipitate dallo stesso punto e ora si trovavano per terra mezze doloranti.

“Fatemi capire: siamo qui su questa sporgenza senza cellulari e nessuno che possa tirarci fuori? Non riusciamo nemmeno a vedere dove mettiamo i piedi. Non potevo sperare in una situazione migliore!” esclamò ironica Giulia, che di certo non si sarebbe fatta mettere fuori uso da un salto un po’ più alto del normale.

“Spiritosa lei. Giu, non mi sembra proprio il momento di fare dello spirito!” gridò Anna. “Proviamo a camminare vicino alla roccia. Magari riusciamo a risalir..eeeeee!!”

“Anna, dove sei!?” gridarono le altre due sentendo la voce dell’amica.

“Non ho idea, sono caduta in un buco nella parete della roccia. Aspettate.. ma è un tunnel! Sbrigatevi, magari ci riporta di sopra!”

Alessia e Giulia si mossero verso la roccia e tastando con le mani il punto da dove veniva la voce di Anna, trovarono il passaggio.

“È davvero molto buio!” disse Alessia “Servirebbe qualcosa per fare luce.”

“No, tu credi!?” risposero le altre due all’osservazione della terza “Ale, secondo te, se avessimo qualcosa per far luce, non l’avremmo già tirata fuori?” osservò Giulia.

“Io veramente” continuò Anna “ho un piccolo portachiavi che fa luce attaccato ai pantaloni e… AHI! Chi mi ha tirato una sberla?”  

Continuarono a muoversi a carponi all’interno del tunnel. Alessia era davanti con la piccola luce del portachiavi, mentre Giulia chiudeva la fila.

Continuarono così per una decina di minuti. Le mani e le ginocchia cominciavano a fare male e anche il respiro si faceva più affannoso. Inoltre il percorso tendeva ad andare in salita e questo comportava ancora più fatica.

“Ragazze, ci siamo! Vedo la fine.” esclamò Alessia all’improvviso.

Era vero. Finalmente avrebbero scoperto dove portava il tunnel. Con un sospiro di sollievo, uscirono velocemente dalla roccia e si trovarono circondate da alberi scuri.

“Dobbiamo essere nel bosco dietro casa.” disse Anna, con una voce ansiosa e lievemente spaventata. “Hai ragione! Riconosco questi rumori. Forza, non dovrebbe essere difficile tornare, soprattutto ora che sappiamo dove si trova la stella polare.” disse Giulia alzando gli occhi al cielo.

Subito, però, si accorse che l’unica nuvola rimasta dopo la ventosa giornata era andata a posizionarsi proprio sopra di loro e non lasciava intravedere nemmeno un filo di luce.

“Spiacente tesoro” incominciò Alessia, vedendo l’espressione delusa di Giulia “ma adesso si fa a modo mio: cerca le lucciole.”

“Mi prendi in giro?” disse la ragazza con una faccia stupita e incredula “Sei davvero fissata stasera con le lucciole!”

“Non sto scherzando.” rispose prontamente l’amica “Le lucciole tendono sempre ad avvicinarsi ad altre fonti di luce, credendole anch’esse della loro specie. E poi non mi sembra che siamo nella condizione di avere molte altre possibilità.”

“Va bene. Ma ora dimmi” continuò Giulia “come troviamo delle lucciole? Non sono esattamente le più facili da trovare.”

“Veramente” disse Anna “là in fondo vedo qualcosa brillare tra i rami. E se non sbaglio si muovono. Direi proprio che sono…AHI! Giulia, stavolta sei stata tu!”

Le tre amiche cominciarono allora a seguire il piccolo sciame di lucciole che si muoveva zigzagando tra gli alberi e presto giunsero fuori dal bosco.

Le lucciole le avevano portate esattamente dietro la casa e in pochi passi ritrovarono i loro sacchi a pelo ancora per terra. Ormai era tardi per le stelle e all’orizzonte già poteva vedersi una tenue luce rosea che precedeva l’alba.

“Penso che sia ora di andare a letto.” osservò Anna “Domani avremo bisogno di energie per cominciare il programma dei compiti delle vacanze!  Insomma, non siamo mica qui a cercare le lucciole!” E con una sonora risata che risuonò per tutta la montagna, le tre entrarono in casa, pronte a sognare nuove avventure da vivere insieme.

 

  
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