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Autore: marygirlonfire    11/07/2011    4 recensioni
E se i fratelli Pevensie vivessero ai giorni nostri?
E se Caspian vivesse nel nostro mondo e fosse fratello di Edmund?
E se tutti andassero all'American High School? Cosa succederebbe?
Leggete per scoprire!xD
[...]“Basta!” pensò Susan “Tutte le mattine la stessa storia” e infuriata si diresse a grandi passi verso il letto di suo fratello [...] e con tutto il fiato che aveva nei polmoni urlò minacciosa:
-PETER PEVENSIE, SE NON TI DEGNI AD ALZARE QUELLE TUE SANTISSIME CHIAPPE DAL LETTO, GIURO CHE TI SPEZZO IN DUE!!-[...]
Con quell’urlo ebbe il risultato di svegliare suo fratello e sua sorella in una volta sola.
[...]
Caspian Telmar ronfava avvolto nel lenzuolo, sul pavimento. Si svegliò di soprassalto dopo mille e più tentativi da parte del fratello.
Storia scritta da _Francy96_ e margii_pazzoide_chan
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura, speriamo che vi piaccia (e anche che ci lasciaste una piiiicccolaaa piiicccoola
recensione xD



Il Tempo di Ritorno


La mattina alle 7 suonano le sveglie.
C’è chi la stacca e si alza, chi la insulta e la spegne e si gira dall’altra parte, chi la lascia suonare nella speranza che si spenga. E chi proprio non la sente.
Susan Pevensie, tipo mattiniero si chiedeva come facessero i suoi fratelli a non sentire quel concerto.
E come tutti i giorni alle 7 e mezza era già lavata e aveva già indossato la divisa della American High School (quella di Susan consisteva in maglia blu, camicia, gonna rossa lunga fino al ginocchio, fiocco rosso e il cerchietto del medesimo colore) . Mentre i suoi fratelli Peter e Lucy stavano ancora dormendo.
“Basta!” pensò la ragazza “Tutte le mattine la stessa storia” e infuriata si diresse a grandi passi verso il letto di suo fratello ,una missione impossibile visto il mucchio di vestiti, quaderni e libri (che sembravano nuovi visto il poco interesse di Peter verso lo studio), e con tutto il fiato che aveva nei polmoni urlò minacciosa:
-PETER PEVENSIE, SE NON TI DEGNI AD ALZARE QUELLE TUE SANTISSIME CHIAPPE DAL LETTO, GIURO CHE TI SPEZZO IN DUE!!- mai fare arrabbiare Susan Pevensie, questo è poco ma sicuro, la dolce e gentile ragazza poteva diventare molto ma molto cattiva…
Con quell’urlo ebbe il risultato di svegliare suo fratello e sua sorella in una volta sola.
-Cosa…?- farfugliò Lucy, ancora mezza addormentata –Cosa succede?
-Succede che perdiamo il pullman! Ecco cosa succede!
La voce della madre confermò tutto. –Cari! È tardi!- urlò dalle scale.
-Arriviamo mamma!- rispose Lucy alzandosi e trascinandosi fino al bagno. Peter, invece, non si decideva a uscire dal letto.
-Ancora cinque minuti!
-Eh no, mio caro- disse Susan sarcastica –Ora ti cambi!-si chinò per terra e afferrò dal mucchio di vestiti il maglione blu, la camicia a maniche corte e i pantaloni marroni che formavano la divisa.
-E questo cosa è?- domandò vedendo un pacchetto spuntare sul comodino. Ma appena si rese conto di cosa fosse realmente quel pacchetto….
-SIGARETTE?? PETER!- Urlò, ma il fratello si era già rifugiato in bagno, mentre Lucy era appena uscita. Indossava anche lei la divisa, ma la sua era composta un maglione rosso, gonna blu e cravatta dello stesso colore. Un’idea strampalata della scuola, fare le divise di due tipi diversi. Aveva legato i lunghi capelli castani in due codini bassi.
Dopo dieci minuti correvano verso la fermata del pullman e lo presero per un soffio.
-Dove sono quei due testoni?- chiese Peter guardando tutto il pullman. –Dovevano tenermi il posto!

Caspian Telmar ronfava avvolto nel lenzuolo, sul pavimento. Si svegliò di soprassalto dopo mille e più tentativi da parte del fratello.
-Che vuoi?- borbottò risdraiandosi per terra.
-O, niente di che… abbiamo solo perso il pullman!
-Infatti, niente di che. Ma perché sono per terra?
-Mamma ci ammazza se scopre che non siamo andati a scuola neanche oggi. E comunque sei caduto dal letto.
-Ok, troviamo un modo per arrivare a scuola… Trovato!-esclamò
-Bene!-sorrise il fratello –Ora cambiati per favore.
-Ma cos’è tutta questa voglia di andare a scuola? Non sarà mica per una certa Lucy Pevensie…
-Ma cosa dici!?- ribattè l’altro
-Mi sembrava…
-Hai sbagliato, come al solito.
Caspian sbuffò.
-E quale sarebbe la tua super idea?- gli chiese il fratello seguendolo nel giardino. Lui in risposta estraette una chiave dai pantaloni della divisa scolastica
-Non ti andrebbe di fare un giretto con la macchina del papi??- chiese con voce ironica.
-E me lo chiedi!?!? La super mitica ferrari, vero?
-Certo, mio caro Edmund!!

Alle 8 e trenta precise, la campanella squillò. Ecco il secondo suono della mattinata che non si vorrebbe mai sentire. L’ American high school si movimentò, era l’unica scuola privata nei dintorni della città e per questo non c’erano altre scelte per i poveri studenti, quindi dovevano restare in quella scuola che era un’imitazione di quelle americane, con armadietti e mensa… un vero supplizio!!
Susan afferrò i suoi libri dall’armadietto e corse verso la sua aula, Lucy, invece, fece più lentamente, guardandosi attorno per vedere se arrivava una persona… Ma dopo cinque minuti si avviò anche lei verso la sua classe, da sola. Certo, era un gran beneficio avere iniziato un anno prima la scuola, ma tutti i suoi compagni la consideravano troppo “secchiona” per sedersi o parlare con loro, cosa non affatto vera visto che era sempre gentile e disponibile con tutti.
-Esibizionisti- sbuffò Peter guardando l’auto parcheggiare.
-Peter!-lo salutò Caspian
-Dove eravate stamattina? Mi dovevate tenere il posto sul pullman! Son dovuto restare in piedi per tutto il viaggio.
-Oh- disse Caspian con la voce in falsetto –Il principino è rimasto in piedi poverino!
-Io vado!-disse Edmund
-Ciao, fratellino!-lo salutò Caspian.
-Allora amico, andiamo?-chiese Peter 
-Sono obbligato- rispose semplicemente Caspian, trascinandosi per gli scalini

-Signor Telmar! In ritardo come al solito!- Edmund aveva appena aperto la porta dell’aula di matematica e come al solito non rispose, occupato come era a cercare un posto libero. Si accorse con disappunto che l’unico libero era quello accanto alla super-so-tutto-io (come la chiamava) di nome Lucy Pevensie.
Edmund si sistemò nel banco, lanciò un’occhiataccia alla Pevensie, ripensando a quello che aveva detto quella mattina suo fratello…
-Signor Telmar!- il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri –Cosa, professoressa?
-Quante volte devo dirti di stare attento!? Quando mi ascolterai!?
Lucy sbuffò rumorosamente e borbottò qualcosa come: “Quando ascolterà una lezione vorrà dire che starà arrivando la fine del mondo”
-Cosa c’è Pevensie?-chiese Ed
-Niente-rispose sorridendo.
-Guarda che ti ho sentita!
-A si?? Vuol dire che non sei sordo!
Edmund cercò di controbattere, ma la prof li divise.
-Basta così!
I due si voltarono e Lucy incominciò a prendere appunti.

Nel frattempo, in un’aula accanto, Susan ascoltava con interesse alla lezione di inglese, tutto il contrario di quello che facevano Peter e Caspian, al piano superiore.
-Che ore sono?-chiese per l’ennesima volta Peter
-Cinque minuti in più di quando me l’hai chiesto l’ultima volta- rispose esasperato Caspian.
-Uff.
Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Peter accese il cellulare sotto il banco e incominciò a messaggiare.
-Con chi stai messaggiando: Samantha, Laura o Halice?
-Con Helena-rispose l’altro
-Un’altra!?-esclamò a bassa voce Caspian, abbassò la voce per non farsi sentire dal prof di scienze –Vorrei ricordarti cosa è successo l’anno scorso quando le QUATTRO ragazze con cui uscivi si sono incontrate- represse un brivido al ricordo –E vorrei dirti che il bernoccolo che ti sei preso quando ti hanno lanciato un tacco in testa non se ne è andato tanto facilmente!
-Questa volta ho un piano!
Caspian sbuffò e borbottò –Le stesse parole dell’altra volta.
Peter sorrise –Questa volta funzionerà!
-Ah si?-rispose scettico l’amico, squadrandolo. 
-Certo!- le incontrerò in momenti diversi e poi sono tutte di scuole diverse, non si incontreranno per sbaglio nella mensa, questa volta!
“Proprio come l’anno scorso” pensò Caspian “Le stesse parole e posso scommettere che finirà nello stesso modo!”
Il resto della mattinata sembrava non voler passare per gli studenti, come al solito quando ci si annoia, così, quando suonò la campanella del pranzo, un grido di gioia si levò dai ragazzi che corsero verso la mensa, per prendersi i posti migliori.
E come al solito non fu un pranzo normale.
   
 
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