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Autore: LadyGuga    11/07/2011    2 recensioni
La storia d'amore tra due individui molto diversi, che saranno costretti a separarsi proprio a causa di queste differenze.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un mese di caldo sopportato in città, Azzurra finalmente era riuscita a convincere i suoi genitori a farla partire con le

Dopo un mese di caldo sopportato in città, Azzurra finalmente era riuscita a convincere i suoi genitori a farla partire con le sue due migliori amiche, Viola e Chiara, per il mare. Passare una vacanza insieme era sempre stato uno dei  loro sogni e quell’anno si sarebbe avverato.

 

Così il giorno stabilito, vennero accompagnate dal padre di Viola in una località molto vicina a Viareggio, ricca di divertimenti per giovani e ragazzi della loro età.

Iniziava  una settimana di sole, mare, discoteche e… ragazzi mozzafiato!

Era davvero l’avverarsi di un sogno.

Dopo quasi una giornata passata sedute in un’automobile, finalmente arrivarono a destinazione: il loro albergo dava proprio sulla spiaggia e sul retro numerose luci colorate dei vari locali illuminavano la baia, che assumeva così un’aria magica e armoniosa.

Il genitore si assicurò che avessero trovato la loro camera e subito tolse il disturbo, pronto ad un’altra giornata di viaggio per tornare a casa.

La loro stanza nella pensione non era grande, ma per alle ragazze sarebbe bastato anche uno sgabuzzino pur di passare qualche giorno insieme.

Subito si misero il pigiama, sicure che quella notte non avrebbero mai potuto dormire. Erano troppo eccitate per le nuove avventure ed esperienze che stavano per vivere.

La mattina dopo si alzarono presto, pronte per iniziare la loro vacanza al meglio. Avevano in programma una lezione di sub e una gara di ricerca di conchiglie tra i ragazzi della pensione. Sembrava entusiasmante!

 

Qualche ora dopo la colazione erano già pronte sulla banchina ad aspettare l’istruttore che, su di un motoscafo, le avrebbe portate al largo, in un punto scelto per la bellezza del fondale.

E avevano scelto proprio bene: ovunque si potevano osservare pesci colorati di ogni specie, conchiglie, spugne e qualsiasi altro genere di creatura marina. Quella che rimase più colpita da questo spettacolo fu Azzurra; quello scenario la eccitava molto e, presa dalla curiosità, cominciò a nuotare tra gli angoli più nascosti della zona.

Le rocce, di forme diverse e ricoperte di microrganismi che ne modificavano i colori, non sembravano disposte in modo casuale, ma con una logica ben precisa, tanto da andare a formare una sorta di città sottomarina, con strade larghe e strette, case dalle quali a volte uscivano strani inquilini di ogni colore e razza e persino piccole costruzioni dalle svariate forme. E mentre ammirava tutto questo, doveva stare attenta alla piccola comitiva di ragazzi che stavano partecipando alla lezione insieme a lei. Ormai erano abbastanza lontani, ma di certo non si sarebbe persa.

Decise, però, di tornare sui suoi passi riavvicinandosi al motoscafo.

Nel momento in cui si girò per tornare indietro, sentì uno sciacquio dietro di sé, come se un pesce più grande degli altri si fosse mosso all’improvviso. Non vide niente, solo un’ombra che si nascondeva dietro una delle tante rocce; non vi diede molta importanza. Di certo ne avrebbe visti molti di pesci durante la sua permanenza lì.

Così si allontanò, raggiungendo veloce la comitiva vicino all’imbarcazione.

Forse non avrebbe avuto tutta quella fretta di tornare se avesse visto i due magnifici occhi azzurri che la spiavano da dietro quella roccia.

 

Mancava ancora un’ora prima di pranzo e gli animatori avevano organizzato una grande gara che consisteva nel trovare la conchiglia più bella della spiaggia. Avevano solo un’ora per la ricerca e poi la parola sarebbe passata ai giudici. Chiara e Viola non avevano voluto partecipare: avevano già passato parecchio tempo nell’acqua e ora sarebbero state volentieri al sole per un po’.

Azzurra, tuttavia, non vedeva l’ora di tornare nel mare per vincere la gara. La lezione di poco prima le era bastata e conosceva già il luogo dove avrebbe trovato di certo la conchiglia che avrebbe vinto il  concorso.

E aveva ragione: in quel posto ce n’erano di ogni forma e colore; le restava solo da scegliere la migliore, impresa ardua in mezzo a tante meraviglie. Ogni tanto tornava in superficie per recuperare ossigeno, ma aveva una buona resistenza e riusciva a rimanere sotto anche alcuni minuti.

 

Cominciò a nuotare sempre più vicina alle rocce: i muschi che ne ricoprivano la superficie le davano una sensazione piacevole.

Stava per tornare verso l’alto, quando si accorse di essere bloccata al fondale: la sua cavigliera era rimasta impigliata tra le rocce e le impediva di tornare in superficie.

 

Cominciò ad agitarsi; non riusciva a liberarsi e presto si accorse di essere seriamente in pericolo.

Cosa avrebbero pensato le sue amiche non vedendola tornare? E i suoi genitori? Come avrebbero reagito alla notizia? Avrebbero ritrovato il suo corpo o sarebbe vissuta per sempre attaccata al fondale marino? Mentre tutti questi pensieri le affollavano la mente, cominciava a perdere conoscenza e la vista divenne sempre meno lucida. 

 

All’improvviso sentì qualcosa al suo fianco, lo stesso sciacquio percepito alcune  ore prima e un’ombra. Qualcuno l’aveva trovata: si sentì cingere i fianchi da braccia umane, ma non aveva le forze per reagire e capire di chi si trattasse. Quello che aveva capito era che l’avrebbe aiutata e che la stava già riportando in superficie.

Una volta di sopra, Azzurra riprese conoscenza quasi subito; era sdraiata su uno scoglio liscio, levigato dalle onde. Non sapeva con esattezza dove si trovasse. Il sole, in un primo momento, l’abbagliò, ma quando si fu abituata alla forte luminosità, cominciò a guardarsi intorno.

Il suo salvatore era ancora lì al suo fianco, ma con la parte inferiore del corpo ancora immersa nell’acqua e la fissava: aveva un viso pallido contornato da una folta chioma bionda sulla quale spiccava una complicata composizione di piante acquatiche. Sembrava una corona. Il tutto era coronato da due grandi ed espressivi occhi celesti che brillavano al sole.

Era davvero bellissimo.

Entrambi stavano in silenzio, studiandosi a vicenda con un’espressione a dir poco sorpresa e meravigliata.

La prima a parlare fu Azzurra:

“Ciao” disse, con un lieve rossore che le colorò il viso.

Lo strano ragazzo non rispose. Continuò a guardarla sempre più curioso.

“Non sai parlare? Io mi chiamo Azzurra. Grazie per avermi salvato!”

A questo punto l’espressione del giovane cambiò e il suo viso venne illuminato da un dolce sorriso. Allora, forse, riusciva a capire le parole della ragazza. Non mandava segnali di risposta, però. Solo grandi sorrisi e un’espressione compiaciuta per la grande impresa di coraggio appena attuata.

All’improvviso, senza che Azzurra dicesse niente, scomparve sott’acqua, mostrando una lunga coda blu al posto delle gambe. La ragazza era esterrefatta: si trattava di un tritone!

Non era possibile: di certo stava sognando, o forse era già morta e quel ragazzo non era altro che un spirito incaricato di accogliere le anime morte nel mare.

Non sapeva come spiegare questo sensazionale incontro. Cosa avrebbe raccontato a tutti?

“Scusate, ho fatto tardi perché ho avuto un incontro ravvicinato con un sirenetto. E che sirenetto!”

Le sue riflessioni furono ad un tratto interrotte da una presenza inaspettata dietro di lei.

Il giovane tritone era tornato e con sé aveva una conchiglia meravigliosa, pescata solo ed esclusivamente per lei.

Era seduto al suo fianco sullo scoglio, con la coda ben esposta alla luce del sole.

 

Lentamente, le porse la conchiglia. Azzurra era davvero sconvolta!

Non prestò nemmeno attenzione al tesoro che il giovane le aveva donato. Continuava a fissarlo e i suoi sguardi venivano ricambiati.

Erano sempre più vicini. L’atmosfera intorno a loro era magica: il calmo rumore delle onde, i riflessi della luce del sole sulle scaglie argentee della coda del ragazzo. Tra i due era nato qualcosa. Una scintilla brillava nei loro occhi e  presto le loro labbra si incontrarono sciogliendosi in un appassionato bacio.

 

Ma quell’armonia era destinata a finire e in lontananza si sentivano già le voci delle persone che cercavano la ragazza, scomparsa da un paio d’ore.

Questa si voltò per un attimo, in modo da capire da che direzione provenissero quei suoni; poi si rivolse subito verso il suo amato, ma si accorse di essere sola seduta sullo scoglio.

Il giovane tritone era scomparso e l’unico segno rimasto della sua presenza era la conchiglia che ancora brillava in grembo alla ragazza.

 

È inutile precisare che fu lei a vincere il concorso. Nessuno aveva mai visto una conchiglia tanto bella; aveva una forma particolare e numerose striature sulla superficie di mille colori, per la maggior parte blu e azzurre. Ricordavano proprio gli occhi del giovane.

 

Tutti le facevano i complimenti e cercavano di capire dove avesse trovato un esemplare così raro.

A queste domande rispondeva in modo generico e vago, come se non avesse saputo neanche lei come fosse entrata in possesso di una tale meraviglia.

 

Per lei aveva un valore molto più profondo. Era il simbolo di un legame e di un alleanza tra due individui di specie diverse; una diversità che gli altri esseri umani neanche immaginavano.

 

Cercò il giovane per il resto della vacanza. Tutti i giorni tornava nello stesso luogo dove si erano incontrati la prima volta e aspettava un segnale della sua presenza, un’ombra.

Spesso aveva la sensazione di essere spiata, ma non riuscì più a vedere il giovane.

 

Anche nelle estati seguenti non interruppe la sua ricerca. Tuttavia non lo rivide mai e le rimase solo la conchiglia color dei suoi occhi e il dolce sapore di sale sulle labbra.

 

 

  
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