Si gettò sul pavimento per prenderlo tra le sue braccia, un’ultima volta, come tante volte aveva fatto in passato.
Non riusciva a pensare coerentemente, non riusciva a pensare affatto.
Perché stava succedendo di nuovo, e lui l’odiava ogni volta di più.
Urlava parole a sè stesso incomprensibili, pregava che non lo lasciasse solo, almeno lui, no.
Ma tutto quello che ricevette in cambio fu un mero ghigno. Insolente, bastardo. Come il suo proprietario, d’altronde.
Si era sforzato in tutti i modi di cambiarlo, ma la battaglia contro la natura è sempre persa.
E quando il Signore del Tempo si rifiutò, capì che quello era il suo inesorabile destino.
Rimanere solo.