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Autore: JackieDaniels    11/07/2011    1 recensioni
"Il primo giorno di scuola non era mai facile.
Era scientificamente provato che l'ingresso a scuola, spesso tranquillo, serviva solo a far abbassare la guardia all'ignaro studente, che, sentendosi al sicuro, si sarebbe mostrato per chi era, rovinandosi miseramente.
Questo Sunshine Reeves lo sapeva bene.
Sapeva tante cose, in realtà, ma questo non era bastato a far filare il primo giorno al McKinley High liscio come l’olio."
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il primo giorno di scuola non era mai facile.

Era scientificamente provato che l'ingresso a scuola, spesso  tranquillo, serviva solo a far abbassare la guardia all'ignaro studente, che, sentendosi al sicuro, si sarebbe mostrato per chi era, rovinandosi miseramente.

Questo Sunshine Reeves  lo sapeva bene.

17 anni e troppe esperienze in un arco di vita così breve: la morte del padre, la dipendenza da alcool della madre, la prematura scomparsa di un’amica e continui traslochi, ma soprattutto, tanti primi giorni di scuola, che l’avevano solo  resa più cinica e prevenuta che mai.

Sapeva  tante cose, Sunshine, ma questo non era bastato a far filare il primo giorno al McKinley High liscio come l’olio.

*

Appena varcata la soglia plastificata del liceo, fu subito avvicinata da una donna sulla trentina.

Era carina, con i capelli rossi perfettamente –troppo perfettamente- ordinati e il sorriso spalancato sulle labbra sottili.

Sarebbe anche sembrata simpatica se non avesse avuto un’aria malaticcia, troppo simile a quella di sua madre.

«Benvenuta al McKinley! Tu devi essere Sunshine! Io sono Emma Pillsbury, la psicologa della scuola!» dichiarò questa, allungando una pallida mano verso Sunshine, che riluttante la strinse, sorridendo appena.

Non voleva sembrare scortese, ma la voce squillante e instabile della donna le aveva urtato i nervi.

«Faremo un giro della scuola e poi ti scorterò in classe: la tua prima lezione è di spagnolo, con il professor Shuester!» le aveva decisamente urtato i nervi.

Dopo un giro abbastanza inutile della scuola –che era a dir poco immensa- la psicologa, che aveva avuto non si sa come il lavoro, decise –finalmente- di guidare Sunshine all’aula di spagnolo.

«Sei nervosa?» chiese, facendo scorrere i suoi enormi occhi sul viso della ragazza «Per niente.» asserì questa, annuendo appena e stringendosi nelle spalle.

Tanto c’era abituata.

La rossa annuì vigorosamente, sembrando una specie di renna ferita –la cosa divertì particolarmente Sunshine, che dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere come un’emerita cretina- e poi si allontanò nel corridoio vuoto, accennando un saluto con la mano.

Se quella era la psicologa della scuola, pensò Sunshine, c’era solo da preoccuparsi.

Trasse un bel respiro profondo, bussò e, quando sentì una voce maschile invitarla ad entrare, spalancò la porta.

*

La scuola fa schifo.”

Santana Lopez stava scarabocchiando il suo quaderno di spagnolo, assorta nei suoi pensieri.

Perché mai aveva scelto di studiare spagnolo quando era ispanica?

Perché mai Brittany non la degnava di uno sguardo?

E perché mai Mr. Shue aveva smesso di blaterale in spagnolo?

Alzando lo sguardo, con una nota di interesse negli occhi, scorse la porta aprirsi ed una ragazza fare il suo ingresso.

Doveva essere la nuova studentessa, quella sulla quale Mr. Shue aveva intrapreso un interessantissimo monologo pochi minuti prima.

Carina, tutto sommato.

Bel corpo, occhi azzurri, capelli biondo platino –naturali?- e l’aria di chi avrebbe preferito stare ovunque tranne che lì.

Se - come Santana supponeva- aveva incontrato la Pillsbury, non poteva darle torto.

«Hola chica! Devi essere la nuova studentessa! Prego, siediti vicino a..» Shuester rivolse uno sguardo indagatore alla classe, cercando un posto dove collocare la poveretta, che sembrava sul punto di fuggire – Santana non poté biasimarla nemmeno stavolta-

 «Santana Lopez, lì!» concluse, indicando l’ispanica che in risposta sbuffò sonoramente.

Se non si era messa vicino a nessuno, nemmeno vicino a Brittany, un dannato motivo c’era.

La biondina avanzò delicatamente fino al banco della mora, che non faceva altro che guardarla sempre più di traverso ad ogni passo.

Non ce l’aveva davvero con lei, ma aveva una reputazione da mantenere: era una dura e voleva restare tale.

O almeno sembrare tale, perché da quando Brittany aveva rifiutato il suo amore si sentiva più fragile che mai.

Era nel bel mezzo di un rimuginamento profondo sulla ragazza che le aveva rubato il cuore quando la voce della nuova vicina di banco si fece spazio tra i suoi pensieri. 

«Si, ha ragione.» la ragazza era rivolta a Mr. Shue -sembrava più terrorizzata che mai- e Santana concluse che si era persa metà della conversazione tra il suo professore e la sua nuova compagna di banco per colpa di quegli stupidi pensieri da mammoletta che la tormentavano da mesi, ormai.

«Ottimo, riprendiamo la lezione. Allora.. » con un’ennesima ruotata d’occhi, Santana tornò a concentrarsi sul suo quaderno di spagnolo, scrivendo a caratteri cubitali sul lato destro della quarta pagina del suo quaderno un “Yo hablo ya español !”, sogghignando appena.

*

Bla. Bla. Bla.

Quel professore sapeva solo parlare, dannazione.

Di cose che Sunshine già sapeva, per giunta.

Doveva distrarsi con qualcosa, o sarebbe scoppiata in un lamentoso monologo di fronte alla sua classe di spagnolo il primo giorno di scuola –e ciò non avrebbe giovato alla sua reputazione da nullità-.

Volgendo lo sguardo altrove, si ritrovò ad osservare il quaderno della sua nuova compagna di banco, che aveva scritto un “Yo hablo ya español !” a caratteri cubitali.

«E’ “Yo ya hablo español !”, non “Yo hablo ya español !”.» confermò decisa, senza staccare lo sguardo dal quaderno della vicina, che alzò lo sguardo truce su di lei per poi cancellare l’errore e riprendere a scrivere frasi in spagnolo, più o meno offensive a seconda della persona alla quale erano rivolte.

Una scritta piuttosto evidente catturò l’attenzione di Sunshine : un insulto bello grosso, scritto in bella grafia e rivolto ad una certa Quinn Fabray.

Di certo non era amata dalla latina.

«Hai ragione. Ero distratta.» ammise fredda l’ispanica, coprendo appena il quaderno con il braccio libero «Sei una bella impicciona, non è così?»

Sunshine accennò una risata ed annuì.

Lo sguardo della Latina parve alleggerirsi appena.

«Beh, so lo spagnolo.» disse fiera la bionda, accarezzandosi i lunghi capelli e guardandosi intorno soddisfatta –e per un attimo fu sicura che un tizio dai capelli fin troppo laccati la stesse studiando –

«Sei anche una secchiona, brava.» rispose l’altra, facendo scoccare la lingua sul palato con aria indifferente.

Quelle parole non ferirono Sunshine, ma la infastidirono molto - spesso era stata giudicata dagli altri solo in base ai suoi voti scolastici- così si limitò a prendere il suo libro di spagnolo e a completare qualche semplice esercizio, pensando che “Se non hai nulla di carino da dire, non dire niente”.

«Scusami.» sussurrò Santana, poggiando la penna sul banco «Non volevo fare la stronza.. E’ che mi viene naturale.» Sunshine si strinse nelle spalle, sempre concentrata sul suo libro di spagnolo e la latina tacque.

Passarono il resto dell’ora in silenzio,  e le ore seguenti passarono allo stesso modo.

Non furono le ore, infatti, il problema di Sunshine, ma ciò che accadde nel breve intervallo tra le due ore finali.

Una cosa che segnò per sempre il destino di quella povera anima pia in quella scuola di matti.

 

Somewhere only we know.

Beh, ciao. Se siete arrivati fin qui vuol dire che forse avete letto tutto il primo capitolo di questa mia FF, e quindi vi ringrazio. Sono molto awkward come persona, quindi non preoccupatevi se ogni tanto vaneggio (?)

Allora, la storia è ambientata nell’ultimo anno di scuola delle Nuove Direzioni attuali, quindi nel futuro. (viaggio nel tempo, si) So che ora la FF può sembrare abbastanza confusa, anche perché non si sa nulla di concreto su Sunshine, ma più avanti si spiegheranno più cose e si saprà qualcosa di più. Vorrei far notare che la FF non avrà come protagonisti solo i ragazzi delle New Directions, ma anche i carissimi Warblers. Farò una specie di mash-up, quindi, e cercherò di rendere onore a tutti i personaggi, che personalmente adoro. Se vado OC o scrivo delle cacchiate pazzesche per piacere avvertitemi :’D

Ok, non penso di avere altro da dire, se volete recensire potete farlo, mi farebbe tanto piacere, se non volete potete solo leggere, ve ne sarei grata lo stesso.

Torno a fare il pinguino awkward nel mio frigorifero (?)

Tanto amore!

  
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