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Autore: Lizzie_Siddal    12/07/2011    4 recensioni
[Anna/Jeremy]
Si sorprende a pensare a lui quando meno dovrebbe – sfogliando le pagine del diario di Jonathan Gilbert , guardando gli studenti uscire da scuola, osservando il sole tramontare su Mystic Falls – ché poi, in fin dei conti, c'è davvero un momento giusto per indugiare sulle proprie debolezze?
No. Qualunque momento è quello sbagliato.
Per questo che Anna scaccia con rabbia l'immagine di Jeremy dalla propria mente non appena ne scorge l'ombra.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Jeremy Gilbert | Coppie: Anna/Jeremy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Let the right one in'
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Titolo: Some kind of magic
Fandom: The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s): Anna/Jeremy
Genere: Introspettivo, Fluff
Avvertimenti: flashfic, het
Challenge/Prompt:
scritta per il TVG!Fest @vampiregeometry, prompt Anna/Jeremy - "You got it, some kind of magic / hypnotic, hypnotic / you're leaving me breathless" [I caught myself - Paramore]
Note iniziali: Niente, sono in fase di blocco e ho tentato di liberarmene con questa schifezza scritta in cinque minuti. Mi scuso, prometto che tornerò con cose più decenti.



Si sorprende a pensare a lui quando meno dovrebbe – sfogliando le pagine del diario di Jonathan Gilbert , guardando gli studenti uscire da scuola, osservando il sole tramontare su Mystic Falls – ché poi, in fin dei conti, c'è davvero un momento giusto per indugiare sulle proprie debolezze? No. Qualunque momento è quello sbagliato.
Per questo che Anna scaccia con rabbia l'immagine di Jeremy dalla propria mente non appena ne scorge l'ombra.
È che ha bisogno di lui per usarlo, tutto qui.
Non ci sono altri motivi dietro.
È carino, certo, come lo è anche Ben, se è per questo.
Ma non c'è altro.
Mentire a se stessi è più facile, quando si è vampiri, e così ogni volta si racconta quelle bugie, chiudendo fuori la verità e fingendo che non sia importante.

Il vero problema comincia quando Jeremy, senza chiedere permesso, si fa strada oltre le sue barriere invisibili e quelle scompaiono una per una, evanescenti come fumo.
Anna non s'è mai sentita così esposta.
Umana nel senso più negativo che possa esserci, perché non sa come affrontare i sentimenti, non sa affrontare lui, Jeremy, e il suo sorriso innocente, il modo in cui le parla, ignaro della sua natura, dei suoi piani, del pericolo, di tutto.
Allontanarlo non le riesce, non come vorrebbe, e il tempo delle bugie è ormai agli sgoccioli.
C'è innegabilmente qualcosa in quel ragazzo, che la attira contro la propria volontà, nel desiderio di averlo vicino anche adesso che non è più necessario.
Dopotutto, sua madre è libera e Anna potrebbe prendersi chiunque, per godersi la propria libertà.
Jeremy non è certo uno dei più affascinanti o più intelligenti che lei abbia incontrato durante la sua lunga vita da vampira.
È solo un ragazzino.
Ordinario e così semplice da apparire quasi insignificante in mezzo alla gente che gli passa di fianco senza guardarlo, senza prestare attenzione ai suoi vestiti scuri, alla postura un po' ingobbita e l'espressione malinconica.
È uno come tanti, anzi no, è un Gilbert - la ammonisce mentalmente la voce di Pearl.
Già solo questo dovrebbe frenare Anna dall'impulso folle di avvicinarsi, ancora e ancora.

Assurdo.

Prima di Jeremy, non era mai riuscita a comprendere l'ossessione di alcuni vampiri verso gli umani, tanto meno l'amore autodistruttivo e umiliante dei Salvatore per Katherine.
Così tanti anni e sofferenze, per cosa?
Quello era un sentimento idealizzato che non poteva durare, destinato a soccombere alla morte nel migliore dei casi. Anna lo trovava ridicolo, addirittura.
Centenari innamorati follemente di mortali che avevano su per giù la loro età al tempo della trasformazione. Cacciatori che diventavano vittime delle loro stesse prede e viceversa.
Katherine. Damon e Stefan. Perfino Pearl.
Cosa poteva esserci di più patetico e debole per un vampiro?

Eppure, adesso Anna inizia a capire.
Pensa a ciò che ha vissuto prima della morte - quindici anni, quindici anni e in un attimo la vita e gli affetti si erano cristallizzati per sempre, assorbendo le sfumature ovattate e perfette dei ricordi, eterni certo, ma così distanti.
Irraggiungibili.
Dimenticati sotto la polvere del tempo, affogati nei colori della morte e della notte – nient'altro che la prova intangibile di un'esistenza mancata, sospesa dall'immortalità.

Forse, è da lì che è giusto ricominciare.
Da ciò che s'è interrotto.
L'ultimo momento di umanità.

Jeremy è questo, e le restituisce l'innocenza di una giovinezza mai vissuta in pieno, assieme alla voglia di momenti normali - andare a scuola, camminare per strada tra le foglie secche del viale, respirare l'odore dell'autunno che scende su Mystic Falls e fingere di essere una adolescente come tutti gli altri.
Di nuovo, Anna si chiede cosa ci sia in lui che abbia il potere di sconvolgerla e farla meravigliare così, lasciarla sempre senza fiato come se davvero le servisse disperatamente prendere respiro per non soffocare.
La risposta potrebbe celarsi nel profumo del suo sangue, sì. Ma c'è altro.
È nella paura negli occhi di Jeremy, che pure non tradiscono alcuna repulsione o disgusto quando Anna beve da lui.
È nella sua ingenuità disarmante, che le fa venir voglia di non ferirlo mai più, per qualunque motivo al mondo.
È nello sguardo smarrito e nel tremito impercettibile delle sue mani, quando le chiede di trasformarlo.
È nella solitudine che emana dalla sua figura al pari di un'aura incancellabile, talmente reale e forte che Anna riesce sempre a vederla e a toccarla, a sentirla propria.
È nella piega delle sue labbra quando le sorride con quel fare un po' timido e incerto, come fosse sempre incredulo di fronte alla possibilità di essere felice.
È in ogni piccola parte di sé che Anna rivede in lui.

Amare la propria debolezza non fa più così paura.


   
 
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